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sabato 7 gennaio 2023

La mia Recensione: This Social Coil - Octatabylus

  This Social Coil - Octatabylus


Ritrovarsi bambini, estasiati, mentre si corre dentro le note di un album struggente, colmo di poesia ipnotica, inseminata di deflagrazioni trattenute, con la propensione ad arricchire il pianto umano con disarmante intensità e capacità. Il settimo lavoro è planato tra circumnavigazioni multiple, in un crescendo di descrizioni plurime delle quali non si possono trattenere l’ampiezza e la capacità di portarci nel gelido e nel calore dell’anima: un matrimonio di cui queste canzoni tratteggiano la forma, con l’intenzione di diventare eterne. Portare la loro ricerca filosofica al cospetto delle nostre inadeguate capacità di apprendimento rende i membri di questa band perfetti, distanti e unici. Da sempre desiderosi di avvicinare gli estremi stilistici del post-punk e del post-rock, come da ordine divino inseriscono anche elementi shoegaze per ampliare la gittata delle loro fascinazioni, decisamente meticolose e ben specificate, in un alveare sonoro che rimbalza tra i palpiti della nostra gioia vestita di grigio.

Non si riesce a credere a quanta continuità stilistica approdi nei fiumi del loro cratere artistico: un buco che spinge le loro attrazioni verso la lentezza, come se il suono fosse una piuma al cui interno inserire un sasso. Operazione difficilissima, ma a loro riesce, ed è un miracolo di cui necessitiamo la ripetizione, finendo per ascoltare le dodici fluorescenze musicali con stordimento.

Canzoni come dialogo interno, le bocche votate al silenzio, le mani a toccare gli strumenti con decadente attitudine per portarle alla resa ma renderli capaci di far uscire gocce di pioggia autunnale. Ed è magia dentro l’emisfero inebetito di sensi sparpagliati, consumati e afflitti da sensi di colpa, sebbene la melodia sembri far resuscitare spesso il loro martirio. Però, se l’ascolto è impegnato nella ricerca dei segreti più intimi, allora non vi è dubbio che Octatabylus sarà il primo afflato magnetico di questo 2023.

Si aprono gli inutili accostamenti stilistici solo per chi considera la musica un gioco, un blasfemo indovinello: date retta al vecchio scriba e fate assentare la stupidità, perché in questo album vi è personalità e cifra stilistica propria tanto da non dover sprecare il vostro tempo. Si consiglia la visione di un film di Luis Buñuel, di prepararsi con la lettura di un libro (perfetto sarebbe Georg Wilhelm Friedrich Hegel) e poi barricarsi con le cuffie e una bevanda calda: riti propiziatori per poter afferrare le onde che i tedeschi generano e che vi condurranno in un luogo potente. Siatene certi, non lo troverete nella carta toponomastica…

Sentirsi privilegiati dal fatto di poter ascoltare cotanta rarefatta dinamica percettiva è un evento raro: gli incroci di viali alberati tra note magiche e quelle che hanno il nero stampato sulla pelle rende tutto un insieme di fasci di luci in contemplazione, dove il risultato è un urlo con l’eco pieno di riverbero nella nostra mente.

Cosa volete che si scriva innanzi alla certezza che siamo beneficiari di una ricerca psicologica che riesce perfettamente a entrare dentro l’arte musicale? Si potrebbe dire che non è la prima volta, ma la fattura di questo lavoro è incandescente tra i blocchi ghiacciati delle nostre lande cerebrali sempre meno attratte dal voler capire. Sì, è musica per riflettere, dentro l’abbandono continuo che ci rende silenti, obbedienti, storditi e tumefatti, perché la vera bellezza fa male alla pelle dei nostri egoismi.

Le chitarre sono grappoli di anidride carbonica che attaccano la storia dello shoegaze: mutano e non vogliono essere definite, diventano nomadi viaggiando verso il post-punk insieme a tastiere semplicemente beffarde. Il basso in tutto l’album è una preghiera che si rende visibile sopra i tetti dei nostri sguardi, nel cielo che, insieme alla potente batteria, delinea la potenza che si rende ferita per tutto questo disco. È un inghippo, una sfida, una pazzia cercare di separarsi da questo ascolto che non ci rende stremati ma devoti: la prima forma di fedeltà è nata a inizio anno ed è il segno evidente che gli Dei dell’Olimpo ancora si fidano di noi umani…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

7 Gennaio 2023


https://thissocialcoil.bandcamp.com/album/octatabylus









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