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giovedì 11 maggio 2023

La mia Recensione: Antipole & Paris Alexander - Crystalline

 Antipole & Paris Alexander - Crystalline


Quando un lavoro certifica il cambiamento del mondo, si inoltra a scrutarne i movimenti, a colorarne gli angoli con metodicità impressionante, a svelarne gli umori e le abitudini in lenta disgregazione, il risultato non può che essere esaltante, per quanto il quadro generale sia quello di un paziente febbricitante.

Karl Morten Dahl è un artista esperto, desideroso di navigare nei frammenti di impulsi eterogenei, compattando le visioni del proprio impeto musicale per stabilire un senso di continuità tra lo stile e la modalità, alzando però, questa volta, l’asticella per poter compiere un balzo verso quel cielo norvegese sempre in contrasto tra il desiderio si sole e la capacità di saper godere delle tenebre. L’ultima fatica è un dolce martirio, delizioso e dinamico, creato in comproprietà con Paris Alexander, altro genio dalle molteplici capacità. Il talento della città di Brighton fa qualcosa di meglio che prestarsi: entra nel progetto degli Antipole come uomo che ha accesso anch’esso al comando delle operazioni, per un risultato che è dentro il petto, ben custodito.

Crystalline è un concept album sonoro, un guanto di vetro che spacca convinzioni e sicurezze per apportare una gradita fragilità, attraverso un cerchio ghiacciato di passi di danza anestetici e chirurgici. 

Sorprendente, offre canzoni come lacrime nascoste con un parziale vestito da cerimonia, ma, grazie alla furia Darkwave tenuta a freno e alla Coldwave elegante ma assassina, trasporta nella realtà un progetto artistico di assoluto splendore tenebroso.

Come se il dolore giocasse a nascondersi, l’insieme si fa contenuto attraverso le linee di chitarra che badano a renderlo sognante, tenuto insieme da un mastice di tastiere che ossidano e consolidano, per dare alle composizione il colore dell’eternità, che diventa la vera identità di questi ululati timidi ma in grado di segnalare la fame di espressione che i due artisti hanno vissuto e trasportato in questi solchi. Tutto perfetto per finire in una sala da ballo senza finestre, senza luci stroboscopiche, senza possibilità di uscita, per sperimentare un soffocamento che rende sorprendentemente liberi. Karl, come se avesse trovato dentro di sé una progettualità mai desiderata prima, crea un campo visivo e uditivo, nel cui connubio la forza è la compattezza, per raggiungere la continuità, creando un disco che diventa un romanzo. Capace di scrivere testi con l’adrenalina incorporata e utilizzando la voce come un delirio con la camicia di forza, Paris Alexander rende perfetta ogni cosa, facendo roteare ulteriormente le emozioni. L’immaginario ambientale è in questi movimenti, sinistri, cupi, tra l’orrore e la fantascienza, la cautela che si prende l’onere di non sviluppare mai rumori e sfoghi, bensì di mantenere le palpitazioni per non renderle vulnerabili. A volte capita di pensare che sia meglio suggerire che mostrare una valanga di elementi: Karl e Alexander lo sanno ed è questo il punto di forza di un album che sale, per il vecchio scriba, sulla posizione più alta del podio musicale del 2023. Attenti e abili nel rendere le composizioni la pellicola di un film che non si vede ma si percepisce, i due diventano astronomi, maghi, muratori del pensiero, cementificando l’opera in una polvere gotica senza trucchi né abiti di appartenenza: basta il senso di abbandono in ogni traccia per sapere che non offrono consolazione, ma un appiglio per aggregarci in una delicata tristezza. Un’adunata senza armi e senza artigli. Come se esistesse una minaccia, incombente e potente, questa ultima fatica ha il pregio di non vedere spiccare una canzone sulle altre al fine di avere una unicità che affascina, attrae, coinvolge e rende il tutto un adesivo sulla nostra pelle bagnata di emozioni limpide e fluorescenti. Gli impasti timbrici fanno delle nuvole musicali masse di note in movimento, con l’attitudine a trasformarli in un servizio che porta alla ricerca della verità, tra trambusti elettronici perfettamente appoggiati alle pennellate grigie di frastuoni che escono da chitarre inebetite dalle successioni degli accordi.

Il lavoro più maturo per l’Arlecchino norvegese, che, come se fosse uscito da un corridoio pieno di foglie autunnali, fa cadere su di noi un vento colmo di sospiri, dando alla sua amata Darkwave il compito di essere un capitano dalla barba lunga e dalla mano salda, per pilotare la barca delle composizioni verso la perfezione.

