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domenica 12 febbraio 2023

La mia Recensione: Cerulean Veins - Black

Cerulean Veins - Black


Nel giorno nel quale si festeggia l'amore con la ricorrenza di San Valentino, una coppia decide di donare quintali di movenze amorose attraverso un album che è una manifestazione evidente di una crescita artistica clamorosa, riuscendo a inventare una gioia gotica dentro un serbatoio pieno di movimenti apparentemente colmi di ombre e tenebre, ma che alla fine danza offrendoci sorrisi e raggi di sole nel cuore.

La band di San Diego, composta da Dustin Frelich e Amanda Toombs, incide il suo disco perfetto, inebriante, con una serie di canzoni che sono pietanze nutrienti, che danno energia e smentiscono chi considera i generi musicali da loro proposti come destinati alla depressione, al vittimismo e a una visione cupa. Tutto ciò qui è custodito come elemento prezioso ma non domina, non riesce a farci desiderare un pessimismo gotico bensì un apprezzamento nei confronti della vita, consapevole, proprio perché loro non sono dimentichi della concretezza, sono immensamente connessi alla realtà, tuttavia la musica proposta alla fine rischiara le tenebre in un abbraccio caldo e dinamico.

Una tavolozza Pop e potente, segnata da quelle gocce velenose di buio che non possono mancare. La maturità del duo consiste nel non essere complici di cliché ripetuti, ma nel cercare una proposta che scavalchi la storia, almeno la propria, per svelare che nelle loro vene il Post-Punk pulsa rinnovato, che la loro distinta propulsione Darkwave e Coldwave qui subisce un lifting, un deciso assestamento verso la diminuzione della parte elettronica con tastiere meravigliosamente semplici che sono bilanciate per dare alla chitarra, alla batteria e al basso il ruolo di dominatori assoluti. Quindi è obbligatorio il nostro grazie a Amanda, che, con discrezione ma grande professionalità, distribuisce la sua grazia con misura ed eleganza. Dal canto suo Dustin è una serie di muscoli a contatto con la poesia, con le sue chitarre pregne di ritmo e orchestrazioni gentilmente assassine, alle quali si ubbidisce donando loro la nostra adorazione. Il basso, spesso tenuto sotto la pelle, rivela una maestria assoluta nella esaltazione delle melodie riuscendo a dare, contemporaneamente, un prezioso apporto a ritmi che mai come in questo album profumano di un incastro sublime tra la necessità della danza e il circondare il fianco sensuale della morbidezza.

 Si sosta, si prende atto che i due hanno voluto dipingere di freschezza il loro stile, mantenendo inalterata la loro formula della ricerca di brani orecchiabili ma, mai come ora, ci riescono quasi modificando i tratti del loro profondo mistero, ed è questa la magia principale che rende questo lavoro così potente ed essenziale. Si respirano storie, si partecipa alla scrittura di un perimetro del destino che loro hanno deformato, piegato e poi drizzato affinché divenisse la base di un prossimo futuro, ma intanto il loro presente è fatto di tensione educata, indirizzata verso la bellezza di canzoni che baciano l'arcobaleno, senza vergogna. È cosa buona e giusta rilevare come niente suoni più credibile di una band che ha sempre cercato di donare alla danza un valore più intimo e che ora invece la porta nei confini di grandi stadi, di piazze enormi, all’interno di Supermercati e soprattutto tra le corsie del cielo, perché i dieci brani sono pirati dai capelli dorati in grado di stare nella scia di ogni grande dimensione. 

I testi, scritti a quattro mani dai due, portano gli incubi a vivere dentro i sogni, trovando nella realtà un'aura magica, che penzola tra il bisogno e la fantasia, come un diamante immerso nell'acqua dell'oceano. Ed è davvero un album costruito sulla schiena di quelle onde perché fa scivolare le canzoni con sensualità nel tempo: quaranta minuti di abbandono al piacere di una fisicità che si trova coniugata a pensieri maturi e costruttivi.

Alla tristezza, che non può sicuramente mancare, vengono consegnate le chiavi che aprono la porta a desideri di vita che Amanda e Dustin tengono tra i palmi della loro rinnovata propensione a non voler rifiutare la coabitazione tra estremi che sono inevitabili. Ecco che l'album è una casa tra le onde di un caos ragionato, illuminante e non distruttivo, donando una grande lezione a tutti, come una tavola di una scrittura antica che avevamo negato a noi stessi di leggere.

