giovedì 12 gennaio 2023

La mia Recensione: Cerulean Veins - Love Won't Save Us Now

 Cerulean Veins - Love Won’t Save Us Now


San Diego è un fantasma adorabile, che si sposta di notte dentro i corridoi della mente di una coppia capace di scrivere e stampare il mistero dell’esistenza all’interno di fasci musicali, dove tutto appare come un rito salvifico e conseguentemente importante nella sua efficacia.

Dieci anni dopo l’inizio di una traversata negli oceani delle tenebre, Cerulean Veins torna con un singolo e a breve un nuovo album: certe ricorrenze si devono celebrare bene e loro lo fanno egregiamente.

Qualcosa di inebriante, imprevisto, al confine tra l’attesa egoista e lo stupore candido di un bambino che guarda il cielo, accade con questa  canzone. Dirompente nella ritmica, con le oscillazioni della chitarra che graffiano la pelle, e la solita, imponente, meravigliosa voce di Dustin Frelich a rendere l’ascolto un piacere dalle lacrime danzanti. Quando la strofa e il ritornello convivono come conseguenza legittima di un flirt focoso e appassionato, ciò che ne consegue è un benessere cupo che conduce al vertice del godimento inarrestabile. Lui e sua moglie Amanda Ashley Toombs pilotano e dirigono questa band verso territori dove gli sguardi coscienti si appiccicano al bisogno di organizzare il tempo in una bolla in cui custodire il respiro. Accade allora di impattare nella storia del fallimento dell’amore, che non salverà, non proteggerà più le persone, e per convincerci di tutto questo lo fanno scrivendo una canzone che, spingendoci a muoverci muovere senza sosta nei nostri spazi vitali, ci toglierà un po’ di dolore ma non la consapevolezza.

Ed è un sentire primitivo che entra e esce dal cuore rotto, trasportato da fiammate Darkwave e da un Postpunk aggiornato mentre medita su dove poter morire senza la fiducia. Questa si conficca prepotentemente nella testa per depositare le sue tossine, ci convince della sua storia e dell’affermazione facendoci sedere senza forze sul pavimento, dove i liquidi dell’oceano Pacifico ci fanno lasciare la California per portarci nei fondali della tristezza. 

Ed è una addizione semplice: nuvole più cuore infranto uguale la pioggia infinita di un perdersi inevitabile, ma almeno il brano insegna cosa sia la felicità decadente che, se non conforta, almeno regala gocce di sudore inebrianti.

Occorre organizzare una stanza vuota, silenziosa, le candele come tappeto sul quale ci si libererà completamente per ore e ore ascoltando questo fardello cosciente, che scaverà una fossa piena di rose nere.

Dovremmo indossare il richiamo di urla graffiate e ringraziare questa band per aver sviluppato e perfezionato uno stile che ora può definirsi potente e sostanzioso, un vascello nero che ci trasporta nella musica che adoriamo e che loro sanno rendere perfetta. Il play torna attivo per prendere piacevoli sberle in questo oceano, dove questa canzone salda il bisogno di qualcosa di orecchiabile ma non per questo banale: il Pop oggi potrà imparare quanta creatività vive nel profondo di anime intense…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

13 Gennaio 2023

https://youtu.be/1ElLAgkdQEk



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