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sabato 14 maggio 2022

La mia Recensione Gaudi - Theremin tribute to The Smiths

 La mia Recensione 


Gaudi - Theremin tribute to The Smiths


I brividi: l’universo che si compatta sulla pelle del cuore per trasferirsi nella storia di un percorso umano. Sono le briciole meravigliose di un infinito impossibile da conoscere, ma accontentandosi della loro forma e sostanza ci si ritrova a sentirsi persone migliori, che è un ottimo inizio.

Nella musica i brividi certificano l’incontro con l’emozione, nascono legami spesso indissolubili, sicuramente per qualche istante al centro del proprio mondo.

E, quando si dà loro spazio, nascono dei Grazie capaci di divenire montagne di bellezza, calamite sulle rocce per rendere stabile un amore.

Gaudi l’ha fatto, in modo perfetto, conducendo lo scriba dentro oceani di lacrime di gioia per il suo generoso lascito: cinque rose sul suo sentire sensibile, il suo mondo più intimo, il suo resocontare un amore infinito, trovano specificazione e validità per la modalità scelta, per il rispetto dimostrato, per l’accuratezza nel non cadere nella banalità di espressione di cover che avrebbero rovinato tutto.

L’amore vero calcola e deve essere attento: da questo è partito l’Artista e ha capito che il duo Mancuniano Morrissey/Marr non può essere riprodotto perché le unicità non si copiano né si incollano.

La sensibilità umana è una antenna capace di captare il mistero, il noto, una complessità spesso poco decifrabile e difficile da decodificare.

Ed è un’antenna particolare quella che ha deciso di usare Gaudi per ringraziare gli Smiths. Per far intendere che la bellezza, l’unicità, la ricchezza della band di Manchester ha caratteristiche talmente specifiche e intense che occorreva un rispettoso accorgimento. Il cantato stupendo  del poeta di Stretford, seppur a volte sbilenco, con delle imperfezioni, è intoccabile. Come lo sono le magie delle dita di Marr. Ha scelto l’unico strumento che potesse contenere tutto questo su un piano strutturale, grazie alla conoscenza pluriventennale e avendo capito che in questo modo avrebbe dato un senso specifico al tutto, non banalizzando ma rendendo ancora più chiara quella unicità di cui ho scritto prima.

Il Theremin è lo strumento dell’anima, lo schiaffo che educa al riconoscimento vero del suono, per la sua altezza e intensità.

La voce ed il violino, così distanti tra di loro, trovano nel timbro esecutivo del Theremin la possibilità di compattare e rendere praticabile un incanto infinito.

Presa la decisione di suonare questo diamante espressivo, dentro di sé Gaudi non ha selezionato le canzoni in modo superficiale: si è rivolto a opzioni che tenessero conto del suo Grazie e delle caratteristiche dello strumento perché tutto fosse impeccabile. Raggiunta la perfezione della scelta dei brani su cui lavorare, tutto poteva concentrarsi verso l’esecuzione che doveva essere eccellente.

Questo Grazie toglie la polvere all’invecchiamento che lo scorrere del tempo causa nostro malgrado: Gaudi ha spruzzato sulle note antichi sentimenti maggiorandoli di intensità. Sia dato spazio allora alla malinconia, al dolore, alla frustrazione, al dolore, con questo clamoroso dispositivo che fissa la bellezza con le spalle verso il muro, quello dell’eternità.

Le rose degli Smiths non sono canzoni, ma appunto le regine dei fiori: cinque regine che Gaudi ha reso altrettanto immortali con la sua capacità visionaria.

L’assenza della voce non viene sostituita dal Theremin, bensì  analizzata e portata su un piano sensoriale: le trame sono state rese figlie non solo della melodia ma anche delle parole, come un pennello che saggiamente non riempie i buchi ma dà senso a ciò che gli gravita intorno. Questo è il vero capolavoro di questo mazzo di rose: riuscire a rendere immortale il cantato del bardo di Stretford, con le spine che la proteggono affinché quelle antenna, suonata in questo modo, compia il miracolo di non offendere.

Ascoltare le rose, quando rappresentano l’amore profondo, diventa un regalo, essere degni del quale deve divenire l’aspetto primario. Imbarazza in modo indiscutibilmente positivo sentire l’anima di Gaudi tremare, sudare, farsi piccola mentre compie un gesto enorme.

