venerdì 24 marzo 2023

La mia Recensione: Data Fragments - Live Sessions

 Data Fragments - Live Sessions


Che strano: un civiltà così antica come quella Greca sta producendo musica che guarda agli anni Ottanta e Novanta come se non ci fosse nulla prima. Poco male, perché nel caso dei magnifici Data Fragments grande è la gioia, la soddisfazione, la massa di entusiasmo che ricopre questo Live Ep che precede l’album in arrivo.

Due brani sono nuovi (i primi due) e ci mostrano un brillio stridulo, accattivante, veloce e orgasmatico, un delitto di grovigli Post-Punk e Darkwave dall’alto contenuto espressivo. Sono in ottima forma e il loro suono si è fatto più maturo, in quanto ciò che permea le canzoni è una facilità nell’inglobare nuove soluzioni.

Addiction è una ferita gentile, drammatica e tormentata, supportata da un synth dai fianchi generosi di sollecitazioni anni ’80.

The Endgame pare una irripetibile possibilità di dare al Post-Punk il riscatto che merita, visto come ultimamente sia privo di freschezza. La band lo prende per la gola e gli dà un pugno per svegliarlo, facendolo con una chitarra che è un delitto pieno di amore, fluttuante e assassina.

Le due perle tratte dall’omonimo primo disco vivono di fragori dati da feedback controllati, per un risultato carico di adrenalina gotica…


https://datafragments.bandcamp.com/album/live-sessions


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

24 Marzo 2023






My Review: Data Fragments - Live Sessions

 Data Fragments - Live Sessions


How strange: a civilisation as old as Greece is producing music that looks back to the eighties and nineties as if there was nothing before. Not a problem, because in the case of the magnificent Data Fragments great is the joy, the satisfaction, the mass of enthusiasm that covers this Live Ep that precedes the forthcoming album.

Two tracks are new (the first two) and they show us a shrill, catchy, fast and orgasmic brilliance, a crime of Post-Punk and Darkwave tangles with a high expressive content. They are in great shape and their sound has become more mature, as what permeates the songs is an ease in incorporating new solutions.

Addiction is a gentle, dramatic and tormented wound, supported by a synth with generous sides of 80s strains.

The Endgame seems an unrepeatable chance to give Post-Punk the redemption it deserves, given how it has lacked freshness lately. The band grabs him by the throat and punches him to wake him up, doing so with a guitar that is a crime full of love, floating and murderous.

The two pearls taken from the eponymous first record live on fragments given by controlled feedback, for a result charged with gothic adrenalin...


https://datafragments.bandcamp.com/album/live-sessions


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

24th March 2023




giovedì 23 marzo 2023

La mia Recensione: Cheb Hazyn - A World Of Dreams And Suffering

 Cheb Hazyn - A World Of Dreams And Suffering


Il Marocco, questo gioiello ormai incompreso, ma ancora bellissimo, ha tra le sue braccia un artista straordinario, votato alla ricerca della realtà, senza fare sconti, scovando trame intense piene di zucchero nero, con la sua chitarra a tracciare il solco di una incantevole tristezza. Una Darkwave truccata, ma non in modo appariscente, lascia spazio al Post-Punk che in queste cinque tracce pare avulso dalla storia, e lo fa in modo prodigioso, tuffandosi nell’Alternative per nasconderne le radici, poi, una volta trovata la linea melodica giusta, strizza l’occhio allo Shoegaze quel tanto che basta per farlo avvicinare. Il cantato di Cheb è una pergamena intrisa di storie senza che l’identità rubi la scena, per defraudare la nostra cupidigia e rimanere in fase di shock. Composizioni come testimoni di un dolore che pare stagionato, in forma per scalpitare dentro le nostre falsi attitudini gotiche. Si respira la sensazione di un figlio prodigo che torna a mostrare la sua faccia: se la si guarda bene si incomincia a piangere, prima dolcemente, poi si arriva al tormento, senza fuga. Canzone dopo canzone si entra nel labirinto dove l’unica gioia possibile è rimanere appiccicati al basso e alla chitarra, che sono la coppia destinata a farci provare ebbrezza e un piacevole fastidio.

