Chatham Rise - Splinter
Come si descrive l’incanto dato da un flusso floreale, continuo, che avvolge l’ascolto per smuovere all’interno del proprio ventre un sorriso? Come un miracolo umano.
Il gruppo di Minneapolis stabilisce il contatto potente tra lo Shoegaze e la Psichedelia attraverso Splinter, un evento dei sensi perché in queste note esiste una valigia del tempo, con l’atmosfera iniziale che parte dagli anni ’80, per poi stabilizzare il volo dentro la modernità dello Shoegaze, con chitarre accennate prima, graffiate poi, e il basso che è un cuore mentre fa correre la nostra gioia. La tastiera seduce, tiene la melodia compatta e tutto sembra virare verso uno Space-Rock che viene magistralmente trattenuto, ma di cui si sente la potenza. C’è gioia nel suono, innegabile, tuttavia ciò che conquista il vecchio scriba è la sensazione che qualcosa di misterioso sia stabilmente all’interno di questi solchi, a un passo tra il cielo e il pianeta Terra. Un brano ficcante, che scuote e ci mostra come i generi musicali possano coabitare perfettamente dentro la stessa stanza senza perdere la loro identità. La band del Minnesota è una presenza che odora di bellezza e chi scrive scommette sul suo futuro, perché da queste note la fame della loro arte è divenuta immediata. Ciò che il cuore ha stabilito è l’incontro con la loro magia…