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venerdì 11 novembre 2022

La mia recensione: Black Swan Lane - Blind

Black Swan Lane - Blind



La religione è per le persone che hanno paura di andare all’inferno. La spiritualità è per coloro che ci sono già stati.
(Neil Gaiman)


Nel percorso artistico di ogni stella gli anni scivolano via, con l’impressione di un’enorme palla di fuoco che non perde luce, bensì ne guadagna perché questa è la sua unicità, peculiarità che rimane a testimonianza del tutto di fianco al tempo.

Jack Richard Sobel ha nelle sue mani il segreto di avvampi continui, l’abilità di consegnare i suoi trasporti interiori dentro canzoni come un colpo di fioretto che non fa danni ma che crea dipendenza: un’incantevole ferita.

Continua in perfetta solitudine il suo scrivere comete come miracoli, appiccicarli nell’universo dei nostri bisogni, rendere tutte le sue nuove creature specchi spirituali con, questa volta, un concept album che battezza la spiritualità e la religiosità, con figure colme di profondità e segnali di questo tempo assuefatto alla voglia di vivere.

Per fare tutto questo Jack ha preso figure reali, immagini retoriche, poesie e storie con appiccicato il desiderio di descrivere l’immobilità umana davanti allo scorrere del tempo, le scusanti, le aggravanti, i vizi morbosi restii al cambiamento, la fatica nel conservare la fiducia nei confronti del prossimo malgrado un’attitudine che non vorrebbe cessare di essere tale.

Decisa che l’anima rock sia la perfetta colonna sonora per i suoi progetti musicali, l’uomo di Atlanta si è gettato con caparbietà nelle creazioni che incorporano lo spirito dei BSL ma con la volontà di disegnare nuovi quadri, nuove sfumature, un senso di unione tra l’approccio antico e un fare moderno, con idee strabilianti e per lui sicuramente atipiche. 

Non sono lamenti, sono pozzanghere di vita che riflettono questi ultimi due anni, con la capacità di fare un salto nella Storia, per mostrare l’apatia davanti all’occasione di uno scatto in avanti che, con un peso sul cuore, ancora una volta non è accaduto. Prese le parti deboli umane, quelle storicizzate, incapaci di evolversi, Jack le ha inserite dentro un’ampolla, fatte stagnare, disinfettate e immesse dentro una centrifuga per poter estrarre un succo perlomeno intenso e purtroppo bellissimo: è destino dei geni rendere splendide le cose che faticano a essere considerate utili.

Ci sono luoghi mentali che urlano il bisogno di fuga, la necessità di trovare un rifugio dentro ali accoglienti, di desideri che non perdano voce né intensità, per conservare un minimo di dignità: lui li ha trovati e testimoniati all’interno di canzoni che creano una pellicola sognante nei  nostri tremori, non come atti di gioia bensì di consapevolezza.

Tutte le composizioni hanno un alta carica emotiva, fiume lavico con rughe e rantolii che sveglia il torpore di cervelli ammutoliti: tutto diventa la frusta che fa uscire dal pericoloso coma che il tempo ha reso solido.

Canzoni che oscillano, come le nuvole estive, tra l’estasi dei colori e la paura dei suoni che fuoriescono senza cedere innanzi al tempo.

Ma tutto si pone su un piano visivo appannato, inedito, una cecità che per opposizione mostra una realtà determinata a sconfiggere il progresso di una civiltà sempre più ai confini della follia. E così, come unica risorsa per poter far fronte al delirio, Jack disegna trattati di malinconia, con sostanziali mutamenti rispetto al passato con canzoni ricche di arrangiamenti, trovate brillanti come trucchi di necessità, per arrivare come non mai a un canto ricco di pathos, con testi che viaggiano dentro personaggi e miraggi, storie dove i rapporti interpersonali vengono messi alla luce con una benda sugli occhi…

Vediamo la progettualità dei BSL divenire concept album, per portarci consapevolezze, lastre di vuoto che nella voce baritonale dell’artista di Atlanta possono giungere alle urla, a brividi connessi alla razionalità. Bruciano gli occhi, l’anima fa altrettanto senza divenire un insieme apocalittico grazie alla dolcezza innata di questo angelo che non nega mai a se stesso per primo lumi di positività. In queste ferite e fasci di affanno, le composizioni sanno diventare la colonna perfetta non solo del nostro tempo ma un’accurata enciclopedia della zoppia umana, incapace di avanzare con dignità nel progresso così tanto voluto.