Capace di compiere imprese nemmeno immaginabili, l'incastro tra le musiche e i testi fa anche rilevare come la produzione sia in grado di voler conferire al tutto la medesima importanza. Riuscendoci. 

Poi la voce e lo stile inimitabile di Dustin sono le calamite, le orche assassine che mordono la nostra carne rendendola obbediente, in una cedevolezza certa ed efficace, perché questo uomo è benedetto da un talento indiscutibile e dalla professionale ricerca di trame melodiche che sequestrano il nostro ascolto. Non si può sfuggire a questa pulsione romantica che è data dalla vibrazione dalle sue uniche corde vocali che, miscelate a testi vigorosi, portano come risultato una gioia quasi esplosiva in noi.

L'abilità più evidente di queste queste nove bambine danzanti e di una su un’altalena proprio alla fine dell'album è quella di essere un delirio dalle facce multiple, un serpente dalle dieci code sempre votato a mostrare i tremori e le paure avendo le braccia aperte, per un tuffo nell'oscurità senza temere la morte. Ecco che i due sono i perfetti eredi di band che hanno provato a fare questo, ma sono proprio loro ad aver centrato l'obiettivo. 

Saper prendere la storia della musica grigia e nera, rispettandola, ma buttandola in autostrade colorate è un'impresa titanica e il risultato è sotto i colpi di una batteria potente e perfetta, nel basso che come un drago lancia fiamme su chitarre che giocoforza si trovano a essere scintillanti. Chi se ne frega di che generi musicali stiamo parlando: nell'ascolto c'è un sequestro indiscutibile della stupidità perché loro abitano l'intelligenza che volge le spalle al prevedibile, a ciò che è stanco e incapace di fornire la verità.

Quando un’opera artistica fa porre domande, suggerisce risposte, si permette una zona misteriosa che non è astensione ma riflessione, allora possiamo tranquillamente affermare che l'album perfetto esiste ed è questo Black, regnante per un futuro prossimo che in qualsiasi tragedia avrà comunque il suo sorriso maturo...


Song by Song


1 - Infinite Love


Sin dalle prime note, tra la voce piena di ruggine e accordi semplici, si intuisce come siamo davanti a una innovazione. Giunge il ritmo, la chitarra affonda le unghie e con il ritornello si aprono i sorrisi, tra lacrime e pensieri in cerca di una rete. Un mini solo di chitarra rivela come i Cerulean Veins abbiano una buona memoria storica nei confronti di quel Post-Punk americano degli anni '90 che non ha avuto molta fortuna. La canzone è un tatuaggio dalla forma di una cicatrice che abbraccia il sentimento anche se sofferente. Quando la potenza e la melodia si mettono l’anello, l'amore può essere solo infinito...


2 - Love Won't Save Us Now


Dirompente nella ritmica, con le oscillazioni della chitarra che graffiano la pelle, e la solita, imponente, meravigliosa voce di Dustin Frelich a rendere l’ascolto un piacere dalle lacrime danzanti. Quando la strofa e il ritornello convivono come conseguenza legittima di un flirt focoso e appassionato, ciò che ne consegue è un benessere cupo che conduce al vertice del godimento inarrestabile. Lui e sua moglie Amanda Ashley Toombs pilotano e dirigono questa band verso territori dove gli sguardi coscienti si appiccicano al bisogno di organizzare il tempo in una bolla in cui custodire il respiro. Accade allora di impattare nella storia del fallimento dell’amore, che non salverà, non proteggerà più le persone, e per convincerci di tutto questo lo fanno scrivendo una canzone che, spingendoci a muoverci muovere senza sosta nei nostri spazi vitali, ci toglierà un po’ di dolore ma non la consapevolezza.


3 - Dancing With Shadows


Mostrare le paure e trovare il potere di ballare, mentre i sogni conducono all'amore e nulla dorme ritrovandoci a essere corpi in movimento nel territorio scomodo delle ombre ma, merito del brano, nulla è nemico. Esempio di come bastino pochi accordi e un arrangiamento potente per fare di una canzone un’amante perfetta. Ed eccola la gioia gotica che distribuisce intense scariche elettriche, chitarre ammaestrate a essere arpioni della mente e la voce che tra echi, riverberi e la sua tonsilla potente, apre la strada verso una dance floor in attesa di corpi inebriati.