Un’opera di questa levatura è da studiare perché ogni goccia che cade su questo ascolto ci aiuta a capire maggiormente la grandezza degli Smiths: questa è la rosa che si vede di più, occorre notarla perché Gaudi ha trovato un modo intimo di riportarci al cospetto della band Mancuniana con maggior rispetto.

Ora andiamo vicino a questo mazzo, con un religioso silenzio interiore, perché la bellezza è pronta a fare di noi un ennesimo piacere e privilegio…


Canzone per Canzone


Last Night I Dreamt That Somebody Loved Me


Prima rosa.

Scende la nebbia, il volo dei gabbiani si riempie di liquidi amari negli occhi e il devastante piano accoglie il Theremin che, come annotiamo e notiamo sin da subito, partecipa anche nella parte musicale. Ed è innegabile che questa delicata antenna spezzi il fiato e ci porti in dono le stesse lacrime di quegli uccelli. Struggente, figlia di un abisso in caduta libera. Gaudi, supportato da eccelsi compagni di regali, dona alla canzone tutto il significato mentre Morrissey piange con noi…


Please, Please, Please, Let Me Get What I Want


Seconda rosa.

Dove tutto sembra alleggerirsi, per via dell’incredibile talento di Johnny Marr, ecco che Gaudi arricchisce la sinuosità di questa rosa con piccoli, quasi velati arrangiamenti. Il Theremin ci consegna la voce di Morrissey, senza corde vocali ma con le vene piene di un sangue, che cammina sulla rugiada di un desiderio che vuole compiersi. Le oscillazioni sono semplicemente stati emotivi in fervida esibizione.



I Know It’s Over 


Terza rosa.

La Regina della emarginazione, dell’incomprensione, della solitudine più feroce diventa con questo regalo un’onda che sale nel cielo, un turbinio devastante. Gaudi ne ha colto la profondità, non ha attenuato di un grammo la sua intensità e ci concede la bellezza di un abbraccio bagnato di dolore e petali in caduta libera. Il Theremin, che sostituisce il cantato di Morrissey, adopera qui il battito delle ali di quelle gocce in volo per fermarci il cuore…



Asleep


Quarta rosa.

Il groppo in gola sotterra ogni tentativo di felicità: Gaudi tra le sue dita mette quarant’anni di devozione e tutto ciò ci conduce nella polvere notturna di battiti di ciglia nervose ed egoiste. La canzone degli Smiths qui esalta la parte del testo e fa della musica una coperta di lana merinos attenta a non farci avvertire cambi di temperatura in un cuore impegnato a tremare.



Well I Wonder


Quinta rosa.

Portate ossigeno e coraggio di vivere: Well I Wonder, in mano al Theremin, è un infarto portatile che attraversa il corpo per paralizzarlo. Non è più un’antenna, non sono più i palmi e le dita di Gaudi a tradurre ma a rendere reale l’annaspare con l’aria che ci abbandona, ci frantuma, ci indica la via di uscita da questa esistenza. 

Il talento qui diventa incontrollabile e queste onde sonore vanno oltre la comprensione umana: dilatano i passi ed è impossibile non ricordarsi di questa rosa che, mentre camminiamo, sotterra la nostra forza perché le gambe cedono.

E l’atto finale di ciò che siamo è l’ascolto di un fiore che il 20 maggio 1982 nacque e che quarant’anni dopo ancora vive, in quanto quella sua luce non se ne andrà mai…



Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
15 Maggio 2022

https://gaudimusic.bandcamp.com/album/theremin-tribute-to-the-smiths?fbclid=IwAR2qrsX5HUb9TidjAtiVGLUm2U3Le-hUrhPB99s7aS9JMXi-pqNQZGdqwnk



My Review: Gaudi - Theremin tribute to The Smiths

My Review 


Gaudi - Theremin tribute to The Smiths


Shivers: the universe that becomes compact on the skin of the heart to transfer itself into the history of a human journey. They are the marvellous crumbs of an infinity that is impossible to know, but by being content with their form and substance one finds oneself feeling like a better person, which is a really good start.

In music, shivers certify the encounter with emotion, often indissoluble bonds are born, certainly for a few moments at the centre of one's world.

And, when you give them space, some Thanks are born, capable of becoming mountains of beauty, magnets on the rocks to make a love stable.

Gaudi has done this, in a perfect way, leading the scribe into oceans of joyful tears for his generous bequest: five roses on his sensitive feelings, his most intimate world, his account of an infinite love, find specification and validity for the method chosen, for the respect shown, for the accuracy in not falling into the banality of expression of covers that would have ruined everything.

