venerdì 17 marzo 2023

My Review: Dark Narrows - My Last Party

 Dark Narrows - My Last Party 


Here are the shadows of Maryland encircling the wind and bringing crumbs of electrified post-punk to the shores of a pulsing call. They return, enchant, chill breaths, tergiversate, and lead our listening on a leash to the earthly field of continuous, amplified spasms.

The need to affirm the identity of sound passes through stratagems that employ electronics as a putative father, the governing of impulse with the schematic school that right in the heart of Maryland (1978) had shown a new way forward.

Musical notes like gothic sweat moving on keyboards oxygenated by restlessness and bewilderment, circular, never mutant, always constant, travelling within themselves.

How far have these guys come? Perhaps you may have heard their magnificent cover of Desire, by The Sound. Well: in this disc you will hear their steps become authoritative, disengaged from comparisons, from the need for affirmations, and instead find a wrapping with their sound, rhythm, melodic traits that are absolutely delicious and whose importance must be recognised. A growing band, ranging and sowing pulses full of fermenting liquids that stop the discomfort of living, telling it like it is. Thus we find highly muscular uprisings, hydrating systems of rebellion that find in the guitar loops great forests to take in, with the bass pulling slaps and cleaning up the misunderstandings of stupid comparisons. It is a spectacular album, a soulful voice that overthrows identity on melodic lines that are always reduced to the bone, a sublime diet that empties and detoxifies listening from any drift composed of stupid excesses. 

My Last Party is not made up of episodes, but of a strategic line given by a summa that expands and forms a nucleus on which everything that enters becomes polite and relevant: there are few who do this and they do it damn well!

Everything is electric discharge, beat after beat that informs and kneads ideas and needs in order to launch an attack that, compulsive and atrocious, makes this work an absolute gem...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17th March 2023


https://darknarrows.bandcamp.com/album/my-last-party




La mia Recensione: Dark Narrows - My Last Party

 Dark Narrows - My Last Party 


Ecco le ombre del Maryland circondare il vento e portare briciole di Post-Punk elettrificato sulle sponde di un richiamo che si fa pulsante. Tornano, incantano, raffreddano i respiri, tergiversano, e  conducono i nostri ascolti a guinzaglio nel campo terrestre di spasmi continui, amplificati.

Il bisogno di affermare l’identità del suono passa attraverso stratagemmi che impiegano l’elettronica come padre putativo, il governare l’impulso con la scuola schematica che proprio nel cuore del Maryland (1978) aveva mostrato una nuova strada percorribile.

Note musicali come sudore gotico in movimento su tastiere ossigenate da inquietudini e smarrimenti, circolari, mai mutanti, sempre costanti, in viaggio dentro di sé.

Quanta strada hanno fatto questi ragazzi? Magari potreste aver sentito la loro cover, magnifica, di Desire, dei The Sound. Ebbene: in questo disco sentirete i loro passi divenire autorevoli, sganciati da paragoni, da necessità di affermazioni, e trovare invece un involucro con il loro suono, ritmo, tratti melodici assolutamente prelibati e di cui è necessario riconoscere l’importanza. Una band in crescita, che spazia e semina pulsioni pregne di liquidi in fermentazione che fermano il disagio del vivere, raccontandolo come prima scelta. Troviamo quindi sommosse altamente muscolari, sistemi idratanti di ribellioni che trovano nei loop della chitarra grandi foreste di cui prendere visione, con il basso che tira sberle e pulisce gli equivoci di stupide comparazioni. Un album spettacolare, una voce dell’anima che rovescia l’identità su linee melodiche sempre ridotte all’osso, una dieta sublime che svuota e disintossica l’ascolto da ogni deriva composta da stupidi eccessi. 

My Last Party non è fatto di episodi, bensì di una linea strategica data da una summa che si dilata e forma un nucleo su cui tutto ciò che entra in noi si fa educato e rilevante: sono in pochi a fare questo e loro lo fanno maledettamente bene!

