martedì 10 maggio 2022

La mia Recensione: Slowdive - No Longer Making Time

 La mia Recensione:


Slowdive - No Longer Making Time


I desideri e le attese: un connubio che sa mostrare voli come spine tra le onde del cielo, come una carezza a uno scorcio improvviso a rendere il respiro il regalo migliore.

La gioia e il dolore possono entrare tra quei due come variabili dal sorriso impreciso.

Un tremulo squarcio si affaccia e come carta assorbente pulisce ed evita l’inutile: ci sono canzoni dalle infinite funzioni che rilasciano tra le note l’essenziale, dimora del talento cosciente con il senso del giusto. E sia allora il tempo di portare nelle corsie della consapevolezza l’infinita poesia di impulsi dalla pelle sottile, vagabonde tra pulsioni creative essenziali: davanti a loro si entra nella dimensione onirica che strappa una storia dal destino segnato per sospenderlo tra chitarre dall’incanto facile. Ci troviamo davanti alla danza di una cellula nera che può essere resa immobile solo da voci che, seducendo questo microcosmo, le regalano una bottiglia di champagne nel cuore della notte.

Rachel e Neil adoperano un canto screziato, figlio di un divagare magnetico tra chitarre mantra con il dono della scia morbida e ripetitiva.

Gli Slowdive dialogano con Cathy e il suo ragazzo, nella favola della memoria come un’altalena dagli occhi azzurri che nel suo oscillare avvicina e allontana la bellezza.

Ci ritroviamo con un brano che provoca un deliquio, con conseguente sospensione della coscienza ed è in quel luogo che la band inglese ci mostra di essere una fuoriclasse assoluta.

Le sensazioni che provengono dall’ascolto rivelano l’identità di cavallette che, uscendo dallo stomaco, giustificano un sogno radioso e le nostre bocche, estasi congelate senza paura, respirano la poesia. Una composizione musicale come dedalo, la sequenza di suoni che generano il canto poetico delle labbra sospese, nel viaggio dal battito dorato. 

Una cantilena a rendere la notte il serbatoio di sussurri tra le armoniose espressioni dei due, mentre nell’aria umida echeggiano note dal tremore fascinoso in salita senza ancora.

Si sale per trovare l’infinito: per fare tutto questo occorrono cinque minuti e quarantotto secondi, il tempo di sentire la lievità come parte reale e generosa delle infinite possibilità umane.

Non si può fuggire dai raggi lunari quando sono gli Slowdive a portarceli: gli Dei lo considererebbero un reato e ci punirebbero…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
10 Maggio 2022






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