True love evaluates and must be careful: the Artist started here and he understood that the Mancunian duo Morrissey/Marr cannot be reproduced because uniqueness is impossible to be copied or pasted.

Human sensitivity is an antenna capable of picking up the mystery, what is  known, a complexity that is often difficult to decipher.

And Gaudi decided to use a special antenna to thank the Smiths. To make it clear that the beauty, the uniqueness, the richness of the Manchester band has such specific and intense characteristics that a respectful device was needed. The wonderful singing of the poet from Stretford, although sometimes crooked, with imperfections, is untouchable. As are Marr's magical fingers. He chose the only instrument that could contain all this on a structural level, thanks to his knowledge of more than twenty years and having understood that in this way he would have given a specific sense to the whole, not trivialising but making even clearer that uniqueness I wrote about before.

Theremin is the instrument of the soul, the slap that educates to the true recognition of sound, for its pitch and intensity.

The voice and the violin, so distant from each other, find in the executive timbre of Theremin the possibility to compact and make feasible an infinite enchantment.

Once he took the decision to play this expressive diamond, Gaudi did not select the songs in a superficial way: he turned to options that took into account his Thanks and the characteristics of the instrument so that everything would be flawless. Having achieved perfection in the choice of songs to work on, everything could focus on the performance, which had to be excellent.

This Thanks sweeps away the dust from the ageing that the passing of time causes against our will: Gaudi has sprayed old feelings onto the notes, increasing them in intensity. Let there be room, then, for melancholy, pain, frustration, with this resounding device that fixes beauty with its back to the wall, that of eternity.

The Smiths' roses are not songs, but precisely the queens of flowers: five queens that Gaudi has made equally immortal with his visionary skill.

The absence of the voice is not replaced by the Theremin, but rather it is analysed and brought to a sensorial level: the structures have been made daughters not only of the melody but also of the words, like a brush that wisely does not fill in the holes but gives meaning to what gravitates around it. This is the true masterpiece of this bouquet of roses: managing to render immortal the singing of the bard of Stretford, with the thorns that protect it so that the antenna, played in this way, performs the miracle of not offending.

Listening to roses, when they represent deep love, turns into a gift, being worthy of which must become the main aspect. It is unquestionably positive to feel Gaudi's soul trembling, sweating, making itself small while performing an enormous gesture.

A work of this calibre should be studied because every drop that falls on this listening helps us to understand the greatness of The Smiths: this is the rose that is most visible, it should be noted because Gaudi has found an intimate way to bring us back before the Mancunian band with greater respect.

Now let's go near this bouquet, with a deferential inner silence, because beauty is ready to make us yet another pleasure and privilege…



Song by Song


Last Night I Dreamt That Somebody Loved Me


First rose.

The fog descends, the flight of the seagulls is filled with bitter liquids in the eyes and the devastating piano welcomes the Theremin that, as we note and notice from the beginning, also participates in the musical part. And it is undeniable that this delicate antenna breaks our breath and brings us the same tears as those birds. It is heartbreaking, the child of a free-falling abyss. Gaudi, supported by sublime gift companions, gives the song all the meaning while Morrissey cries with us...


Please, Please, Let Me Get What I Want


Second rose.

Where everything seems to lighten up because of Johnny Marr's incredible talent, Gaudi enriches the sinuosity of this rose with small, almost veiled arrangements. The Theremin gives us Morrissey's voice, without vocal cords but with veins full of blood, walking on the dew of a desire that wants to be fulfilled. The oscillations are simply emotional states in fervid exhibition.



I Know It's Over 


Third Rose.

With this gift, the queen of marginalisation, of incomprehension, of the fiercest solitude, becomes a wave that rises into the sky, a devastating whirlwind. Gaudi has grasped its depth, has by no means diminished its intensity and grants us the beauty of an embrace wet with pain and petals in free fall. The Theremin, which replaces Morrissey's vocals, uses the beating of the wings of those drops in flight to stop our hearts...



Asleep


Fourth Rose.

The lump in the throat buries any attempt to achieve happiness: Gaudi puts forty years of devotion between his fingers and all this leads us into the night dust of nervous and selfish blinks. The Smiths' song here enhances the lyrics and makes the music a merino wool blanket, careful not to let us feel temperature changes in a heart busy trembling.



Well I Wonder


Fifth rose.

