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domenica 11 settembre 2022

La mia Recensione: Youth & Gaudi - Stratosphere


 La mia Recensione:


Youth & Gaudi - Stratosphere


La vita come strati, un insieme di pellicole confinanti che continuano il loro percorso nell’atmosfera terrestre. E da una di quelle arriva musica celestiale a renderci involucri in movimento, coscientemente connessi con l’arte della seduzione e della partecipazione emotiva e fisica grazie al nuovo album di Martin Glover (alias Youth), menestrello senza tempo che attraversa le decadi con maestria e innumerevoli qualità, bassista e fondatore dei Killing Joke e produttore dell’ultimo album dei Pink Floyd, e Gaudi, il talento della gioia umana che sa contagiare e rendere più dolce l’esistenza.

I due, amici che si stimano per davvero, hanno nuovamente aperto l’autostrada della bellezza per un disco che generosamente dimostra e qualifica i loro incroci musicali, per un insieme di momenti di pura estasi, deliri che rotolano in danze che a partire dall’epidermide giungono agli arti per una connessione piacevolmente devastante. 

I territori emozionali mostrano viso e respiri, la stratosfera del titolo viene perfettamente resa visibile, un insieme in volo che porta il pianeta Terra in una discoteca colma di fascinazioni, sperimentazioni sensoriali e fuochi fatui in corpi sudati, esplosivi, sicuramente sorridenti e pure pensanti: un tale lavoro veicola energie e stati dell’umore connessi a una partecipazione totale. Come un viaggio silente, dove le voci possono assentarsi, ecco che i due partono dagli anni 90 per sondare e scandagliare quella parte dell’elettronica che si era trovata nella necessità di legittimare se stessa, di fronte al mondo delle chitarre che mostrava un pericoloso invecchiamento.

Ecco allora che i Transglobal Underground, Orb (entrambi sono stati stretti collaboratori di quel magico progetto), Orbital, The Klf, The Future Sound Of London e molti altri diedero alla musica dance la possibilità di mostrare tutta la sua intelligenza, inserendosi in generi come l’acid house, drum and bass, dub, la techno, breakbeat e via dicendo, includendo anche influenze gotiche.

Di quella storia Youth & Gaudi prendono le cellule migliori, sviluppandole, per creare legami che esplorano possibilità che hanno saputo rendere infinite e toccanti. Note come luci stroboscopiche, connessioni e dinamiche verso dilatazioni e approfondimenti: il risultato mostrato offre la gioia di constatarne un ottimo stato di salute.

Nove stelle imbevute di grazia assoluta sfrecciano per l’universo impiegando poco più di cinquantadue minuti, sufficienti per mostrarci l’intensità del silenzio che sanno dipingere con musiche che non lo offendono, anzi, sono in grado di descriverlo perfettamente proprio in un modo che parrebbe una contraddizione e una negazione.

Geni.

Maestri assoluti.

Incantatori del mistero e arbitri del tempo, in un saliscendi vorticoso dove il respiro si addentra e addensa per poter tenere il passo di questa danza che ci rende sognatori e menti riflessive, in un binomio dai frutti delicati e sontuosi.

Ascoltando questo viaggio si cammina nella certezza che la musica è un veicolo saccente, abile nel creare fruscii mentali e sospensioni che flirtano per poter fare della nostra vita ancora un qualcosa di sensato e solido.

Il duo lavora sapientemente sulle frequenze sonore con strutture complesse che arrivano alla semplicità in modo incredibile, perché ci fanno nuotare nella loro alchimia, per vivere e vedere le loro note, non solo per sentirle. E qui sta la differenza sostanziale rispetto a lavori di altri artisti.

Una missione contagiosa, effervescente, che si precisa in un approfondimento di tutte le potenzialità di generi musicali che si concentrano per spogliarsi della loro forma egoistica al fine di divenire altruisti, in generosa abbondanza.

Sanno fare il giro del mondo, con numerosi viaggi tra la Giamaica e Londra, Manchester, passando per Berlino, gli USA più tenebrosi, proiettando verso le galassie la volontà di dare ai singoli beats la capacità di tenerli legati come una colla potente ma gentile, nulla deve cedere. Il ritmo è il signore dell’album, capace di dare alle intuizioni melodiche l’abito perfetto di un matrimonio sicuramente efficace.

