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giovedì 24 marzo 2022

La mia Recensione: Jo Beth Young - Adversity

 La mia Recensione 


Jo Beth Young - Adversity


Il cuore di un essere umano non è diverso dall’anima del cielo e della terra. Nella tua pratica tieni sempre nei tuoi pensieri l’interazione tra cielo e terra, acqua e fuoco, yin e yang.
(Morihei Ueshiba)


La ricerca di una filosofia che porti ad un equilibrio personale è al giorno d’oggi una follia per molti: si allunga la lista dei contrari, degli scettici, e si creano forze assurde per contrastare tutto questo.

Può arrivare però la magia di una intenzione sostenuta da una perla che sembra discendere dal cielo, priva di paura, forte come un tuono, elegante come un sorriso orientale.

Jo Beth Young è un angelo la cui voce sembra un coro che ispira le muse del cielo: insieme al suo progetto, perfettamente centrato in questa canzone che precederà l’album Broken Spells, rimane il brivido di un miracolo che per risultare tale ha chiamato a sé Peter Yates dei Fields Of The Nephilim e Ben Roberts.

Si respira sacralità in viaggio lento, con l’elettronica che sussurra parole d’amore al trip-hop e alla world Music per secondi che sembrano aprire le mani del cuore e riescono a convincere la mente che solo nell’equilibrio vi è la possibilità di contemplare se stessi e i propri dintorni.

Musica come un mantra a cui risulta impossibile resistere: Jo lancia le sue parole come uno stormo di uccelli in una emigrazione precisa, verso il proprio benessere.

E ascoltarla diventa poesia e incanto, una ginnastica della mente che lascia piacevolmente il fiato più breve.

Sin dall’inizio del brano si percepisce come la sua voce, pacifica e piena di veli, possa mostrare con fierezza una somiglianza iniziale con la Regina del Punk Siouxsie, ma velocemente si sente tutta la sua timbrica che non può essere paragonata a nessuno e allora si è conquistati definitivamente: si aprono le scie del cielo con beats leggeri, la chitarra di Peter Yates diventa un vetro che mostra tutta la sua anima, come una mano che gravita attorno a questa voce che non smette di alzarsi in volo per poter includere un canto alla dea buddista della compassione, Kuan Yin.

Ed è meraviglia: tutte le opposizioni si sciolgono davanti all’impeto educato di una natura che cerca la luce e la pace e che si accuccia dentro la voce di Jo.

Fremiti, calore, magia: sciolgono le resistenze e prendono residenza dentro questo scrigno che si chiama Adversity, una pagina nuova, che ci ruba gli occhi per poter concedere un abbraccio al mondo.

E poter leggere quella ricchezza che Jo ci ha generosamente offerto è decisamente un colpo di fortuna che non ci aspettavamo.


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford

24 Marzo 2022





 My Review 


Jo Beth Young - Adversity


The heart of a human being is no different from the soul of heaven and earth. In your practice always keep in your thoughts the interaction of heaven and earth, water and fire, yin and yang.

(Morihei Ueshiba)


The search for a philosophy that leads to personal balance is crazy for many people nowadays: the list of opponents and sceptics is getting longer and absurd forces are created to counteract this.

However, the magic of an intention backed by a pearl that seems to descend from the sky, fearless, strong as thunder, elegant as an oriental smile, can arrive.

Jo Beth Young is an angel whose voice sounds like a choir inspiring the muses of heaven: with her project, perfectly centred in this song that will precede the album Broken Spells, there is the thrill of a miracle that, to be such, has summoned Peter Yates of Fields Of The Nephilim and Ben Roberts.

You can breathe sacredness in a slow journey, with electronic music whispering words of love to trip-hop and world music, for seconds that seem to open the hands of your heart and which manage to convince the mind that only in balance one can have the possibility of contemplating oneself and one's surroundings.

Music like a mantra that is impossible to resist: Jo launches her words like a flock of birds in a precise emigration, towards her own well-being.

And listening to her becomes poetry and enchantment, a gymnastics of the mind that pleasantly leaves you short of breath.

Right from the start of the track you can feel how her voice, peaceful and full of veils, can proudly show an initial resemblance to the Queen of Punk Siouxsie, but quickly you hear all her timbre, which cannot be compared to anyone else, and then you are definitely seduced: the trails of the sky open up with light beats, Peter Yates' guitar becomes a glass that exhibits all its soul, like a hand gravitating around this voice that never stops taking flight to include a chant to the Buddhist goddess of compassion, Kuan Yin.

And it is a wonder: all oppositions melt away before the polite enthusiasm of a nature that seeks light and peace and curls up within Jo's voice.

Tremors, warmth, magic: they dissolve resistance and take up residence inside this treasure chest called Adversity, a new page, which steals our eyes in order to give an embrace to the world.

And to be able to read that richness that Jo has generously offered us is definitely a stroke of luck that we did not expect.


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford

24th March 2022






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