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mercoledì 10 maggio 2023

My Review: The Palest Grey - Always Hunted

 The Palest Grey - Always Hunted


Words from the true home of the old scribe: a Deathrock album is always a splendid feast, full of scratches, bloody chills, assorted heaviness in a joyous circle.

The band from Florida The Palest Grey is among the most quoted in that sphere, making some necessary changes to make this musical genre even more immortal. 

But, hey, we have a serious problem: the band disbanded after this tidal wave to pursue other projects among its members. We must therefore not wait for more compositions, but bless and adore this one work. It won't be difficult at all: between gothic flights and falls under gravestones, we have enough material to feel gratitude and lose ourselves in a resounding transport. Lovestains and Suicide will suffice: in these two episodes you will have the measure of the stylistic implants, the roots, the origins and the direction pulsing within their emotional spines.

Malek, Ripley and Azy are the three souls bridging the gap between old Florida vinyl and today's black-cloaked, amphibian scene, a solid whole, embalmed to withstand the elements, to give eternity a guarantee of permanence.

Of course, the objections are reduced to one: "Nothing new, old scribe!" who would reply with "Thank God!"

Full stop.

This album is food from obscurity for obscurity itself, and not for stormy critics unable to understand the value of this work.

Time for a leave-taking: the geography of intelligence needs a curious approach and this work could give you obscene amounts of mournful joy...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

10th May 2023


https://thepalestgrey.bandcamp.com/album/always-haunted?from=search&search_item_id=89232278&search_item_type=a&search_match_part=%3F&search_page_id=2592435253&search_page_no=0&search_rank=1&logged_in_menubar=true






La mia Recensione: The Palest Grey - Always Hunted

 The Palest Grey - Always Hunted


Parole dalla vera casa del vecchio scriba: un album Deathrock è sempre una splendida festa, piena di graffi, di brividi insanguinati, di pesantezze assortite in circolo gaudente.

La band della Florida The Palest Grey è tra le più quotate in quell'ambito, apportandovi alcuni doverosi cambiamenti al fine di rendere ancora più immortale questo genere musicale.

Ma, ehi, abbiamo un problema serio: il gruppo si è sciolto dopo questo maremoto per portare avanti altri progetti dei suoi membri. Non dobbiamo quindi attendere altre composizioni, ma benedire e adorare questo unico lavoro. Non sarà per nulla difficile: tra voli gotici e cadute sotto le lapidi, abbiamo sufficiente materiale per provare gratitudine e perderci in un clamoroso trasporto. Vi basti Lovestains e Suicide: in questi due episodi avrete la misura degli impianti stilistici, delle radici, le provenienze e la direzione che pulsa all'interno delle loro spine emotive.

Malek, Ripley e Azy sono le tre anime che fanno da ponte tra i vecchi vinili della Florida e l'odierna scena dai mantelli neri e gli anfibi, un tutt'uno solido, imbalsamato per resistere alle intemperie, per dare all'eternità la garanzia di permanenza.

Certo, le obiezioni sono ridotte a una: "nulla di nuovo, vecchio scriba!", il quale vi risponderebbe con "Meno Male!"

Punto.

Questo album è cibo dell'oscurità per l'oscurità stessa, e non per critichini d'assalto non in grado di capire il valore di quest'opera.

Tempo per il congedo: la geografia dell'intelligenza abbisogna di un approccio curioso e questo lavoro potrebbe regalarvi oscene quantità di gioia mesta…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

10 Maggio 2023


https://thepalestgrey.bandcamp.com/album/always-haunted?from=search&search_item_id=89232278&search_item_type=a&search_match_part=%3F&search_page_id=2592435253&search_page_no=0&search_rank=1&logged_in_menubar=true






venerdì 28 aprile 2023

My Review: Attic Frost - Restless Souls

 Attic Frost - Restless Souls


The Bremen band's album is one of the most eagerly awaited by the old scribe, in this musical year already so full of beauty and validity.

But the title song and its B-side are two cadaverous explosions, with shreds of life dancing the time it takes to draw its last breath. With an ancient ardour, the vehemence of notes that want to extirpate (succeeding) a minimum of serenity, here we find ourselves in a lethal, fascinating space, perfectly in line with the expectations of this band that is a Post-Punk slingshot that teases the Gothic world. There are two tracks: the first (Restless Souls), fast and surgical, tears down and annihilates, through its fiercely pointed drill, with its guitar screeching and killing.

The second, slower (A Pain That We Can Cure), at first sounds like something out of The Cure's Faith, only to be a suffocating sonic dirge within a ferocious drumming and vocals that seem to have been put on acid, in the distance. 

