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domenica 26 marzo 2023

La mia Recensione: Snow Ghosts - The Fell

 Snow Ghosts - The Fell


Sul podio come album dell’anno del 2023: il vecchio scriba deve ancora decidere la posizione, ma la band di Bath ci salirà di sicuro, perché dentro il cuore queste composizioni producono magia continua, accarezzano la pelle e sprigionano chilometri di molecole del sorriso, sì,  quella serotonina sempre più rara.

Certamente la musica contiene strati di difficoltà quotidiana, zone d’ombra, urla soffocate, ma i due (ora tre perché raggiunti da un polistrumentista eccelso che risponde al nome di Oliver Knowles) sanno coniugare la drammaticità del Neo Folk a una elettronica cupa riuscendo, incredibilmente, a dare energie e non tormenti. Certamente con l’ascolto non si ride, ma si riflette e lo si fa benissimo e da qui ecco spiegati i sorrisi.

Con questo lavoro maestoso, mai apocalittico, sempre centrato a rappresentare le centraline impervie dello spirito umano, la band sa come prenderci per mano e portarci nelle zone nelle quali potremmo avere paura. Ma loro sono sicuri, decisi, come anche delicati. La voce di Hannah Cartwright è una spugna che tende le sue braccia, per raggiungere note spargendo vibrazioni e calore, con il supporto di Ross Tones e di Oliver, angeli del suono e delle trame che si affacciano sulle sponde del fiume pieno di battiti elettronici, sempre sperimentali e verticali: si sale dal basso verso l’alto per elevare la mente. Ogni elemento diventa mitologico, anacronistico, di una propensione mistica incontrollabile, il rapporto con il suolo e i suoi elementi (sino ad arrivare ai segreti della Natura) vagano liberamente nei solchi di queste dodici perle, per definire la ricerca e sistemarla tra le braccia del cielo. L’accadimento pandemico ha maggiorato l’intenzione di valutare le dinamiche comportamentali, politiche e sociali, per cucire al tutto un abito che non distrugga nulla, affinché la memoria diventi un’esperienza che insegni. Non alzano mai la voce, non si gettano velocemente in stupide pulsioni, bensì ragionano, per divenire dottori dell’anima che per curarci costruiscono pillole di poesia da prendere prima e dopo i pasti…

Ma alla fine, inevitabilmente, si piange: un album così non potrà che sollevare i coperchi della nostra mediocrità perché questa saggezza, questa modalità di espressione è un seme splendido a cui bisogna far posto.

Che l’incredulità di questa bellezza trovi posto in voi… 


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

26 Marzo 2023


https://snowghosts.bandcamp.com/album/the-fell






My Review: Snow Ghosts - The Fell

 Snow Ghosts - The Fell


On the podium as album of the year 2023: the old scribe has yet to decide on the position, but the Bath band will definitely get there, because inside the heart these compositions produce continuous magic, caress the skin and release miles of smile molecules, yes, that increasingly rare serotonin.

Certainly, the music contains layers of everyday difficulties, shadowy areas, stifled screams, but the two (now three because they are joined by an excellent multi-instrumentalist who answers to the name of Oliver Knowles) know how to combine the drama of Neo Folk with dark electronics, succeeding, incredibly, in giving energy and not torment. Certainly by listening, one does not laugh, but one reflects and does so very well, hence the smiles.

With this majestic work, never apocalyptic, always focused on representing the impervious powerhouses of the human spirit, the band knows how to take us by the hand and lead us into areas where we might be afraid. But they are confident, decisive, as well as delicate. Hannah Cartwright's voice is a sponge that stretches out its arms, to reach notes spreading vibrations and warmth, with the support of Ross Tones and Oliver, angels of sound and textures that overlook the banks of the river full of electronic beats, always experimental and vertical: it rises from the bottom to the top to elevate the mind. Each element becomes mythological, anachronistic, of an uncontrollable mystical propensity, the relationship with the soil and its elements (up to the secrets of Nature) wander freely in the grooves of these twelve pearls, to define the quest and place it in the arms of heaven. The pandemic event has increased the intention to evaluate the behavioural, political and social dynamics, to sew to the whole a dress that does not destroy anything, so that memory becomes an experience that teaches. They never raise their voices, they do not throw themselves quickly into silly impulses, but they reason, to become doctors of the soul who, in order to cure us, construct pills of poetry to be taken before and after meals...

