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mercoledì 6 marzo 2024

La mia Recensione: Loom - Eternal Aphelium E.P.

 


Loom - Eternal Aphelium E.P.


Il frastuono del silenzio rende mobili le anime desiderose di calore, modificando la direzione e la permanenza dei propri bisogni, non permettendo a se stesse di tergiversare, di non adoperare il tempo nel modo migliore.

Gli svedesi Loom prendono la slitta e vanno a nord, nello spazio che rende la loro mente un bagliore che abbraccia i sogni, portando la valigia della realtà ben stretta tra le braccia e le ugole.

In tutto questo il nuovo E.P. mostra alcuni cambiamenti, sorprese che stordiscono e rendono l’ascolto una traversata celeste gonfia di visioni e percezioni che scaldano il cuore, combattendo il freddo e la rabbia del vivere odierno.

Torna Monika Axelsson come voce principale della band, mentre Evelina Nicklasson ha deciso di prendersi una pausa. In più, in un brano, ci capita anche di sentire il cantato di Roland Klein, insieme al chitarrista Fredrik Axelsson.

Assistiamo a una mutazione, a una elaborata premura volta a dare alle composizioni e al suono la possibilità di divenire materia celeste, parente stretta dei sogni, in un abbraccio che consente alla formazione nordica di esprimere un talento seducente, ammaliante, generoso soprattutto nel fare dei ritmi più lenti un attracco stilistico prossimo a meteore Post-Rock.

Ma rimane essenziale, per dovere di cronaca, riconoscere che lo Shoegaze è qui approcciato con grande esigenza esplorativa, quasi come se i quattro avessero studiato possibili assestamenti e graziosi, ma efficaci, miglioramenti.

Riuscendoci.

Quattro nuovi dipinti e quell’Aphelium III uscito a Gennaio di questo anno. Il territorio su cui si posano la scrittura e le capacità espressive che coniano un abbraccio uscito da una sedia a dondolo in vimini, con una fiasca piccola di whiskey, è una duna piena di neve che fa da trampolino verso il cielo. Le chitarre, in questo gioiello invernale, trovano il modo per spaziare in incroci possenti e rarefatti con gli altri strumenti, agganciando, concretamente, la possibilità di compattare le varie individualità espressive. Per quanto concerne i cantati, emerge una solidarietà, un sostegno, un ammiccamento, una dolcissima intimità che veste l’ascolto di vibranti emozioni, mostrando, rispetto al resto della discografia del gruppo, una maggiore e spiccata propensione a concedere loro il palco, su cui la luce del gradimento stabilisce un contatto generoso, benevolo di premure e sostentamento.

Capaci di riprodurre la struttura evidente del genere musicale che ha trovato negli Slowdive e nei Low (perché, davvero, assistiamo alla miscela di un lavoro che comprende Shoegaze, Post-Rock e Slowcore) il maggior punto di riferimento in queste cinque canzoni, questi artisti, attraverso l’accurata produzione di Henrik Viberg e anche la propria, dipingono i giochi di luce con una cornice che rende etereo il tutto, come se la sensazione di entrare direttamente nel loro processo compositivo divenisse reale. Si giunge ad attraversare spazi mentali, sentimenti, in una festa dove i suoni trattengono sia la gioia che il dolore, rendendo il respiro muto ma colmo di grandi vibrazioni.

Eternal Aphelium diventa, così, un E.P. di concessioni, uno spettacolare vascello tra solide qualità del passato che non scompaiono, ma sono desiderose di ospitare una mescolanza che rende il quartetto gravido, per fare dell’arte dei Loom la possibilità di acquisire brividi e riflessioni.

Nuvole come chitarre in fase di atterraggio, un drumming come un tuono in uno stato ormonale ed esplorativo e il basso come distributore di saggezza e sostegno, e per finire una tastiera che chiude il percorso di espressione per consolidare la potenza evocativa.