Please bring oxygen and the courage to live: Well I Wonder, in the hands of Theremin, is a portable heart attack which crosses the body to paralyse it. It is no longer an antenna, no longer Gaudi's palms and fingers that translate but make real our struggle with the air that abandons us, shatters us, shows us the way out of this existence. 

The talent here becomes uncontrollable and these sound waves go beyond human comprehension: they dilate the steps and it is impossible not to remember this rose that, as we walk, buries our strength since the knees buckle.

And the final act of what we are is listening to a flower which was born on 20 May 1982 and that forty years later is still alive, because its light will never go out…



Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
15th May 2022



martedì 10 maggio 2022

La mia Recensione: Gaudi - Theremin tribute to The Smiths (prima parte)

 La mia Recensione 


Gaudi - Theremin tribute to The Smiths


I brividi: l’universo che si compatta sulla pelle del cuore per trasferirsi nella storia di un percorso umano. Sono le briciole meravigliose di un infinito impossibile da conoscere, ma accontentandosi della loro forma e sostanza ci si ritrova a sentirsi persone migliori, che è un ottimo inizio.

Nella musica i brividi certificano l’incontro con l’emozione, nascono legami spesso indissolubili, sicuramente per qualche istante al centro del proprio mondo.

E, quando si dà loro spazio, nascono dei Grazie capaci di divenire montagne di bellezza, calamite sulle rocce per rendere stabile un amore.

Gaudi l’ha fatto, in modo perfetto, conducendo lo scriba dentro oceani di lacrime di gioia per il suo generoso lascito: cinque rose sul suo sentire sensibile, il suo mondo più intimo, il suo resocontare un amore infinito, trovano specificazione e validità per la modalità scelta, per il rispetto dimostrato, per l’accuratezza nel non cadere nella banalità di espressione di cover che avrebbero rovinato tutto.

L’amore vero calcola e deve essere attento: da questo è partito l’Artista e ha capito che il duo Mancuniano Morrissey/Marr non può essere riprodotto perché le unicità non si copiano né si incollano.

La sensibilità umana è una antenna capace di captare il mistero, il noto, una complessità spesso poco decifrabile e difficile da decodificare.

Ed è un’antenna particolare quella che ha deciso di usare Gaudi per ringraziare gli Smiths. Per far intendere che la bellezza, l’unicità, la ricchezza della band di Manchester ha caratteristiche talmente specifiche e intense che occorreva un rispettoso accorgimento. Il cantato stupendo  del poeta di Stretford, seppur a volte sbilenco, con delle imperfezioni, è intoccabile. Come lo sono le magie delle dita di Marr. Ha scelto l’unico strumento che potesse contenere tutto questo su un piano strutturale, grazie alla conoscenza pluriventennale e avendo capito che in questo modo avrebbe dato un senso specifico al tutto, non banalizzando ma rendendo ancora più chiara quella unicità di cui ho scritto prima.

Il Theremin è lo strumento dell’anima, lo schiaffo che educa al riconoscimento vero del suono, per la sua altezza e intensità.

La voce ed il violino, così distanti tra di loro, trovano nel timbro esecutivo del Theremin la possibilità di compattare e rendere praticabile un incanto infinito.

Presa la decisione di suonare questo diamante espressivo, dentro di sé Gaudi non ha selezionato le canzoni in modo superficiale: si è rivolto a opzioni che tenessero conto del suo Grazie e delle caratteristiche dello strumento perché tutto fosse impeccabile. Raggiunta la perfezione della scelta dei brani su cui lavorare, tutto poteva concentrarsi verso l’esecuzione che doveva essere eccellente.

Questo Grazie toglie la polvere all’invecchiamento che lo scorrere del tempo causa nostro malgrado: Gaudi ha spruzzato sulle note antichi sentimenti maggiorandoli di intensità. Sia dato spazio allora alla malinconia, al dolore, alla frustrazione, con questo clamoroso dispositivo che fissa la bellezza con le spalle verso il muro, quello dell’eternità.

Le rose degli Smiths non sono canzoni, ma appunto le regine dei fiori: cinque regine che Gaudi ha reso altrettanto immortali con la sua capacità visionaria.

L’assenza della voce non viene sostituita dal Theremin, bensì  analizzata e portata su un piano sensoriale: le trame sono state rese figlie non solo della melodia ma anche delle parole, come un pennello che saggiamente non riempie i buchi ma dà senso a ciò che gli gravita intorno. Questo è il vero capolavoro di questo mazzo di rose: riuscire a rendere immortale il cantato del bardo di Stretford, con le spine che la proteggono affinché quelle antenna, suonata in questo modo, compia il miracolo di non offendere.

