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domenica 5 marzo 2023

My Review: Fun With Ether - A Dirty Kind Of Clean

 Fun With Ether - A Dirty Kind Of Clean


It would take a dreamlike discipline to bring it to life inside the powerfully spring-flowery textures of Texans Fun With Ether. With this heavenly soundscape they rightfully enter the core of the heart and the labyrinthine paths of the mind, for a combination of energy and warmth that evaporates all forms of weakness. The intertwining guitars, the rhythmic parts of a drumming that smells of Indie and Alternative, the bass that pushes and defines make all this a northern lights at whose vision Shoegaze applauds and thanks. 

A second album that, in comparison to Tanned Skin, Light Eyes, projects the sound at the centre of the artistic project, highlighting excellent technical skills with the ability to juggle melodies that surround all the characteristics of the Shoegaze of ordinance, augmenting everything with an infectious freshness. 

Sophia Ortiz has a warm voice, which swirls between stars and dreams, in a circuit of references, managing to stay on the same level without difficulty. And as always, Gilbert Godoy is the craftsman of these enchanting sweet ramblings, an author who deserves profound recognition.

Listening to this set of gems one gets the impression of the transition from adolescence, with its twilight, to adulthood.

Numerous chromatic situations make for a truly interesting approach to the consumption of these tracks that generates multiple visions as a legitimate consequence. The whole thing smells of a Herculean feat, with the vapours of the guitars that, apart from being totally sweet, are also able to display a decisive edge, shifting the risk of unnecessary chaos elsewhere. Here is the magnificence of the album: a serious, well-structured work, with the attention that makes artistic expression a pleasant inner gain. The musical notes are pinches and spring flights, while the voice is a candle that defeats fear and gives softness. The drumming is immersed in the simplicity with which it gets rid of the hiccups to clear the throat, while the bass is proof that the shoegaze school, with this instrument, reveals the efficiency that governs the whole beautifully. The guitars? Tears of rotating silk that know how to soften and inflame, tightened in a mode that knows Post-Punk and Darkwave impetuses (Better By Noon), but without ever overdoing it. And then, in the other episodes, they unleash their imagination without smearing. With liquid textures that bathe the listener in emotion.

This is a record that succeeds in making one think, in distancing itself from others by its mystical aura, in becoming an attempt to be a sparkling dose of bravado with a naivety that is to be blessed. It takes up residence in these clods of light that have fallen from the sky while everything, wisely, materialises in a film that, starting in the 90s, visits the territoriality of adult souls. Those who love the crossover of alternative with shoegaze have found something memorable...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

5th March 2023


https://funwithether.bandcamp.com/album/a-dirty-kind-of-clean






La mia Recensione: Fun With Ether - A Dirty Kind Of Clean

 Fun With Ether - A Dirty Kind Of Clean


Occorrerebbe una disciplina onirica e farla vivere dentro le trame poderosamente pregne di fiori primaverili dei Texani Fun With Ether, che con questo paradisiaco impianto sonoro entrano di diritto nella parte centrale del cuore e nei percorsi labirintici della mente, per un connubio di energia e calore che fa evaporare ogni forma di debolezza. Gli intrecci delle chitarre, le parti ritmiche di un drumming che profuma di Indie e Alternative, il basso che spinge e definisce fanno di tutto questo un'aurora boreale alla cui visione lo Shoegaze applaude e ringrazia. 

Secondo album che, rispetto a Tanned Skin, Light Eyes, proietta il suono al centro del progetto artistico, mettendo in rilievo ottime capacità tecniche con l’abilità di destreggiarsi con melodie che circondano tutte le caratteristiche dello Shoegaze di ordinanza, maggiorando il tutto con una freschezza contagiosa. 

Sophia Ortiz ha una voce calda, che volteggia tra le stelle e i sogni, in un circuito di riferimenti riuscendo a stare al loro stesso livello, senza difficoltà. E come sempre Gilbert Godoy è l’artigiano di queste incantevoli dolci scorribande, un autore che meriterebbe un profondo riconoscimento.

Ascoltando questo insieme di gemme si ha come l’impressione del passaggio dall’adolescenza, con il suo crepuscolo, all’età adulta, per un cammino umano e la sua colonna sonora che fa da testimone.

Numerevoli situazioni cromatiche rendono davvero interessante l’approccio al consumo di queste tracce che genera come legittima conseguenza visioni multiple. Il tutto profuma di un'impresa erculea, coi vapori delle chitarre che, oltre a essere totalmente dolci, sanno anche palesare un piglio deciso, spostando il rischio di un caos inutile altrove. Ecco la magnificenza dell’album: un lavoro serio, ben strutturato, con l’attenzione che rende l’espressione artistica un piacevole guadagno interiore. Le note musicali sono pizzichi e voli primaverili, mentre la voce è una candela che sconfigge la paura e regala morbidezza. Il lavoro del drumming è immerso nella semplicità con la quale si sbarazza dei singhiozzi per liberare la gola, mentre il basso è la dimostrazione che la scuola Shoegaze, con questo strumento, rivela l’efficienza che governa l’insieme in modo splendido. Le chitarre? Lacrime di seta rotanti che sanno intenerire e incendiare, strette in una modalità che conosce impeti Post-Punk e Darkwave (Better By Noon), ma senza esagerare mai. Per poi, negli altri episodi, liberare la fantasia senza sbavature. Con tessiture liquide che bagnano l’ascolto di commozione.

Trattasi di un disco che riesce a far riflettere, a distanziarsi da altri per la sua aura mistica, per divenire il tentativo di essere una frizzante dose di spavalderia con una ingenuità che è da benedire. Si prende residenza in queste zolle di luce cadute dal cielo mentre tutto, saggiamente, si concretizza in un film che, partendo dagli anni ’90, visita la territorialità di anime adulte. Chi ama il crossover dell’Alternative con lo Shoegaze ha trovato qualcosa di memorabile…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

5 Marzo 2023


https://funwithether.bandcamp.com/album/a-dirty-kind-of-clean





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