giovedì 27 luglio 2023

La mia Recensione: Ohne Nomen - The S-Witch

Ohne Nomen - The S-Witch


Esistono vascelli di penombre liquide nei pensieri, un vespaio lento in cerca di una guida. L’amore, quello pulsante di spasmi incontrollabili, cerca una forza nel tempo del delirio, e si può affermare che nell’arte, specificatamente quella della musica, possiamo trovare un lampo obliquo, composto di un piano strategico che sa bene come coinvolgere il corpo nel contatto con il desiderio di seminare binari di polvere argentata, sui quali far correre la convinzione che sia l’unica cosa corretta da farsi.

Giunta al secondo disco, la coppia italiana ha investito su una trama sonora che pare essere un concept album, che in realtà non è, dimostrando piuttosto il bisogno di limitare il campo delle possibilità per convergere in un manto sul quale far scivolare inquietudini, allucinazioni, simbolismi, finendo per gravitare intorno a generi musicali che si vedono circondati dal loro potere: un lavoro come esecuzione, come trapianto di onde sonore da immettere nel cervello.

Un tragitto che comprende assenze (dalla paura, alla oscena volgarità), contemplando invece il bisogno di canalizzare la distruzione del mondo come un racconto oceanico e temporale, come diamanti che si spengono nella melma della quotidianità. Sono brividi feroci, si coglie da parte loro l’intenzione di  fare dell’essenzialità un pugno che, attraverso la melodia, la danza, sappia pungere il cuore dell’esistenza, concedendo grazia e calore che attraverso i synth non sia tanto romantico quanto piuttosto un veicolo di ossessione. I brani dimostrano l’alta capacità dei due di concordare strategie che sappiano essere ragnatele piene di miele nero, una messa agnostica nel peccato del degrado incontrollabile. Fra e Philippe Marlat creano un mappamondo di voragini per le quali è semplice attirare i sensi, i macrocosmi embrionali, per tributare il giusto riconoscimento nei confronti di una orecchiabilità ad alta presa emotiva.

Il dolore diventa un’occasione per generare progetti, con slanci peccaminosi e audaci, come abito di una sfera che coinvolga sentimenti, istinti, come una magia dalle unghie affilate. I ritmi sono i terminali di giochi melodici pieni di una radioattiva propensione alla brevità per poter essere ripetuta in riff secchi, con i synth a dominare, come alleati di sementi giunte dagli anni Ottanta. La voce di Fra è un guanto di seta imbevuto di petrolio: fa luccicare il cuore, fa stringere la mente, consegnandoci una piacevole dipendenza tossica. Leggera, come piuma che vuole essere silenziosa, accenna brevi parole dimostrando una potenza che migliaia di vocaboli non sarebbero in grado di generare. La coppia semplifica, invade la volgare attuale volontà di dare alla complicazione musicale un senso, distruggendo gli avversari con cascate di pure bollicine frizzanti, nella nebbia di un tempo che non concede spazi per il disarmo bellico. Loro sparano, sparano creature sonore rivestendole di magie antiche, con la Darkwave alla quale mettono un bavaglio di pelle nera, dando alle sinistre molecole Coldwave la possibilità di governare il nucleo dei loro cuori.  Un album che arriverà alle dancefloor per poter gettare lo sguardo nel vuoto e concedersi il lusso di avere paura di questa maturità che la coppia ha mostrato con eleganza e potenza, unendo il cielo di sogni sconfitti con il cuore morente del pianeta Terra…


Song by Song


1 - My Body is Moving


Tutto comincia con una sonda nel bel mezzo dell’universo, un synth che lancia dolci missili, poi tutto si fa greve e una nube di asteroidi diventa muscolare, come steroidi che si impossessano del nostro corpo. Un Synthpop imbevuto di una elettronica intelligente ci avvolge per nutrire la notte di una saggezza imprevista…


2 - Darkness


Un fulmine elettronico esce da un synth imbevuto di grazia, con l’occhio attento a cogliere la sfumatura di una tenebra, un incubo che attende di essere toccato ed è la voce magnetica e sensuale di Fra Marlat, con il suo contributo sonoro, insieme al lavoro del partner Philippe Marlat (Iamnoone), a incidere con le proprie unghie un segno profondo in questo nubifragio sonoro che cade dal volto celeste. I due tornano e lo fanno scrivendo una canzone che rivela un’intima propensione a coniugare le diverse anime, un patto di forza che fa compiere un sobbalzo perché sia la parte cantata che quella suonata sviluppano l'alchimia di queste creature votate alla bellezza oscura. Fra è cresciuta, moltissimo: la sua voce è una piuma di piombo che spacca il vuoto, incisiva, pragmatica, una regina delle tenebre che dipinge il suo regno. Philippe è una macchina di talento con l’intenzione di spaziare nel mare delle possibilità: quello che realizza è il connubio tra melodia e ritmo senza che nessuno degli elementi prevalga, per una maturità finale indiscutibile. Synthwave, Coldwave, gocce di Minimal Wave: non è in queste definizioni che avrete la giusta dose di dolore e fascinazione. Buttatevi tra le onde colme di ghiaccio e gli Dei del pensiero, in modo gaudente, saranno i fari della verità perché questa canzone, come torcia incredula, saprà far fiorire un piccolo raggio, quello che vi basta per vedere la profondità di questo brano struggente…


