The Doctors - Modern
Se ci si affida solo al gusto personale, si finisce con il definire i dischi come belli, brutti e via dicendo, in un gioco sterile di lavoro personale nell’individuare ciò che contiene.
Alcuni lavori sembrano incompleti, mancanti di qualcosa, come se avessero le maniche corte nel pieno dell'inverno, mostrando e donando la sensazione che tutto possa essere rimandato a un progetto futuro. E invece quelli sono gli album migliori, senza alcun dubbio.
Prendete Modern, dei fratelli Patrick and Domenique Mouras: in mezzo al veleno, alle scorribande, alle urla Post-Punk con adiacenze elettroniche, si potrebbe pensare a qualcosa di monco, e invece è la perfezione di ciò che manca che rende questi sei brani perfetti, gracchianti, fulminanti, isterici e aggressivi. Approcciandoci a un meticoloso ascolto, non abbiamo il senso manieristico della progettazione bensì una irruenza giovanile, impeti e fragori che viaggiano veloci sui disagi, per definire l’umanità come una clamorosa approssimazione. Sono bravissimi perché integri, esplosivi e determinati a tagliare l’aria con sforbiciate di suono primitivo, incalzanti e raggomitolati nei rivoli dell’acqua agitata dalla Coldwave che si affaccia con grande eleganza. I Francesi uniscono l’umore gotico a una frizzante catena di musica, che spazia e dilata i sensi: l’uso di lingue diverse è una freccia di sale che consente suggestioni multiple. Nessun dubbio che ci stiamo trovando davanti a una sfera illuminante di qualità che non conoscono pausa: indagano, conquistano e rovistano il tempo per trovare ganci da incenerire. Disco clamoroso che merita il palcoscenico dei vostri ascolti…
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