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mercoledì 15 novembre 2023

My Review: The Beatles - Now and Then





The Beatles - Now and Then

There are magics that require no explanation, no disturbance, no further gravity to sink in. They wander, they skim, they specify, remaining free to be untouchable. Continuing in time an untiring, precise, straightforward race to enter Olympus, where perfection reigns supreme. You can argue all you want about everything, not about this event, because the song released under the acronym The Beatles is such and should be proportioned to a global significance that surpasses time as the four are, without a doubt, the most influential band, and not only, of all time. They are the earthly rulers of a beauty already recognised by the vault of heaven. Rather than a comeback here we speak of an assemblage operation, in order to make eternal and infinite the need for the idea that this tank of precious fuel knows no end. Whether it was technology that favoured it matters little. It really does. The song is a poignant testimony to how simplicity has been the spark of their every production, to touch the most accessible, strongest emotions, in an unquestionable gathering. One cries, one cringes at the knowledge that the text, in its fluidity, guarantees access to understanding. The fact that it does not please us, does not touch the heart does not matter: it exists as a vehicle for encounters, for messages to be verbalised, for unbridled races within. And because death does not belong to the gods.

As is often the case with the four from Liverpool, the music is an ambassador of delicacy, of a poignant, perceptible inclination towards that which brings pain, with John Lennon's voice that seems to pierce the clouds and fall in a slow flight towards our ears that become an embrace. There are certainties that need the right mode to be expressed, and in this soft jewel everything comes out without friction, in an earthly wander that gathers beats and thoughts, steeped in grey worries and doubts, and the emblematic truth that distance has always been an unsolved problem. And nothing certifies this more than love. A text that addresses, specifically, the relationship with time in the field of love, where everything can tarnish strength and convictions. Two hundred and forty-eight seconds of an hourglass that stirs, shakes, opens wide its entirety within our fragility, distributing, with its soft gait, within our mental exercise, petals that seem to know immortality. The style of the world's most famous cockroaches is intact, it does not seem true that they have crossed the decades of absence reappearing as if nothing had changed. Instead... We were talking about magic, and it is all true. Harmony reigns supreme, the arrangements, minimalist, and the unexaggerated production allow the song to have a notable place in their journey. In what period would you place this song? Sixties? Seventies? Now? No: there is no answer because of this ability, always incredible, that makes their artistic work able to escape time, preceding it, to settle, like a flower on a rock, in the place of perfection. And then: being able to make the impossible real, and do it in the perfect way, could only happen to The Beatles. The verse, the refrain, embracing and convincing, testify to how in just a few minutes one can be part of an enchantment, irresistible. Compact and poignant, it transfers what was nothing more than a Lennon demo to Planet Beatles: whether it is right, wrong, reasonable, it is of little use because that musical line-up is beyond reason, due to the fact that certain appointments are unfailing, dutiful, and nothing should find room to question that. 

A perfect Pop Song that makes its placement in a valley full of people listening imaginable, to make the embrace with heaven possible. Slow, quick to touch an inevitable addiction, the song sums up and expands the capabilities of those four phenomenons, proving that, however much technology has facilitated this creative process, it all comes from a humanity, from an infinite, unquestionable class. That it is then a text that deals with distance that brings people closer together again demonstrates their absolute power. There is nothing nostalgic about this song, given its depth. Rather, and this is inevitable, time will be wasted accusing the two living Beatles of wanting to take advantage of this new production. But they always did, all four of them together, flooding our hearts with perfectly connected quantity and quality. Nothing has changed. Because a Beatles composition can make a day something special: NOW AND THEN...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

