sabato 1 aprile 2023

La mia Recensione: ZEITGEIST+ Vol. 2 by Cold Transmission Music

 

ZEITGEIST+ Vol. 2

by Cold Transmission Music



Ci troviamo davanti al nuovo regalo della Cold Transmission, una Label costantemente capace di donarci motivi di felicità, privilegi che diventano benefici da utilizzare per pilotare i nostri bisogni verso una zona che sa essere sia collettiva che intima.

Andiamo dunque subito a visitare le 19 canzoni presenti in questa nuova compilation di Andreas e Suzy Hermann, che ringraziamo per l’ennesima volta.


Song by Song


1 Bedless Bones - A Poison Tree


La band Estone confeziona melodia e situazioni intriganti portandoci, danzanti, sulle rive di un fiume, con un albero guardiano di questa elettronica intrisa di Synthpop.


2 Alex Sindrome - Suicide Watch (featuring Dawn Blackbird)


L’electro dell’artista Francese ha un make-up da tenebra sensuale, una traccia che chiude le persiane e ci fa sprofondare in un coma etilico: eclettica, seducente, conquista per le soluzioni adottate.


3 Walter Frosch - Under A Spell


Il musicista e cantante svizzero, con il suo punk imbevuto di Synth wave e Pop trova modo di scrivere un percorso sonoro che colora il cielo ad alto ritmo.


4 Night Haze - The Light


Si vola in Grecia con un Electro-Dark abbracciato alla Darkwave ed è un godimento fisico e mentale, in quanto con il brano si viaggia dentro la luce di una tenebra che accoglie questo impianto sonoro perfettamente strutturato.


5 A Projection - Time (RMX)


La Svezia conferma il suo spiccato senso di dare gioia alla paura: una canzone con il vessillo gotico su travi Dark-Electro, splendide…


6 Left for Pleasure - Hinter Schweren Gedanken


EBM, Synthwave, Post-Punk, Elettronica per la band tedesca che prende gli anni Ottanta e li cura con una siringa piena di corteggiamento fatto di algoritmo, lampi di vento gelido e unghie magnetiche: strepitoso atto di forza.


7 M/A/T - Das Fundament


Si rimane in Germania e ci si butta in gelidi e incantevoli synth, dove è l’EBm degli anni Novanta a bussare alla porta, con dosi di elettronica a riempire le veni pulsanti di una danza robotica: estasiante!


8 NECRØ - Surviving Pessimism


Lisbona e la nebbia sintetica, i frammenti di polvere che escono dal baratro e il vociare magnetico della Dark-Electro più suggestiva, a creare tensioni, anche in presenza di accenni di melodia che cercano di rendere più accettabile la situazione. È adrenalina pura, con la frusta sulla pelle.


9 Lacquer - Them


Berlino ci regala una bella dose di tristezza concettuale, che scende nel corpo lentamente, con tastiere oblique e una voce tenuta appena sotto la pelle per una canzone che mette a confronto la Coldwave e l’Electro Pop, per una sfida nella curiosissima Alexander Platz. Intensa!


10 Menthüll - Pour un silence


Si va in Canada per ballare nelle pieghe del silenzio, con generi musicali che si danno appuntamento, una leggerezza che ci rende sognanti e contenti: a prevalere è la Synthwave, che brinda ai numerosi amici di questa circolare movenza solare…


11 La Mécanique - Vestige du futur


Ancora Canada, ma questa volta siamo in mezzo a un lago pieno di onde elettroniche, di umore cupo, potente però, con la sua dose di Synthwave, Coldwave e Synthpop, che ci spinge a surfare su schegge di ghiaccio in cerca di un addio, con il futuro che approva la sua veste malinconica…


12 METAL DISCO - Crooked


Atene riempie il Partenone per un Party acido con fiammate EBM e Synthpunk, con proiezioni Minimal Synth che scaldano i cuori nei suoi cambi di impulsi e allucinazioni…


