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lunedì 31 ottobre 2022

DEAR DEER - We can play in a living room

 DEAR DEER - We can play in a living room


Follia. Intercapedini violate. Suoni macrobiotici. Veleni puri in voluminosa presenza. Stratosfera bucata da impeti essenziali e dinamitardi.


Il duo Francese DEAR DEER impazza, ingovernabile, in queste 16 tracce dal vivo, con maestosa potenza che si attacca alle caviglie, mordendo tra suoni schizzati, melodie acidamente elettroniche, pregne di tossicità che ci rende schiavi delle loro composizioni.


Se volete essere schiavi del piacere di vagare tra le loro stanze e portarli nelle vostre siate attenti: i confini saranno violati per sempre perché la loro forza evocativa non può conoscere adeguata resistenza.

I due sono artefici di schizzi ipnotici ed invasivi, corrieri di tensioni e trame intense che spaccano le mura.

Copritevi bene, siate rifugi antiatomici ma sappiatelo: non basterà.


Andiamo ora ad impattare le nostre futuribili distrutte difese, addentriamoci nel loro cannibalismo elettronico.


DISCO DISCORD


Fuoco alle polveri, la danza cupa si alza e siamo già corpi in spostamento, partiamo dalla living room, e siamo cani che abbaiano alla paura.


CLINICAL PSYCAL


Atmosfera glaciale all’inizio, industrial e synth-punk a cambiarci connotati, ossessione sonora, mantra bastardo e corpi disuniti. Federico e Sabatel sconquassano.


STRACILA


Synth-punk e Post-punk a rapporto, tutto viene a devastarci con una elettrica danza .


DEADLINE


Siamo in cucina, tra verdure fatte  a pezzi da una acida elettronica, tastiera maliarda e assassina, un drumming completa l’inizio di una nuova stanza che salterà in aria. Entrambi cantano e tutto si fa ancora più compatto.


DOGFIGHT


Loro all’inizio ridono: beata cattiveria, possono permettersela! Un basso come fungo allucinogeno anticipa i due esseri impegnati nel cantare come artigli senza più sangue. 


JOG CHAT WORK GULA GULA


Noise e elettro-dark si impastano nella cucina ormai simile ad un campo di battaglia.

Preparano un menu musicale che guarda alla Francia sanguigna elettronica più sanguinolenta.


CLAUDINE IN BERLIN


E siamo alla canzone dell’abbattimento finale, se mai avevate dubbi: follia, crudeltà, cattiveria nascoste da una tastiera che chiaramente ci prende in giro. Sublime!


THANATOMORPHOSIS


Ultima tappa in cucina e siamo raggiunti da una new wave pietrificata, immersa di synth-wave caricata non a salve...Tritolo tra le orecchie, drumming che parte cupo perchè i beats sono ovattati e le voci si fanno malate. Echi di Virgin Prunes nel loro salmodiare.


NADIA COMANECI


Ora, confusi, tramortiti, senza sapere come, siamo nella Dining Room. Altro che Natale: siamo all’inferno, preceduti da un inizio che ci ricorda gli EINSTURZENDE NEUBAUTEN per poi salutare I CABARET VOLTAIRE. Ipnosi infinita.


ARNOLFINI


Chitarre e basso si fanno vive per pochi secondi e poi scattiamo, sedotti e maltrattati da suoni storti e malvagi, un altro  capolavoro ci martella il cranio, siamo senza difese.


STATEMENT


Ma quanto è bella e selvaggia la confusione? Altra traccia a tramortirci, una drum machine imperiale, chitarra chimica e siderurgica, ci acchiappa lo stomaco, echi Arabi a farci sentire altrove e confusi.


CZEKAJ NA NAS


Forse che questo sia il Santo Gral? Il momento più dissacrante e compatto, chitarra bastarda a bastonarci le orecchie, lei, isterica, indomabile, in un ritmo assassino.


DEAR DEER


Ultima tappa, siamo in bagno.

L’album incomincia a finire con claustrofobia e gin tonic.

La frusta ci colpisce nella vasca, siamo immobili e sanguinanti, le voci si fanno più lontane e maledette. E lei ancora ride ma poi si eccita in un cantato ripetitivo e isterico. PERFEZIONE RAGGIUNTA!


OZOZOOZ


Parte come Coldwave ma poi frantuma ogni dubbio e diventa cattiveria: electro synth-punk a suturare, ma niente da fare, sanguinanti, moriamo danzando nella cacofonia più celestiale.


JJR


Va bene, accettato: moriamo in bagno sotto i colpi di una canzone con fare quasi pop, stupefacente, sorprendente, ma con una elettronica che ci colpisce ai fianchi.


LIFE IN REWIND


Ultima tortura: esanimi, storditi, frantumati, il duo ci assesta l’ultima sciabolata, senza pudore, oscenità elettrica, calano l’ultimo asso, un basso semplice ma pesante, tastiera subdola ne anticipa un’altra che spacca lo specchio e la vasca, è delirio finale: morti in felicità.


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford

3 Maggio 2020

https://deardeerfr.bandcamp.com/album/we-can-play-in-a-living-room-live-2020




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