Jack si rivolge alla nostra anima, la scruta, la riconosce e la circonda di poetica, spronandola, previo un necessario testamento delle condizioni. Ci sono però i presupposti di una fretta assolutamente necessaria per non consumare del tutto antichi averi, provenienti da quell’eden che ormai sembra caduto in un abisso. La fede è nell’uomo, come la critica, un esercizio cosciente che fa sì che BLIND sia un album necessario per individuare lo stato di malattia, più che di salute, dell’uomo.

Le peculiarità che rendono la band dello stato della Georgia assolutamente unica rimangono, ma dove viene smorzata la parte robusta del ritmo e delle chitarre, vediamo le stesse divenire bisturi melodici, carezze, insieme a un percorso di rivisitazione di ciò che veniva prodotto decadi fa, il tutto come un atteggiamento moderno, dove la tecnologia ha aiutato Jack a sviluppare nuove diramazioni sonore. Tutto ciò lo ha portato definitivamente a sganciarsi da paragoni con la band Mancuniana The Chameleons, mostrando finalmente al mondo lo spessore della propria indipendenza e capacità. Chi lo ha seguito solo per quel motivo avrà modo di constatare come almeno lui sia cresciuto. È affascinante come questo ultimo lavoro sia in grado di spaziare dentro generi musicali in modo più specifico, che sia il Post-Punk, il Dreampop, l’Alternative sempre così capace di dargli stimoli e di precisare il suo infinito talento. Le canzoni lente non sono propriamente delle ballad ma dei nascondigli emotivi che spalancano un pò la finestra, per far entrare luce che scalda quella benda sugli occhi. 

Intimo, ombratile, seducente, vistoso nel suo mostrarci la potenza evocativa di testi mai come in questa occasione capaci di circondare la nostra realtà, questo decimo album segna una svolta: il cambiamento della concezione nei confronti della modalità, prevedendo sin da subito strumenti e strutture che Jack non aveva mai avuto bisogno di portare verso queste dimensioni. Regna la convinzione di pulsioni dominanti, di una corsa verso spazi mai visti, un piano di curiosità che ha segnato in modo vistoso il corpo delle canzoni.  Il tutto sotto una benda nera, simbolo della cecità moderna, capace di creare mostruosità per poi nasconderle e disconoscerle. L’impatto del Covid-19 è evidente ma senza piaggeria, solo un bisogno potente di mettere in luce le miserie che sono entrate anche dentro i meccanismi sempre più contorti delle relazioni interpersonali. La fragilità fa parte della cecità, una felicità alla quale non è permesso accedere, dove i destini si ritrovano uniti nel soccombere nel buio. Rimane la fuga, il distacco, la volontà di liberarsi dal nodo scorsoio di dinamiche che il cantore di Atlanta ha individuato e mostrato dentro queste .

Il dolore va lavato, ma anche sostituito da una umanità che sappia imparare per non far ripetere le cause e forse sono gli angeli gli unici che hanno il potere di farlo. Il senso della mancanza del respiro (uno degli effetti devastanti del Covid) penetra ma lascia luce, la voglia intatta di non cedere a questo disastro. L’album rivela come la melodia del pensiero sia l’unica arma efficace e l’uso evidentemente aumentato delle tastiere produce questo senso di trasporto, di un volo che si può ancora compiere per non dover affogare. In mancanza della gioia, l’entità umana cambia pelle e attitudine e in queste canzoni siamo in grado di conoscerne gli effetti e di trovare una nostra modalità. Brani come sogni di fronte a un oceano di incubi pronti ad avvolgerci: un dialogo quasi impossibile che l’arte dei Black Swan Lane ha reso invece possibile, facendo di noi testimoni di questo duello. 