Tutto è scarica elettrica, un beat dopo beat che informa e impasta idee e bisogni per sferrare un attacco che, compulsivo e atroce, fa di questo lavoro una gemma assoluta…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17 Marzo 2023


https://darknarrows.bandcamp.com/album/my-last-party




La mia Recensione: OBWSESSION - Mind the gap

 OBWSESSION - Mind the gap


Il Sud dell’Italia che vive malinconie e ambasce, e che non sempre è pieno di sole, che gravita dentro morbide zone come strisce di grigio, viene portato alla luce della nostra ignoranza dal talento puro di Alessandro Diciolla.

Il ragazzo della provincia di Bari scrive, con questo brano, un melodico tributo all’attenzione, emotiva e cerebrale, frutto di un albero che cresce sul suo petto, e che fuoriesce attraverso un dettato di suoni raggomitolati dal cammino di foglie di musica grasse che saltano sui tasti di un piano e l’abilità di richiami Neo Folk, dati da un sapiente utilizzo di fruscii e l'intervento dell’elettronica.

Ci si stringe in un sospiro: una punta di dolore precipita in queste note, ma nulla di cui avere paura in quanto la musica è veloce, rapace e capace di trovare l’allegria sui suoi tocchi che mette bene in fila.

Tutto è mistero: il mittente scrive al cielo con un indirizzo che non si può certificare, non possiamo immaginare un ipotetico ricevente se non il suo stupore, il suo danzare con questo approccio jazz che mostra l’interesse, la voglia, la capacità di respirare il desiderio di allargare la forma canzone e di invitare a bordo chiunque possa sognare di baciare le nuvole. Una poesia che chiede attenzione (Mind the gap…), perché se non si raccoglie una bellezza tale si può cadere e farsi molto male…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

17 Marzo 2023


https://obwsession.bandcamp.com/track/mind-the-gap




giovedì 16 marzo 2023

La mia Recensione: Mother’s Son - Silence Starved EP.

 Mother’s Son - Silence Starved EP.


Ma che belle queste incursioni a Melbourne, specialmente quando spazzano via l’idea che in quella città vivano solo persone illuminate dal sole e dalla gioia di vivere. Ascoltare queste tre canzoni è baciare una amara verità in bocca. La Coldwave lascia l’Europa e miete vittime sacrificali, meravigliose, attente, capaci di imparare che anche in quella parte del mondo vi sia modo di espandere distese di tenebra, anche se non troppo cupa. La sensazione che la veste gotica possa ispessire le plumbee atmosfere diventa certezza con Silence Starved, una principessa con la delicata propensione a divenire un mantra come conseguenza di linee di synth incantevoli. La successiva Winter’s Light mostra segnali di Post-Punk fuoriuscito da Manchester (England) nel 1983, per poi incontrare l’elettronica tedesca della Francoforte mai doma. Con l’abilità di mostrare la faccia quasi dance-pop, delle tre è quella che presenta maggiori soluzioni artistiche. La finale From Now è la chicca che incanta: piena di pathos che esce dalle nubi Coldwave Belghe, presenta una morbidezza presunta, un ghigno diabolico che è ingannato dal cantato cadenzato, mentre la musica è un sibilo nel cervello e il basso il martello che paralizza gli arti nel momento in cui provano a ballare. Un lavoro che saprà divenire miele macchiato dal sale…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

16 Marzo 2023


https://mothers-son.bandcamp.com/album/silence-starved-ep







My Review: Mother’s Son - Silence Starved EP.

 Mother's Son - Silence Starved EP.


How beautiful are these forays into Melbourne, especially when they sweep away the idea that only people illuminated by the sun and the joy of living inhabit that city. To listen to these three songs is to kiss a bitter truth on the lips. Coldwave leaves Europe and reaps sacrificial victims, wonderful, attentive, able to learn that even in that part of the world there is a way to expand stretches of darkness, though not too gloomy. The feeling that the gothic form can thicken the leaden atmosphere becomes a certainty with Silence Starved, a princess with the delicate propensity to become a mantra as a consequence of enchanting synth lines. The following Winter's Light shows signs of Post-Punk coming out of Manchester (England) in 1983, and then meets the German electronic music of the never tamed Frankfurt. With the ability to show its almost dance-pop face, of the three it is the one with the most artistic solutions. The final From Now is the gem that enchants: full of pathos coming from the Belgian Coldwave clouds, it presents an assumed softness, a devilish grin that is deceived by the cadenced vocals, while the music is a hiss in the brain and the bass the hammer that paralyses the limbs the moment they try to dance. A work that will become salt-stained honey...


