Finlay Hatton - Where The Shadows Don’t Fall
Finlay Hatton dovrebbe ricevere un premio per la qualità, la generosità, l’ostinazione, la passione: il suo è un percorso straordinario, più che di canzoni si tratta di amiche che vengono a trovarci, portandoci doni che si rivelano essere preziosi, utili e sorprendenti.
Che bello sapere il vecchio scriba in difficoltà e al contempo felice nel vedere cosa contiene questo che, è bene precisarlo, non è un album ma un’opera colossale. Per il numero di canzoni (quarantacinque) e soprattutto per ciò che presenta: un caloroso abbraccio colmo di atmosfere che variano e gravitano “solamente” attorno alla bellezza e alla sensualità di un mattino che odora di incanto. Non è una operazione coraggiosa questa, pazza, o estrema: molto più semplicemente è un atto d’amore e non una raccolta o somma di composizioni. Non cercate concettualità dove esistono slanci come questi: siate attenti, braccia aperte e sorridete, che non capita sovente una cosa del genere e sappiate approfittarne.
Sono confidenze, aperture, sguardi profondi sia attraverso parole che fanno luce nella nostra mente e sia mediante un linguaggio sonoro accogliente che, al di là dei generi adoperati, fluttuano morbidamente perché sono dimostrazioni di sentimento continui.
Non ha dubbi chi scrive (il pessimismo gotico rimane fedele) che una situazione del genere non verrà accolta come dovrebbe: i gusti e gli egoismi non permettono di capire e voler bene a che si mostra diverso e necessario, dove la qualità espressa è di altissimo valore visti i contenuti. E poi: chi ama ascoltare i raggi di sole? Qui ne abbiamo di dolcissimi e accoglienti, ma anche di generosi in quanto elargiscono affetto incessante, senza bilancia, senza scindere la forza e la morbidezza.
Una corrente di sogni si dà appuntamento nella fluidità di una musica che rivela un Indie Rock sapiente, sempre a stretto contatto con uno Shoegaze misurato e controllato, perché, se è vero che esistono fragori, è anche vero che Finlay adopera l’intenzione di incorniciare i suoi petali compositivi con un Dreampop dalle molte sfumature.
Contiene anche interpretazioni (definirle cover sarebbe limitativo) che sembrano davvero essere sue canzoni tenute in naftalina, dando un senso di continuità che appassiona, sconvolgendo per qualità delle scelte perché rivela una conoscenza davvero notevole, con la volontà di dare rilievo a quelle che non sono molto note.
Data la mole del lavoro, impressionante è la scaletta dei pezzi: dà l’impressione di trovarsi su delle onde che conoscono il modo per farci divertire, riflettere, sempre nel circolo della qualità che ricopre il tutto di saggezza. Più le ascolti e più ti senti con la pelle pulita: assorbono le nostre fatiche, ci mettono un olio sul capo e sul corpo e ci danno il lasciapassare per una serenità meravigliosa, abbondante.
La domanda è: ci meritiamo qualcosa del genere, dal momento che la maggioranza non ne trarrà conoscenza e, anche se così fosse, non saprebbe riconoscerne l’importanza e il valore? Eccolo, bussa nuovamente: il pessimismo gotico mi guarda sicuro, perché un album come questo rischia l’emarginazione. E la rabbia pulsa nella mente dello scriba.
Eppure sono proprio queste gemme che insegnano la pazienza e a non chiedere nulla in cambio, esistono, sono a disposizione e ora tocca solo a noi.
Concludendo: dati gli argomenti dei testi, la tipologia di scelte musicali decise e utilizzate, tutto conduce ad affermare che se avrete la capacità di compiere un cammino con gli occhi aperti, ciò che vedrete grazie a questo album sarà un racconto energetico di Jean-Michel Basquiat in pennellate sonore…
Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
14 Gennaio 2023
https://finlayhattonmusic.bandcamp.com/album/where-the-shadows-dont-fall-a-2022-compilation