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martedì 22 febbraio 2022

My Review: Costume - Preserve Humanity

 My Review


Costume - Preserve Humanity

2021


Salt weather and acid wind surround thoughts, carrying them in a river full of sounds and atoms with dirty feathers. There are those who manage to separate the sun from the black, those who penetrate into things to take a position and act as a sieve, those who use voice and suggestions to sedate.

When it happens in Music it always generates an impact: it is the shivers and true and deep considerations that certify a conscience which pulsates, which does not want to remain defenceless.

And so the time has come to listen to six songs that splendidly accomplish this journey, making our feathers more aware, handing them back the limpid colour of a better life.

They are two artists, Claudia Placanica from Pistoia and Marco Cozza (MauSS) from L'Aquila, a combo that scratches hostilities with an intense and contaminating way of doing things, bearers of thunderstorms in a continuous cycle, tireless in making music and words a decisive and capable union, messengers of commitment, who detect the sounds of this time and the wickedness that sticks to the skin.

They are opposed by crossing reality with a neurotic and sublime manner, skilfully using electronic music as a mirror, techno house as muscular mass and echoes of Postpunk which is kept almost hidden but effective.

Music as a tale able to synthesise after exploring moods, instincts and breakdowns, giving vigour to the will to determine shocks and separations.

Claudia's vocals are a seductive hypnosis, impetuous and generous, with the ability to powerfully emphasise words of cut glass.

This is the case in the opening song Preserve Humanity where, between sighs and a sharp voice, the lyrics become breathtaking glue combined with the music of MauSS, very skilled in giving a sense of psychic agitation in suspension.

Electronic music slows down to inflate the mind with synthetic pills composed of fear, like a bubble of fog that slowly explodes.

With Protect Me, the guitar appears capable of suggesting how Postpunk can still impregnate our desires towards its generous attitude, still able to fascinate. If it does so as in this case with an electronic dress that seems like a modern velvet pregnant with tension combined with Claudia's voice that, like an orgasm of greatness, is inspired by Siouxsie and Lene Lovich of the best times, then I would say that one cannot but be amazed and inundated by earthquakes which eliminate external ugliness.

The short episode Who Dreams 1 smells of Turkey and smoke in a circular motion to stun us briefly but intensely.

Then the roar: Democracy Burn is the gem that brings winter to inflame the sleep of a conscience that is no longer industrious but lazy. This music resembles a grater, flaying the skin, and with the words and Claudia's precise and extraordinary interpretation, it slams kilos of uranium on our faces, because this track is the contamination that advances ruthlessly but seductively. 

We walk again inside the mechanisms of a continuous denunciation that this time raises the pace and with A Dead Man takes us inside a desolate and abandoned factory, like in a rave where nobody is left. Claudia wears the mode of an expert crooner who allows herself the melody: here too we are shaken by the call of a mode of expression very close to Siouxsie, but with a music that finds the expressive courage that the Banshees had lost. 

And everything seems suspended and disquieting, Transglobal Underground seem to come out of the factory corridors to give their consent to the artistic work of MauSS, here minimalist and gloomy.

It comes to a farewell with Dreams 2: it does so with 56 seconds, essential, like a pelvic movement in acid, sovereign, as if to suggest that the slow dance remains the most deductive and fierce.

An Ep which reveals a propensity for artistic expression which has all the right credentials, with an apparent kindness but capable of exploding too: it takes skill in listening and a propensity to abandon oneself to be able to generate a definitive encounter between those who compose and those who listen.

A work indeed capable of taking us around places made of mystery and raw truths, in a time when reflection is a must and Music becomes a courage that wants to unite: let's give it a chance, since Costume has qualities in abundant generosity.


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford

22nd February 2022


https://costumeband1.bandcamp.com/album/preserve-humanity




La mia Recensione: Costume - Preserve Humanity

 La mia Recensione


Costume - Preserve Humanity

2021


Tempo di sale e vento acido circonda i pensieri portandoli in un fiume pieno di suoni e atomi dalle piume sporche. C’è chi riesce a separare il sole dal nero, chi si addentra nelle cose per prendere posizione e fare da setaccio, chi usa la voce e suggestioni per sedare.