Alex Dematteis 

Musicshockworld

Salford

16th March 2023


https://mothers-son.bandcamp.com/album/silence-starved-ep







La mia Recensione: Her Absence Fill the World - Neon Arabesque

 Her Absence Fill the World - Neon Arabesque


È tempo di dare uno sguardo alla Cultura che esala i suoi ultimi respiri, che non riesce più a girare il mondo seminando se stessa nelle menti sempre più atrofizzare dal consumismo e dalla fretta di possedere il nulla pensandolo e vive solamente come fosse il tutto che certifica il senso delle esistenze. Per farlo adoperiamo un’opera tematica che sa coinvolgere anche per la modalità espressiva di incursioni perfettamente riuscite di generi musicali all’interno di quella elettronica che riesce ad essere efficace come un tempo lo fu il rock. Una coppia residente a Berlino si prende l’onere di mostrare una progettualità che conduce l’ascoltatore ad avere elementi per tornare ad abitare la coscienza. Si danza (chi può negare che si possa riflettere con il corpo in movimento) con viaggi sperimentali di Dark Electro e Synthwave sino alle porte di frammenti Ebm, che rendono più massicci i concetti e le elaborazioni espresse. Synth come frane di neve che cerca il ghiaccio ma trova il calore, finendo a valle del nostro pensiero: è poesia malinconica questo Ep, in una triste giornata di sole. Una delle voci più espressive degli ultimi anni, un’aquila nera scesa in città per affettare con il suo canto la nostra pelle e afferrare i nostri cuori, capace di planare sul registro basso con grazia e sensualità, per poi spiccare il volo su quello alto, lasciando nella sua scia lacrime che escono da esercizi elettronici che sono uno sballo nel quale perdersi per ritrovare la lucidità. L’Ep mostra i muscoli, sempre però con quella volontà di concedere al movimento corporeo confini di accesso, per non conoscere troppo la tristezza. Tra i lavori più ammalianti del 2022, Neon Arabesque è destinato a rimanere una pillola che non si scioglierà, ma continuerà ad avere una grande solidità dentro chi lo ascolterà con attenzione.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

16 Marzo 2023


https://detritirecords.bandcamp.com/album/her-absence-fill-the-world-neon-arabesque





My Review: Her Absence Fill the World - Neon Arabesque

 Her Absence Fill the World - Neon Arabesque


It's time to take a look at a Culture that is breathing its last breaths, a culture that can no longer go around the world sowing itself in minds which are increasingly atrophied by consumerism and the haste to possess nothingness and lives as if only it were the whole that certifies the meaning of existences. To do this, we use a thematic work which is also able to involve the expressive mode of perfectly successful incursions of musical genres within that electronic music that manages to be as effective as rock once was. A couple living in Berlin assume the responsibility of showing a projectuality that leads the listener to have elements to inhabit consciousness again. They dance (who can deny that one can think with the body in motion) with experimental journeys of Dark Electro and Synthwave up to the gates of Ebm fragments, which make the concepts and elaborations expressed more massive. Synths like landslides of snow searching for ice but finding warmth, ending up in the valley of our thoughts: this Ep is melancholic poetry, on a sad sunny day. One of the most expressive voices of the last few years, a black eagle descended to the city to slice our skin with its singing and to grab our hearts, capable of gliding on the low register with grace and sensuality, then taking flight on the high one, leaving in its wake tears that come out of electronic exercises which are a trip in which we lose oneself in order to regain lucidity. The Ep shows its muscles, but always with that willingness to grant bodily movement access boundaries, so as not to know too much sadness. Among the most fascinating works of 2022, Neon Arabesque is destined to remain a pill that will not dissolve, but will continue to have a great solidity within those who listen to it carefully.


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
16th March 2023




mercoledì 15 marzo 2023

My Review: Chemical Waves - Trapped In The Past

 Chemical Waves - Trapped In The Past


Marco Cattani is always in the adoration of the old scribe: the Roman artist continues to churn out music that smells of his hometown (the same, birthplace of the writer), always deliberately scouring territories far from the Italian capital. His latest Hamletic raid has just been released, its labyrinth even more covered in sand, like music that lives in the catacombs and with modern chromosomes, ignited by immensely decadent but never heavy flashes. His Darkwave is never by the book, but rather capable of walking the steep streets of that Coldwave that Rome has yet to scour well. The synths often command operations, with guitar drops being constantly held by the hand by a truly remarkable wisdom: never abundance for the sake of display, for a well-balanced whole with an effective and well-calibrated balance.

