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martedì 3 gennaio 2023

La mia Recensione: The Slow Readers Club - Modernise

 The Slow Readers Club - Modernise


Il mondo conserva una sola bellezza: quella di non cedere.

Ci vuole una forza incredibile per vivere dentro questo impeto, spesso non credibile, vista la massa infinita di violenze che lo rendono pressoché bruttissimo e insostenibile. E la residenza di questa bellezza rivela contraddizioni che diventano respiri torbidi e annacquati, senza una parvenza di credibilità…

Manchester la grigia, l’intossicata di fragili tendenze tecnologiche, di pulsioni verso l’assoluta distruzione di un glorioso passato, la nuova città liberale connessa a una americanizzazione pesante, ha tra i suoi cittadini quattro ragazzi che sanno mediare perfettamente e riducono il disastro con un atteggiamento tra il progressista e il conservatore. E, nella loro costante crescita artistica, sono in grado di connettere quella umana con sguardi, tecniche,  sogni e abilità che traducono il talento in una casa piena di ogni tesoro necessario, sapendo custodire quello che fuori potrebbe smarrirsi. Ma il loro potere più grande è proprio quello di mettere a disposizione del mondo i beni del loro alveare senza veder consumata nemmeno una goccia del loro miele.

La loro avanzata verso traiettorie che possano includere evoluzioni, varianti, ritorni e slanci futuristi è inarrestabile: nuovo esempio è il loro nuovo singolo Modernise, ultimo momento disponibile prima del loro imminente sesto album in studio Knowledge Freedom Power, in uscita il 24 di Febbraio.


Spingono totalmente verso il dark electro mediante il quale, con Cavalcade, avevano incominciato a rendere i cuori di molti pieni di colori e gravidi di ammirazione, con in aggiunta una accortezza maggiore nella fase di produzione, stabilendo il contatto irresistibile di una presa melodica rivisitata e nutrita di moderne espansioni. Ed ecco che tutta l’elettronica rivela il lato composto, ordinato, scheletrico e flessibile al contempo di Aaron Starkie, che prende le redini della band Mancuniana, per trascinare gli altri compagni in una ristrutturazione che fa guadagnare freschezza e nuovi riferimenti stilistici.


Modernise è una danza ipnotica, aggressiva, piena di tagli elettronici, in elevata percentuale di rapimento possibile, per sbalordire e stordire, come un mantra che toglie l’attenzione da tutto il resto. Con un inizio con prodomi ebm, il brano è una corteccia velenosa che stabilisce ciò che il singolo precedente (che dà il titolo all’album) aveva anticipato: vi è una linfa nuova che sembra uscita dai vicoli bizzarri di Manchester, da uffici in cerca di un rimedio alla noia.

Aaron si fa messaggero di quella positività che contagia, nel tempo in cui quella parola ha seminato sconvolgimenti, portando tutto fuori dai blocchi di partenza verso un deciso scatto nel futuro.


Adorabile è la molteplicità dei compromessi tra i membri della band, le alternanze individuali che spalmano la canzone nel territorio dell’evidente controllo delle parti. Il tutto risulta vitaminico, risorsa per nuove riflessioni e per voltare alle spalle al grigio e ai chiaroscuri delle nostre esistenze. Carico di sfumature, di una volontà cosciente che spinge al rifiuto di essere la conseguenza dal proprio passato, il brano offre beats, trucchi e linee irriverenti nei confronti di chi invece si è adagiato su cliché privi di fertilità e modernità. 


Chiarissimo il messaggio per quella che sarà la prima canzone del nuovo album (il coraggio non è mai mancato ai quattro, ammettiamolo), con una apertura verso il tema del lavoro, una rinnovata identità che ci dà la possibilità di vivere, per una modernizzazione più che mai necessaria e inevitabile, un chip mentale che deve costantemente aggiornarsi.


Concludendo: quello che sarà un album tra i più luccicanti del 2023 ha appena donato al mondo un singolo con cui fare l’amore, sorridendo…

Alex Dematteis

Musicschockworld

Salford

4 Gennaio 2023


https://open.spotify.com/track/2q1ckY10MNAl8GvALWWELK?si=r4wF0XopTjC-86Fmq0Wp0g

https://www.youtube.com/watch?v=ah7AXp6FMK4&t=52s









My Review: The Slow Readers Club - Modernise

 The Slow Readers Club - Modernise


The world retains only one beauty: that of not giving in.

It takes incredible strength to live within this enthusiasm, which is often not credible, given the infinite mass of violence that makes it almost ugly and unsustainable. And the residence of this beauty reveals contradictions that become turbid and weaken breaths, without even the appearance of credibility...

Manchester the grey, the city intoxicated by fragile technological tendencies, by impulses towards the absolute destruction of a glorious past, the new liberal town connected to a heavy Americanisation, has among its citizens four guys who know how to mediate perfectly and reduce the disaster with an attitude between the progressive and the conservative. And, in their constant artistic growth, they are able to connect the human one with looks, techniques, dreams and skills that translate talent into a house full of every necessary treasure, managing to guard what could be lost outside. But their greatest power is precisely that of making the goods of their hive available to the world without seeing a single drop of their honey consumed.

Their advance towards trajectories that may include evolutions, variations, comebacks and futuristic leaps is unstoppable: a new example is their new single Modernise, the last available moment before their forthcoming sixth studio album Knowledge Freedom Power, to be released on 24 February.


They push totally towards the dark electro by means of which, with Cavalcade, they had begun to make the hearts of many full of colour and pregnant with admiration, with in addition a greater shrewdness in the production phase, establishing the irresistible contact of a revisited melodic grip and nourished with modern expansions. And here all the electronic music reveal the composed, ordered, skeletal and flexible side of Aaron Starkie, who takes the reins of the Mancunian band, to drag the other comrades in a renovation that gains freshness and new stylistic references.



Modernise is a hypnotic and aggressive dance, full of electronic cuts, as paralyzing as possible, to amaze and stun, like a mantra that takes your attention away from everything else. Beginning with ebm prodomes, the track is a poisonous bark that establishes what the previous single (which gives the album its title) had anticipated: there is a new lifeblood that seems to have come out of the bizarre alleys of Manchester, from offices in search of a remedy to boredom.

Aaron becomes the messenger of that infectious positivity, at a time when that word has sown upheaval, taking everything out of the starting blocks towards a decisive dash into the future.


The multiplicity of compromises among the band members is adorable, as are the individual alternations that spread the song in the territory of evident control of the parts. The whole is vitaminic, a resource for new reflections and for turning our backs on the grey and chiaroscuro of our existences. Loaded with nuances, with a conscious will that pushes the refusal to be the consequence of one's past, the song offers beats, tricks and lines that are irreverent in respect of those who have settled on clichés devoid of fertility and modernity. 


The message for what will be the first song of the new album is very clear (the four guys have never lacked courage, let's admit it), with an opening towards the theme of work, a renewed identity that gives us the possibility of living, for a modernisation that is more necessary and inevitable than ever, a mental chip that must constantly be updated.


In conclusion: what will be one of the most brilliant albums of 2023 has just given the world a single to make love to, smiling...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

4th January 2023

https://open.spotify.com/track/2q1ckY10MNAl8GvALWWELK?si=r4wF0XopTjC-86Fmq0Wp0g

https://www.youtube.com/watch?v=ah7AXp6FMK4&t=52s













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