venerdì 10 giugno 2022

La Recensione di Marco Sabatini: Peter Grimes 4 interludes / Benjamin Britten - Echo ‹the Bunnymen

 

La Recensione di Marco Sabatini

Ocean rain- Echo and the Bunnymen meeting Peter Grimes 4 interludes / Benjamin Britten


Sono affacciato davanti al Belvedere di Osimo ma non è delle belle colline marchigiane che si andrà a parlare, volgendo lo sguardo all’indietro posso scorgere uno spicchio di mare perché nelle Marche si sa convivono coste di velluto e irti colli, ok si parte. Peter grimes, Ian Mac Cullough, mari in tempesta, regni che traballano sotto la luce lunare, orchestre che pennellano suoni ricchi di fascino. È giusto che tutto inizi da un'alba Dawn del primo interlude di Britten, 3 minuti e 29 che introducono alla storia del pescatore del villaggio, siamo nel 1830, c'è un processo contro di lui, un ragazzo che è morto sugli scogli, vacilla il suo Regno insieme alla sua sanità mentale e My Kingdom di conseguenza sarà l'ascolto successivo. I’ve Lost and I’ve gained while was thinking - you cut off my hands when i want to twist, avete presente?! Da qui si procede verso mari più tranquilli e siamo al secondo ascolto di Britten, Sunday Morning decisamente più arioso e allegro come il brano forse più conosciuto del quarto album degli Echo and the bunnymen ovvero Seven seas - and stop your tears from stinging - here the caveman singing - good news they’re bringing.

• E la luce lunare del terzo Interlude del Peter Grimes fa calare le tenebre su una bella domenica, moonlight color dell'argento. E arriviamo dunque a Silver, walked on a tidal wave – Daflaughedt in the face of a brand New day - food for survival thoughts - mapped out the place where I planned to stay e arriviamo al famoso la la la la la la la la la la la la la familiare a chi si diletta col karaoke, tutto bene dunque, alla grande? No, per niente, perché arriva il buon Benjamin a portarci in un mare in burrasca, in a Storm, quarto e ultimo interludio; legni che sbattono forte, trombe che impazzano, tamburi che suonano funerei, onde bianche nel nero della notte, vele che si piegano sotto i venti impetuosi. Quindi il finale dai docks di Liverpool, Ocean Rain, ovvero da una tempesta all'altra - all at sea again and now my hurricanes have brought down this ocean rain to bathe me again, possiamo chiudere qua dove la voce di Ian raggiunge vette commoventi tra schizzi di spuma marina e sprofondati in un'amarezza propria del vivere oggi come al tempo del pescatore Peter grimes.


Marco Sabatini

Offagna

10 Giugno 2022





1 commento:

  1. Invito all'ascolto soprattutto degli interludes, molto gradito un feedback!

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