13 Rina Pavar - the things we hide (Club Mix)


La Dea di Lipsia ci offre un Club Mix, per completare la nostra tossica dipendenza da questo brano: la dark electronic misura il respiro con una trama di synth imbevuti di veleno, per danzare, morenti, tra le sue braccia…


14 Oliver Decrow - We Are Going In Circles


Il caro Oliver è l’emblema della Germania che frusta il presente, lo stuzzica e gli riversa addosso le sue strategie che sanno coniugare sapientemente Coldwave, Elettronica e Synthwave, per un marasma tenebroso di atmosfere liquide. Terapeutica e misteriosa, la canzone ci fa girare intorno in un cerchio magico fatto di fili febbricitanti…


15 Laurent Colson - Senses Game


Di notte, a Parigi, tra le strade, barcollando, in fuga, con la felicità nei vestiti neri e le ombre, e la Synthwave che benedice e chiama a corte portatori malati di frammenti di elettronica, calda. Ipnotica e rapace…


16 Sun's Spectrum - All I Want


Tutto ciò che vogliamo è perderci nell’intensità del duo italiano, ingegneri pelvici di martellate Synthwave, con voci morbosamente vicine al godimento, mentre tutto si muove nel delirio…


17 Revenge Body - Bliss


Si vola negli Stati Uniti e ci copriamo bene: la band qui ci scioglie il cuore con una melodia catatonica, con la sua pelle dipinta di Retro Wave ed elettronica addomesticata, nei pressi di una Coldwave singhiozzante…


18 Bleached Heat - Against the Wall


Canada ancora, ed è orgasmo di pelle nera, in una giostra che, partendo dagli anni Ottanta, arriva ai giorni nostri: occorre saper usare bene alcuni generi prestigiosi, su cui prendono il sopravvento la Synthwave, il Synthpop e la Dark Synthpop, che decidono di comandare le operazioni. E si balla con lo sguardo contro il muro…


19 Scenius - High Low


Per finire il tutto si va a Leeds ed è un bagliore di lacrime sintetiche, un camminare pensierosi tra il Synthpop più cupo e una Synthwave ubbidiente. Si chiudono gli occhi e si cade, felicemente, con i lividi che applaudono, perché la tristezza non è mai del tutto uno sbaglio…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
1 Aprile 2023




venerdì 31 marzo 2023

My Review: TWIN TEARS - Flesh War

 TWIN TEARS - Flesh War


A lone man in charge of operations, from the northern United States: this very little information is enough for you to go straight away.

We are in the presence of a resounding EP, full of desolation, a world compressed within a musical refuge manifesting Post-Punk, Minimal Synth and small Darkwave fragments.

But that is not the point. On the contrary, it would be dangerous to limit oneself, here more than ever, to a stylistic definition, because not even a microscope is allowed entry to certain cells. One relies on sensations, on the reactionary motions of a belly that perceives a considerable wave of suggestions without wording, without all this causing annoyance.

A hormonal deluge, a closing sky, a dense shower of philosophical friction come together in these compositions, to delineate our effervescent curiosity: will it all come from a secret tunnel that, starting in Sheffield in 1982, has only now become apparent in our listening? The answer may not be needed, as what we find ourselves doing is trying to assume an expression that does not show too much of the hubbub and joy mixed with depression, which makes us children inside the wind of a really powerful stunner.

The hubbub smells eighties, like the dress, in a marriage that leads to six octopus specimens that, with sensuality and determination, will swim in the water of your new enchantment...


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
31st March 2023






La mia Recensione: TWIN TEARS - Flesh War

 TWIN TEARS - Flesh War


Un uomo solo al comando delle operazioni, degli Stati Uniti del nord: vi bastino queste pochissime informazioni per andare subito oltre.

Siamo al cospetto di un EP clamoroso, pieno di desolazione, un mondo compresso all’interno di un rifugio musicale manifestante dettami Post-Punk, Minimal Synth e piccoli frammenti Darkwave.

