mercoledì 4 gennaio 2023

La mia Recensione: Iamnoone - together alone

Iamnoone - together alone


Perdere qualcuno, qualcosa, sentire i pensieri divenire grovigli senza soluzioni, immergersi nel tentativo di deliberare una sentenza primitiva ma doverosa: dover far emergere una modalità di essere se stessi, senza obbligatoriamente cambiare del tutto la propria identità.

Nella zona finale della pandemia i due cavalieri dal cuore dorato e dalle unghie nere sistemano al centro dei nostri tentennamenti un uppercut decisivo: gli Iamnoone tornano per insegnarci una nuova attitudine con un dipinto di cristalli che ci trasporterà verso la coscienza rinnovata, senza essere bisognosa di bombole di ossigeno.

Pur rimanendo come stile musicale sempre nei dintorni di nuvole con la pelle grigia, il duo accelera la scelta di una  metodica pop che rende questo album una chicca di assoluto valore, per una creatività che permette a due diverse entità di espressione di poter convivere serenamente, senza litigi.

I rapporti personali (così gravemente segnati, compromessi, implosi ed esplosi in quasi tre anni) vengono filtrati, benedetti, scossi, rimessi in circolo per le strade del mondo con otto esplosioni satellitari, perché da lontano i suoni non fanno male e i colori si riescono comunque vedere: il lavoro migliore dei due ha la saggezza, l’abilità di un uragano cauto, che ci fa danzare sulle onde di un Post-punk tenuto a bada, dando alla Cold Wave il compito di pilotare la navicella sensoriale cercando di tenere a bordo prismi di Minimal Wave. Con la freschezza quasi spensierata di schegge Pop a rendere il tutto un po’ frizzante.

La solitudine diventa la centralità che viene processata, cercata nel suo nucleo devastante e corrosivo, per determinare scelte che possano dare un minimo di colore a volti paonazzi, esangui. Philippe e Seth entrano nel laboratorio provvisti di intenzioni, strumenti, studi e una torcia nella mente, per rendere visibile il torbido e al contempo trovare un luogo dove collocare un nuovo tempio. È sempre la notte a riempire la pulsione delle loro creazioni, ma c’è l’intenzione di lasciare l’oscurità da sola, di metterla alla prova.

Giudici, preti, dottori, scienziati, muratori, ballerini: gli Iamnoone conoscono molteplici modalità per catturare l’essenziale e per liberare i dubbi dalla gabbia. Ma quest’ultima respira ancora dentro le loro composizioni, quel poco che serve per dare continuità a quelle precedenti senza dover vivere il trauma di un divorzio.

Un lavoro che dichiara la propria autonomia e il proprio distacco da forze contrarie perché ha al suo interno pilastri di cemento armato danzante, capaci di correre via da ogni eventuale attacco e critica. Qualcosa di magicamente invulnerabile esce da questi solchi, ed è incandescente il finale di questo ascolto, seppure i generi musicali siano ingiustamente associati alla freddezza. Tra musiche e parole i nostri cuori diventano roghi in perenne stato di celebrazione, ne abbiamo ben donde, vista la qualità che ci viene offerta per poter non solo godere ma soprattutto crescere. 

Musicalmente: le chitarre si fanno meno evidenti ma non per questo meno operose, anzi, c’è un lavoro sublime di contorsionismi eccellenti, di movimenti girovaghi che danno senso alla matrice principale delle composizioni che è conferito dal binomio basso e synth. Ed è dunque un trinomio che sembra un’orchestra gotica in stato di grazia a contatto con il cielo, senza filtri, per dare complessità e armonia, per far divenire le canzoni una scintilla compatta dai mille ingressi e da nessuna uscita perché per davvero si ha la sensazione che entri solo quello che serve, senza tentennamenti.

L’album scivola nelle cavità dove l’identità fa i conti con gli spazi vuoti e quelli gonfi di accadimenti che hanno smembrato le verità e le autenticità, trovando il modo per sciogliere il nodo che rischiava di far suicidare ogni percezione. 

Il tempo di chiudere gli occhi danzando e poi via, canzone dopo canzone, il vecchio scriba si commuoverà in stabile intensità…


Song by Song


1 - king of pain


Si può risultare più robusti senza per questo affidarsi a una pletora sonora normalmente usata dai più? Certo che sì: la canzone di apertura di questo lavoro ce lo dimostra, perché la band trova modalità  (apparentemente) delicate per definire una evidente crescita espressiva ma l’insieme è uno schiaffo ben assestato, dando a intarsi di synth l’impressione di affidarsi a sogni in discesa libera, mentre invece assistiamo ai limiti umani incapaci di intendere quanto siano cambiati i sentimenti, finendo per divenire una tenue tempesta. 