Song by Song


1 - Slowmotion


L’emozione, più rapida a manifestarsi, giunge proprio dalla opener track, un masso di roccia che si alza in volo, con le chitarre shoegaze che troneggiano, per consentire poi alla soave voce di Monika di accarezzare i nostri occhi e giungere al ritornello, che condensa il tutto, trasportando i corpi nella casa del sogno. Come una giostra circolare, il perimetro del suono afferra più di trent’anni di questo genere musicale, lucidando le medaglie al valore conquistate…


2 - My Melancholy Girl 


Un arpeggio di chitarra e una tastiera sottile obbligano il ritmo a rallentare, ma il battito diventa tachicardico: la voce di Fredrik prima e di Monika poi, sono il terreno dove nascono lacrime dolcissime. Un caos ragionato, tenuto a bada con classe, in una ninnananna solare che esprime il talento di una canzone come sonda, per camminare nel cielo, con la nudità del suono a scaldare le orme di una musica poetica come non mai…


3 - Trapdor


Potente, come in numerosi episodi degli Adorable e dei Catherine Wheel di Ferment, il terzo brano vede Fredrik e Roland cantare insieme, in mezzo a schegge psichedeliche e un drumming che sfida la pazienza del cielo che vorrebbe dormire. Giunge, nel ritornello, anche il controcanto di Monika, in un combo compatto, lunare, dolcemente nevrotico, facendoci danzare, con il basso che spinge il suo pulsare a fare di tutto ciò un complesso amplesso di colori e vibrazioni.


4 - Aphelium III


Il singolo che ha anticipato l’E.P. è una droga che riempie la mente di visioni, con la chitarra graffiante ma in grado anche di costruire una melodia quasi feroce, mentre le due voci passeggiano all’unisono per creare una struggente linea melodica. Scintillii che generano richiami, fascinazioni, con il risultato di una dipendenza che fa compiere ripetuti e goduriosi ascolti…


5 - Proximity


Il congedo è spettacolare: Monika lascia la sua voce angelica sulle corsie di un arpeggio semplice ma generoso di approcci, con il basso che scivola verso il petto, per poi condurci nel vento, un’ascesa spirituale in prossimità di una eternità che potrebbe proprio avere questo gioiello come colonna sonora. La tastiera qui è più incisiva per quanto mantenga il suo minimalismo, ma quelle poche note ci fanno immergere nella grande luce che l’insieme produce, conferendo all’insieme bellezza e coccole, per far divenire il tutto un perfetto fade-out, una lenta processione con l’abito della generosità a fasciare un lavoro maestoso…


In uscita l'8 Marzo  2024


Fredrik Axelsson - Guitars, keyboards, vocals

Roland Klein - Basses, programming and backing vocals 

Eddie Wilmin - Keyboard

Monika Axelsson - Vocals


Recorded by Loom

Produced by Henrik Viberg and Loom

Mixed and Mastered by Henrik Viberg



Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

7th March 2024

My Review: Loom - Eternal Aphelium E.P.


Loom - Eternal Aphelium E.P.


The din of silence makes souls eager for warmth self-propelled, altering the direction and permanence of their needs, not allowing themselves to tergiversate, not making the best use of time.

Sweden's Loom take the sledge and head north, into the space that makes their minds a dream-embracing glow, carrying the suitcase of reality tightly in their arms and uvulas.

In all this, the new E.P. shows some changes, surprises that stun and make listening a celestial crossing swollen with visions and perceptions that warm the heart, fighting the cold and anger of living today.

Monika Axelsson returns as the band's lead vocalist, while Evelina Nicklasson has decided to take a break. In addition, in one track, we also get to hear Roland Klein singing along with guitarist Fredrik Axelsson.

We witness a mutation, an elaborate thoughtfulness aimed at giving the compositions and the sound the possibility of becoming celestial matter, a close relative of dreams, in an embrace that allows the Nordic line-up to express a seductive, bewitching talent, generous above all in making slower rhythms a stylistic mooring close to Post-Rock meteors.  But it remains essential, for the sake of the record, to recognise that shoegaze is approached here with great exploratory exigency, almost as if the four had studied possible settlements and graceful, but effective, improvements.