Come un lungo dialogo dove le richieste non mancano, siamo in presenza di canzoni come bilance, setacci, mappamondi della geografia di un mondo razionale che ha reso i confini diversi, per dare voce ai nostri pensieri e per farli divenire a loro volta canti come specchi indispensabili.

Della band degli esordi è rimasta la capacità di farci sentire dentro fiumi unici, con l’intenzione di non dimenticare la storia di una decade con ormai quarant’anni sulle spalle. Ma nessuna tendenza a ripetersi, a trovarsi dentro paragoni che minano l’effettiva capacità di avere una propria spina dorsale, una indipendenza che ora è davvero completa. Questo fa sentire l’album snello, ampio, senza bavagli artistici e pesi, denso di uno stile proprio che Jack ha perfezionato dopo aver iniziato questo percorso con Vita Eterna e il successivo e penultimo Hide In View in piena autonomia: nessuna dipendenza o nostalgia per una carriera sotto la dicitura Black Swan Lane iniziata nel 2007.

 Ecco quindi spazio per tutto ciò che un tempo non era immaginabile: composizioni che sono libere di immettere strumenti e campionamenti per precisare la vastità di idee senza dover resocontare a nessuno; un approccio a volte quasi pop ma mai banalmente allegro, dove la melodia non è mai indice di approssimazioni per catturare il gradimento. Piuttosto il bisogno di non calcare troppo la mano, data la grande matrice spirituale, per lasciare un raggio di sole nei nostri ascolti. 

Le chitarre, le sovrane sin dall’esordio di A Long Way From Home, presidiano ma non dominano, concedendo spazio al drumming potente e dinamico, al basso che rivela strategiche esibizioni, intuizioni, con un approccio più rock. Che dire delle tastiere e del pianoforte? I veri Principi, più presenti rispetto al passato e strutturati con il compito di liberare tutta la potenza di canzoni che in questo modo sembrano rivelare uno stile diverso e molto coinvolgente. 

Su tutto la voce e il cantato di Jack: la sorpresa più grande, vuoi per una capacità enorme di interpretare le liriche come non mai, con pregevoli giochi di effetti, vuoi per una potenza devastante senza aver bisogno di urla o registri alti. Il tutto collegato a testi che mostrano un talento sopraffino nel trovare frasi che inchiodano, che creano un circuito che si tatua nella mente. 

Il miracolo di questo album è attribuire alla cecità la facoltà di rendere visibile ciò che non si deve vedere, unita all’intenzione di guardare la vita con la coscienza degli occhi. Il risultato è la miglior espressione artistica che i Black Swan Lane abbiano mai esibito, superando l’ostacolo di un concept album che poteva uccidere l’intenzione. Invece tutto scorre limpidamente con la gioia di rimanere piacevolmente da soli, nella propria intimità, a beneficiare di aurore boreali dentro scintille sonore indispensabili per meglio conoscere se stessi…


Song by Song


Wishful


Come accoppiare la melodia dal sapore di musica classica che ha resistito a quella moderna, alla aggressività addomesticata da una voce che spalanca il cuore, nel contesto di una critica velata e in prossimità del perdono. La prima traccia ci consegna uno spettacolare scenario che, non dimentico del precedente Hide in View, trova una zona tra la luce e la pioggia per poter far esprimere un drumming potente e le chitarre piene di sabbia.


As Soon As You Can


Quella che a primo acchito sembra una classica ballata in stile BSL in realtà si rivela per quello che è: un oceano equilibrato tra il desiderio d’amore e una religiosità che non può salvare le nostre anime. Ecco che la chitarra semiacustica e la voce preparano il contatto tra l’umanità e il cielo quando entrano anche la chitarra elettrica che gioca con note dolci, il basso lento e sornione, la batteria e un piano che sorprende circondando di piacevolezza il nostro ascolto con poche note. Giunge poi un synth ad avvolgerci in un finale che come un raggio continuo ci scalda in un giorno di inverno.