Ma non è questo il punto. Anzi, sarebbe pericoloso limitarsi, qui più che mai, a una definizione stilistica, perché a certe cellule neanche a un microscopio è concesso l’ingresso. Ci si affida alle sensazioni, ai moti reazionari di un ventre che percepisce una notevole ondata di suggestioni senza dicitura, senza che tutto questo provochi fastidio.

Un diluvio ormonale, un cielo in chiusura, una fitta pioggia di attriti filosofici si danno appuntamento in queste composizioni, per delineare la nostra effervescente curiosità: arriverà tutto questo da un tunnel segreto che, partendo da Sheffield nel 1982, si è palesato solo ora nei nostri ascolti? La risposta può non servire, in quanto quello che ci si ritrova a fare è cercare di assumere un'espressione che non mostri troppo il frastuono e la gioia mista a depressione, che ci rende bambini dentro il vento di uno stordimento davvero potente.

Il fracasso ha un odore anni Ottanta, come l’abito, in un matrimonio che conduce a sei esemplari di piovra che, con sensualità e decisione, nuoteranno nell’acqua del vostro nuovo incanto…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
31 Marzo 2023






La mia Recensione: Art Block - Stones and Fire

 Art Block - Stones and Fire


Un volo sulla città che sta a sud di questo sogno, un cammino nelle scarpe di un bisogno svelto, una carezza da parte di un ragazzo al suo esordio discografico, una storia in mezzo all’acqua corrente di fragilità in disuso continuo, nella Londra sconfitta da giovani vite senza più ambizioni.

Art, bella creatura dalla voce con il vetro appiccicato, ci porta sulle rive di un fiume intossicato da cadaveri, da anime perse nel circondario del pensiero di una lotta continua. Ha scelto il chitarrista di Amy Winehouse, l’ha messo dietro il banco della saggezza e l’ha lasciato libero di ascoltare con le orecchie piene di sogni.

Perché questo fa il giovane Londinese: canta dentro la fascia onirica, semina sospiri e arpeggi infiniti, sussurra e lascia andare il suo dolore, senza sosta. Frammenti vari della sua infanzia, piccoli vascelli di viaggi, entrano come formiche, abitano la frenesia che riesce a educare, per far divenire il tutto un suono, una canzone, un respiro sonoro che, seducendo lui per primo, gli consente di estraniare l’infinito senso di smarrimento.

Come una terapia, come una gita dei sensi, queste composizioni sostengono la responsabilità di un passatempo con le mani sui fianchi. Struggente, ammaliante, con il sudore continuo sui brividi, tutto in queste dieci farfalle color nostalgia, dal profumo di inchino: si celebra l’esistenza e il suo dannato finire…

Sceglie l’art folk come guida, l’istinto di un uomo che matura con le ballate, la lentezza, l’identità di un Paese che ha inventato questo genere per non dimenticare i cantastorie. Cosa fa Art se non essere una mano su una piuma, intinta nell’inchiostro?

Lacrime calde, salgono su al nord, nel nostro cuore, poi più su, sino al nostro cervello, per definire il contatto che ammalia e abbatte al contempo: se esiste  una via di fuga, se mai vorreste scappare da questo album, darete ragione al suo istinto, alla sua amarezza, in quanto certi silenzi sono figli di note con la calamita. 

Trovare un luogo, un senso, dirigersi verso il futuro per Art non è una scommessa o tantomeno un bisogno: è un precipitare senza freni, perché il cielo lo spinge verso quella conoscenza che gli consente di afferrare il respiro di ogni granello di tristezza che gli abita il cuore.

Accostarsi.

Accogliersi.

Raggomitolare ogni paura.

Questo fa Art e non c’è lacrima più bella di una autenticità che  non rinuncia a se stessa.