There is no doubt that the long-distance work will celebrate all the talents of this mass of angst-ridden artists, and for this very reason longed for by the old scribe...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

28th April 2023


https://atticfrost.bandcamp.com/album/restless-souls




La mia Recensione: Attic Frost - Restless Souls

 Attic Frost - Restless Souls


L’album della band di Brema è uno dei più attesi dal vecchio scriba, in questo anno musicale già così denso di bellezza e validità.

Ma la canzone che dà il titolo al singolo e la sua B-Side sono due esplosioni cadaveriche, con brandelli di vita che danzano il tempo necessario per esalare l’ultimo respiro. Con un ardore antico, la veemenza di note che vogliono estirpare (riuscendoci) un minimo di serenità, ecco che ci si ritrova in uno spazio letale, affascinante, perfettamente in linea con le aspettative di questo gruppo che è una fionda Post-Punk che stuzzica il mondo gotico. Due brani: il primo (Restless Souls), veloce e chirurgico, abbatte e annienta, attraverso il suo trapano dalla punta feroce, con la chitarra che stride e uccide.

Il secondo, più lento (A pain that we can cure), all’inizio sembra essere uscito da Faith dei Cure, per poi essere una cantilena sonora soffocante all’interno di un drumming ferente e la voce che sembra essere stata messa sotto un acido, in lontananza. 

Non si hanno dubbi circa il fatto che il lavoro a lunga distanza celebrerà tutto il talento di questa massa di artisti dal fare angosciante e proprio per questo desiderati dal vecchio scriba…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

28 Aprile 2023


https://atticfrost.bandcamp.com/album/restless-souls







domenica 16 aprile 2023

La mia Recensione: Veil Vitric - Veil Vitric

 Veil Vitric - Veil Vitric


Cristo Santo: come possiamo dimenticare di ascoltare questo vocabolario gotico? 

Uscito nel 2016, edizione limitata alle anime che adorano gli anfratti, le buche piene di vermi e i dolori che saltano fuori come api incazzate, queste cinque manifeste curve sanguigne di matrice Deathrock furono il sale e il pepe per ferite desiderose di essere contaminate da loro, angeli indiavolati e terribili, spudorati e tremendi. Sono canzoni di abissi e pensieri sconvolti, dentro una ferraglia che porta la band di Chicago sul podio di questo genere musicale che il vecchio scriba semplicemente adora e sublima con la propria devozione. Neanche molte band della Batcave inglese hanno avuto nei loro polsi sangue così avvelenato e conturbante, non hanno avuto il mistero dell'attrazione totale verso alcuni cantieri aperti del dolore. Gli Usa sono ancora i padroni assoluti della disperazione, dell'attrazione per i circuiti mentali che rendono dimentichi i corpi della felicità. E allora tuffatevi nelle scie avvelenate delle chitarre e della voce, ascoltate il basso fuoriclasse che pulsa vetriolo, la batteria che prende a schiaffi con i guanti di pelle e con molte borchie. Si finisce l'ascolto con il pieno di petrolio nel sangue e la macchina vita pronta a farsi un viaggio per le strade di un cimitero di notte…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
16 Aprile 2023




My Review: Veil Vitric - Veil Vitric

Veil Vitric - Veil Vitric


Jesus Christ: how can we forget listening to this gothic vocabulary? 

Released in 2016, limited edition to souls who worship the ravines, worm-filled pits and pains that leap out like pissed off bees, these five manifest sanguine Deathrock curves were the salt and pepper for wounds eager to be defiled by them, angels unbridled and terrible, shameless and tremendous. They are songs of abysses and shattered thoughts, inside an ironclad that brings the Chicago band to the podium of this musical genre that the old scribe simply adores and sublimates with his devotion. Not many British Batcave bands have had such poisoned and disturbing blood on their wrists either, they have not had the mystery of total attraction to some open yards of pain. The US is still the absolute master of despair, of the attraction to the mental circuits that make bodies forgetful of happiness. So dive into the poisoned trails of guitars and vocals, listen to the outrageous bass pulsing vitriol, the drums slapping with leather gloves and lots of studs. You end the listening with a full tank of oil in your blood and your life machine ready to take a trip through the streets of a cemetery at night...

