lunedì 20 marzo 2023

La mia Recensione: Morgana - Contemporaneità

 

Morgana - Contemporaneità


Firenze non ha mai avuto una vera scena musicale (perché la musica che produceva non aveva nulla della sua città, bensì attingeva da band provenienti soprattutto dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti), ma ha sempre e comunque dato alla luce gruppi notevoli.

E ancora ora lo fa.

Disco di esordio per Morgana, luminescenza gotica, dalla struttura Post-Punk, che schiaccia sull’acceleratore per offrire la propria visione sulle cose, con testi maturi e molto critici, non criptici, facilmente intuibili ma che graffiano: una penna davvero molto buona che consola il vecchio scriba, in quanto vi è bisogno di questa rabbia educata, di una mente lucida, che individua molto bene l’andazzo delle cose.

Canzoni che miscelano un cantato che molto deve a Giovanni Lindo Ferretti, con un impianto sonoro che rovista negli anni ’80 senza paura, con intensità, e che non si preoccupa di nulla se non di lanciare quintali di nervi, non sparsi, ma ben raccolti, compatti, come un treno verso obiettivi ben precisi. Entusiasma quanto loro siano in grado di fermare il tempo per analizzare le cose dando a queste perle il ruolo di pugni ragionati: non c'è odio, ma una lucidità che è quella che ferisce, giustamente.

Il quartetto distribuisce lungo le sette tracce semi coi tagli, un ventaglio di impulsi impressionanti delle quali non è possibile riconoscere la ragione, ahimè.

Fanno bene al cuore, alla testa, alle gambe, trasformandosi in postini che recapitano lettere piene di parole oblique, scomode ma assolutamente indispensabili se non si vuole far parte di una massa anestetizzata.

Alberga, nei loro sciami rumorosi di petrolio, il bisogno di sgombrare equivoci, sin dalla musica: potente, con richiami che non offendono la storia, con la capacità di non preoccuparsi dei paragoni che arriveranno, loro non si offenderanno: seppur giovani hanno la pelle resistente, un nucleo che non si scioglierà.

Benvenuti ragazzi: che il futuro vi accolga, lo meritate!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

20 Marzo 2023


https://imorgana.bandcamp.com/album/contemporaneit









domenica 19 marzo 2023

My Review: Damien Hearse - Trauma Harness

 Damien Hearse - Trauma Harness


Inevitable premise: the old scribe has lost his mind with this track, you are warned.


Great turmoil, petals pregnant with immense violence wisely channelled into the electronic rivers that suck in gothic motions, and generous impetus that sequesters the existential whole in this song, mother and daughter of a delirium that cringes and rages, the kind that can bring satisfaction without hurting.

It was only February when Pro Life Death Camp was spoken of, and this was at the time the last demonstration of class by the American artist, who has surpassed himself here, annihilating all resistance with a magnificent single example of a robotic pulse that defeats all friction.

Mechanical dance, with a guitar intro that sounds like a salute to Deathrock, but no: you head elsewhere, take the plane and go straight to Germany, where you fall into the arms of a highly effective electro attitude. Don't look for references: they would laugh in your face, as Damien has so much class that he doesn't fall into the trap of a blatant imitation.

Synth that in the refrain becomes syringe, following and anticipating a dirty joy that paralyses and conquers time.

The vocal, full of electric wires, oscillates between low and high registers, to electrocute and scorch the surrounding air.

Now dear Damien, all you have to do is give us an album, because with you we have a continue desire.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

19th March 2023


https://damienhearse.bandcamp.com/track/trauma-harness





La mia Recensione: Damien Hearse - Trauma Harness

 Damien Hearse - Trauma Harness


Premessa inevitabile: il vecchio scriba ha perso il lume della ragione con questo brano, siete avvertiti.


Grande trambusto, petali gravidi di immensa violenza incanalata con sapienza dentro i fiumi elettronici che aspirano gotiche movenze, e generoso impeto che sequestra il tutto esistenziale in questa canzone, madre e figlia di un delirio che strugge e mette rabbia, quella capace di sortire soddisfazione senza ferire.

Era solamente Febbraio quando si parlò di Pro Life Death Camp, quello che al tempo era l’ultima dimostrazione di classe dell’artista statunitense che qui si è superato, arrivando ad annichilire ogni resistenza con un magnifico unico esempio di un pulsare robotico che sconfigge ogni attrito.

