lunedì 31 ottobre 2022

La mia Recensione: My Raining Stars - The life we planned

My Raining Stars - The life we planned

Ci sono storie affascinanti nei percorsi di alcuni artisti, andrebbero conosciute e abbracciate. Sono fatte di grandi passioni, ostinazioni e di una volontà di vivere la musica che dovrebbero essere note per divenire un esempio.

Una di queste ha come nome Thierry Haliniak, musicista di Saint-Sauveur-en-Puisaye, ora domiciliato ad Auxerre, che, partendo dalla sua passione per il genere musicale denominato C-86 (trasformatosi poi nel nome Dreampop), ha assorbito tutto l’amore (come lo scriba) per la favolosa etichetta indipendente Sarah Records e successivamente per la Creation, per vivere, come conseguenza, una esperienza nella band Nothing To Be Done.

Quei ragazzi divisero il palco con artisti del calibro di Moose, Adorable e The Boo Radleys. Finito quel periodo Thierry continuò a suonare pezzi propri sino ad arrivare a formare un proprio progetto scegliendo il nome My Raining Stars. Trovò nel suo cammino il sostegno e il contributo del musicista Danese Casper Blond, potendo così lavorare serenamente allo sviluppo delle sue canzoni e, dopo un Lp di esordio nel 2008, vide degli Ep manifestare in modo evidente le sue qualità. Sino ad approdare a quest’ultimo, The Life We Planned, che è il sunto del suo limpido talento, colmo di poesia e leggerezza, voli armonici dove nulla viene sintetizzato bensì evoluto e reso in grado di raggiungere vette da cui tutto il suo valore domina il nostro bisogno di morbida propensione ad ascoltare pennellate di dolcezza coniugate alla sua voce delicata e penetrante.

Ecco giungere What Can We Do, una sensuale dimostrazione di leggerezza connessa a una armonia avvolgente.

Con Mirror si evidenzia il suo antico amore per le band della Sarah Records, con questo affresco pomeridiano di attitudine nel suonare chitarre ritmiche avvolgenti, con il supporto di una tastiera che lavora quasi segretamente ma lo fa in modo delizioso.

Quando arriva Summer’s Gone il cuore salta con gioia e diventa dipendente da questa struggente composizione con una chitarra seducente e il lavoro di un basso che ne evidenzia il valore. Chicca clamorosa che va amata senza dubbi.

On His Own porta in dono l’amore dell’evoluzione del Dreampop degli anni 90, planando con agilità in un Alternative ben plasmato e capace di dare a due generi musicali la possibilità di una perfetta convivenza.

Completa l’Ep la canzone che gli dà il titolo. Ed è dipendenza emotiva, i sensi si abbracciano in questa splendida fotografia dell’umore dove la vita si presenta con timidezza, quasi con petali di tristezza che viene dominata ma a cui non si nega lo spazio. E la voce di Thierry è perfetta per darle il volto di una carezza capace poi di prendere ritmo per volare dentro di noi.

Grandissimo lavoro che merita un approccio entusiasta da parte di chi avrà modo di innamorarsene. Lo scriba ci è riuscito e ora è colmo di riconoscenza e non ha dubbi che sarà così anche per voi.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

1 Novembre 2022


Data di realizzazione: Venerdì 4 Novembre 2022 sulla pagina Bandcam






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