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venerdì 27 maggio 2022

La mia Recensione: Juliet Mission - Surren

 La mia Recensione:


Juliet Mission - Surren 


Si è sempre distratti con le cose degli altri, anche quando diciamo di amarle. La musica non sfugge a questa amara constatazione, non potrebbe, visto che gli essere umani sono portati ad esaltare se stessi e non a prendere in considerazione ciò che fanno gli altri.

Metti sull’impianto stereo questo EP che si chiama Surren, della band di Denver e ti rendi conto che la considerazione è l’atto d’amore più notevole, lo start che rende la corsa una reale e concreta possibilità di incontrare luoghi, sentimenti e riflessioni perfettamente connesse. Tutto si plasma, fortifica, amplifica, nella zona spirituale colma di contenuti artistici e una spiccata attitudine a far evaporare la loro irruenza per rendere solido il succo di composizioni sempre dotate di elementi multi visivo / sensoriale.

Nel 2006 nacque la band Sympathy F., poi i tre membri, Andre Lucero, Doug Seaman, Tony Morales decisero di cambiare il nome l’anno successivo apportando sostanziali cambiamenti climatici al loro pentolone sonoro, dove le emozioni incominciarono a bollire.

Quello che ho scelto di resocontare è al momento il loro ultimo fascio di elettrica pulsione, premiato da me come EP dell’anno 2020.

Al suo interno i tre spalancano melodie, ritmi, voci, immagini, coltivando la passione bellica per dare segnali di pace necessari con storie dalle lacrime solitarie ma coinvolgenti. Gli impasti strumentali vigorosi sono congeniali ad una scrittura lirica di grande impatto, che trova nel cantato la zona della poesia melodica con concetti di ispirazione letteraria. Si fortifica, con l’ascolto dei quattro brani, la sensazione di un progetto che scavalca il confine musicale. Folgori dal voltaggio impressionante, vuoi per chitarre che fanno addormentare l’irruenza scontata, vuoi per un basso che sembra sotterrare ogni impulso di grave preponderanza, e vuoi anche per una batteria che ossida e ossigena il tutto rendendo le creazioni dinamiche e compatte. Una capacità notevole di risultare sognanti e al contempo dinamitardi nell’ambito emozionale, mentre, dall’alto dei loro voli, il tutto prende residenza nei nostri battiti terrestri.

Tutto diventa un cunicolo celeste con aspetti prettamente musicali capaci di essere degli invasori senza timori: nati per coinvolgere, ramazzano le nuvole facendo scendere la bellezza vestita di movimenti eleganti e, altrettanto vistosamente, potenti. Sono tensioni spirituali che con grazia sanno generare la danza del beneficio e dello stupore, senza didascaliche confusioni, perché notevolmente capaci di andare dritti come fusi nel centro del nucleo espressivo. Come poeti guerrieri dalla pelle levigata, costantemente intenti a farci chiudere gli occhi come spiriti imbambolati e quasi assenti, la band americana assesta ad ogni brano colpi che non procurano dolore, se non movimenti emozionali sempre gravidi di una sostenibile e sempre crescente ospitalità.

Le loro scosse vorticose illuminano il cielo dei nostri battiti, come una vacanza improvvisa nella quale impari che non c’è fine a sospiri dalla faccia bisognosa di magia.

Incursioni dal nerbo potente, inclinazioni a fare del loro blando Shoegaze l’uscita di sicurezza di un Post-Punk dai sogni ancora accesi e magistralmente tenuti a margine delle loro costruzioni elettriche, fanno di questo disco l’esempio di musica che pur ribellandosi rivela una propensione onirica.

Forza, è ora, non si perda tempo: mettiamoci a pancia in su a visitare le loro acrobazie per la necessaria lezione quotidiana di bellezza.



Song by Song 


Falling


Partenza a razzo: chitarra coinvolta nel ritmo di una melodia primaverile che sostiene un cantato che avvolto dalle nuvole conosce l’apnea. Il basso trascina i due riff di chitarra, uno in controtempo, e la batteria prosegue solida sino a quando un solo di chitarra spinge gli occhi verso l’estasi.



Surren


Iniziando con un basso alla Pixies in stato di forma, la chitarra ci porta il Post-Punk degli anni 80 che si tuffa nello Shoegaze meno pieno di feedback per un brano articolato, con rintocchi di tastiera minimalista ma efficace per compattare la melodia verso il delirio di note sospese nell’aria.



Hush


Prendi i Cure di Simon Gallup del periodo di Kiss Me Kiss Me Kiss Me e rendili schizofrenici con un cantato vicino alle corsie di Marilyn Manson, mantenendo l’atmosfera nevrotica con la batteria che rotola pesantemente sino ad accogliere sibili di chitarra in apnea. Estrema, rumorosa, con un arrangiamento di archi che può felicemente stridere insieme a un feedback “pulito”.



Never Last


Per l’ultimo brano si torna nella zona dell’apertura dell’Ep: tra il sognante e uno Shoegaze che viaggia su tracce Indie Rock, tutto si fa abbagliante con la chitarra in progressione capace di portarci verso una corsa all’interno del perimetro celeste. 