Meccanica danza, con un intro di chitarra che parrebbe un saluto al Deathrock e invece no: ci si dirige altrove, si prende l'aereo e si va direttamente in Germania, dove si cade tra le braccia in una attitudine elettro di grande efficacia. Non si cerchino riferimenti: vi riderebbero in faccia, in quanto Damien ha talmente tanta classe da non cadere nel tranello di una bieca imitazione.

Synth che nel ritornello diventa siringa, seguendo e anticipando una gioia sporca che paralizza e conquista il tempo.

Il cantato, pieno di cavi elettrici, oscilla tra il registro basso e quello alto, per fulminare e rendere l’aria circostante bruciata.

Ora caro Damien non devi far altro che donarci un album, perché l’acquolina in bocca con te non basta mai…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

19 Marzo 2023


https://damienhearse.bandcamp.com/track/trauma-harness





La mia Recensione: Caradoc - Scrolls of Arrkadia

 Caradoc - Scrolls of Arrkadia


Sia benedetta la Polonia: questo 2023 è così pieno di meraviglie che arrivano da quella nazione che non si può che rimanere basiti e contenti. 

Siamo davanti a un’opera intensa, pregna di sacralità e di lunghe peregrinazioni dentro il tempo che fu, quello poco abitato dagli uomini e soprattutto dal senso di paura e disagio che fertilizza ogni impeto verso un burrone dal quale guardare la propria esistenza in proiezione futura.

La band crea un mosaico, un cubo, dove il respiro si fa lento ma rovente, le suggestioni imprigionano e la fantasia nasce per farci morire, nel gioco di damigelle dalla bella faccia e dalle unghie affilate. È musica del ventre, con synth che escono dall’intestino per visitare il cuore, con stratagemmi illuminati da movimenti lenti che conferiscono al tutto il sapore di un giudizio inevitabile. Un Folk che si veste con un abito scuro, con in mano lo scettro di pietre gotiche per creare un ambiente in uno stato di scombussolamento continuo, dove ogni nota è un'orchestra accordata con l’occulto che si nasconde in questi brani, ma che non può nascondere il suo ghigno. Si vaga, ci si perde, i confini muoiono e il tempo è una lastra piena di sterpaglie grigie che prendendo in mano il pennello hanno un colore solo nella testa…

Se esiste una drammaticità che sul palco della vita può avere atomi senza fretta, quella la trovate in questo magnifico album…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
19 Marzo 2023




My Review: Caradoc - Scrolls of Arrkadia

 Caradoc - Scrolls of Arrkadia


Blessed be Poland: this 2023 is so full of wonders coming from that nation that one cannot but be astonished and delighted. 

We are in front of an intense work, full of sacredness and long wanderings inside the time that once was, the time scarcely inhabited by men and above all by the sense of fear and unease that fertilises every rush towards a ravine from which to look at one's existence in a future projection.

The band creates a mosaic, a cube, where breathing becomes slow but hot, suggestions imprison and fantasy is born to make us die, in the game of pretty-faced damsels with sharp nails. It is music of the belly, with synths coming out of the gut to visit the heart, with stratagems illuminated by slow movements that give it all the flavour of inevitable judgement. A Folk that dresses in a dark suit, holding a sceptre of gothic stones to create an ambience in a state of continuous disarray, where every note is an orchestra tuned to the occult that hides in these songs, but cannot hide its sneer. One wanders, one gets lost, boundaries die, and time is a slab full of grey undergrowth that when taking up the brush has only one colour in the head...

If there is a drama which on the stage of life can have unhurried atoms, then it’s found in this magnificent album...


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
19 Marzo 2023






sabato 18 marzo 2023

My Review: The Slow Readers Club live in Manchester - Albert Hall - 17th March 2023

 The Slow Readers Club - Live at Albert Hall (Manchester

17th March 2023


The cradle of emotions brought out its tears, making hearts sweat in the beautiful setting of the Albert Hall: the home favourites ravaged the air with a concert in which everything became a collective refuge of dancing souls, of working minds, in a state of complete adoration. Chills flew over heads and ignited the conviction that all the future lies in the wise hands of men now capable of sweeping away doubts and fears. A harrowing performance, bordering on uncontrollable physical pain, a continuous explosion that left crumbs of blood on the floor: with the Readers you don't mess around...

