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sabato 17 giugno 2023

My Review: Désar - Into the Sun

Désar - Into the Sun  


A record born while listening to a Toronto radio station, for this Brooklyn-based artist, a man of truly remarkable personal and musical culture.

Listen to his presentation of the album and you will be really pleased. The old scribe could keep quiet, no problem.

But no.

The ten compositions deserve a little comment.

The general atmosphere is that of an exploration of problems, a breathing space that illuminates thoughts with a new form. It counts for a lot to identify the musical zones crossed, used, squeezed like lemons from the juice that is needed to make the palate change. The recitative and the overlapping of voices are magic that comfort and often make us forget that without the singing we would probably be hypnotised and wounded

Lucien Désar is a composer of music with the intention of bringing to mind the Darkwave of the 90s, and I think he has succeeded, but I would add that he has done so by making a few changes that guarantee a caress towards the 80s, while greatly annihilating that of recent years, as his eclecticism is measured but powerful, allowing a flexibility that in the end turns out to be his real trump card.

Exhale's piano is a delirium: the breathing experiences a sudden tremor, the blood swerves and the words are further thorns that drive the throat to writhe. 

This track is enough (don't think it is an unexpected, something different from the rest of the album, because instead it fully represents it), to be in love with an unexpected flutter of wrinkled truths. He is like that: a surprise like a postage stamp with saliva that makes you fall in love with his gems as if you were a child in front of the lightning in the sky.

With Die, sandpaper under the wings of a tank, he packs a punch, and you can hear how the American artist knows how to converse between musical genres, slipping in a siren that sounds like an angry ambulance.

But the art project is really conceived to be an extraordinary repository of chains that touch and create freedom. That of not seeing the time that had disappeared. And this is a credit to him.

If that's not enough for you: the beginning of the resounding Travel to Mars (amidst classical music impetuses, Star Wars cheers, and electronics performing a perfectly successful intervention) will perfectly show you his universe, made up of qualities that know no end.

Grab yourself a glass, fill it with patience and you will drink a record with a unique taste...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17th June 2023


https://desar.bandcamp.com/album/into-the-sun






La mia Recensione: Désar - Into the Sun

Désar - Into the Sun  


Un disco nato ascoltando una radio di Toronto, per questo artista di Brooklyn, uomo dalla cultura personale e musicale davvero notevole.

Ascoltatevi la sua presentazione dell’album e rimarrete davvero soddisfatti. Il vecchio scriba potrebbe tacere, senza alcun problema.

Invece no.

Le dieci composizioni meritano un piccolo commento.

L’atmosfera generale è quella di una esplorazione dei problemi, un respiro che illumini i pensieri di una nuova forma. Conta moltissimo individuare le zone musicali attraversate, usate, spremute come limoni dal succo che serve per far cambiare il sapore al proprio palato. Il recitativo e le sovrapposizioni delle voci sono magie che confortano e ci fanno dimenticare spesso che senza il cantato saremmo probabilmente ipnotizzati e feriti…

Lucien Désar è un compositore di musiche che hanno l’intenzione di far ricordare la Darkwave degli anni ’90 e credo che ci sia riuscito, però aggiungerei che l’ha fatto apportando alcune modifiche che garantiscono la carezza verso gli anni ’80, annichilendo di molto quella degli ultimi anni, in quanto il suo eclettismo è misurato ma potente, permettendo una flessibilità che alla fine risulta essere la sua vera carta vincente.

Il piano di Exhale è un delirio: la respirazione conosce un tremolio improvviso, il sangue sbanda e le parole sono ulteriori spine che spingono la gola a contorcersi. 

Basterebbe questo brano (non crediate sia un imprevisto, un qualcosa di diverso dal resto dell’album, perché invece lo rappresenta pienamente), per essere innamorati di un inatteso sventolio di verità rugose. Lui è così: una sorpresa come un francobollo con la saliva che ti fa innamorare delle sue gemme come se fossi un bambino davanti ai lampi del cielo.

Con Die, carta vetrata sotto le ali di un carro armato, si prende un pugno, e si nota come l’artista americano sappia dialogare tra i generi musicali, infilando una sirena che pare una ambulanza inferocita.

Ma il progetto artistico è davvero concepito per essere un deposito straordinario di catene che sfiorandosi creano la libertà. Quella di non vedere scomparire il tempo che fu. E questo è un merito che gli dobbiamo riconoscere.

Se non vi basta: l’inizio della clamorosa Travel to Mars (tra impeti di musica classica, Star Wars che applaude, e l’elettronica che compie un intervento perfettamente riuscito) vi mostrerà perfettamente il suo universo, fatto di qualità che non conoscono fine.

Prendetevi un bicchiere di vetro, riempitelo di pazienza e berrete un disco dal gusto unico…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17 Giugno 2023


https://desar.bandcamp.com/album/into-the-sun





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