lunedì 2 gennaio 2023

La mia Recensione: Motuvius Rex - Black Locust Grove

 Motuvius Rex - Black Locust Grove


Immagini gravide di tensioni e lampi magnetici si alzano, con un volo ferreo, da Louisville, nel Kentucky, per recare danni magnifici, corposi e acidi, nella gramigna incolta della nostra incoscienza. Come un serpente pieno di sabbia, pronto per il suo pasto, Mr. Christopher Shahn Rigsby fa di noi prede assolute. Le sue armi sono due canzoni che arrivano e anestetizzano la nostra convinzione che davanti alla potenza delle cavità oscure ci si possa difendere. In attesa dell’imminente Lp The Vigilant Sower, l’uomo dalla barba epilettica ci infesta e rende giustificato il suo misterioso regno. Visitando luoghi a noi negati, ci insegna la desolazione e la tempesta, le disgrazie e la tossicità mentale, con precisione chirurgica e unghie che si spezzano dentro la sua voce fumogena ma pesante come una lastra di marmo.


Il Maestro dell’inquietudine arriva attraverso la combustione di un folk noir rovistato e rivisitato, sulla strada di un’apocalisse funerea, immediata, con tracce minime del mai rinnegato Gothic Rock. Ma lui ha costruito una macchina del tempo ed è giunto, per noi (ovviamente), dentro la piazza di un paese medioevale, ingrigito e polveroso. Gli odori pesanti sono stati essiccati e messi in un’ampolla. Tornato ai giorni nostri, Christopher li ha utilizzati gettandoli in queste sue lacrime graffiate.


Si passeggia tra i Death in June assediati da torsioni crudeli, i Red Lorry Yellow Lorry come sacerdoti in attesa di punirci, i Fields of the Nephilim massacrati dai dubbi che vorrebbero ammazzare Cthulhu e da una catena di angeli neri in trasferta dentro i nostri rosari arresi e schiacciati da pietre levigate, smussate, abbandonate nel nostro respiro.


Due canzoni che ora entrano nella penna descrittiva del vostro scriba impaurito.


Song by Song 


1 - Black Locust Grove


Fotografie sconsacrate avanzano nei lapilli di chitarre ridondanti, la voce di Christopher invoca quella di Chris Reed, per un sodalizio virtuale immenso, mentre la musica si muove come una clessidra in un giorno di vento: pronta a morire, felicemente, mentre le tenebre allungano le loro mani dentro le creature terrestri. Uccelli e serpenti si inchinano e si avvicinano ai nostri cuori. Si danza su una batteria sincopata e nevrotica, con il basso sovrano: martellate le sue, colpi di ascia che però affascinano, come nella scena maestra del film Shining.



2 - Shattered (Full Gospel)


Pensare possibile un’unione tra i Death In June e i Fields of The Nephilim pare un azzardo figlio di allucinazioni con la bava alla bocca. Ma è cosa vera e giusta e soprattutto possibile e quindi reale: Christopher inscena una recita dove il ritardo dei sensi viene ritmato da un sacro hand clapping, e le chitarre sono secche sentenze come i colpi sui tasti di un piano in decadenza permanente. La malinconia precipita in un catino composto da desideri fustigati e le voci fuori campo rendono il brano la scena di un film pieno di controfigure: quanto sia pericoloso avvicinarsi a disumani desideri lo sappiamo tutti…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

3 Gennaio 20223

https://motuvius.bandcamp.com/album/black-locust-grove

https://open.spotify.com/album/0qiYMUUruih0NqsQXptdlY?si=RmbBaQ8-Q1CRcWLOVWPOAw



 

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