Let's avoid comparisons, let's go further and let every prejudice or desire to be masters be absent: let's sit down, get up and dance, with notepad always in hand, there is much to learn with this album.

What about Post-Punk, here whipped, made obedient and a servant of the cause? A resounding fact that is especially evident in the tracks where Marco sees collaborators, guests, new blood to enliven his talent, diversifying and adding to achieve truly intense planes of beauty. 

One feels the need to make the grey colour melodic, to shake up the black and to sniff the dust in the air of the intelligence of this composer endowed with great sensitivity and a musical culture that is highlighted by the solutions he adopts throughout the nine tracks: whether instrumental or sung, there is always the certainty of being inside precise studies, electric cables and transistors tuned on the planet of enchantment, with a dreamy and slightly melancholic gaze.

Excellent, lightning-fast will be your adoration and you will forever thank this artist for his generosity...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

15th March 2023


https://chemicalwaves.bandcamp.com/album/trapped-in-the-past







La mia Recensione: Chemical Waves - Trapped In The Past

 Chemical Waves - Trapped In The Past


Marco Cattani è sempre nell’adorazione del vecchio scriba: l’artista romano continua a sfornare musica che profuma della sua città (la stessa, natale, dello scrivente), sempre volutamente in grado di perlustrare territori distanti dalla capitale italiana. È appena uscito l’ultima sua scorribanda amletica, il suo labirinto si è fatto ancora più coperto dalla sabbia, come musica che vive nelle catacombe e con i cromosomi moderni, accesi da guizzi immensamente decadenti ma mai pesanti. La sua Darkwave non è mai di ordinanza, bensì capace di camminare tra le vie scoscese di quella Coldwave che a Roma ancora non hanno perlustrato bene. I synth comandano spesso le operazioni, con gocce di chitarra a essere costantemente tenute per mano da una saggezza davvero notevole: mai abbondanza per il piacere di mostrare, per un tutto equilibrato con una bilancia efficace e ben tarata.

Si evitino paragoni, si vada oltre e si faccia assentare ogni pregiudizio o volontà di fare i maestri: sediamoci, alziamoci poi e balliamo, con il bloc notes sempre in mano, c’è tanto da imparare con questo album.

Che dire poi del Post-Punk, qui frustato, reso obbediente e servo della causa? Un fatto clamoroso che appare evidente soprattutto nei brani dove Marco vede collaboratori, ospiti, nuova linfa a rendere acceso il suo talento, diversificando e aggiungendo per poter raggiungere piani di bellezza davvero intensi. 

Si sente il bisogno di rendere melodico il color grigio, di scuotere il nero e di annusare i pulviscoli nell’aria dell’intelligenza di questo compositore dotato di grande sensibilità e da una cultura musicale che è evidenziata dalle soluzioni da lui adottate lungo tutte le nove scie: che siano strumentali o cantate esiste sempre la certezza di trovarsi dentro studi precisi, cavi elettrici e transistor accordati sul pianeta dell’incanto, con lo sguardo sognante e leggermente malinconico.

Eccellente, fulminea sarà la vostra adorazione e ringrazierete per sempre questo artista per la sua generosità…


Alex Dematteis 

Musicshockworld

Salford

15 Marzo 2023


https://chemicalwaves.bandcamp.com/album/trapped-in-the-past







La mia Recensione: Kill Shelter & Death Loves Veronica - The Sex Tape Sessions EP

 Kill Shelter & Death Loves Veronica - The Sex Tape Sessions EP


Il vecchio scriba adora Pete Burns: un veicolo di tensioni necessarie, il fedele suddito del Dio della bellezza sporca, il magnete che sviluppa la più dolce delle dipendenze.

Con lui si è sempre in attesa, come fatto primario, delle sue composizioni, per poter assaggiare il lato cittadino del vivere, dato dalla scia di acute osservazioni che sa trasformare in cupe danze.