But in the end, inevitably, we weep: an album like this can only lift the lids of our mediocrity because this wisdom, this mode of expression is a splendid seed that must be made room for.

May the incredulity of this beauty find a place in you.... 


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

26th March 2023


https://snowghosts.bandcamp.com/album/the-fell









mercoledì 22 marzo 2023

La mia Recensione : Неймовіра - С​п​о​к​о​н​в​і​ч​н​а

 Неймовіра - С​п​о​к​о​н​в​і​ч​н​а


Come sono le stanze che abitiamo nei pensieri, nella fantasia e nei sogni? E che pelle hanno?

Rivolgetevi a Vlad Yakovlev e avrete le risposte, perché davvero lui è lo sganciamento della pazzia: quel che riesce a compiere l’artista Ucraino è al limite dell’assurdo! Libera i sentieri mentali e li distribuisce negli strumenti, in quanto, da ottimo polistrumentista, sa come accordare la poesia dei luoghi a questi aggeggi che nelle sue mani diventano folate di vento con il freno, per far assaggiare la maturità della lentezza.

Questo è un album strumentale, un diario gonfio di esperimenti sonori all’interno di un Neo Folk abbeverato di saliva e sudore, un camminare tra le zolle di terra del suo paese, raccogliendo e accogliendo tutto l’essenziale che esprima l’insieme di anime in coabitazione.

Ascolti questi quattro brani e vedi i volti, poveri ma dignitosi, di abitanti in pellegrinaggio dentro se stessi e accedi ai sentieri che non hanno le luci della ribalta (dove vivono la maggior parte degli esseri umani) per entrare in contatto con la natura, in danze orientali con il destino di chi con queste canzoni trova consolazione.

Folle è la vita se non conosce il racconto: Vlad si prende questa responsabilità e lo fa, spiega con la sua letteratura musicale senza tentennamenti, con queste ballate che hanno l’odore di un Rinascimento ancora presente nel codice dei segreti territoriali che si tramandano di generazione in generazione. Un messaggero sublime e incorruttibile: abbracciamo questi suoi scritti e spariamo dentro questa bellezza atroce…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

22 Marzo 2023


https://knittedsea.bandcamp.com/album/2023





My Reviews: Painted Romans - Sing to the Child (Single Mix)

 Painted Romans - Sing to the Child (Single Mix)


Praise be to the darkness that turns on the light.

 The whip with guitars of Neo Folk ordinance and the fold on the cobblestones of imaginary roads of the 1700s arrive with this work.

Let's get smart and embark, destination Norway.

In that mysterious country, with its rarefied and sincere shadows, the oblique chromosomes of a band in a state of grace stir: sometimes a song is enough to touch the sky...

Take Mats Davidsen's talent and wait: he has a story to tell you and seduces your curiosity with a muffled, therapeutic flash, with his voice registering up to baritone, to make you sink into his marvellous cantilena. 

Having identified the balsamic sequence of chords, the song is a journey into the thoughts of a girl and her child, to identify the lives of souls that must stay connected, and the song becomes a delicious and poignant lullaby, with tears visiting our hardened hearts.

Everything will get wild soon, but these notes seem to be able to stop time and soften the imminent future a little. There's no point in making comparisons, forget Death in June, let the silliness go away, live in these minutes and give that baby a caress...


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
22nd March 2023






La mia Recensione: Painted Romans - Sing to the Child (Single Mix)

 Painted Romans - Sing to the Child (Single Mix)


Sia lodato il buio che accende la luce.