Ascoltare le rose, quando rappresentano l’amore profondo, diventa un regalo, essere degni del quale deve divenire l’aspetto primario. Imbarazza in modo indiscutibilmente positivo sentire l’anima di Gaudi tremare, sudare, farsi piccola mentre compie un gesto enorme.

Un’opera di questa levatura è da studiare perché ogni goccia che cade su questo ascolto ci aiuta a capire maggiormente la grandezza degli Smiths: questa è la rosa che si vede di più, occorre notarla perché Gaudi ha trovato un modo intimo di riportarci al cospetto della band Mancuniana con maggior rispetto.

Ora andiamo vicino a questo mazzo, con un religioso silenzio interiore, perché la bellezza è pronta a fare di noi un ennesimo piacere e privilegio…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

11 maggio 2022





My Review: Gaudi - Theremin tribute to The Smiths (part one)

 My Review 


Gaudi - Theremin tribute to The Smiths


Shivers: the universe that becomes compact on the skin of the heart to transfer itself into the history of a human journey. They are the marvellous crumbs of an infinity that is impossible to know, but by being content with their form and substance one finds oneself feeling like a better person, which is a really good start.

In music, shivers certify the encounter with emotion, often indissoluble bonds are born, certainly for a few moments at the centre of one's world.

And, when you give them space, some Thanks are born, capable of becoming mountains of beauty, magnets on the rocks to make a love stable.

Gaudi has done this, in a perfect way, leading the scribe into oceans of joyful tears for his generous bequest: five roses on his sensitive feelings, his most intimate world, his account of an infinite love, find specification and validity for the method chosen, for the respect shown, for the accuracy in not falling into the banality of expression of covers that would have ruined everything.

True love evaluates and must be careful: the Artist started here and he understood that the Mancunian duo Morrissey/Marr cannot be reproduced because uniqueness is impossible to be copied or pasted.

Human sensitivity is an antenna capable of picking up the mystery, what is  known, a complexity that is often difficult to decipher.

And Gaudi decided to use a special antenna to thank the Smiths. To make it clear that the beauty, the uniqueness, the richness of the Manchester band has such specific and intense characteristics that a respectful device was needed. The wonderful singing of the poet from Stretford, although sometimes crooked, with imperfections, is untouchable. As are Marr's magical fingers. He chose the only instrument that could contain all this on a structural level, thanks to his knowledge of more than twenty years and having understood that in this way he would have given a specific sense to the whole, not trivialising but making even clearer that uniqueness I wrote about before.

Theremin is the instrument of the soul, the slap that educates to the true recognition of sound, for its pitch and intensity.

The voice and the violin, so distant from each other, find in the executive timbre of Theremin the possibility to compact and make feasible an infinite enchantment.

Once he took the decision to play this expressive diamond, Gaudi did not select the songs in a superficial way: he turned to options that took into account his Thanks and the characteristics of the instrument so that everything would be flawless. Having achieved perfection in the choice of songs to work on, everything could focus on the performance, which had to be excellent.

This Thanks sweeps away the dust from the ageing that the passing of time causes against our will: Gaudi has sprayed old feelings onto the notes, increasing them in intensity. Let there be room, then, for melancholy, pain, frustration, with this resounding device that fixes beauty with its back to the wall, that of eternity.

The Smiths' roses are not songs, but precisely the queens of flowers: five queens that Gaudi has made equally immortal with his visionary skill.

The absence of the voice is not replaced by the Theremin, but rather it is analysed and brought to a sensorial level: the structures have been made daughters not only of the melody but also of the words, like a brush that wisely does not fill in the holes but gives meaning to what gravitates around it. This is the true masterpiece of this bouquet of roses: managing to render immortal the singing of the bard of Stretford, with the thorns that protect it so that the antenna, played in this way, performs the miracle of not offending.

Listening to roses, when they represent deep love, turns into a gift, being worthy of which must become the main aspect. It is unquestionably positive to feel Gaudi's soul trembling, sweating, making itself small while performing an enormous gesture.

A work of this calibre should be studied because every drop that falls on this listening helps us to understand the greatness of The Smiths: this is the rose that is most visible, it should be noted because Gaudi has found an intimate way to bring us back before the Mancunian band with greater respect.

Now let's go near this bouquet, with a deferential inner silence, because beauty is ready to make us yet another pleasure and privilege…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

11th May 2022





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