Blind


Dirompente, fragorosa, toccante, una fabbrica di sale che allarga le ferite in un rock dall’aspetto moderno. La permanenza terreste che non si vede e che rivela che la vista è andata persa, forse per sempre. Il volto dei BSL si fa limpido, già alla terza traccia, con giochi armonici con cori, una sede elettronica che danza nella mente e la certezza che questa ferita sonica possa accecare chi cerca il superfluo.


In The Garden With Eve 


La canzone più incredibile della carriera della band di Atlanta è qui: testo secco, crudo, una mitragliata che tra crudeltà, realtà e incubo viene sostenuta da una musica mai uscita prima dal Maestro Sobel. E il cantato che offre nuove modalità e prospettive. L’elettronica si sposa con la melodia, un impasto che trascina la storia dentro un paradiso pieno di fiamme pronte al congelamento. 


The Fool


Con un inizio che miscela tre strumenti classici (donando un incantevole shock), la canzone prosegue con la solita e meravigliosa capacità di Jack di dare alla melodia il ruolo di trascinatore per portare parole dure dentro la morbidezza, al fine di non farle morire. Ecco che cambia ancora una volta la visione di un contesto relazionale dove la musica sa lenire i malesseri e i dolori. E la capacità di scrivere composizioni con una seducente nuova modalità continua, felicemente, a bordo della pazzia…



Can’t Keep Me Quiet


Il brano che più rappresenta l’amore di Jack per gli anni 80 si palesa con una voce effettata, la parte melodica trascinata da chitarre con abiti Post-Punk e la drum solida. Ed è una invettiva verso una società che cambia le identità e la storia umana, dove ora è il testo che non vuole rischiare il mutismo. Parole trascinanti, come vorticosa è la musica, per una dimostrazione che diventa il perfetto cuscinetto tra il passato e il presente.


Case My Mind


Una invocazione che procurerà lacrime dalla lunga scia, con una atmosfera invernale che penetra il buio di un uomo davanti a un precipizio. Tutto si fa vertigine, con una ballad che circonda i pensieri, la sensazione di una doverosa autodisciplina necessaria nei confronti di un mondo che sperpera le proprie qualità. Chitarre abbondanti, una tastiera che incolla la bellezza davanti alla tristezza.


Fragile


Il nuovo vestito dei BSL si rende ancora più evidente in questa composizione: musica e cantato visitano nuovi territori, mentre il testo certifica perfettamente la situazione attuale. Una religiosità che fa capolino ricevendo piccoli ma doverosi pugni, in una atmosfera dalla spiccata vivacità ma densa di fratture morali, quasi nei pressi di una tristezza senza possibilità di consolazione. Dove tutti crediamo di sapere chi siano gli altri, Jack ci mette sull’attenti per un brano che educa la nostra presunzione.


Drown


Giunge il Santo Natale, musicalmente parlando, con questa canzone che è una stufa che scalda ogni battito del cuore. Ma il testo riflette un particolare momento di sofferenza, frutto di quello che è stato il recente passato che ha sconvolto il mondo, dove l’assenza del respiro è stato il terrore di molti. Nella marea di elementi che surfano in questa delicata composizione sonora, la complessità degli strumenti regala una emozione semplicemente fascinosa.


Angels 


Pare di essere tornati, in parte, a certe atmosfere presenti in Under My Fallen Sky, il loro settimo album. In realtà esistono quote di poesie decadenti che fanno volare la canzone sopra il cielo per renderla immortale. Il pianoforte e le chitarre sono sintomi di una contagiosa complicità per un brano che ci porta angeli sognanti davanti ai nostri bisogni.