4 - Tempted Hearts


Infarto iniziale: sono nati i Joy Division americani? No, tranquilli, è solo la classe di questa coppia artistica che sa come stuzzicare, rendere grazie di un passato ormai lontano per poi fuggire addirittura da se stessa. E dopo pochi secondi ritroviamo alcune cellule di Ado, il loro secondo album, a ricordarci da dove arriva la band di San Diego. Ma poi: mulinelli di tamburi, chitarre come trappole dimostrano il cammino stupefacente in cui la melodia deve sempre portare uno strappo dentro l'infelicità. Si canta con le mani sulla testa, mentre le gambe vanno via per danzare una gemma Post-Punk colorata di Pop. Nucleare, piacevolmente devastante.


5 - Inescapably Loveless 


Wayne Hussey osserva: forse la band Americana gli potrebbe servire per trovare ispirazione. Le idee qui manifestano la brillantezza, l'attitudine a scrivere una canzone che scavalca la Darkwave e ci porta davanti al giardino del cuore, con il ritmo che salta, cambia velocità, dando al basso il trono dello schiaffo e poi con il ritornello si può essere felicemente tristi.


6 - Only The Love


Il luogo perfetto di questa traccia musicale è la strada, dove può correre e portare le sue fiamme Rock, Pop e Post-punk a ossigenare le orecchie, perché questo è un brano che ha radici lontane e si manifesta irresistibile nel ritornello con la sua inclinazione tra gli anni '80, sponda Francese, e la classica forma di disinteresse americano nei confronti di tutto ciò che è a presa rapida. E invece ecco che la melodia non ha bisogno di eccessi per essere ficcante e per creare vertici di piaceri assoluti.


7 - Forever Tonight


Il momento perfetto, il risultato del loro duro lavoro si compie in questo delirio sonoro, la summa di una carriera che tocca il cielo: si piange ballando negli echi di Psychedelic Furs, Echo & The Bunnymen, The Sound e tantissima classe dei Cerulean Veins che qui, tra chitarre semiacustiche, chitarre ritmiche e arpeggio regale, la tastiera che con due note regala voli infiniti e uno splendido lavoro di cambi ritmo, produce il più grande abbraccio tra gli anni ’80 e gli anni duemila. 


8 - Dance Human Dance


Ecco che il loro penultimo album Blue riecheggia, ci fa capire come la parte elettronica e la Coldwave possano ancora coesistere, in uno stato di grazia che non dimentica il proprio dna. Tra Kiss (I Was Made for Lovin’ You), Blondie e Talking Heads, il brano trova la sua vorace dimensione pop.


9 - Nothing Left But Love


Tornano i Psychedelic Furs nei primi secondi del brano e nell'atteggiamento di un canto che apre le piume mentre il ritmo incalza e sovrasta, facendosi capace di rallentamenti e accelerazioni, con il drumming preciso e volatile e le chitarre come graffi piacevoli sulla pelle di uno spirito che, rassegnato, si ritrova l'amore dentro di sé. Spettacolare esempio della loro molteplice capacità stilistica.


10 - Love Will Remanin


Tutto Black è pregno di amore e la chiusura afferma ciò che resterà per sempre nelle tenebre: il suo potere di rimanere intatto e sempre potente. Ed eccoci davanti all'unica vera canzone che solo apparentemente non ha bisogno di un ritmo vorticoso perché, se si ascolta bene, nel cantato e nella chitarra breve dalle macchie Post-Punk esiste una complicità che ci fa battere forte il cuore, in quanto qui le emozioni piangono sulla nostra pelle. Quando poi si arriva a un robusto crescendo nella parte finale e la batteria diventa una tribù dentro le tenebre, allora si può capire quanto questo album sia semplicemente una meraviglia che dà finalmente al colore nero il potere di farci felici e non di condurci alla sofferenza..

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

13 Febbraio 2023

https://ceruleanveins.bandcamp.com/album/black



 

My Review: Cerulean Veins - Black

 Cerulean Veins - Black


On Valentine’s Day when we celebrate love, a couple decide to give us quintals of loving motions through an album that is a clear manifestation of resounding artistic growth, managing to invent a gothic joy within a tank full of movements seemingly filled with shadows and darkness, but which in the end dances offering us smiles and rays of sunshine in our hearts.