Succeeding.

Four new paintings and that Aphelium III released in January of this year. The territory on which the writing and expressive skills that coined an embrace out of a wicker rocking chair, with a small flask of whiskey, rests is a dune full of snow that acts as a springboard to the sky. The guitars, in this winter jewel, find a way to space out in powerful and rarefied crossovers with the other instruments, concretely engaging the possibility of compacting the various expressive individualities. As for the vocalists, there emerges a solidarity, a support, a winking, a sweet intimacy that dresses the listening with vibrant emotions, showing, compared to the rest of the group's discography, a greater and more pronounced propensity to grant them the stage, on which the light of approval establishes a generous, benevolent contact of care and sustenance.  Capable of reproducing the evident structure of the musical genre that has found in Slowdive and Low (because, really, we are witnessing the mixture of a work that includes Shoegaze, Post-Rock and Slowcore) the major point of reference in these five songs, these artists, through Henrik Viberg's careful production and also their own, paint the light effects with a frame that makes everything ethereal, as if the sensation of entering directly into their compositional process became real. One reaches across mental spaces, feelings, in a feast where sounds hold both joy and pain, making one's breath mute but filled with great vibrations.

Eternal Aphelium becomes, thus, an E.P. of concessions, a spectacular vessel between solid qualities of the past that do not disappear, but are eager to accommodate a mixture that makes the quartet pregnant, to make Loom's art the possibility of acquiring thrills and reflections.

Clouds as landing guitars, drumming as thunder in a hormonal and exploratory state and the bass as a distributor of wisdom and support, and finally a keyboard that closes the path of expression to consolidate the evocative power. 


 Song by Song


1 - Slowmotion


The emotion, quickest to manifest itself, comes from the opener track, a boulder of rock rising into the air, with shoegaze guitars towering, to then allow Monika's suave voice to caress our eyes and reach the refrain, which condenses the whole, transporting bodies to the house of dreams. Like a circular merry-go-round, the perimeter of sound grasps more than thirty years of this musical genre, polishing the medals of valour won...


2 - My Melancholy Girl 


A guitar arpeggio and a subtle keyboard force the rhythm to slow down, but the beat becomes tachycardic: first Fredrik's voice and then Monika's are the ground where sweet tears are born. A reasoned chaos, kept at bay with class, in a sunny lullaby that expresses the talent of a song as a probe, to walk in the sky, with the nakedness of sound to warm the footsteps of a poetic music as never before


3 - Trapdor


Powerful, as in numerous episodes of Adorable and Ferment's Catherine Wheel, the third track sees Fredrik and Roland singing together, amidst psychedelic shrapnel and drumming that defies the patience of the sleeping sky. Monika's countermelody also arrives in the refrain, in a compact, lunar, sweetly neurotic combo, making us dance, with the bass pushing its pulse to make it all a complex amplexus of colours and vibrations.  


4 - Aphelium III


The single that anticipated E.P. is a drug that fills the mind with visions, with the scratchy guitar but also capable of building an almost ferocious melody, while the two voices stroll in unison to create a poignant melodic line. Sparks that generate recalls, fascinations, resulting in an addiction that makes for repeated and enjoyable listening...


5 - Proximity


The farewell is spectacular: Monika leaves her angelic voice on the lanes of a simple but generous arpeggio of approaches, with the bass gliding towards the chest, then leading us into the wind, a spiritual ascent towards an eternity that could really have this jewel as its soundtrack. The keyboard here is more incisive as far as it maintains its minimalism, but those few notes immerse us in the great light that the whole produces, giving the whole beauty and cuddling, to make the whole become a perfect fade-out, a slow procession with the garment of generosity to wrap a majestic work...


Out on 8th Mrach 2024


Fredrik Axelsson - Guitars, keyboards, vocals

Roland Klein - Basses, programming and backing vocals 

Eddie Wilmin - Keyboard

Monika Axelsson - Vocals


Recorded by Loom

Produced by Henrik Viberg and Loom

Mixed and Mastered by Henrik Viberg



Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

7th March 2024

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