16th November 2023


https://www.youtube.com/watch?v=AW55J2zE3N4

La mia Recensione: The Beatles - Now and Then





The Beatles - Now and Then

Esistono magie che non richiedono spiegazioni, disturbi, nessuna gravità ulteriore ad affondare il senso. Vagano, sfiorano, specificano, rimanendo libere di essere intoccabili. Proseguendo nel tempo una corsa instancabile, precisa, diritta, diretta a farle entrare nell’Olimpo, dove la perfezione regna sovrana. Si può discutere quanto volete su tutto, non su questo evento, perché la canzone pubblicata sotto la sigla The Beatles è tale e va proporzionata a un significato globale che sorpassa il tempo in quanto i quattro sono, senza dubbio, la band più influente, e non solo, di sempre. Sono i regnanti terreni di una bellezza riconosciuta già dalla volta celeste. Più che di un ritorno qui si parla di una operazione di assemblaggi, per poter rendere eterna e infinita la necessità di avere continuamente l’esigenza dell’idea che quel serbatoio dal combustibile prezioso non conosca fine. Che sia stata la tecnologia a favorirne l’ascolto poco conta. Davvero. Il brano è una struggente testimonianza di quanto la semplicità sia stata la scintilla di ogni loro produzione, per arrivare a toccare le emozioni più accessibili, forti, in una adunata indiscutibile. Si piange, ci si stringe alla consapevolezza che il testo, nella sua fluidità, garantisce l’accesso alla comprensione. Che poi non piaccia, non sfiori il cuore non ha importanza: esiste in quanto veicolo di incontri, di messaggi da verbalizzare, di sfrenate corse al suo interno. E perché la morte non appartiene agli Dei.


Come spesso accade con i quattro di Liverpool, la musica è ambasciatrice di delicatezza, di una struggente, percepibile inclinazione nei confronti di ciò che reca dolore, con la voce di John Lennon che sembra bucare le nuvole e cadere in un volo lento verso le nostre orecchie che diventano un abbraccio. Ci sono certezze che abbisognano della giusta modalità per essere espresse e in questo gioiello morbido tutto fuoriesce senza attriti, in un vagabondaggio terreno che raccoglie battiti e pensieri, intrisi di preoccupazioni e dubbi grigi, e dell'emblematica verità che la distanza sia da sempre un problema irrisolto. E niente più dell’amore lo certifica. Un testo che affronta, nello specifico, la relazione con il tempo nel campo amoroso, dove tutto può appannare le forze e le convinzioni. Duecentoquarantotto secondi di una clessidra che smuove, agita, spalanca la sua interezza dentro la nostra fragilità, distribuendo, con il suo incedere morbido, all’interno del nostro esercizio mentale, petali che sembrano conoscere l’immortalità: per farlo, basta considerare che l’ascolto potrebbe essere prolungato, senza tentennamenti. Lo stile degli scarafaggi più famosi al mondo è intatto, non pare vero che abbiano attraversato i decenni di assenza riapparendo come se nulla fosse cambiato. Invece… Dicevamo della magia, ed è tutto vero. L’armonia regna sovrana, gli arrangiamenti, minimalisti, e la produzione non esagerata consentono al brano di avere un posto notevole nel loro percorso. In quale periodo la si potrebbe collocare questa canzone? Anni Sessanta? Settanta? Ora? No: non esiste una risposta per via di questa abilità, sempre incredibile, che rende il loro operato artistico in grado di sfuggire al tempo, precedendolo, per sistemarsi, come un fiore su una roccia, nel luogo della perfezione. E poi: riuscire a rendere reale l’impossibile, e farlo nel modo perfetto, poteva accadere solo ai Beatles. La strofa, il ritornello, abbracciati e convincenti, testimoniano come in pochi minuti si possa essere partecipi di un incanto, irresistibile, di cui abbiamo il compito di beneficiare. Compatta e struggente, trasferisce ciò che non era altro che un demo di Lennon sul pianeta Beatles: che sia giusto, sbagliato, ragionevole, poco serve perché quella formazione musicale va oltre la ragionevolezza, per via del fatto che certi appuntamenti sono immancabili, doverosi, e nulla dovrebbe trovare spazio per mettere ciò in discussione. 

Una perfetta Pop Song che rende immaginabile la sua collocazione all’interno di una valle colma di gente all’ascolto, per rendere possibile l’abbraccio con il cielo. Lenta, veloce a toccare una inevitabile dipendenza, la canzone riassume ed espande le capacità di quei quattro fenomeni, dimostrando che, per quanto la tecnologia abbia agevolato questo processo creativo, tutto proviene da una umanità, da una classe infinita, indiscutibile. Che poi sia un testo che affronta la distanza ad avvicinare e riavvicinare le persone dimostra ancora una volta il loro potere assoluto. Non c’è nulla di nostalgico in questo brano, dato lo spessore. Piuttosto, ed è inevitabile, si sprecherà tempo ad accusare i due Beatles in vita di voler approfittare di questa nuova produzione. Ma l’hanno sempre fatto, tutti e quattro insieme, inondando il nostro cuore con quantità e qualità perfettamente connesse. Non è cambiato nulla. Perché una composizione dei Beatles può rendere una giornata qualcosa di speciale: NOW AND THEN…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

16 Novembre 2023

https://www.youtube.com/watch?v=AW55J2zE3N4

La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

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