È un’esperienza, questo ascolto, che fa capire la volontà dei due di spiazzare il monolitismo di quella parte musicale che subisce spesso maltrattamenti per via di alcuni presunti limiti: Stratosphere spazza via i dubbi con la sua forma espressiva che esce dall’ordinarietà e ci trasporta tutti in mondi nuovi che non rinnegano il passato, ma che necessitano di poter proiettare anche semi nuovi nel cyber spazio.

L’attitudine è narcotica e al contempo piena di spruzzi di vivacità che rendono il risultato estremamente positivo e colmo di energie: non musica per curare, ma per fare dell’esperienza della vita qualcosa di esattamente costruttivo. In piena salute.

È un linguaggio nuovo, che ammalia e stupisce, che ci porta a nuovi orizzonti, in ascese veloci che poi rallentano, per aspettarci. Composizioni che fanno da impalcatura per un futuro che odora già di presente, per liberare voli infiniti e che sublimano l’esistenza.

La duttilità creativa dei due ci spinge al miglioramento, per fare dell’ascolto motivo di espressione personale, nostra, perché queste cellule sonore sono insegnanti, pennellate sulla nebbia quotidiana per renderla colorata ed efficiente.

Vi sono momenti nei quali il sogno viene benedetto da synth clamorosi, con effetti che ci inghiottono, catapultati dentro i fumi della coda delle meteore. 

Tutto è fluido e organico, ciò che è insolito riesce ad attecchire e coinvolgere e il nuovo che avanza diventa la cerniera per un passato che sa riconoscere che la potenzialità è divenuta un dato di fatto di un presente che Youth e Gaudi disegnano per consegnarlo all’eternità.

Una delle magie che viene mostrata è la capacità di far sentire una stanza come luogo di rilassamento all’interno di danze e frenesie, dove l’assenza del pensiero non viene contemplata bensì stimolato l’esatto opposto: i due hanno creato la chiave per un luogo immaginario dove è possibile passare velocemente attraverso percezioni, riflessioni e specifiche propensioni a fare del corpo un oggetto volante. Ed è pura psichedelia sotto micro e macro chip elettronici che collegano la mente al corpo, come un web interiore, personale. 

Saper spaziare nei generi e farlo con questa classe è un regalo proprio della stratosfera che ha lasciato scendere sul nostro malato pianeta due angeli elettronici in grado di ridarci una umanità possibile fatta di bellezza e ricchezza ed è proprio questa la magia più grande di questo enorme album: che la danza sia in noi.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

11 Settembre 2022


YOUTH

https://en.wikipedia.org/wiki/Youth_(musician)

GAUDI https://en.wikipedia.org/wiki/Gaudi_(musician).

album smartlink: https://youthgaudi.lnk.to/stratosphere .










My review: Youth & Gaudi - Stratosphere

 My Review:


Youth & Gaudi - Stratosphere


Life as layers, a set of adjacent films that continue their journey through the earth's atmosphere. And, from one of those, celestial music comes to make us moving shells, consciously connected to the art of seduction and emotional and physical participation thanks to the new album by Martin Glover (aka Youth), a timeless minstrel who runs through the decades with mastery and innumerable qualities, bassist and founder of Killing Joke and producer of the last Pink Floyd album, and Gaudi, the talent of human joy who knows how to be contagious and to sweeten existence.

The two, friends who really respect each other, have once again opened up the highway of beauty for a record that generously demonstrates and qualifies their musical intersections, for a set of moments of pure ecstasy, frenzies which roll into dances that from the epidermis reach our limbs for a pleasantly devastating connection.

Emotional territories show faces and breaths, the stratosphere of the title is perfectly rendered visible, a flying whole that takes planet Earth into a disco full of fascinations, sensorial experiments and fatuous fires in sweaty, explosive, surely smiling and purely thinking bodies: such work conveys energies and moods connected to total participation. Like a silent journey, where voices can be absent, here the two start from the 90s to explore and probe that part of electronic music that had found itself in need of legitimising itself, in the face of the world of guitars that was showing a dangerous ageing.