The Calling


Nuovo delirante esempio di bellezza assoluta: lo smarrimento, la cecità mentale che come un cancro conduce le persone verso la perdizione, su una struttura musicale perfetta e coinvolgente. Il brano sintesi della loro evoluzione artistica: pieno zeppo di tutto ciò che è stata la carriera dei Black Swan Lane, perché si sviluppa dentro chitarre balsamiche e profumate di deliri accesi dal ritmo e dal cantato che fluttuano nelle nostre menti. Felicità e smarrimento si affrontano dentro questa nevicata di note, di pause, di un quasi ritornello che abbaglia, per poi rilanciare la corsa per la chiamata a cui la nostra mente deve essere pronta a rispondere. Uno tsunami che spoglia la vita della sporcizia. 


Escape


Tra romanticismo e la perfetta miscela di malinconia, smarrimento, tristezza, il penultimo brano di questo capolavoro ci conduce verso la luce di cui non sappiamo se saremo in grado di godere l’entità, perché in ogni fuga esistono quote di cecità. Le chitarre sono gocce di vento supportate da una tastiera che fa sgorgare lacrime senza arresto, capaci di portarci nella volta celeste per sfumare davanti agli occhi di chi è testimone del nostro allontanamento.

Jack ha trovato il modo di dare alla musica il ruolo di messaggero, con una storia che spezza le gambe mentre tutto rimane nella zona della bellezza, perché questo è il suo “limite”: essere un portatore sano di questa doverosa necessità…


Nothing Here To See


Siamo all’ultima: il cerchio si chiude in modo inevitabile perché alla fine di questo percorso non ci è rimasto più nulla da vedere. E il vuoto innanzi a tutto questo viene rappresentato da una coccola sonora che stabilisce il confine della morbidezza, con voce sognante, per l’ultimo messaggio dell’album che viene pronunciato e messo su questa carrozza che attraversa la neve. Le chitarre, graffianti quelle elettriche e sinuose quelle semiacustiche, sanno che devono andare a prendere la tastiera per un risultato di assoluta melodia. Finiamo l’ascolto in piena cecità avendo però sentito un disco clamoroso, che vedremo per sempre nel giardino dell’eternità…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

11 Novembre 2022


L'album sarà in tutte le piattaforme a partire dal 6 Dicembre 2022

Potete già ordinare il cd ora


https://blackswanlane.com/store-2/BLIND-p402215601





My review: Black Swan Lane - Blind

 My Review:


Black Swan Lane - Blind



Religion is for people who are afraid of going to hell. Spirituality is for those who have already been there.
(Neil Gaiman)


In the artistic journey of each star, the years slip away, with the impression of a huge fireball that does not lose light, but rather gains it since that is its uniqueness, a peculiarity that remains as a testimony to the whole alongside time.

Jack Richard Sobel holds in his hands the secret of continuous outbursts, the ability to insert his inner sensibility within songs like a foil shot that does no damage but is addictive: an enchanting wound.

He continues in perfect solitude his writing of comets as miracles, sticking them in the universe of our needs, making all his new creatures spiritual mirrors with, this time, a concept album that baptizes spirituality and religiosity, with figures full of depth and signs of this time addicted to the will to live.

To do all this Jack has taken real figures, rhetorical images, poems and stories with the desire to describe human immobility in the face of the passing of time, the excuses, the aggravations, the morbid vices reluctant to change, the struggle to keep trust in others despite an attitude that would not want to cease to be such.

Deciding that rock soul is the perfect soundtrack for his musical projects, the man from Atlanta has doggedly thrown himself into creations that incorporate the spirit of BSL but with the will to draw new pictures, new nuances, a sense of union between the old approach and a modern taste, with astonishing and certainly atypical ideas for him. 

These are not lamentations, they are puddles of life reflecting these last two years, with the ability to take a leap into history, to show apathy before the opportunity of a surge ahead that, with a heavy heart, once again did not happen. After having taken the weak human parts, the historicised ones, incapable of evolving, Jack placed them inside an ampoule, had them stagnated, disinfected and inserted inside a centrifuge in order to extract a juice that is intense and unfortunately beautiful: it is the destiny of geniuses to make splendid those things that struggle to be considered useful.