Nessun dubbio che Karl e Alexander non abbiano inventato l’oscurità, però le hanno dato una dignità migliore, bilanciata e reale, per annettere ai loro bisogni una trasformazione necessaria: otto pillole sagge entrano nel nostro circuito, assorbendo gli acidi e rilasciando socievoli tossine necessarie per equilibrare la nostra voglia di immergerci nel loro oceano musicale. L’elettronica e il fare Coldwave sono reali espressioni in cerca di compagnia, figli di quel Nord che da quarant’anni sigilla il patto di fedeltà con paesi che hanno ricevuto più attenzioni. Ma quest’album nel 2023 non si batte: ogni abisso trova il suo epicentro nel dolore e nella maturità di invenzioni credibili ed è ciò di cui è composto Crystalline.  

Che è un’Odissea compatta di icebergs in lento movimento, non esiste mai la sensazione di una fanciulla sonora che si elevi, che faccia da evocatrice, che trascini a sé gli ascoltatori per scoprire le rimanenti: Karl ha creato una tela, usato dei pennelli su un perimetro che ha la cornice dell’incanto, perché tutto sia un involucro da vivere come un'esperienza, salvifica o meno questo non importa, quello che è chiaro è la volontà di non vedere delle preferenze creare ingiustizie. 

Sentimenti e pensieri scomodi (magistralmente proposti da Alexander) sfiorano il vuoto odierno e lo costringono alla riflessione, con il Maestro Karl a dirigere il traffico emotivo nella biblioteca dove ognuna delle otto pagine scrive la storia di un lavoro memorabile: che sia il migliore dell’anno è una conseguenza di questo cuneo gelido solo in superficie che è Crystalline…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

11 Maggio 2023


https://antipole.bandcamp.com/album/crystalline





lunedì 1 maggio 2023

La mia Recensione: Antipole & Paris Alexander - Bleached

 Antipole & Paris Alexander - Bleached 


Non vi sono dubbi, ascoltando questa nuova canzone, tratta dall'imminente album Crystalline, che i due artisti abbiano scritto un immenso circolo di bellezza, tra vapori e sottili misteri, inglobati all’interno di talenti che sanno come sviluppare la ricerca.

Se prendiamo Bleached, notiamo come la penna di Paris Alexander e la mano di Karl Morten Dahl siano un tutt’uno che ammicca a creare un’atmosfera pregna di una tensione addomesticata, come un flusso armato di consapevolezza che esce per rendere l’universo stimolato nell’accoglienza di questa stalagmite, geniale ed efficace, per connetterci a un inconscio che deve uscire dal guscio. 

Su un tracciato Coldwave con un gemellaggio discreto con la sontuosa Darkwave nordica, ecco che scintillii di chitarra e di synth rendono il brano una meteora dagli occhi tristi senza condurre alla depressione ma certificando, dalle splendide parole di Paris Alexander, che esiste un evidente connubio con il possesso che deve essere manifestato. La chitarra è una soffocante spolverata dell’inutile che si apposta sull’anima: Karl, come un mago a cui non servono parole, agita le sue dita con una sequenza di note che disarmano, affascinano, rendono piacevolmente cupo il nostro umore.  E sa come tenere attivo solamente l’indispensabile, per via della sua classe che mai ingloba ciò che non serve. Dal canto suo, Alexander si approccia al microfono con un cantato che contiene il giusto equilibrio, stile, efficace per far diventare fisico il suo testo, tra sospiri e un viaggio verso una modalità baritonale che gli si addice. 

Se la desolazione e l’arrendevolezza possono essere viste, allora ecco che la canzone saprà renderle un movimento di danza ma, alla fine dell’ascolto, arriveranno magicamente delle nuove energie per darvi forze…

Veniamo presi, rapiti, conquistati e non vi è dubbio alcuno che i due abbiano confezionato un album che saprà erudirci e donarci il ponte, tra il vero e l’onirico, su cui camminare ogni volta che lo vorremo…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

1 Maggio 2023


https://antipole.bandcamp.com/track/bleached






mercoledì 22 marzo 2023

La mia Recensione: Painted Romans - Sing to the Child (Single Mix)

 Painted Romans - Sing to the Child (Single Mix)


Sia lodato il buio che accende la luce.

 La frusta con chitarre di ordinanza Neo Folk e la piega sul pavè di strade immaginarie del 1700 arrivano con questo lavoro.

Prendiamo l’intelligenza e imbarchiamola, destinazione Norvegia.