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

16th April 2023


https://veilvitric.bandcamp.com/album/veil-vitric





mercoledì 12 aprile 2023

La mia Recensione: Delta Komplex - Veils

 Delta Komplex - Veils 


Sono in tre, vengono da Arnstadt, Germania, e sono maghi di connessioni, distributori di polveri di bellezza da spargere dentro una fiumana di generi musicali che loro sanno ammaestrare con forza e abilità inaudita, raggiungendo l'inimmaginabile, portando la nostra fantasia a toccare con mano la realtà: San Tommaso si presenta nei corpi di questi artisti dalle mani sagge, tese e capaci. Sono spari al cuore: quasi cinquant'anni di propensioni Post-Punk e gotiche messe all'interno di otto composizioni che usano l'elettronica, il rock base di chitarre e basso, per istituire una adunata di tutto ciò che ruota dentro il bisogno di fare somme precise, un doveroso inventario. Ecco allora che electronic, coldwave, dark synthwave, dark synthpop, darkwave, goth, post-punk, synthpop non sono più un lungo elenco di modalità espressive musicali bensì un tuffo dritto, con acrobazie continue, per consegnarci la perfezione…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

12 Aprile 2023


https://deltakomplex.bandcamp.com/album/veils-2






My Review: Delta Komplex - Veils

 Delta Komplex - Veils 


There are three of them, they come from Arnstadt, Germany, and they are wizards of connections, distributors of powders of beauty to be sprinkled inside a torrent of musical genres that they know how to master with strength and unprecedented skill, reaching the unimaginable, bringing our imagination to touch reality: St. Thomas presents himself in the bodies of these artists with wise, tense and capable hands. They are shots to the heart: almost fifty years of Post-Punk and Gothic propensities put inside eight compositions that use electronics, the basic rock of guitars and bass, to establish a gathering of everything that revolves within the need to make precise sums, a dutiful inventory. Here then, electronic, coldwave, dark synthwave, dark synthpop, darkwave, goth, post-punk, synthpop are no longer a long list of musical modes of expression but a straight dive, with continuous acrobatics, to deliver us perfection...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

12th April 2023


https://deltakomplex.bandcamp.com/album/veils-2






venerdì 17 marzo 2023

My Review: Dark Narrows - My Last Party

 Dark Narrows - My Last Party 


Here are the shadows of Maryland encircling the wind and bringing crumbs of electrified post-punk to the shores of a pulsing call. They return, enchant, chill breaths, tergiversate, and lead our listening on a leash to the earthly field of continuous, amplified spasms.

The need to affirm the identity of sound passes through stratagems that employ electronics as a putative father, the governing of impulse with the schematic school that right in the heart of Maryland (1978) had shown a new way forward.

Musical notes like gothic sweat moving on keyboards oxygenated by restlessness and bewilderment, circular, never mutant, always constant, travelling within themselves.

How far have these guys come? Perhaps you may have heard their magnificent cover of Desire, by The Sound. Well: in this disc you will hear their steps become authoritative, disengaged from comparisons, from the need for affirmations, and instead find a wrapping with their sound, rhythm, melodic traits that are absolutely delicious and whose importance must be recognised. A growing band, ranging and sowing pulses full of fermenting liquids that stop the discomfort of living, telling it like it is. Thus we find highly muscular uprisings, hydrating systems of rebellion that find in the guitar loops great forests to take in, with the bass pulling slaps and cleaning up the misunderstandings of stupid comparisons. It is a spectacular album, a soulful voice that overthrows identity on melodic lines that are always reduced to the bone, a sublime diet that empties and detoxifies listening from any drift composed of stupid excesses. 

My Last Party is not made up of episodes, but of a strategic line given by a summa that expands and forms a nucleus on which everything that enters becomes polite and relevant: there are few who do this and they do it damn well!

Everything is electric discharge, beat after beat that informs and kneads ideas and needs in order to launch an attack that, compulsive and atrocious, makes this work an absolute gem...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17th March 2023


https://darknarrows.bandcamp.com/album/my-last-party




La mia Recensione: Dark Narrows - My Last Party

 Dark Narrows - My Last Party 


Ecco le ombre del Maryland circondare il vento e portare briciole di Post-Punk elettrificato sulle sponde di un richiamo che si fa pulsante. Tornano, incantano, raffreddano i respiri, tergiversano, e  conducono i nostri ascolti a guinzaglio nel campo terrestre di spasmi continui, amplificati.

Il bisogno di affermare l’identità del suono passa attraverso stratagemmi che impiegano l’elettronica come padre putativo, il governare l’impulso con la scuola schematica che proprio nel cuore del Maryland (1978) aveva mostrato una nuova strada percorribile.

Note musicali come sudore gotico in movimento su tastiere ossigenate da inquietudini e smarrimenti, circolari, mai mutanti, sempre costanti, in viaggio dentro di sé.

