Visualizzazione post con etichetta Indro Fiume - Io non sono qui. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Indro Fiume - Io non sono qui. Mostra tutti i post

giovedì 26 ottobre 2023

La mia Recensione: Indro Fiume - Io non sono qui

 

Indro Fiume - Io non sono qui


Granelli di gocce decidono di fare un party nella splendida Venezia: assumono personale qualificato per trasformarsi in musiche che sappiano espandere il desiderio di introspezione e mostrare luci rare. La fila concede una chance, un artista all’album di esordio, animato da cellule in discesa libera nel mare che sa definire e collocare molto bene. Il suo nome è Giovanni Conigliaro, in arte Indro Fiume, e sin dal titolo di questa opera marca la sua presenza, il suo magazzino delle qualità pronte a fuoriuscire, nel tentativo di seminare e fortificare la propria città interiore. Suoni agili sia nella potenza che nella rarefazione del suono, uniti per scuotere il nucleo di testi particolarmente abili nel creare crepacci, sia nel fuoco che nei ghiacciai di ognuno di noi. Una chiara venatura poetica si adagia nei versi, ma sempre con trame che si avvicinano alla filosofia e alla sociologia, con il risultato che scuotimenti, riflessioni e slanci partono proprio da lì per raggiungere il palco delle attenzioni celesti: gli Dèi sapranno abbracciare il controllo del suo sapere.

Un rock che mette in superficie chili di post-punk addomesticato, reso obbediente per via della volontà di spaziare, senza bavagli o capricci. La voce è una miscela di petrolio che è ancora bruciante pur provenendo dagli anni Ottanta, potente, assassina, ma con lo zucchero sulla coda delle parole, capace di frustare e accarezzare, di frustrare i pensieri, di rendere docili le onde di un evidente decadentismo ammaestrato. Un lavoro perfetto, davvero impressionante. Giovanni raccoglie i cocci di un mondo a brandelli, lo fotografa, poi lo ipnotizza, infine lo compatta con splendide cicatrici che mostrano il suo notevole impegno. Colora la vita con circospezione, quasi timoroso, ma poi deflagra maestosamente, equilibrando la tavolozza dei colori che riescono a emergere, solo superficialmente, dalla preferenza verso il grigio. Le chitarre provengono da una precisa intenzione di essere compagne di viaggio di amici sonori che si affiancano con fluidità e armonia, con vertici preferenziali che spesso si mostrano ai cancelli espressivi dei Cure, dei Killing Joke, dei Joy Division e dei Diaframma (soprattutto nella modalità del canto in alcuni brani). Si palesa anche una spinta cantautorale italiana che favorisce emozioni continue, come vascelli che sanno muoversi in agilità anche nei deserti. Ed ecco che un mood progressive si affaccia spesso, insieme a un'onda alternative per un bilanciere perfettamente saldo. Quando arrivano sprazzi di post-rock si capisce come l’universo musicale dell’autore veneziano sia impressionante, vasto, e come la regia perfetta riesca a saldare in modo encomiabile il tutto, elevando e seminando stupori in modalità continua. Non si tratta di imitazione, bensì di un insieme di lezioni perfettamente apprese per poi andare oltre, verso una identità che si mostra originale e sicura. Io non sono qui è un’insieme di particelle piene di creatività, sapienti nel mostrare i danni e poi una riflessione che prima le accudisce, poi le libera rinvigorite. Undici vibrazioni acquee, scie percettive in cerca di un approdo che sappia divenire sabbia fosforescente e nutriente. La capacità di amalgamare visioni, immagini, suoni fa di questa corporazione sonora un incontro doveroso, decisivo, se le braccia della nostra intelligenza si rivelano davvero tali consegnando a Giovanni affetto, stima e riconoscenza. Riuscire a far sentire la tristezza e la preoccupazione come un beneficio che lui stesso trasforma per primo è davvero strabiliante: un’opera a portata di quelle anime che fanno dell’ascolto il primo valore, la prima pedina per arrivare a giocare con la vita raccogliendo il vento pieno di palpiti mai in dispersione. Una esibizione di talento indiscutibile che va posizionata dentro la massa, come urgenza, perché il beneficio del navigare insieme a queste onde è indiscutibile: fuori dalle palle i cliché, le tendenze, che si fotta il sonno culturale italiano (e non solo) e si dia modo a questo artista di avere un palco affollato di soddisfazioni. Un album meraviglioso che arriva sulla coda di questo 2023. Conservatelo nella memoria e usatelo in quanto le sue piume potrebbero conoscere lo spazio nella vostra eternità: la malinconia veneziana ora è una sirena in viaggio all’interno di un caldo applauso…

L'album è in uscita domani, 27 Ottobre 2023

Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
26 Ottobre 2023




La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

  Midas Fall - Cold Waves Divide Us La corsia dell’eleganza ha nei sogni uno spazio ragguardevole, un pullulare di frammenti integri che app...