Giving, for the four knights of the epidermis in perpetual ecstasy, is a natural act of faith, with the intention of not veering towards self-satisfaction: they work to probe, to experiment, to throw salt and sugar on our cracked shells.

Song after song, in the sweaty atmosphere, you could witness the delirium smiling within the notes that inspired cuddles and kicks, seeds and fruit, boiling over, with the feeling that what is unique to them can be repeated. An amazing setlist, of course, did you have any doubts? But that's not the point, the most interesting part. What has become earthy magic are the details that have taken their place within the songs, proving that the best care is always to give new life.

 And so one found oneself like enchanted mummies, facing one's own awakening, with new life flowing through one's veins. Nineteen blades with a smile, pulsating, made us gravitate to the mystery of this city, of the world not so far away, that Aaron and co. made us touch. Between one piece and the next, there was never silence: notes of keyboards glued the attention waiting for the next, like an act that did not want to be absent.


All the albums have found exposure, in a dance of respect that has been enthusiastically received: being devoted to this band should not allow any lacks, and the Readers first know this. Not a leap in time, but a walk that reminded us what they have sown, unveiled and what we have harvested in these 12, wonderful and intense, years with these boys who have become men. 

In this way, we also felt our own passage, what we were and what we are now, in the time when we must modernise, in order to carry forward into the future every dutiful task that we cannot let fall away. We dreamed, as if the Albert Hall was a huge bed, and we had not a roof over our heads but a kiss to the sky. But it rained so much inside us, a cloudburst of emotions that melted in our chests.

There were no weak points, their sides were stainless steel, a tank that came down from the stage and pleasantly slaughtered us all, and we did nothing but welcome it, convinced that the best music is that which makes you die of joy

They sowed the seeds of sharing, made us kneel before God, made us ride the waves, in perpetual debt, without waiting for summer to return. They brought us beyond death by making us smile, we did not have to wait for the great escape: we were enveloped in the chaos that welds the first duty of a human being, which is not to close in on oneself.

We saw the ghost weld the shadows before our eyes, and all we felt was a flood of serenity that led us to give everything we had.

Dancing we found our feet on fire, like thoughts, and we entered the dimension of a madness that smiled at a soul we were ashamed to call Lunatic...

 If a poem can have a sound and a thousand colours, then it had to be collected while everything became cloudy, turned into songs with an enchanted switch, always on like these butterflies in the stomach were on, because with TSRC, falling in love is a continuous, screaming, catatonic affair.

We have seen the sadness within stories that have left themselves in our adoring chants, suffered the blow, and surrendered, becoming a party that sanctioned the end of what the Lockdown meant: we have been living souls with the knowledge that Aaron, Kurtis, Dave and Jim have blown into our mouths love and joy for a future that will forever have the memory of this night to console us in times of difficulty.

When music is an unstoppable source of life...


Alex Dematteis 

Musicshockworld

Salford

18th March 2023


Set-List

La mia Recensione: The Slow Readers Club live in Manchester - Albert Hall - 17 Marzo 2023

 The Slow Readers Club - Live at Albert Hall (Manchester

17th March 2023


La culla delle emozioni ha tirato fuori le sue lacrime facendo sudare i cuori nel bellissimo scenario dell’Albert Hall: i beniamini di casa hanno devastato l’aria con un concerto in cui tutto è divenuto un rifugio collettivo di anime danzanti, di menti operative, in stato di adorazione completa. I brividi hanno sorvolato le teste e acceso la convinzione che tutto il futuro sia nelle mani sapienti di uomini ormai capaci di spazzare via dubbi e timori. Una performance straziante, al limite del dolore fisico incontrollabile, un'esplosione continua che ha lasciato briciole di sangue sul pavimento: con i Readers non si scherza…

Donare, per i quattro cavalieri dell’epidermide in perenne estasi, è un atto naturale, di fede, con l’intenzione di non virare verso l’autocompiacimento: lavorano per sondare, sperimentare, gettare sale e zucchero sui nostri involucri crepati.

