giovedì 5 gennaio 2023

La mia Recensione: Songs From Savo Karelia - A Neofolk Compilation

 



Songs From Savo Karelia - A Neofolk Compilation


Il vostro vecchio scriba dalla notte dei tempi prova una fascinazione totale nei confronti del Neofolk, un bisogno viscerale di rimanere inghiottito nel fango liturgico di atmosfere all’insegna di voli decadenti, con strutture evocative che ci regalano clessidre per vivere il tempo al quale non avremmo altrimenti possibilità di accesso.

Impossibile non tener conto di sentimenti romantici travolti da disillusioni che fagocitano il pensiero verso strade buie, dove però non manca la lucidità e la forza per mantenere il contatto con propositi dalle braccia aperte.

Allegorie medievali, simboli in viaggio perenne verso l’estasi della nostra eccitazione e una nutrita schiera di folletti e streghe varie nuotano spesso nell’immaginario di testi votati a favole amniotiche.


Le fonti di ispirazione per questo genere musicale sono frequentemente introverse, di difficile masticazione, per poter creare la necessità artigiana di piccoli laboratori nei quali però la mente possa sentirsi libera di perlustrare le zone impervie del mondo. Libri, tavole antiche, racconti, esperienze febbricitanti di spasmi dolorosi, tutto questo viene messo sotto una lente dove i suoni possano essere cornacchie esibizioniste, con il becco operoso per picchiare la pelle delle nostre multiple insicurezze.

E poi sguardi continui verso la politica, gli eventi della vita, le ambasce fluide, le identità sessuali, le frustrazioni del tempo che corrode: un campionario infinito che affluisce e genera una matassa di elementi di cui tenere conto.


In tale doverosa ma minima precisazione, gli artisti che gravitano in questo mondo sono moltissimi e occorrerebbe aggiungere nei nostri ascolti anche loro: le sorprese, il nutrimento, il godimento sarebbero facilmente riscontrabili e credo pure necessari. Ovviamente esistono branchie, sacche naturali derivative, miscelanze varie con altri generi, e non sempre risulta semplice districarsi e intendere bene ciò che si ascolta. Ma troviamo semi puri, riconoscibili, punti fermi per non avere dubbi.

In tutto ciò lo scriba, adorante e felicemente perso nell’ascolto, vi consiglia questa compilation della Savo-Karelia, una casa discografica finlandese capace di accogliere gruppi musicali con diverse inclinazioni, stili, generi che la rendono estremamente interessante e credo anche indispensabile. 


L’ultimo giorno dello scorso anno è uscita una compilation che come un lampo diurno, tra luci tumefatte e stanche, ha illuminato lo scriba, che ha deciso di raccontare queste composizioni così terse, come un fedele alleato: si comprende perfettamente la magnificenza di cui sono composte, ed è necessario perlustrare questo corpo musicale con i suoi viadotti, le sue colline, le liturgie decadenti, i fumi di polveri glaciali e maledetti, con l’agglomerato pulsante di magneti in cerca di prede a cui avvinghiarsi.


Nove band per nove micidiali rappresentanti famelici di esplorare e consolidare il percorso dove poter piantare bandiere, rendere esplicabili immagini e sensazioni che ruotano nel ventre, supportate da chitarre acustiche e pratiche sonore collegate a richiami industrial e alla psichedelia più eterea, attraverso tastiere e organi che masticano catarro e saliva. Le voci, lacrime ascensionali e piene di saggezza, veicolano miscele di tenebre e di stupore, sospese tra riverberi e cantilene come preghiere gnostiche, per suscitare domande curiose.


Quando l’enfasi trova queste maestose dimostrazioni di donare fremiti si ha la garanzia assoluta di un beneficio statico, permanente, in progressiva dilatazione. Bozzetti melodici avanzano tra gli accordi saturi di limpida nuvolosità, in ossimori generosi e sfibranti, a cui non è possibile rifiutare un patto di non belligeranza. Sintomatologie varie rivelano la quantità di interventi chirurgici che le canzoni compiono verso temi importanti e decisivi, con il risultato di lastre dove il gioco del bianco e nero svela la sua essenza. Queste band confermano, stupiscono, spingono l’ascolto verso l’inverno della mente, per lasciare intatte le tracce di processioni senza volontà di resa.


Le impronte cinematografiche e narrative sono molteplici, evidenti ed esigono la vostra attenzione: vi sono scenari inusuali per clamorose evocazioni che non meritano l’assenza. I padri spirituali Douglas Pierce e David Tibet credo che firmerebbero volentieri un’ammissione di gradimento, perché non è nel nuovo e nella musica originale che il piacere cerca una cuccia. E in questo album gli artisti si sono dati davvero da fare per esibire un campionario di luci sommesse, di sentimenti in pellegrinaggio. Le ambiguità qui risultano essere pregi, le incandescenze demarcano il confine tra il bisogno e la colpa e la musica diventa, conseguentemente, mantra e coperta per parole spesse volte pregne di mistero. Lei invece, la musica, non lo è: limpidamente svela e alleggerisce. Ma quando diventa anche lei pesante non lo fa con rumori, distorsioni, o quant’altro: le riesce benissimo ingrassare il nero e renderlo opaco.


Per una volta lo scriba rinuncia alla descrizione di ogni canzone: vi lascia liberi di scoprire le immensità che potrebbero condurvi a una nuova Itaca, circondata da quel mar Ionio che sarà sicuramente contento di trasportare le efficaci note di questa compilation…


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford

6 Gennaio 2023


https://savo-karelianproductions.bandcamp.com/album/songs-from-savo-karelia-a-neofolk-compilation




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