 La frusta con chitarre di ordinanza Neo Folk e la piega sul pavè di strade immaginarie del 1700 arrivano con questo lavoro.

Prendiamo l’intelligenza e imbarchiamola, destinazione Norvegia.

In quel paese misterioso, dalle ombre rarefatte e sincere, si agitano i cromosomi obliqui di una band in stato di grazia: a volte basta una canzone per toccare il cielo…

Prendete il talento di Mats Davidsen e aspettate: lui ha una storia da raccontarvi e seduce la vostra curiosità con un lampo ovattato e terapeutico, con il suo registro di voce che arriva a essere baritonale, per farvi sprofondare nella sua meravigliosa cantilena. 

Individuata la sequenza balsamica degli accordi, il brano è un cammino nei pensieri di una ragazza e del suo bambino, per identificare la vita di anime che debbono stare collegate, e il canto diventa una ninnananna deliziosa e struggente, con le lacrime che visitano i nostri cuori induriti.

Tutto si farà selvaggio a breve, ma queste note sembrano poter fermare il tempo e addolcire un poco il futuro imminente. Non è il caso di fare paragoni, lasciate perdere i Death in June, fate assentare la stupidità, vivete in questi minuti e date una carezza a quel bambino…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
22 Marzo 2023






lunedì 2 gennaio 2023

La mia Recensione: Motuvius Rex - Black Locust Grove

 Motuvius Rex - Black Locust Grove


Immagini gravide di tensioni e lampi magnetici si alzano, con un volo ferreo, da Louisville, nel Kentucky, per recare danni magnifici, corposi e acidi, nella gramigna incolta della nostra incoscienza. Come un serpente pieno di sabbia, pronto per il suo pasto, Mr. Christopher Shahn Rigsby fa di noi prede assolute. Le sue armi sono due canzoni che arrivano e anestetizzano la nostra convinzione che davanti alla potenza delle cavità oscure ci si possa difendere. In attesa dell’imminente Lp The Vigilant Sower, l’uomo dalla barba epilettica ci infesta e rende giustificato il suo misterioso regno. Visitando luoghi a noi negati, ci insegna la desolazione e la tempesta, le disgrazie e la tossicità mentale, con precisione chirurgica e unghie che si spezzano dentro la sua voce fumogena ma pesante come una lastra di marmo.


Il Maestro dell’inquietudine arriva attraverso la combustione di un folk noir rovistato e rivisitato, sulla strada di un’apocalisse funerea, immediata, con tracce minime del mai rinnegato Gothic Rock. Ma lui ha costruito una macchina del tempo ed è giunto, per noi (ovviamente), dentro la piazza di un paese medioevale, ingrigito e polveroso. Gli odori pesanti sono stati essiccati e messi in un’ampolla. Tornato ai giorni nostri, Christopher li ha utilizzati gettandoli in queste sue lacrime graffiate.


Si passeggia tra i Death in June assediati da torsioni crudeli, i Red Lorry Yellow Lorry come sacerdoti in attesa di punirci, i Fields of the Nephilim massacrati dai dubbi che vorrebbero ammazzare Cthulhu e da una catena di angeli neri in trasferta dentro i nostri rosari arresi e schiacciati da pietre levigate, smussate, abbandonate nel nostro respiro.


Due canzoni che ora entrano nella penna descrittiva del vostro scriba impaurito.


Song by Song 


1 - Black Locust Grove


Fotografie sconsacrate avanzano nei lapilli di chitarre ridondanti, la voce di Christopher invoca quella di Chris Reed, per un sodalizio virtuale immenso, mentre la musica si muove come una clessidra in un giorno di vento: pronta a morire, felicemente, mentre le tenebre allungano le loro mani dentro le creature terrestri. Uccelli e serpenti si inchinano e si avvicinano ai nostri cuori. Si danza su una batteria sincopata e nevrotica, con il basso sovrano: martellate le sue, colpi di ascia che però affascinano, come nella scena maestra del film Shining.