The band from San Diego, composed of Dustin Frelich and Amanda Toombs, record their perfect, intoxicating album with a series of songs that are nourishing, give energy and contradict those who consider the musical genres they offer as destined for depression, victimhood and a gloomy point of view. All this is preserved here as a precious element, but it does not dominate, it does not succeed in making us wish for a gothic pessimism, but rather an aware appreciation for life, precisely because they are not oblivious to concreteness, they are immensely connected to reality, however the music they offer ultimately illuminates the darkness in a warm and dynamic embrace.

A pop but powerful palette, marked by those poisonous drops of shadows that cannot be missed. The duo's maturity consists in not being complicit in repeated clichés, but in seeking a proposal which bypasses history, at least their own, to reveal that in their veins Post-Punk pulses renewed, that their distinct Darkwave and Coldwave propulsion here undergoes a facelift, a decisive settling towards the diminution of the electronic part with wonderfully simple keyboards that are balanced to give the guitar, drums and bass the role of absolute rulers. So our thanks are mandatory to Amanda, who, with discretion but great professionalism, distributes her grace with measure and elegance. For his part, Dustin is a series of muscles in touch with poetry, with his guitars full of rhythm and gently murderous orchestrations, to which we obey, giving them our adoration. The bass, often held under the skin, reveals an absolute mastery in the exaltation of melodies while managing to make a valuable contribution to rhythms that never before as in this album smell of a sublime interlock between the necessity of dance and the sensual side of softness.

You pause, you take note that the two of them wanted to paint their style with freshness, keeping their formula of searching for catchy tunes unchanged but, never before, they almost succeed in doing so by altering the traits of their deep mystery, and this is the main magic that makes this work so powerful and essential. One breathes stories, one participates in the writing of a perimeter of destiny that they have deformed, bent and then straightened to become the basis of a near future, but in the meantime their present is made of polite tension, directed towards the beauty of songs that kiss the rainbow, without shame. It is right and just to point out that nothing sounds more credible than a band that has always tried to give dance a more intimate value and now takes it into the confines of large stadiums, huge squares, inside supermarkets and above all in the lanes of heaven, because the ten tracks are golden-haired pirates capable of standing in the wake of every great dimension. 

The lyrics, co-written by both of them, bring nightmares to live inside dreams, finding in reality a magical aura, dangling between need and fantasy, like a diamond dipped in ocean water. And it is indeed an album built on the back of those waves, because it sensuously makes the songs glide through time: forty minutes of abandonment to the pleasure of a physicality that is combined with mature and constructive thoughts.

The sadness, which is certainly not to be missed, is given the keys that open the door to desires for life that Amanda and Dustin hold in the palms of their renewed propensity through not wanting to refuse the cohabitation of extremes that are inevitable. Here, the album is a home in the waves of reasoned, illuminating and non-destructive chaos, giving a great lesson to all, like a table from an ancient writing that we had denied ourselves to read.

Capable of accomplishing feats not even imaginable, the interplay between music and lyrics also makes it clear how the production is able to give everything equal importance. Succeeding. 

Then Dustin's voice and inimitable style are the magnets, the killer whales that bite into our flesh, making it obedient, in a certain and effective yielding, because this man is blessed with an unquestionable talent and a professional search for melodic textures which enchant our listening. We can’t escape from this romantic impulse that is provided by the vibration of his unique vocal chords that, mixed with vigorous lyrics, result in an almost explosive joy in us.

The most obvious ability of these nine dancing babes and one on a swing at the very end of the album is that of being a delirium with multiple faces, a ten-tailed snake always bent on showing tremors and fears with open arms, for a plunge into darkness without fearing death. Here, the two are the perfect heirs to bands that have tried to do this, but they are the ones who hit the target. 

Knowing how to take the history of grey and black music, respecting it, but throwing it into colourful highways is a titanic feat, and the result is under the blows of powerful and perfect drums, in the bass that like a dragon throws flames on guitars that are bound to be sparkling. Who cares what genre of music we are talking about: in listening there is an unquestionable seizure of stupidity, because they inhabit the intelligence that turns its back on the predictable, on that which is tired and incapable of providing truth.

When an artistic work makes one ask questions, suggests answers, allows itself a mysterious zone that is not abstention but reflection, then we can safely say that the perfect album exists and it is this Black, reigning for a near future that in any tragedy will still have its conscious smile…


Song by Song


1 - Infinite Love


From the very first notes, between the rusty voice and simple chords, you can sense that we are in front of an innovation. The rhythm arrives, the guitar sinks its nails and with the refrain the smiles open, amongst tears and thoughts searching for a net. A mini guitar solo reveals how Cerulean Veins have a good historical memory of that American Post-Punk of the 90s that did not have much luck. The song is a tattoo in the shape of a scar that embraces feeling even if it is suffering. When power and melody get married, love can only be infinite...