Quanta strada hanno fatto questi ragazzi? Magari potreste aver sentito la loro cover, magnifica, di Desire, dei The Sound. Ebbene: in questo disco sentirete i loro passi divenire autorevoli, sganciati da paragoni, da necessità di affermazioni, e trovare invece un involucro con il loro suono, ritmo, tratti melodici assolutamente prelibati e di cui è necessario riconoscere l’importanza. Una band in crescita, che spazia e semina pulsioni pregne di liquidi in fermentazione che fermano il disagio del vivere, raccontandolo come prima scelta. Troviamo quindi sommosse altamente muscolari, sistemi idratanti di ribellioni che trovano nei loop della chitarra grandi foreste di cui prendere visione, con il basso che tira sberle e pulisce gli equivoci di stupide comparazioni. Un album spettacolare, una voce dell’anima che rovescia l’identità su linee melodiche sempre ridotte all’osso, una dieta sublime che svuota e disintossica l’ascolto da ogni deriva composta da stupidi eccessi. 

My Last Party non è fatto di episodi, bensì di una linea strategica data da una summa che si dilata e forma un nucleo su cui tutto ciò che entra in noi si fa educato e rilevante: sono in pochi a fare questo e loro lo fanno maledettamente bene!

Tutto è scarica elettrica, un beat dopo beat che informa e impasta idee e bisogni per sferrare un attacco che, compulsivo e atroce, fa di questo lavoro una gemma assoluta…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17 Marzo 2023


https://darknarrows.bandcamp.com/album/my-last-party




mercoledì 25 gennaio 2023

La mia Recensione: Uncanny Valley - Fevering Stare

 Uncanny Valley - Fevering Stare


Abbiamo tutti bisogno di forza, di freschezza, di dinamismo, di sentirci un fulmine senza stanchezza. Forse se soggiornassimo un po’ a Calgary potremmo farne il pieno. Magari vedendo dal vivo questa band performare questo album potremmo uscire da un locale con la carta d’identità cambiata, senza aver bisogno di sperare di tornare indietro nel tempo. Sono in cinque, suonano il rock di cui necessitiamo, con voli diretti, senza scalo, sul Post-Punk più robusto, in un cielo in cui i raggi di sole vengono a trovarsi dentro un cielo in fase di annuvolamento. Le loro canzoni sono energetiche, colme di frastuono, aggrediscono i dubbi e rendono respirabile l’aria. Otto esempi di come si possa allenare il corpo e la mente contemporaneamente, ottenendo un beneficio che si specifica nel piacere di ritrovare riferimenti preziosi, messi a lucido, rivitalizzati con chitarre, basso, batteria e tastiera abbracciati per ridare luce alla vita. Il ritmo è schiacciato sull’acceleratore, con la voce di Alicia che è un corvo  proveniente dagli anni ’80 avendo nel suo becco echi di Siouxsie e Ari Up, emergendo da chitarre in odore di Killing Joke e New Model Army. Il basso controlla ogni corsa, ogni impeto e guida con classe il caos ordinato di una band che sembra avere fretta, ma che in realtà rivela il sistema migliore per vivere: correre non per il piacere di farlo ma per scavalcare il tempo attuale, pesante e scarico di ogni entusiasmo. Non è immaturità: è la migliore delle saggezze possibili…

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

25 Gennaio 2023

https://virtualrealism.bandcamp.com/album/fevering-stare






giovedì 12 gennaio 2023

La mia Recensione: Cerulean Veins - Love Won't Save Us Now

 Cerulean Veins - Love Won’t Save Us Now


San Diego è un fantasma adorabile, che si sposta di notte dentro i corridoi della mente di una coppia capace di scrivere e stampare il mistero dell’esistenza all’interno di fasci musicali, dove tutto appare come un rito salvifico e conseguentemente importante nella sua efficacia.

Dieci anni dopo l’inizio di una traversata negli oceani delle tenebre, Cerulean Veins torna con un singolo e a breve un nuovo album: certe ricorrenze si devono celebrare bene e loro lo fanno egregiamente.