There are mental places that shout the need to escape, the need to find refuge within welcoming wings, of desires that do not lose their voice or intensity, to retain a minimum of dignity: he has found them and gave evidence of them within songs that create a dreamy film in our trembling, not as acts of joy but of awareness.

All the compositions have a high emotional charge, a lava river with wrinkles and wheezes that awakens the torpor of dumb brains: everything becomes the whip that brings us out of the dangerous coma that time has made solid.

Songs that oscillate, like summer clouds, between the ecstasy of colours and the fear of sounds that escape without yielding to time.

But everything is placed on a tarnished, unprecedented visual plane, a blindness that by opposition shows a reality determined to defeat the progress of a civilisation increasingly at the edge of madness. And so, as the only resource to cope with delirium, Jack draws treaties of melancholy, with substantial changes from the past with songs rich in arrangements, brilliant ideas like tricks of necessity, to arrive as never before at a singing full of pathos, with lyrics that travel within characters and mirages, stories where interpersonal relationships are brought to light with a blindfold on...

We see BSL's projectuality become a concept album, to bring us awareness, slabs of emptiness that in the Atlanta artist's baritone voice can come to screams, to shivers connected to rationality. The eyes burn, the soul does likewise without becoming an apocalyptic whole thanks to the innate gentleness of this angel who never denies himself first lights of positivity. In these wounds and bundles of breathlessness, the compositions know how to become the perfect column not only of our time but an accurate encyclopaedia of human lameness, incapable of advancing with dignity in the progress so much desired.

Jack addresses our soul, scrutinises it, recognises it and surrounds it with poetics, spurring it on, after a necessary testament to its conditions. There are, however, grounds for a haste that is absolutely necessary in order not to completely consume ancient possessions from that Eden that now seems to have fallen into an abyss. Faith is in man, like criticism, a conscious exercise that makes BLIND a necessary album to identify the state of illness, rather than health, of man.

The peculiarities that make the band from the state of Georgia absolutely unique remain, but where the sturdy side of rhythm and guitars is attenuated, we see them become melodic scalpels, caresses, along with a revisioni of what was produced decades ago, everything with a modern attitude, in which technology has helped Jack develop new sonic ramifications. All this led him to finally disengage himself from comparisons with the Mancunian band The Chameleons, finally showing the world the depth of his independence and ability. Those who have followed him for that reason alone will see how he, at least, has grown. It is fascinating how this latest work is able to range through musical genres in a more specific way, whether it be Post-Punk, Dreampop, Alternative always so able to stimulate him and clarify his infinite talent. The slow songs are not really ballads but emotional hideaways that open the window a little, to let in light which warms that blindfold. 

Intimate, shadowy, seductive, conspicuous in its showing us the evocative power of lyrics never before capable of encircling our reality, this tenth album marks a turning point: the change of conception towards the modality, foreseeing from the outset instruments and structures that Jack had never needed to bring towards these dimensions. There is a conviction of dominant drives, of a rush towards unseen spaces, a plane of curiosity that left a mark on the body of the songs in a considerable way.  All this under a black bandage, a symbol of modern blindness, capable of creating monstrosities only to conceal and disavow them. The impact of Covid-19 is evident but without flattery, just a powerful need to highlight the miseries that have entered even the increasingly twisted mechanisms of interpersonal relationships. Fragility is part of blindness, a happiness to which one is not allowed access, where destinies find themselves united in succumbing to darkness. What remains is escape, detachment, the will to free oneself from the slipknot of dynamics that the Atlanta singer has identified and shown within these tracks.