2 - Love Won't Save Us Now


Disruptive in rhythm, with skin-scratching guitar swings, and Dustin Frelich's usual, commanding, marvellous voice making listening a delight with dancing tears. When verse and refrain coexist as a legitimate consequence of a fiery, passionate flirtation, what ensues is a gloomy well-being that leads to the pinnacle of unstoppable enjoyment. He and his wife Amanda Ashley Toombs pilot and direct this band into territories where conscious glances cling to the need to organise time in a bubble in which to hold one's breath. It happens, then, to impact on the story of the failure of love, which will not save, will no longer protect people, and to convince us of this they do so by writing a song that, urging us to move relentlessly in our living spaces, will take away some of the pain but not the awareness.


3 - Dancing With Shadows


Showing fears and finding the power to dance, as dreams lead to love and nothing sleeps, we find ourselves to be moving bodies in the uncomfortable territory of the shadows but, to the song's credit, nothing is the enemy. An example of how a few chords and a powerful arrangement are enough to make a track a perfect lover. And here is the gothic joy that distributes intense electric shocks, guitars trained to be harpoons of the mind and the voice that among echoes, reverberations and its powerful tonsil, opens the way to a dance floor waiting for inebriated bodies.


4 - Tempted Hearts


Initial heart attack: were the American Joy Division born? No, don't worry, it's just the class of this artistic couple who know how to tease, how to make thanks of a now distant past and then even escape from themselves. And after a few seconds we find a few cells of Ado, their second album, reminding us where the San Diego band comes from. But then: swirls of drums and guitars like snares demonstrate the amazing path where melody must always bring a tear into unhappiness. You sing with your hands on your head, while your legs go away to dance a Post-Punk gem coloured with Pop. Nuclear, pleasantly devastating.


5 - Inescapably Loveless 


Wayne Hussey observes: perhaps he could use the American band for inspiration. The ideas here show the brilliance, the attitude to write a song that bypasses Darkwave and takes us to the garden of the heart, with the rhythm that jumps, changes speed, giving the bass the throne of the slap and then with the refrain you can be happily sad.


6 - Only The Love


The perfect place for this track is on the street, where it can run and bring its Rock, Pop and Post-punk flames to oxygenate the ears, because this is a song that has distant roots and is irresistible in the chorus with its inclination between the French 80s and the classic American form of disinterest in all that is fast-paced. Instead, the melody doesn't need excess to be penetrating and to create heights of absolute pleasure.


7 - Forever Tonight


The perfect moment, the result of their hard work is fulfilled in this sonic delirium, the summa of a career that touches the sky: one cries while dancing in the echoes of Psychedelic Furs, Echo & The Bunnymen, The Sound and a lot of Cerulean Veins' class that here, amid semi-acoustic guitars, rhythmic guitars and regal arpeggios, keyboards that with two notes give infinite flights and a splendid work of rhythm changes, produces the greatest embrace between the 80s and the 2000s.


8 - Dance Human Dance


Here their penultimate album Blue echoes, showing us how the electronic and Coldwave sides can still coexist, in a state of grace that does not forget its own DNA. Between Kiss (I Was Made for Lovin' You), Blondie and Talking Heads, the track finds its voracious pop dimension.


9 - Nothing Left But Love


The Psychedelic Furs return in the first few seconds of the track and in the attitude of a song that opens its feathers while the rhythm presses and dominates everything, making itself capable of slowing down and accelerating, with precise and volatile drumming and guitars like pleasant scratches on the skin of a spirit that, resigned, finds love within itself. Spectacular example of their multifaceted stylistic ability.


10 - Love Will Remanin


All Black is filled with love and the end affirms what will forever remain in darkness: its power to stay intact and ever powerful. And here we come to the only song that only apparently doesn't need a swirling rhythm because, if you listen carefully, there is a complicity in vocals and in the short guitar with its Post-Punk stains that makes our hearts beat faster, since emotions weep on our skin here. When we comes to a robust crescendo in the final part and the drums become a tribe within the darkness, then you can understand how this album is simply a marvel that finally gives the colour black the power to make us happy and not lead us to suffering…


Alex Dematteis

Muscishockworld

Salford

13th February 2023


https://ceruleanveins.bandcamp.com/album/black





La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

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