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giovedì 18 aprile 2024

La mia Recensione: David Potts - The Blue Tree / The Red Tree (2 album)



 

David Potts - The Blue Tree / The Red Tree (2 albums)


Come è buffa la vita, quando riempie il pianeta di esistenze che sembrano avere poca visibilità e poi, immediatamente, le ributta nelle strade dando loro una nuova occasione. È il caso del protagonista di questo scritto, un talento indiscutibile, in grado di creare, con la sua fantasiosa e abile versatilità, due album in uscita contemporanea, quasi per tappare il buco di un’assenza che a parere del Vecchio Scriba sembrava una bestemmia, visto il valore di queste ventuno composizioni totali. Due alberi, due figure paterne, proprietari del percorso di questo artista, dai connotati solo in parte simili, vedono il musicista (chitarrista e bassista) e cantante muoversi tra l’alternative, l’indie pop, il folk più solare, la dance elegante e leggera.

Nel 1989 a Manchester il bassista dei Joy Division formò una band che si chiamava Revenge. Uno dei loro membri, che sostituì l’originale chitarrista David Hicks, è il soggetto di questa recensione. Dopo quella esperienza con Peter Hook i due misero in piedi il progetto Monaco che tanto ebbe successo con il brano What do you want from me, antipasto dell’insieme di attitudini dance che scrissero.

E dopo diversi anni eccoci a parlare dell’esordio come solista di David Potts con gli album The Blue Tree e The Red Tree

The Blue Tree appare come la descrizione di una giornata primaverile attorno a questo albero, con canzoni che volano come uccelli felici di tornare ad abitare in quei luoghi, libere di muoversi con gioia e capaci di contaminare l’entusiasmo con la loro esuberanza giovanile.

The Red Tree pare, invece, un insieme di brani scritti da quegli stessi uccelli con qualche anno in più, dove la maturità si mostra anche con approcci più spigolosi, in cui il ritmo rimane alto ma con maggior decisione nel tracciare il percorso di quei voli. Si ha come l’impressione che si sia nei paraggi dell’autunno, ma con la volontà di avere ancora quei sorrisi che solo la primavera sa distribuire.

In entrambi i lavori la scrittura è sorprendente, scavando nei territori celesti degli anni Settanta e proseguendo nella decade successiva per quanto riguarda l’aspetto di brani eclettici, che fanno danzare. La chitarra, quando si presta ad esibire assoli brevi ma efficaci, dimostra l’intenzione di catturare il senso delle composizioni, perfezionandole ulteriormente, facendoci vibrare e volare con la mente attorno a quei due alberi, che, alla fine dell’ascolto dei due dischi, paiono essere amici di lunga data.

Si riesce a sorridere, ridere, pensare, ballare in un cielo che sembra così lontano da quello di Manchester, per trovare immagini, luoghi e sensazioni che ci mostrano il mondo in lungo e in largo, con il merito di farci salire sulla sospirata macchina del tempo. 

Decisamente un debutto meraviglioso che non deve sfuggire alla vostra fame  musicale, se volete che sia ricoperta di qualità.


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
19 Aprile 2024


My Review: David Potts - The Blue Tree / The Red Tree (2 albums)






David Potts - The Blue Tree / The Red Tree (2 albums)


How funny life is, when it fills the planet with existences that seem to have little visibility and then immediately throws them back into the streets, giving them a new chance. Such is the case with the protagonist of this piece of writing, an unquestionable talent, capable of creating, with his imaginative and skilful versatility, two albums released at the same time, almost as if to plug the hole of an absence that in the Old Scribe's opinion seemed like blasphemy, given the value of these twenty-one compositions in total. Two trees, two father figures, owners of this artist's path, with only partly similar connotations, see the musician (guitarist and bassist) and singer move between alternative, indie pop, sunnier folk, elegant and light dance.

In 1989 in Manchester, the bass player of Joy Division formed a band called Revenge. One of their members, who replaced the original guitarist David Hicks, is the subject of this review. After that experience with Peter Hook, the two of them set up the Monaco project, which was so successful with the track What do you want from me, a starter for the set of dance attitudes they wrote.

And after several years, here we are talking about David Potts' solo debut with the albums The Blue Tree and The Red Tree

The Blue Tree appears as a description of a spring day around this tree, with songs that fly like birds happy to be back in those places, free to move with joy and able to contaminate the enthusiasm with their youthful exuberance.

The Red Tree seems, on the other hand, to be a collection of songs written by those same birds with a few more years, where maturity also shows itself in more angular approaches, where the rhythm remains high but with more decision in tracing the path of those flights. One gets the impression that one is on the verge of autumn, but with the desire to still have those smiles that only spring can distribute.

In both works the writing is astonishing, delving into the heavenly territories of the 1970s and continuing into the next decade in the aspect of eclectic, danceable songs. The guitar, when it lends itself to exhibiting short but effective solos, demonstrates its intention to capture the meaning of the compositions, further refining them, making us vibrate and fly with our minds around those two trees, which, at the end of listening to the two discs, seem to be long-standing friends.

One is able to smile, laugh, think, dance in a sky that seems so far away from Manchester, to find images, places and feelings that show us the world far and wide, with the merit of getting us into the long-awaited time machine. 

Definitely a wonderful debut that should not escape your musical hunger, if you want it to be covered in quality.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

19th April 2024


https://davidpottsmusic.bandcamp.com/album/the-blue-tree


https://davidpottsmusic.bandcamp.com/album/the-red-tree-2

 

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