The Slow Readers Club - Technofear
I viaggiatori del tempo conoscono meglio i mutamenti fisiologici, ideologici e territoriali dell’umanità.
Sono i guardiani della verità e saggi in fase di occupazione continua.
Arriva la nuova canzone del quartetto mancuniano ed è una scossa elettrica, elettronica, tecno che, partendo dalla base musicale lapidaria e potente, arriva ai testi di Aaron Starkie, che in questa occasione sa rovesciare nelle strofe e nel ritornello due atteggiamenti e ruoli diversi, finendo per mostrare preoccupazione e poi riuscendo a colorare di un fresco azzurro il cielo delle nostre esistenze.
Queste due fazioni sono perfettamente collegate dal ritmo del brano: veloce prima e in grado di rallentare nel ritornello per poter dare più luce al messaggio positivo dei versi.
Realtà, astrazione, tempo di riflessione vengono coniugati in modo esaltante in questi due blocchi e la chitarra di Kurtis svetta seppure nel circuito elettronico: le sue note diventano parole come sveglia, lampo cognitivo e in grado di accumulare una notevole tensione.
Il basso funge da protettore, in un lavoro dal suono cupo, ovattato e con la capacità di avvolgere questo roboante attrito magnetico del synth.
Bello questo senso di stimolazione e copertura di pensieri, in una danza spavalda che porta coraggio nelle vene.
Un episodio che conferma l’altissima qualità di questa band nata per essere adorata, mentre l’anima si contorce dallo struggimento ma senza essere abbandonata: gli Slow Readers Club sono i custodi di una bellezza che vaga nei corridoi sconsacrati dell’altrui disattenzione, rimettendo le cose al loro giusto posto.
Un brano pazzesco e voluminoso farà da copertina ai nostri disastri…
Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
10 Ottobre 2024
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