Con l’EP The Sex Tape Sessions eccoci a godere della voce di Veronica Stich, come sempre la domatrice, che sa governare e plasmare gli istinti per trasformarli in atti di ardori incommensurabili. Lei e Pete stabiliscono un piano di attacco e prendono il mondo degli amplessi, delle frustrazioni, del contatto fisico, del registro delle emozioni e lo gettano in un riff elettronico che ha il compito di essere il loop magistrale sul quale la voce diventa un battitore libero, tra il cantato sensuale e dolcemente immalinconito e l’atto dell’inspirazione saggiamente perversa, che guida i nostri pensieri in un ballo sfrenato che, come da copione, ci trasforma in animali semoventi.

Ci troviamo così in una dark electro capace di suggestioni, una calamita che chiama a sé, in modo davvero attraente (non poteva essere diversamente), un filo con molecole ebm e un altro pregno di un synthpop lieve ma concreto. Si celebri un capriccio delizioso: un pensiero minimalista dentro una robotica sequenza che induce all’abbandono di ogni volontà, lasciandoci come unica possibilità quella di essere corpi in movimento alla ricerca di un contatto fisico, che probabilmente sarà all’interno di giochi mentali gotici.

I due creano una dolce e malata perversione: si entra in un ascolto continuo e tutto scompare, mentre davanti ai nostri occhi si installano immagini provocanti, nelle quali la canzone si tuffa per stabilire un contatto intenso. 

Abbiamo modo di ascoltare la complessità di creazioni che vestono i generi cercando di immergerli in un bagno che li renda perfettamente funzionanti, eterogenei, indipendenti e al contempo in grado di vivere insieme. Veronica e Pete si dividono i compiti, costruendo un muro elettronico che rende la musica un continente di suoni e di flussi in costante perlustrazione, con il compito di esaltare il trinomio Musica - Voce - Clima, riuscendo a far arrivare un’onda continua di meccaniche oliate e verificate. Ci si ritrova con pulsioni vertiginose: uno stordimento che la coppia artistica sa come procurare, senza sbavature. 

The Sinner è una collina erotica che cola con il suo andamento robotico fluorescente, con tracce di Ebm che pare arrivino dall’abbraccio ipotetico di Londra con Edimburgo nel finire del decennio scorso: amletica, conquista senza avere opposizioni. 

Il brano che dà il titolo all’EP presenta due versioni: gemelle dalla pelle diversa, entrambe in grado di scatenare una rissa orgasmatica dei sensi, perché è un diluvio di nubi sulle dance hall, un precipitare dentro il mistero della fisicità che parla con la mente. La versione Remix potrebbe essere la colonna sonora di un viaggio spaziale, dove tutto si fa assordante in un modo ineccepibile. 

Death Kiss è il trionfo: i generi musicali si buttano nella voce di Veronica ed è un mulino a vento, di forma sintetica, che ammalia e spinge la danza a farsi robusta, con un piano melodico dato dalle sue corde vocali, che si combinano perfettamente alla musica: due suicidi che fanno vivere emozioni accattivanti. Il Synthpop e la Dark Electro vengono uniti senza creare stupide gelosie, ed e delirio, ed è trionfo.

Con Resist la perfezione si legge, si ascolta, si vede, come un temporale elettronico che cerca poesia e la trova: schegge di Darkwave avanzano con lampi e bagliori che illuminano questo incanto che oltrepassa il cielo. Sul finire un synth pare voler far accomodare la Coldwave e si cede innanzi alla perfezione.


Concludendo: questo lavoro è un sublime trattato di elettrodi Dark Electro che accendono la luce del mistero: la voce di Veronica è una pellicola di seta che aspira l’aria, mentre l’onda musicale è in grado di portarci nella Germania degli anni ’80 e ’90, quando sbaragliava la concorrenza. E di proseguire la sua ricerca e la sua consequenziale consapevolezza che questa alleanza artistica abbia trovato l’oro nel buio dell’infinito…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
15 Marzo 2023

L'EP uscirà il 17 di Marzo 2023




La mia Recensione: Auge - Spazi Vettoriali

  Auge - Spazi Vettoriali Il tempo viene archiviato solo dalla massa ignorante di chi ha fretta, quella che stringe gli spazi e divaga nel n...