3 - Crystal World


Con iniziali petali EBM intossicati da una plumbea Coldwave, ci troviamo in rimembranze Italy Disco Dance degli anni Ottanta, con in aggiunta un umore decadente totalmente attuale, per un sentimento onirico come trappola per gli inetti, dove i due sondano il terreno dei nostri pensieri. Voluminosa esibizione di un talento che riesce a far danzare le stelle…


4 - No Fear


Una contaminazione nevrotica (l’intro è orgasmo paralizzante) semina tristezza agrodolce, un beneplacito lasciapassare per una mancanza della paura che si fa necessaria. Su una robusta pavimentazione Synthwave, il pezzo circonda i pensieri e ci si ritrova in atomi Electrowave senza poter opporre resistenza. È un volo di scintille dalla bava succulenta quella che ci sfiora…


5 - Deep Hole


La sintesi della loro narrazione musicale si palesa: un battito del desiderio sovrasta ogni fatica e ci si ritrova nel profondo buco di una danza contaminante, accenni di cantato, accenni di suonato, per manifestare il contatto tra l’essenziale e l’epidermide di un sogno capace di produrre fuochi fatui. Quando la Coldwave si sbarazza dei geni della paura diventa un palcoscenico per la parte nordica dei nostri pensieri…


6 - Missing


Senza tregua, un altro missile carico di elettrica propensione germanica inonda i nostri respiri dove, dopo una maestosa introduzione, possiamo scatenarci in danze spastiche e generose. Musicalmente il brano ci offre il confine tra il delirio e l’applicazione robotica dei nostri corpi pulsanti…


7 - Cold Sadness


La canzone Regina, la Dea che pietrifica il respiro, getta lame di ghiaccio sulle nostre gambe, dimostrando come il connubio di diversi generi musicali possa generare beneficio e crudele curiosità. Soffice, con movimenti ondulati di tastiere semplici ma devastanti, rende possibile il contatto con il passato e Fra alza il suo registro di voce, regalandoci brividi come magneti stellari.


8 - Thelema


Il mago Philippe usa l’armonia come una frusta gentile, con i suoi Iamnoone che si affacciano per accarezzarci il cuore. Poi Fra si dimostra una interprete senza sudore nei pensieri, precisando il suo talento per conferire all’impermeabile sonoro una sensualità struggente: si può danzare piangendo…


9 - No Lights


Un singolo che ha annunciato il ritorno, una metafora decadente del nostro destino, produttore di richiami tenebrosi verso un passato che ha perso la sua dignità. Loro riescono a ridargliela, facendoci intendere che non ci si può rifugiare nel futuro senza aver saputo piangere le occasioni perdute. Spengono la luce di un millennio aggravato da peccaminose tendenze, con una musica che è un temporale estivo addolcito…


10 - Black Lies


Una canzone che apparentemente sembra diversa rispetto alle altre, rivela invece il talento di voler presenziare alla possibilità di indagine nei confronti di una pratica diffusa, quella di mentire nascostamente. Ma tutto qui è sincero, capace di farci accomodare nella verità con un ensemble sonoro efficace, dove l’elettronica supporta una Synthwave sontuosa…


11 - Lonelissen 

La perla che chiude questo secondo lavoro è un collare atomico, pulsante di un Post-Punk collaudato per generare punti di contatto nei confronti di forme musicali che sono nel loro DNA. Ci conduce nella zona nevralgica del loro talento, dove tutto appare un’oasi misteriosa ma in grado di suscitare un entusiasmo gotico clamoroso. Si sorride con le lacrime che rimangono appiccicate a queste onde che, pregne di un minimalismo tribale, ci convincono ancora di più della clamorosa esibizione di classe che è questo album: si dia alla gioia una rosa nera e la si conduca nel deserto ipotermico dei nostri desideri…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

27 Luglio 2023


https://on-ohnenomen.bandcamp.com/album/the-s-witch




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