The pain must be washed away, but also replaced by a humanity that knows how to learn so as not to repeat the causes, and perhaps angels are the only ones who have the power to do this. The sense of breathlessness (one of the devastating effects of Covid) penetrates but leaves light, the will intact not to give in to this disaster. The album reveals how the melody of thought is the only effective weapon, and the evidently increased use of keyboards produces this sense of transport, of a flight that can still be made so as not to drown. In the absence of joy, the human entity changes its skin and attitude and in these songs we are able to know the effects and find our own mode. Compositions like dreams in front of an ocean of nightmares ready to envelop us: an almost impossible dialogue that the art of Black Swan Lane has instead made possible, making us witness this duel. 


Like a long dialogue where there is no shortage of demands, we are in the presence of songs like scales, sieves, globes of the geography of a rational world that has made boundaries different, to give voice to our thoughts and to make them in turn become a singing like an indispensable mirror.

What has remained of the band of the early years is the ability to make us feel inside unique rivers, with the intention of not forgetting the history of a decade with forty years on its shoulders. But there is no tendency to repeat itself, to find itself inside comparisons that undermine its actual capacity to have its own backbone, an independence that is now truly complete. This makes the album feel streamlined, broad, without artistic gags and weights, dense with a style of its own that Jack has perfected after starting this journey with Vita Eterna and the subsequent and penultimate Hide In View in full autonomy: no addiction or nostalgia for a career under the Black Swan Lane label that began in 2007.


There is room, therefore, for everything that was once unimaginable: compositions that are free to insert instruments and samples to specify the vastness of ideas without having to report back to anyone; an approach that is at times almost pop but never banally cheerful, where melody is never an indication of approximations to win approval. Rather the need not to be too heavy-handed, given the great spiritual matrix, to leave a ray of sunshine in our listening. 

The guitars, the sovereigns since the debut of A Long Way From Home, oversee but do not dominate, conceding space to the powerful and dynamic drumming, to the bass that reveals strategic performances, insights, with a more rock approach. What about the keyboards and piano? The real Princes, more present than in the past and structured with the task of releasing all the power of songs that in this way seem to reveal a different and very engaging style. 

Above it all, Jack's voice and vocals: the biggest surprise, either for an enormous ability to interpret the lyrics as never before, with fine effects, or for a devastating power without the need for screams or high registers. All linked to lyrics that show an uncanny talent for finding phrases that nail us, that create a circuit that tattoos itself in the mind. 

The miracle of this album is to attribute to blindness the power to make visible what should not be seen, combined with the intention to look at life with the consciousness of the eyes. The result is the best artistic expression Black Swan Lane has ever displayed, overcoming the obstacle of a concept album that could have killed the intention. Instead, everything flows limpidly with the joy of being pleasantly alone, in one's own intimacy, benefiting from northern lights within sonic sparks that are indispensable to better know oneself…


Song by Song


Wishful


How to unite the classical-flavored melody that has stood up to the modern one, to the aggression tamed by a voice capable of opening the heart, in the context of a veiled critique and in the vicinity of forgiveness. The first track conveys a spectacular scenario that, not forgetful of the earlier Hide in View, finds a zone between light and rain in order to let the powerful drumming and the sand-filled guitars express themselves.


As Soon As You Can


What at first glance seems like a classic BSL-style ballad actually reveals itself for what it is: an ocean balanced between the desire for love and a religiosity that cannot save our souls. Here the semi-acoustic guitar and vocals prepare the contact between humanity and heaven when the electric guitar that plays with sweet notes, the slow and sly bass, the drums and a piano that surprises by surrounding our listening with pleasantness with a few notes also enter. Then comes a synth to envelop us in an end that like a continuous ray warms us on a winter day.


Blind


Disruptive, thunderous, moving, a salt factory widening wounds with a rock with a modern look. The unseen earthy permanence that reveals that sight has been lost, perhaps forever. The face of BSL becomes clear, already with the third track, through a harmonic interplay with choruses, an electronic seat dancing in the mind, and the certainty that this sonic wound can blind those who search for the superfluous.


In The Garden With Eve 


The most incredible song of the Atlanta band's career is here: terse and rough lyrics, a machine-gun blast that among cruelty, reality and nightmare is supported by music never before released by Master Sobel. And vocals that offer new modes and perspectives. Electronic music marries with melody, a mixture that drags the story into a paradise full of flames ready to freeze. 