Quando avviene nella Musica genera sempre un impatto: sono i brividi e considerazioni vere e profonde che certificano una coscienza che pulsa, che non vuole rimanere inerme.

E allora è giunto il momento di ascoltare sei canzoni che splendidamente compiono questo percorso, rendendo le nostre piume più consapevoli, consegnando nuovamente loro il colore limpido di una vita migliore.

Sono due artisti, Claudia Placanica di Pistoia e Marco Cozza (MauSS) dell’Aquila, un combo che graffia le ostilità con un fare intenso e contaminante, portatori di temporali a ciclo continuo, instancabili nel fare della musica e delle parole un’unione decisa e capace, messaggeri di impegno, che rilevano i suoni di questo tempo e le cattiverie che si appiccano sulla pelle.

Si oppongono attraversando la realtà con fare nevrotico e sublime, utilizzando sapientemente l’elettronica come specchio, la techno house come massa muscolare ed echi di Postpunk tenuti quasi nascosti ma efficaci.

Musica come un racconto che sintetizza dopo aver esplorato l’umore, gli impulsi e gli sfaceli dando vigore alla volontà per determinare scuotimenti e separazioni.

Il cantato di Claudia è ipnosi seducente, dal fare impetuoso e generoso, con l’abilità di enfatizzare in modo potente parole di vetro tagliato.

È il caso della canzone di apertura Preserve Humanity dove, tra sospiri e voce tagliente, il testo diventa colla che toglie il fiato unita alla musica di MauSS, abilissimo nel conferire un senso di agitazione psichica in sospensione.

L’elettronica che rallenta per gonfiare la mente con pillole sintetiche composte di paura, come una bolla di nebbia che esplode lentamente.

Con Protect Me la chitarra appare capace di suggerirci come il Postpunk possa ancora ingravidare i nostri desideri verso quella sua attitudine generosa e capace ancora di affascinare. Se poi lo fa come in questo caso con annesso un vestito elettronico che sembra un velluto moderno e gravido di tensione unita alla voce di Claudia che, come un orgasmo di grandezza, prende la Siouxsie e Lene Lovich dei tempi migliori, allora direi che non si può che rimanere stupiti e inondati da terremoti che eliminano le brutture esterne.

Il breve episodio di Who Dreams 1 odora di Turchia e fumo in moto circolare per stordirci brevemente ma con intensità.

Poi il boato: Democracy Burn è la gemma che porta l’inverno ad incendiare il sonno di una coscienza non più operosa ma pigra. Assomiglia ad una grattugia questa musica che scortica la pelle e con le parole e l’interpretazione precisa e stellare di Claudia ci sbatte sul volto chili di uranio, perché davvero questo brano è la contaminazione che avanza spietata ma seducente. 

Si cammina ancora dentro i meccanismi di una denuncia continua che questa volta alza il ritmo e con A Dead Man ci porta dentro una fabbrica desolata e abbandonata, come in un rave dove non è rimasto nessuno. Claudia indossa la modalità di una crooner esperta che concede a se stessa la melodia: anche qui si è scossi dal richiamo di una modalità espressiva molto vicina a Siouxsie, ma con una musica che trova quel coraggio espressivo che i Banshees avevano perso. 

E tutto sembra sospeso e inquietante, i Transglobal Underground sembrano uscire dai corridoi della fabbrica per dare il loro consenso all’operato artistico di MauSS, qui minimalista e tenebroso.

Si giunge al congedo con Dreams 2: lo fa con 56 secondi, essenziali, come una movenza pelvica in acido, sovrana, quasi a suggerire che la danza lenta rimane quella più deduttiva e feroce.

Un Ep che rivela una propensione all’espressione artistica con tutti i crismi, con una apparente gentilezza ma capace anche di deflagrare: occorre abilità nell’ascolto ed una propensione all’abbandono di se stessi per poter generare un incontro definitivo tra chi compone e chi ascolta.

Un lavoro effettivamente capace di portarci in giro per luoghi fatti di mistero e verità crude, in un tempo nel quale la riflessione è doverosa e la Musica diventa un coraggio che vuole unirsi: diamogliene modo perché Costume ha qualità in abbondante generosità.


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford

22 Febbraio 2022


https://costumeband1.bandcamp.com/album/preserve-humanity




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