Poi, sorprendentemente, con il brano What Do You See, arriva una sfera elettronica come sirena inattesa, in attesa di noi ed è amore a prima vista…

Sarà molto difficile portargli via il podio come EP dell’anno. La posizione? Stupidi dettagli, qui siamo davanti al miracolo e il fatto che giunga dal continente Africano rende il tutto perfetto…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

23 Marzo 2023


https://thejudgementhallrecords.bandcamp.com/album/a-world-of-dreams-and-suffering






My Review: Cheb Hazyn - A World Of Dreams And Suffering

Cheb Hazyn - A World Of Dreams And Suffering


Morocco, this now misunderstood, but still beautiful jewel, has in its arms an extraordinary artist, devoted to the search for reality, without making concessions, unearthing intense textures full of black sugar, with his guitar tracing the furrow of an enchanting sadness. A Darkwave made up, but not in a flashy way, leaves room for Post-Punk, which in these five tracks seems detached from history, and does so in a prodigious way, diving into Alternative to hide its roots, then, once the right melodic line is found, winking at Shoegaze just enough to bring it closer. Cheb's singing is a parchment soaked in stories without identity stealing the show, to defraud our greed and remain in shock. Compositions as witnesses of a pain that seems seasoned, fit to paw inside our false gothic attitudes. One breathes in the feeling of a prodigal son who returns to show his face: if one looks closely one begins to weep, softly at first, then comes to torment, without escape. Song after song, one enters the labyrinth where the only possible joy is to cling to the bass and guitar, which are the pair destined to make us feel intoxication and a pleasant annoyance.

Then, surprisingly, with the track What Do You See, an electronic sphere arrives as an unexpected siren, waiting for us and it is love at first sight...

It will be very difficult to take the podium away from him as EP of the year. The position? Stupid details, here we are in front of a miracle and the fact that it comes from the African continent makes it perfect...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

23rd March 2023


https://thejudgementhallrecords.bandcamp.com/album/a-world-of-dreams-and-suffering





mercoledì 22 marzo 2023

La mia Recensione: Oceans - Dreamers in Dark Cities

 Oceans - Dreamers in Dark Cities 


Quante volte si viaggia nella stessa località? E se si ritorna è perché ci è piaciuta davvero molto.

Ora ripetere un viaggio a Melbourne significa prendere residenza lì,  in quanto ci si vuole inebriare delle strade dove si immagina vivano le presenze sottili e incantevoli che hanno generato l’album di esordio degli Oceans, ambasciatori di un verbo solo: nutrimento all’insegna di una bellezza che ha radici nella consapevolezza esplorativa delle coscienze. Si rimane impressionati, stregati da una maturità che è sparsa in tutte le tracce, con le polveri dei sogni che vengono scodellate una ad una nella nostra intimità.

Quando un sogno trova il suono bussa sicuramente alla porta della nostra coscienza con la leggerezza degli Oceans, in una passeggiata con un saggio uso di modalità che hanno come strumenti il gambo solido dello Shoegaze, il Gineceo e l’Androceo (la parte femminile e maschile del fiore) all’interno del Dreampop, nel gioco incantevole di colori vivaci, tenui, sempre comunque splendenti. Un album coraggioso, vero, che sonda la realtà e annienta la crudeltà con incantevoli voli melodici, facendo di questi due principali generi musicali un viaggio psichedelico, con corpose dosi di alveari pieni di nettare per un ascolto che diventa un pasto completo per la nostra anima. Certo, siamo in presenza di riverberi, di distorsioni e di feedback, ma tutto incredibilmente miscelato per donare prima di tutto la fisicità del sogno e non solo una dimensione musicale. Ci troviamo a vivere il pathos in un ascolto che produce vibrazioni e dipendenze affettive, uno slancio verso il vuoto senza aver paura. Tutto si svolge senza forzature, con rispetto per i timpani ma con la capacità di suscitare dosi di emozioni elevate. Arpeggi e ritmiche si dividono il palco di questo sogno che dura molto più dei suoi trentacinque minuti: gli effetti rimangono intatti per il resto della giornata, perché prendono residenza nel desiderio di non vederlo morire. Che siano in grado di evolvere o meno la musica è una domanda errata: questi australiani vanno oltre la musica, non separano, non uniscono, lo possono fare perché la bacchetta magica si è appoggiata sul nucleo delle loro canzoni rendendole speciali, magnetiche, distanziandole da quelle delle altre band. È un continuo crescendo che pare essere eseguito da un’orchestra di angeli diretti dal Dio della Musica che ha sicuramente benedetto la formazione e consegnato loro il segreto per far sì che questo album avvolga i nostri cuori. Quando le nuvole non sono cariche di pioggia ma di note che conoscono il modo di essere messaggeri di trame, di storie dove i sentimenti negativi vengono coccolati e abbracciati, ecco che si compie il miracolo di un mondo migliore perché è proprio così: Dreamers in Dark City è la manifesta possibilità di sentire musica diversa. E siamo tutti più belli…