Qualcosa di inebriante, imprevisto, al confine tra l’attesa egoista e lo stupore candido di un bambino che guarda il cielo, accade con questa  canzone. Dirompente nella ritmica, con le oscillazioni della chitarra che graffiano la pelle, e la solita, imponente, meravigliosa voce di Dustin Frelich a rendere l’ascolto un piacere dalle lacrime danzanti. Quando la strofa e il ritornello convivono come conseguenza legittima di un flirt focoso e appassionato, ciò che ne consegue è un benessere cupo che conduce al vertice del godimento inarrestabile. Lui e sua moglie Amanda Ashley Toombs pilotano e dirigono questa band verso territori dove gli sguardi coscienti si appiccicano al bisogno di organizzare il tempo in una bolla in cui custodire il respiro. Accade allora di impattare nella storia del fallimento dell’amore, che non salverà, non proteggerà più le persone, e per convincerci di tutto questo lo fanno scrivendo una canzone che, spingendoci a muoverci muovere senza sosta nei nostri spazi vitali, ci toglierà un po’ di dolore ma non la consapevolezza.

Ed è un sentire primitivo che entra e esce dal cuore rotto, trasportato da fiammate Darkwave e da un Postpunk aggiornato mentre medita su dove poter morire senza la fiducia. Questa si conficca prepotentemente nella testa per depositare le sue tossine, ci convince della sua storia e dell’affermazione facendoci sedere senza forze sul pavimento, dove i liquidi dell’oceano Pacifico ci fanno lasciare la California per portarci nei fondali della tristezza. 

Ed è una addizione semplice: nuvole più cuore infranto uguale la pioggia infinita di un perdersi inevitabile, ma almeno il brano insegna cosa sia la felicità decadente che, se non conforta, almeno regala gocce di sudore inebrianti.

Occorre organizzare una stanza vuota, silenziosa, le candele come tappeto sul quale ci si libererà completamente per ore e ore ascoltando questo fardello cosciente, che scaverà una fossa piena di rose nere.

Dovremmo indossare il richiamo di urla graffiate e ringraziare questa band per aver sviluppato e perfezionato uno stile che ora può definirsi potente e sostanzioso, un vascello nero che ci trasporta nella musica che adoriamo e che loro sanno rendere perfetta. Il play torna attivo per prendere piacevoli sberle in questo oceano, dove questa canzone salda il bisogno di qualcosa di orecchiabile ma non per questo banale: il Pop oggi potrà imparare quanta creatività vive nel profondo di anime intense…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

13 Gennaio 2023

https://youtu.be/1ElLAgkdQEk



My Review: Cerulean Veins - Love Won't Save Us Now

 Cerulean Veins - Love Won't Save Us Now


San Diego is an adorable ghost, moving at night within the corridors of a couple's mind, capable of writing and printing the mystery of existence within musical bundles, where everything appears as a salvific rite and consequently important in its effectiveness.

Ten years after the beginning of a voyage into the oceans of darkness, Cerulean Veins is back with a single and a new album soon to be released: certain anniversaries should be celebrated well and they do it brilliantly.

Something exciting, unexpected, on the border between selfish anticipation and the candid wonderment of a child gazing at the sky, happens with this song. Disruptive in rhythm, with skin-scratching guitar swings, and Dustin Frelich's usual, commanding, marvellous voice making listening a delight with dancing tears. When verse and refrain coexist as a legitimate consequence of a fiery, passionate flirtation, what ensues is a gloomy well-being that leads to the pinnacle of unstoppable enjoyment. He and his wife Amanda Ashley Toombs pilot and direct this band into territories where conscious glances cling to the need to organise time in a bubble in which to hold one's breath. It happens, then, to impact on the story of the failure of love, which will not save, will no longer protect people, and to convince us of this they do so by writing a song that, urging us to move relentlessly in our living spaces, will take away some of the pain but not the awareness.

And it is a primitive feeling that goes in and out of the broken heart, carried by darkwave flames and an updated postpunk as it ponders where to die without trust. It thrusts itself overbearingly into our heads to deposit its toxins, convincing us of its history and affirmation by making us sit down without strength on the floor, where the liquids of the Pacific Ocean push us to leave California and take us to the depths of sadness. 

And it's a simple addition: clouds plus a broken heart equals the endless rain of an inevitable loss, but at least this composition teaches us what decadent happiness is, which, if it doesn't comfort, at least gives intoxicating drops of sweat.

We need to organise an empty, silent room, with candles as a carpet on which we will free ourselves for hours listening to this conscious burden, which will dig a pit full of black roses.

We should wear the call of scratchy screams and thank this band for having developed and perfected a style that can now be described as powerful and substantial, a black vessel that transports us to the music we adore and that they know how to make perfect. You press play again to take pleasant slaps in this ocean, where this song welds the need for something catchy but not trivial: Pop today can learn how much creativity lives deep inside intense souls...

Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
13th January 2023



La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

  Midas Fall - Cold Waves Divide Us La corsia dell’eleganza ha nei sogni uno spazio ragguardevole, un pullulare di frammenti integri che app...