Il momento della visita è giunto, saremo con ognuna di queste scintille, a luce spenta, con la voglia, accesa, di essere un sogno dentro l’ascolto…


Song by Song


1 The Basement


Dita che pizzicano, la voce che stimola il pianto, il fuoco dell’ignoranza che accende ogni banalità: Art parte per il suo viaggio, con frammenti Trip Hop, l’atmosfera di un synth accordato alla tenerezza e un arpeggio assassino di chitarra che ci porta nei confini di Tom McRae. Si perde un pezzo di sé sul terreno, e si riceve, gratuitamente, la prima poesia. Il brano ha una chiosa psichedelica, un sussurrare mentre la sua anima combatte…


2 Infinity


Ali di un sorriso planano su un piano e ci riportano alla città del blues morbido, Houston, in quanto si è all’interno del nero di una America fratricida, e la chitarra sembra accompagnare quei tasti verso un pomeriggio di lacrime. Il ritmo si piega, si ferma, Art chiede un abbandono, la casa diventa la tragedia che può rasserenare, e il coraggio di quegli archi fa sì che la melodia muti la pelle, come il protagonista…


3 Saviour


Arriva l’inverno del cuore, la pioggia entra nei fiocchi di neve, e la vita diviene un albero coi rami rotti, senza opposizione. La voce, qui un esercito graffiato dal tritolo, prende la chitarra acustica e va a scambiare due chiacchiere con un artista che è stato il suo Everest…

La depressione può avere un sorriso, e ogni fallimento, se raccontato da Art, può divenire una sequenza di abbracci. 


4 Brother


Un brano come rabdomante, in cerca di angeli notturni che spengano la luce della paura: c’era una volta il New Acoustic Movement, e un sacco di confusione. Il Londinese no, non si perde, e guarda molto indietro nel tempo per questa sberla con gli archi: è la Parigi dei primi anni Cinquanta quella che prende in affitto, per capirlo basta sentire l’arrangiamento degli archi e il gioco di prestigio continuo della chitarra e del piano. Se esiste un fremito, esce di sicuro da questi minuti per morire sulle vostre spalle…


5 Seagulls


Per la prima e unica volta, Art racconta la storia d’amore di due anime alla ricerca di un piano visivo, da cui ammirare i gabbiani e gli animali del mare cercare un sorriso. Bacharach sarebbe orgoglioso delle soluzioni adottate, il ritmo che con la slide guitar si concede del romanticismo è un capolavoro, l’intimità che diventa uno stormo lento.


6 White Horses (Alt version)


Metti una sera a cena con Joseph Arthur, una scena che si prospetta intrigante. E via, parole che abbandonano la tavola e cavalcano una musica che proviene dal palco di un concerto degli Stones dei primi anni Settanta. Ma in queste note esiste una quota di consapevolezza, un vivere l’ambiguità del tempo che Jagger e soci non hanno mai sperimentato. Ed è l’arcobaleno che prende la voce di Art, lo spinge al registro più alto, convincendolo a depositare ogni contrarietà dentro una melodia barocca nelle intenzioni e pop nella realtà.


7 Pilgrim


Dio aiutaci: se c'è un vuoto che abbiamo creato, di sicuro lo capiremo in queste parole e in queste note, non si può sfuggire alla verità. La voce lavora come se avesse paura di disturbare il quartetto d’archi, forse scesi improvvisamente da un film muto degli anni Venti del secolo scorso. Quando essa si assenta, la musica pare avere l’intenzione di aprire le tende del cielo ed è pura commozione, una lezione continua di come certe dinamiche Art le conosca molto bene, riuscendo a colorare il suo respiro. Vortice, vertice, questa canzone è complice della magnificenza…


8 The Sea


C’era una volta Jeff Buckley. Bastano i primi secondi e non vi sono dubbi: la mente accenderà l’amore per quel fiore americano non ancora pronto ad appassire. Ci pensa il Londinese a tenere la sua luce accesa, sul comodino parole piene di sogni e di oscurità, dita veloci pizzicano la melodia e tutto si fa luce, mentre Jeff sorride dal suo fiume…


9 Hollow


Cambia lo scenario, le prime note ci avvisano che il talento di questo ragazzo può condurlo a sperimentare un Art Folk che si fa un tuffo nell’Alternative americano, per essere una danza senza tempo. Rumori registrati per strada e poi campionati fanno sì che l’arte e la realtà vivano un compromesso, sino a far scomparire la voce in un cammino fatto di foglie in volo. 