Veloce e compatto, l’Ep dimostra la poliedricità di talenti che smussano i cliché tipici di generi musicali che sembrano aver esaurito la fantasia. 

Questa band si oppone: le variabili che hanno a disposizione li rendono effervescenti e, mentre scoprono le carte del loro talento, noi ci ritroviamo sorridenti e completamente immersi tra la gioia e l’allegria.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

27 Maggio 2022


https://julietmission.bandcamp.com/album/surren


https://open.spotify.com/album/3IWLcGdkB0IzWzxqwjopSe?si=8npASZpjSriHlSU0XlH7RA






 


My Review: Juliet Mission - Surren

 My Review:


Juliet Mission - Surren 


We are always inattentive with regard to other people's things, even when we say we love them. Music does not avoid this bitter realisation, it could not do it, since human beings are prone to exalting themselves and not taking into account what others do.

You put this EP called Surren, by the Denver band, on your stereo and you realise that consideration is the most remarkable act of love, the start that makes the ride a real and concrete possibility of encountering perfectly connected places, feelings and reflections. Everything moulds, fortifies, amplifies, in the spiritual zone filled with artistic content and a pronounced   attitude to evaporate their impetuosity to make solid the juice of compositions always endowed with multi-visual/sensory elements.

In 2006 the band Sympathy F. was born, then the three members, Andre Lucero, Doug Seaman and Tony Morales decided to change the name the following year, bringing substantial climatic changes to their sound pot, where emotions began to boil over.

What I have chosen to report on is currently their latest bundle of electric pulse, awarded by me as EP of the year 2020.

Within it, the three guys unleash melodies, rhythms, voices, images, cultivating a warlike passion to give necessary signals of peace through  stories with lonely but addictive tears. The vigorous instrumental mixtures are congenial to a lyrical writing of great impact, which finds in vocals the zone of melodic poetry with concepts of literary inspiration. Listening to the four tracks strengthens the feeling of a project which crosses musical boundaries. Thunderbolts with an impressive voltage, either because of guitars that put to sleep the predictable impetuosity, or because of a bass which seems to bury any impulse of serious preponderance, and also because of drums that oxidise and oxygenate everything, making the creations dynamic and compact. A remarkable ability to be dreamy and at the same time dynamic in the emotional sphere, while, from the heights of their flights, the whole takes up residence in our earthly beats.

Everything becomes a celestial burrow with purely musical aspects capable of being fearless invaders: born to involve, they sweep the clouds bringing down beauty clothed in elegant and, equally conspicuously, powerful movements. They are spiritual tensions that gracefully are able to generate the dance of benefit and amazement, without didactic confusions, because they are remarkably capable of going straight to the centre of the expressive core. Like smooth-skinned warrior poets, constantly intent on making us close our eyes like dumbfounded and almost absent spirits, the American band delivers blows with each track that do not cause pain, but only emotional movements always pregnant with a sustainable and ever-growing hospitality.

Their swirling tremors light up the sky of our beats, like a sudden holiday in which you learn that there is no end to sighs with a face in need of magic.

Incursions with a powerful backbone, inclinations to make their mild shoegaze the emergency exit of a Post-Punk with dreams still burning and masterfully kept on the sidelines of their electric constructions, make this record an example of music that while rebelling reveals a dreamlike propensity.

Come on, it's time, let's not waste time: let's get comfortable and visit their acrobatics for the necessary daily beauty lesson.


Song by Song 


Falling


A quick start: the guitar is involved in the rhythm of a spring melody which supports a song that, wrapped in clouds, knows apnea. The bass drags the two guitar riffs, one syncopated, and the drums go on solidly until a guitar solo drives the eyes to ecstasy.



Surren


Beginning with a bass in the style of Pixies in top form, the guitar brings us 80s Post-Punk diving into less feedback-filled Shoegaze for an articulate track with minimalist but effective keyboards chimes to compact the melody towards the frenzy of notes suspended in the air.



Hush


Take The Cure of Simon Gallup of the period of Kiss Me Kiss Me Kiss Me and make them schizophrenic with vocals close to Marilyn Manson, keeping the atmosphere neurotic with drums rolling heavily until apnoeic guitar hisses are welcomed. Extreme, noisy, with a string arrangement that can happily screech along with "clean" feedback.



Never Last


For the last track we return to the area of the Ep's opening: between a dreamy atmosphere and a Shoegaze that travels on Indie Rock tracks, everything becomes dazzling with the guitar progression able to take us towards a run inside the celestial perimeter. 



Fast-paced and compact, this Ep demonstrates the versatility of talents that blunt the typical clichés of musical genres which seem to have run out of imagination. 

This band opposes it: the variables they have at their disposal make them effervescent and, as they show the cards of their talent, we find ourselves smiling and fully immersed amidst joy and merriment.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

27th May 2022


https://open.spotify.com/album/3IWLcGdkB0IzWzxqwjopSe?si=eQi6BoQuT4K6F9iyhI1T2Q


https://julietmission.bandcamp.com/album/surren






 




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