So it was that Transglobal Underground, Orb (both were close collaborators in that magical project), Orbital, The Klf, The Future Sound Of London and many others gave dance music the chance to show all its intelligence, inserting themselves in genres such as acid house, drum and bass, dub, techno, breakbeat and so on, including gothic influences too.

From that history Youth & Gaudi took the best cells, developing them, to create links that explore possibilities they were capable of making infinite and touching. Notes like stroboscopic lights, connections and dynamics towards dilations and insights: the result offers the joy of noting an excellent state of health.

Nine stars imbued with absolute grace hurtle through the universe taking little more than fifty-two minutes, enough to show us the intensity of the silence they know how to paint with music that does not offend it, on the contrary it is able to describe it perfectly in a way that would seem a contradiction and a negation.

Geniuses.

Absolute masters.

Enchanters of mystery and arbiters of time, in a whirling up and down where the breath deepens and thickens to keep up with this dance that makes us dreamers and reflective minds, in a combination of delicate and sumptuous fruits.

Listening to this journey, one walks in the certainty that music is a conceit vehicle, adept at creating mental rustles and suspensions which flirt to make our lives still something meaningful and solid.

The duo skilfully works on sound frequencies with complex structures that arrive at simplicity in an incredible way, because they make us swim through their alchemy, to live and see their notes, not just to listen to them. And therein lies the substantial difference from the work of other artists.

It is an infectious, effervescent mission, which is specified in a deepening of the full potential of musical genres which focus on getting rid of their selfish form in order to become selfless, in generous abundance.

They know how to travel around the world, with numerous trips between Jamaica and London, Manchester, passing through Berlin, the darkest USA, projecting towards the galaxies the will to give individual beats the ability to hold them together like a powerful but gentle glue, nothing must deteriorate. Rhythm is the lord of the album, capable of giving melodic intuitions the perfect dress of a marriage that is certainly effective.

This listening is an experience which makes one understand the desire of the two to displace the monolithic nature of that musical part that often suffers mistreatment due to certain presumed limitations: Stratosphere sweeps away doubts with its expressive form that emerges from ordinariness and transports us all to new worlds that do not deny the past, but which also need to be able to project new seeds into cyber space.

The attitude is narcotic and at the same time full of splashes of vivacity that make the result extremely positive and filled with energy: not music to cure, but to turn the experience of life into something constructive. In full health.

It is a new language that enchants and amazes, that takes us to new horizons, in fast ascents that then slow down, to wait for us. Compositions acting as a scaffold for a future that already smells of the present, to release infinite flights which sublimate existence.

The creative ductility of the two guys pushes us towards improvement, to make our listening a motive for our personal expression because these sound cells are teachers, brushstrokes on the daily fog to make it colourful and efficient.

There are moments when the dream is blessed by resounding synths, with effects that engulf us, catapulted into the fumes of the meteor tail. 

Everything is fluid and organic, what is unusual manages to take root and involve, and the new that advances becomes the hinge for a past which knows how to recognise that potentiality has become a fact of a present that Youth and Gaudi design to consign it to eternity.

One of the magics shown is the ability to make us perceive a room like a place of relaxation within dances and frenzies, where the absence of thought is not contemplated but rather the exact opposite is stimulated: the two have created the key to an imaginary place where it is possible to pass quickly through perceptions, reflections and specific propensities to make the body a flying object. And it is pure psychedelia under micro and macro electronic chips that connect the mind to the body, like an inner, personal web. 

how to range through genres and doing it with this class is a gift from the stratosphere itself, which has let down on our sick planet two electronic angels capable of giving us back a possible humanity made of beauty and richness and this is the greatest magic of this huge album: may the dance be within us.




Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

11th September 2022


YOUTH

https://en.wikipedia.org/wiki/Youth_(musician)

GAUDI https://en.wikipedia.org/wiki/Gaudi_(musician).

album smartlink: https://youthgaudi.lnk.to/stratosphere .






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