2 -  martyr of love


Una croce danzante, brillante oscuro di provenienza nordica, vaga come impaurita, con il basso lineare di Seth pieno di malinconia, mentre Philippe diventa un cerchio onirico, su una base Coldwave delle chitarre in retrovia ma perfette per fare da guardiano della trama di un synth in stato di grazia: date poche note agli Iamnoone e avrete l’impressione di un pallottoliere fertile di raggi lunari.


3 -  together alone


Ecco la faccia pop che ricopre il lavoro di Seth, supportato poi da un piano dalle note come concime autunnale, per la canzone che dà il titolo all’album. Che splendore questo abbraccio tra l’ossimoro violento e la propensione danzereccia: ed è amore a primo sudore colante. La Italo Dance degli anni ’80 (quella di qualità e di classe) trova una rispolverata magnetica, mantenendo però la cupezza stilistica del duo italiano.


4 - happiness


Che i vecchi seguaci dei due incanti plumbei stiano tranquilli: c’è ancora il conosciuto e adorato Dna nelle vene di Philippe e Seth, ma qui il passato è una scusa felina che morde i polpacci perché, se da una parte si piange con un ricordo di antiche distese di benessere (e tutto sembrerebbe lineare rispetto alla pietanza oscura a cui si è abituati con loro), dall’altra abbiamo anche bagliori di luce che passano attraverso rintocchi di chitarra che richiama The Edge e una melodia quasi sulla corrente di una incantevole spensieratezza.


5 - the edge of the world 


Siamo a bordo delle stelle che portano il tempo a lasciare a noi la scelta di come sprecarlo… Ed è meraviglia in circolo permanente con questa delizia chimica che rende il nostro pensare un liquido di contrasto doveroso, consentendo alla band di determinare come stanno le cose: cercano e trovano la summa della loro qualità compositiva e la portano sotto il sole. Che la perfezione sia ben in vista, sempre. Gocce di Minimal Wave a baciare la Coldwave, nel girone del tripudio di richiami sterilizzati. 


6 - wasn’t you 


Srotolate il tappeto di perle antiche: gli Iamnoone diventano indiscutibilmente sovrani dell’incanto che unisce la necessità di imparare assolutamente dagli eventi contrari, essendo capaci di non togliersi dalla pelle i petali musicali con cui sono cresciuti, portando nei nostri strati un combo perfetto di melanconia e potenza postmoderna in parata celestiale.


7 - the broken spell 


Seth prende la lente e la posa sulle corde del suo basso: ed è il banchetto del suono tremante che esibisce la sua molecola glaciale, in generosa abbondanza. Il brano è una puntura in un igloo in cerca di abbracci, la chitarra è un setaccio che scarnifica, le note di synth baciano i giochi degli Dèi delle tenebre e tutto sembra essere il puzzo atmosferico dopo un fungo nucleare: l’incantesimo spezzato trova il suo trono per celebrare la tristezza massiccia che nella voce teatrale e magnetica di Philippe perfeziona la custodia di un diamante dalla bellezza infinita che possiamo vedere tra queste onde sonore.


8 - falling on my knees 


Che sia il perdono a stabilire il valore dei sentimenti: per farlo il brano di chiusura suggella tutto l’album, con una mossa musicale che rende irraggiungibili lo stile e la concretezza di questo duo assassino ma dai guanti di seta. Il ritmo è sempre costantemente veloce, ma vive una lentezza al suo interno di cui sentiamo la presenza, che inganna e prende il sopravvento, perché questa composizione completa l’assoluta crescita dei messaggeri del doveroso ricambio di disegni comportamentali. La Coldwave mette lo smalto sulle dieci dita e tratteggia magia e follia, paura e devozione, per un clamoroso finale che stabilisce l’ingresso definitivo della band nel circo artistico dal volto dorato…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

5 Gennaio 2023


L'album esce domani 6 Gennaio 2023

Sarà disponibile a questo link:

https://iamnoone1.bandcamp.com/album/together-alone

Grazie a Cold Transmission Music



 


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