10 Stones and Fire


Questo magnifico viaggio non poteva non concludersi con un racconto, sistemando le cose con una storia che raccogliesse gli amici caduti in disuso, le stelle dei giorni che hanno perso brillantezza, perché Art non scherza. Tutto parte come un soffio a tre, voce, piano e violino, poi il dramma di parole consapevoli gonfiano il brano e il tutto si distende.

Il piano racconta la voce, la voce stende il violino, il violino accoglie parole che andrebbero uccise, mentre questo album ci concede la magia di un sospiro, e la certezza che abbiamo conosciuto un talento che siederà a lungo sulla schiena del vento…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
31 Marzo 2023






My Review: Art Block - Stones and Fire

 Art Block - Stones and Fire


A flight over the city that lies to the south of this dream, a walk in the shoes of an unhurried need, a caress from a young man on his recording debut, a story in the midst of the running water of fragility in constant disuse, in London defeated by young lives with no more ambition.

Art, a beautiful creature with a sticky glass voice, takes us to the banks of a river intoxicated by corpses, by souls lost in the surrounds of the thought of an ongoing struggle. He chose Amy Winehouse's guitarist, put him behind the bench of wisdom and left him free to listen with ears full of dreams.

Because that's what the young Londoner does: he sings within the dreamy band, sows sighs and endless arpeggios, whispers and lets go of his pain, relentlessly. Various fragments of his childhood, small vessels of travel, enter like ants, inhabit the frenzy that he manages to educate, to make it all become a sound, a song, a sonorous breath that, by seducing him first, allows him to extricate the infinite sense of bewilderment.

Like a therapy, like an outing of the senses, these compositions bear the responsibility of a pastime with hands on hips. Poignant, bewitching, with continuous sweat on the chills, all in these ten nostalgia-coloured, bow-tie-scented butterflies: they celebrate existence and its damnable ending...

He chooses art folk as his guide, the instinct of a man who matures with ballads, slowness, the identity of a country that invented this genre so as not to forget the storytellers. What does Art do but be a hand on a feather, dipped in ink?

Hot tears, they rise up north, in our hearts, then higher, up to our brains, to define the contact that bewitches and frightens at the same time: if there is an escape route, if you ever want to run away from this album, you will agree with its instinct, its bitterness, as certain silences are the children of notes with a magnet. 

Finding a place, a meaning, heading towards the future for Art is not a gamble or even a need: it is a precipitate without brakes, because the sky pushes him towards that knowledge that allows him to grasp the breath of every grain of sadness that inhabits his heart.

To approach.

Embracing.

Curling up every fear.

This makes Art and there is no more beautiful tear than an authenticity that does not renounce itself.

The moment of the visit has come, we will be with each of these sparks, with the light off, with the desire, lit, to be a dream within the listening...


Song by Song


1 The Basement


Fingers that pinch, the voice that stimulates weeping, the fire of ignorance that ignites every triviality: Art sets off on his journey, with Trip Hop fragments, the atmosphere of a synth tuned to tenderness and a killer guitar arpeggio that takes us to the confines of Tom McRae. One loses a piece of oneself on the ground, and receives, gratuitously, the first poem. The track has a psychedelic coda, a whisper as his soul struggles....


2 Infinity


Wings of a smile glide over a piano that take us back to the city of soft blues, Houston, as one is inside the blackness of a fratricidal America, and the guitar seems to accompany those keys towards an afternoon of tears. The rhythm bends, stops, Art asks for an abandonment, the house becomes the tragedy that can soothe, and the courage of those strings makes the melody mutate the skin, like the protagonist...


3 Saviour


The winter of the heart arrives, the rain enters the snowflakes, and life becomes a tree with broken branches, unopposed. The voice, here an army scratched by TNT, picks up the acoustic guitar and goes to chat with an artist who has been his Everest...

