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lunedì 13 marzo 2023

La mia Recensione: Neon - Back In The Land Of Lost Horizons

 Neon - Back In The Land Of Lost Horizons


L’Olanda che vorresti, che immagini esista in qualche modo, si mostra con questo album strepitoso, energetico, sfavillante, cupo in una maniera adorabile e  a cui si dona un inchino e un grazie enorme.

Non può essere altrimenti se si conosce bene per davvero il movimento culturale e anche quello musicale di quel Paese ingiustamente considerato poco dalle masse che spesso rivelano ignoranza e incapacità. Ma il vecchio scriba è qui apposta: sia luce, diretta, e che sia messa bene a fuoco!

Quattro i componenti principali per dodici canzoni che sembrano girare dentro le pagine della storia, con l’abilità di chi sa spremere per ottenere un succo nel quale loro possano inserire i propri componenti per creare poesie truccate recitate davanti a delle fabbriche, attraverso un Post-Punk imbevuto di elettronica ben dosata, per far atterrare la convinzione sulla pista di una misteriosa e trattenuta Coldwave. Tutto plumbeo, fotografico, con gli ingressi del dolore aperti, ma ciò che preme notare è come ogni composizione sia un insieme di mani gonfie di idee, di spargimenti di semi nel territorio musicale per un raccolto per cui non è necessario aspettare, anzi, si raccoglie subito il loro fragore, si toccano i loro nervi e si beve dello Scotch, mentre le note del Sax mostrano una sensualità quasi aggressiva, seppur educata.

Si notano le scintille di Londra nella monumentale Heartbeat (vi ricorderanno i Clash di sicuro, ma il vecchio scriba si tiene stretta la band Olandese…), si viaggia tra le pallottole lente ma scheggiate di Liquid Cold, si visita i The Chameleons con Promised Land, si cammina nella nebbia industriale di Canta da Vito, si capisce come l’alternative si sia mescolato alla sfera gotica con la pelvica e nevrotica Standing On The Other Side, figlia dal basso martellante di una Londra cupa degli iniziali anni ’80.

Potrei suggerirvi di ascoltare Icemen con una copia di From The Lion Mouth tra le mani, e potrei cercare di descrivere tutti i brani come se le canzoni fossero figlie di altre. Sarebbe sbagliato. Ciò che lo scriba fa è solo quello di dare delle coordinate, ma poi occorre un ascolto attento, che sappia valutare il talento e scorgere la continua agilità che permette loro di variare, di essere sfuggenti e quindi non prevedibili.

Un gioiello che partendo dalle pale di un mulino a vento dovrebbe arrivare dentro di voi: quando la storia la fanno persone sconosciute tutto diventa orgoglio per chi l’ha vissuta…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
13 Marzo 2023





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