The Fool


With a beginning that blends three classical instruments (giving an enchanting shock), the track continues with Jack's usual wonderful ability to give the melody the role of a driving force to bring hard words inside softness in order to keep them from dying. Here once again we see a change in the vision of a relational context in which music can soothe aches and pains. And the ability to write compositions with a seductive new mode continues, happily, on the edge of madness....



Can't Keep Me Quiet


The track that most represents Jack's love for the 80s is revealed through vocals with effects, the melodic part dragged along by guitars with Post-Punk clothes and a solid drumming. And it is an invective towards a society that changes identities and human history, where now it is the voice that does not want to risk muteness. Swirling words, as swirling is the music, for a demonstration that becomes the perfect buffer between past and present.


Case My Mind


An invocation that will procure tears with a long trail, with a wintry atmosphere penetrating the darkness of a man before a precipice. Everything becomes giddy, with a ballad that surrounds thoughts, the feeling of a dutiful self-discipline needed against a world that wastes its qualities. Abundant guitars, keyboards that glue beauty in front of sadness.


Fragile


BSL's new outfit becomes even more evident in this composition: music and vocals visit new territories, while lyrics perfectly certify the current situation. A religiosity that peeps out receiving small but appropriate punches, in an atmosphere which has a marked liveliness yet dense with moral fractures, almost in the vicinity of a sadness with no possibility of consolation. Where we all think we know who the others are, Jack puts us on alert for a tune that educates our presumption.


Drown


Holy Christmas comes, musically speaking, with this song that is a stove able to warm every heartbeat. But lyrics reflect a particular moment of suffering, the result of what has been the recent past that has shocked the world, where shortness of breath has been the terror of many. In the tide of elements surfing in this delicate sound composition, the complexity of the instruments gives a simply fascinating emotion.


Angels 


We seem to have returned, in part, to certain atmospheres present in Under My Fallen Sky, their seventh album. There are actually parts of decadent poems that make the song soar above the sky to make it immortal. The piano and guitars are symptoms of an infectious complicity for a composition that brings dreamy angels before our needs.


The Calling


Frenzied new example of absolute beauty: the bewilderment, the mental blindness that like a cancer leads people to perdition, over a perfect and engaging musical structure. The synthesis track of their artistic evolution: full of everything that has been Black Swan Lane's career, as it develops within balmy, perfumed guitars of frenzies lit by the rhythm and vocals that float in our minds. Happiness and bewilderment face each other inside this snowfall of notes, of pauses, of something that almost seems a chorus but is not and dazzles us, then relaunches the race for the call our minds must be ready to answer. A tsunami that strips life of dirt. 


Escape


Between romance and the perfect blend of melancholy, bewilderment, and sadness, the penultimate track of this masterpiece leads us towards the light of which we do not know if we will be able to enjoy the entity, because in every escape there are parts of blindness. The guitars are wind drops supported by keyboards that gush tears without stopping, capable of taking us into the vault of heaven to fade before the eyes of those who witness our departure.

Jack has found a way to give music the role of messenger, with a story that breaks our legs while everything remains in the zone of beauty, because that is his "limitation": to be a carrier of this dutiful necessity...


Nothing Here To See


We are at the last one: the circle inevitably closes since at the end of this journey there is nothing left to see. And the emptiness before all this is represented by a sonic cuddle that sets the boundary of softness, with dreamy vocals, for the last message of the album that is pronounced and put on this chariot through the snow. The guitars, the scratchy electric ones and the sinuous semi-acoustic ones, know they have to go for keyboards for a result of absolute melody. We end our listening in complete blindness having, however, heard a resounding record that we will forever see in the garden of eternity...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

11th November 2022


The album will be on all platforms starting December 6, 2022

You are already able to order the cd right now


https://blackswanlane.com/store-2/BLIND-p402215601




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