2 - Shattered (Full Gospel)


Pensare possibile un’unione tra i Death In June e i Fields of The Nephilim pare un azzardo figlio di allucinazioni con la bava alla bocca. Ma è cosa vera e giusta e soprattutto possibile e quindi reale: Christopher inscena una recita dove il ritardo dei sensi viene ritmato da un sacro hand clapping, e le chitarre sono secche sentenze come i colpi sui tasti di un piano in decadenza permanente. La malinconia precipita in un catino composto da desideri fustigati e le voci fuori campo rendono il brano la scena di un film pieno di controfigure: quanto sia pericoloso avvicinarsi a disumani desideri lo sappiamo tutti…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

3 Gennaio 20223

https://motuvius.bandcamp.com/album/black-locust-grove

https://open.spotify.com/album/0qiYMUUruih0NqsQXptdlY?si=RmbBaQ8-Q1CRcWLOVWPOAw



 

My Review: Motuvius Rex - Black Locust Grove

 Motuvius Rex - Black Locust Grove


Images pregnant with tension and magnetic flashes rise up, with an iron flight, from Louisville, Kentucky, to do magnificent damages, full-bodied and acidic, in the uncultivated crabgrass of our unconsciousness. Like a snake full of sand, ready for its meal, Mr Christopher Shahn Rigsby makes absolute prey of us. His weapons are two songs that come and anaesthetise our belief that before the power of dark hollows we can defend ourselves. In anticipation of the forthcoming LP The Vigilant Sower, the man with the epileptic beard haunts us and makes his mysterious realm justified. Visiting places denied to us, he teaches us about desolation and storm, misfortune and mental toxicity, with surgical precision and nail that break in his voice which is smoky but heavy as a slab of marble.


The Master of Disquiet arrives through the combustion of a rummaged and revisited folk noir, on the road to a funereal, immediate apocalypse, with minimal traces of the never-renounced Gothic Rock. But he has built a time machine and arrived, for us (of course), inside the square of a medieval town, greying and dusty. The heavy smells were dried out and put into an ampoule. Back in the present day, Christopher used them by throwing them into these scratched tears of his.


We stroll among Death in June besieged by cruel twists, Red Lorry Yellow Lorry as priests waiting to punish us, Fields of the Nephilim slaughtered by doubts that would like to kill Cthulhu and a chain of black angels moving inside our surrendered rosaries and crushed by polished, blunted stones, abandoned in our breath.


Two songs that now enter the descriptive pen of your frightened scribe.


Song by Song 


1 - Black Locust Grove


Deconsecrated photographs advance in the lapilli of redundant guitars, Christopher's voice invokes that of Chris Reed, for an immense virtual partnership, while the music moves like an hourglass on a windy day: ready to die, happily, as darkness stretches its hands inside the earthly creatures. Birds and snakes bow and approach our hearts. We dance to a syncopated, neurotic drumming, with the bass which is sovereign: it produces hammer blows, axe strokes that nonetheless are able to captivate, as in the master scene of the movie The Shining.



2 - Shattered (Full Gospel)


To think of a possible union between Death In June and Fields of The Nephilim seems like a gamble, the result of hallucinations frothing at the mouth. But it is true and right, and above all possible and therefore real: Christopher stages a recital where the delay of the senses is punctuated by sacred hand clapping, and the guitars are as dry as the blows on the keys of a piano in permanent decay. The melancholy precipitates into a bowl composed of flogged desires and the voiceovers make the track the scene of a movie full of stand-ins: we all know how dangerous it is to approach inhuman desires...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

3 January 2023

https://motuvius.bandcamp.com/album/black-locust-grove


https://open.spotify.com/album/0qiYMUUruih0NqsQXptdlY?si=RmbBaQ8-Q1CRcWLOVWPOAw



La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

  Midas Fall - Cold Waves Divide Us La corsia dell’eleganza ha nei sogni uno spazio ragguardevole, un pullulare di frammenti integri che app...