In quel paese misterioso, dalle ombre rarefatte e sincere, si agitano i cromosomi obliqui di una band in stato di grazia: a volte basta una canzone per toccare il cielo…

Prendete il talento di Mats Davidsen e aspettate: lui ha una storia da raccontarvi e seduce la vostra curiosità con un lampo ovattato e terapeutico, con il suo registro di voce che arriva a essere baritonale, per farvi sprofondare nella sua meravigliosa cantilena. 

Individuata la sequenza balsamica degli accordi, il brano è un cammino nei pensieri di una ragazza e del suo bambino, per identificare la vita di anime che debbono stare collegate, e il canto diventa una ninnananna deliziosa e struggente, con le lacrime che visitano i nostri cuori induriti.

Tutto si farà selvaggio a breve, ma queste note sembrano poter fermare il tempo e addolcire un poco il futuro imminente. Non è il caso di fare paragoni, lasciate perdere i Death in June, fate assentare la stupidità, vivete in questi minuti e date una carezza a quel bambino…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
22 Marzo 2023






mercoledì 8 marzo 2023

La mia Recensione: Batboner - Flaccid EP

 Batboner - Flaccid EP


Si prenda la valigia più selvaggia possibile e si voli qui in Norvegia: ad attendervi gli spettacolari Batboner, gli Dei nordici del sentimento decadente che cercano di fare un patto di sangue con il Deathrock, mentre rinvigoriscono i lori polsi febbricitanti di un notevole Gothic Rock: è tossicità trasversale, tutto si compie in questo rito pagano dentro la chiesa delle teste tagliate dai colpi di frusta di quell’Hardcore Punk che da queste parti non manca di certo.

Light In The Void è il treno su cui Dave Vanian prende il tè, con biscotti nerastri, e percorre velocemente le pianure innevate di tristezza.

Skretch è la voglia di vivere che vacilla, tra colpi di basso e la chitarra che sa benissimo chi sia Rikk Agnew, in un incendio che illumina i boschi pieni di nebbia. La voce è una cattedrale arrabbiata dalle tonsille limpide.

Litch è una frustrata gotica nel tempo di guerra: chitarre armate, il basso che è una bomba continua e il drumming una mitragliatrice che trattiene il fiato e cerca di non andare troppo velocemente.

Flaccid  è il funerale che viene eseguito durante la festa dei fantasmi che guardano dei giovani masturbarsi: violenta senza eccedere, sparge i semi di una tristezza consequenziale che seduce ogni spirito maligno.


Copritevi poco anche se sarete al Nord: i Batboner vi faranno sentire l’odore della pelle che brucia…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

8 Marzo 2023


https://batboner.bandcamp.com/album/flaccid-ep




domenica 5 marzo 2023

La mia Recensione: Antipole • Paris Alexander / Perceptions

Antipole • Paris Alexander / Perceptions


Due fuoriclasse assoluti tornano a collaborare producendo un singolo strepitoso, in attesa dell’album che arriverà tra non molto.

Intanto: lo stupore è pari alla valutazione altissima che il vecchio scriba ha di questi personaggi, che offrono all’arte musicale l’ennesimo fiume su cui stendere il corpo della propria mente, per il piacere immenso di trovarsi all’interno di una canzone che sembra una foresta che si muove di notte, nell’estremo nord dei pensieri, per conquistare la danza e la convinzione che Karl e Paris siano anime con il bisturi tra le mani e che per l’ennesima volta operino sulla modalità di come si compone un brano per stabilire la possibilità della perfezione, che, puntualmente, si palesa.

Duecento e ventotto secondi di oscillazioni Darkwave e di aromi Coldwave, tra respiri avvolti nella nebbia, per consentire all’elettronica di fare la sua parte, come colla. La movenza sensuale avanza incontrando la chitarra di Karl che semina lacrime in volo, mentre la voce di Alexander alimenta percezioni ammalianti e al contempo dona un piacevole disagio. Il tutto su un tappeto di tastiere che prendono in mano i pensieri e li seducono, impattano con essi e li rendono uniti. Qualcosa di triste, incline alla fragilità, esce da questa spettacolare esibizione di classe, facendoci capire come l’arte dei due non sia avulsa dalla realtà bensì la fotografi: un atto consolatorio di grande importanza. Musica, come ghiaccio con un andamento sensuale, attraversa il Polo Nord, tracciando scie anche nel cielo: sembra che questa sia la zona per una clamorosa scoperta, una oscillazione artistica che porta qualcosa di aspettato perché, ammettiamolo, si è sempre in attesa dei lavori fatti insieme da queste due creature che sanno come stordirci. Quando il piacere e il dolore diventano un abbraccio che ci rende consapevoli…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

5 Marzo 2023

https://antipole.bandcamp.com/album/crystalline






La mia Recensione: L’appel Du Vide - Metro

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