Depression can have a smile, and every failure, when told by Art, can become a sequence of hugs. 


4 Brother


A track as a diviner, looking for night angels to extinguish the light of fear: once upon a time there was the New Acoustic Movement, and a lot of confusion. The Londoner doesn't, he doesn't get lost, and he looks far back in time for this slapstick with strings: it's early 1950s Paris he's renting, you only have to hear the string arrangement and the continuous sleight of hand of the guitar and piano to understand that. If there is a quiver, it certainly comes out of these minutes to die on your shoulders...


5 Seagulls


For the first and only time, Art tells the love story of two souls in search of a visual plane from which to admire the seagulls and sea animals looking for a smile. Bacharach would be proud of the solutions adopted, the rhythmic slide guitar indulging in romance is a masterpiece, the intimacy becoming a slow flock.


6 White Horses (Alt version)


Put on an evening dinner with Joseph Arthur, a scene that looks intriguing. And away they go, words leaving the table and riding on music that comes from the stage of an early 1970s Stones concert. But in these notes there is a share of awareness, an experiencing of the ambiguity of time that Jagger and co. have never experienced. And it is the rainbow that takes Art's voice, pushes it to the highest register, convincing him to deposit all contrariety within a melody that is baroque in intention and pop in reality.


7 Pilgrim


God help us: if there is an emptiness we have created, we will surely understand it in these words and notes, there is no escaping the truth. The voice works as if afraid to disturb the string quartet, perhaps suddenly descended from a 1920s silent film. When it is absent, the music seems to have the intention of opening the curtains of heaven and it is pure emotion, a continuous lesson in how well Art knows certain dynamics, managing to colour his breathing. Vortex, apex, this song is complicit with magnificence...


8 The Sea


Once upon a time there was Jeff Buckley. Just the first few seconds and there is no doubt about it: the mind will ignite love for that American flower not yet ready to wither. The Londoner keeps his light on, on the bedside table words full of dreams and darkness, quick fingers pluck the melody and everything becomes light, while Jeff smiles from his river...


9 Hollow


A change of scenery, the first notes warn us that this guy's talent may lead him to experiment with an Art Folk that takes a dip into American Alternative, to be a timeless dance. Noises recorded on the street and then sampled make art and reality experience a compromise, until the voice disappears into a path made of flying leaves. 


10 Stones and Fire


This magnificent journey could not but end with a tale, setting things right with a story that would collect the friends who have fallen into disuse, the stars of days that have lost their brilliance, because Art is no joke. It all starts as a three-way breath, voice, piano and violin, then the drama of conscious words swell the song and the whole thing stretches out.

The piano recounts the voice, the voice stretches the violin, the violin takes in words that should be killed, while this album grants us the magic of a sigh, and the certainty that we have met a talent that will sit long on the wind's back...


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
31st March 2023




My Review: In Mitra Medusa Inri - Home

 In Mitra Medusa Inri - Home


One song: always difficult to write in such a situation, everything seems partial, imprecise, sometimes unhelpful, but no, this hypnotic dance is a caress for the listener, it cleanses and detoxifies. For all its simplicity Home is not egotistical, not even swaggering, it is a beautiful woman who advances in seconds without expecting to fall in love: she will probably slip away quickly.

The co-ordinates are those of dark beams with a darkwave appearance, with its patterns, its inclinations, its dark smell on an afternoon devoid of enthusiasm. The track is not meant to give you any, but rather to make you feel lost in your homes, like a punishment, a scolding, a setback. Enchanting because of this magnetic aura given by the bass (Post-Punk school), the voice that magnetises the veins to slap loneliness into them and a synth that takes the clouds and brings them close to your feet: you will dance with tears full of wind...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

31st March 2023


https://in-mitra-medusa-inri.bandcamp.com/album/home




La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

  Midas Fall - Cold Waves Divide Us La corsia dell’eleganza ha nei sogni uno spazio ragguardevole, un pullulare di frammenti integri che app...