Canzone dopo canzone, nella sudatissima atmosfera, si è potuto assistere al delirio che sorrideva dentro le note che ispiravano coccole e calci, semi e frutti, in ebollizione, con la sensazione che ciò che è unico, per loro, si possa invece ripetere. Una setlist strepitosa, certo, avevate dubbi? Ma non è questo il punto, la parte più interessante. Ciò che è divenuta magia terrena sono i dettagli che hanno preso posto all’interno dei brani, dimostrando che la cura migliore consiste sempre nel dare nuova linfa.

 E così ci si è ritrovati come mummie incantate, davanti al proprio risveglio, con una nuova vita che scorreva nelle vene. Diciannove lame con il sorriso, pulsanti, ci hanno fatto gravitare nel mistero di questa città, del mondo poco lontano, che Aaron e soci ci hanno fatto toccare con mano. Tra un pezzo e l’altro non c’è mai stato silenzio: note di tastiere incollavano l’attenzione in attesa del successivo, come una recitazione che non voleva assentarsi.

Tutti gli album hanno trovato esposizione, in una danza del rispetto che è stata accolta con entusiasmo: essere devoti a questa band non deve permettere mancanze e i Readers per primi lo sanno. Non un salto nel tempo, bensì una camminata che ci ha ricordato cosa hanno seminato, svelato e cosa noi abbiamo raccolto in questi 12, meravigliosi e intensi, anni, con questi ragazzi divenuti uomini. 

In questo modo, abbiamo sentito anche il nostro passaggio, ciò che eravamo e ciò che siamo ora, nel tempo in cui dobbiamo modernizzarci, per inoltrare nel futuro ogni doveroso compito che non possiamo lasciar cadere. Abbiamo sognato, come se l’Albert Hall fosse un enorme letto, e non avessimo un tetto sulle nostre teste bensì un bacio al cielo. Ma ha piovuto tantissimo dentro di noi, un nubifragio di emozioni che si sono sciolte nel petto.

Non ci sono stati punti deboli, i loro fianchi erano di acciaio inossidabile, un carro armato che è sceso dal palco e ci ha piacevolmente massacrato tutti, e noi non abbiamo fatto altro che accoglierlo, convinti che la musica migliore sia quella che ti fa morire dalla gioia…

Hanno sparso i semi della condivisione, ci hanno fatto inginocchiare davanti a Dio, fatto cavalcare le onde, in perenne debito, senza aspettare il ritorno dell’estate. Ci hanno portato al di là della morte facendoci sorridere, non abbiamo dovuto aspettare la grande fuga: siamo stati avvolti nel marasma che salda il primo dovere di un essere umano, che è quello di non chiudersi in se stesso.

Abbiamo visto il fantasma saldare le ombre innanzi ai nostri occhi, e tutto ciò che abbiamo sentito è stata una slavina di serenità che ci ha portato a dare tutto quello che avevamo.

Danzando ci siamo trovati i piedi infuocati, come i pensieri, e siamo entrati nella dimensione di una follia che sorrideva a un’anima che ci siamo vergognati di definire Lunatic…

 Se una poesia può avere un suono e mille colori, allora bisognava raccoglierla mentre tutto si faceva nube, si trasformava in canzoni con l'interruttore incantato, sempre acceso come accese erano queste farfalle nello stomaco, perché con TSRC l'innamoramento è una vicenda continua, urlante e catatonica.

Abbiamo visto la tristezza dentro storie che hanno lasciato se stesse nei nostri canti adoranti, hanno subito il colpo, e si sono arrese divenendo una festa che ha sancito la fine di ciò che il Lockdown ha significato: siamo state anime vive con la consapevolezza che Aaron, Kurtis, Dave e Jim hanno soffiato dentro le nostre bocche amore e gioia per un futuro che avrà per sempre la memoria di questa notte a consolarci nei momenti in vivremo delle difficoltà.

Quando la musica è una inarrestabile fonte di vita…


Alex Dematteis 

Musicshockworld

Salford

18 Marzo 2023


Set-List

La mia Recensione: Midas Fall - Cold Waves Divide Us

  Midas Fall - Cold Waves Divide Us La corsia dell’eleganza ha nei sogni uno spazio ragguardevole, un pullulare di frammenti integri che app...