Song by Song


1 - Feels Like You


Ci si affida a una apertura che ci mostra la delicatezza di una chitarra che sembra giocare nell’acqua. Poi la canzone presenta una struttura sognante con oscillazioni Shoegaze, in una carezza sulla pelle che restituisce la sua poesia con un cantato sussurrato che affascina. 



2 - Mike Tysong 


Una corsa che lascia impronte Darkwave iniziali e poi è una ondata Alternative che ammalia, il cantato è un sequestro dei sensi, mentre la chitarra fa sentire a poco a poco di più la sua voce. Il basso e la batteria invece sono compagni di merenda, mangiano il ritmo e fanno da contraltare al cantato che sembra uscito da un lavaggio perfetto in quanto la sua anima, prima timida e poi più risoluta, riempie il cuore.

Davanti alla magia che strega, la dipendenza di un ascolto ripetuto più volte è la garanzia per questo gioiello.


3 - Soft


Può un colpo di vento piangere facendo intenerire? Sì, decisamente. Il synth crea la corrente giusta, le voci e il controcanto sono cellule Shoegaze, mentre la musica viaggia tra la miglior attitudine pop degli anni '80, con la chitarra che è una cantilena dentro il Dreampop gioioso. 


4 - Look Into My Eyes


Una lama circolare apre la canzone: è la chitarra solista che esce da quella ritmica ed eleva il suono verso le nuvole, con la voce che fa l'opposto (almeno inizialmente), volando a quote basse, e poi è un impatto che ci avvolge, in una stratificazione Shoegaze misurata e poi aggressiva, quasi Post-Rock. I vari Stop and Go, la chitarra che rimane protagonista, l'impasto finale a scemare la rendono un altro gioiello di questo album.


5 - Breathless


 Si piange, si sogna, tra controllata irruenza e una delicatezza commovente, per un brano che esercita un potere emozionale enorme, finendo per portarci ad occhi chiusi dentro l'impeto della batteria, i tocchi sapienti del basso, le due voci angeliche e le chitarre, dee delle dinamiche, per un Dreampop lento e accogliente. I sogni possono dormire sicuri...


6 - Pure


La prima canzone dell'album ad essere stata rivelata prima dell'uscita, è la prova che la melodia può viaggiare a una buona velocità non perdendo nulla della sua identità. Lo stato di grazia e le capacità della band continuano a disegnare la lora traiettoria. Prendiamo Pure: come resistere alla tentazione di voler abbracciare la vita? Basta seguire il lavoro del basso che è un canto di per sé e le chitarre che costantemente ribadiscono come le radici del Dreampop rimangono valide. Qui si aggiunge un suono fresco e dinamico.


7 - Apart


Anche gli angeli corrono, senza sudare, lasciando il profumo a volte di una malinconia sostenibile. Accade in questo brano, dove tutto è delicato e irruente, in un sodalizio che comporta grande emozioni. Il drumming, di impostazione Indie, alterna le sue dinamiche sostenuto da un basso locomotiva a vapore, con gli accenni di chitarra prima e poi più presenti per fare di questa canzone un cuscino ritmato, al fine di poter riposare su ogni nuvola.


8  - Lost In The Dark


Note delicate escono dai tasti di un piano, la voce trova le parole per trasmettere i suoi pensieri, mentre la chitarra arriva e si prende singoli suoni per poter trasportare i sogni dentro un Alternative magico: si è in zona anni ’90, sponda Inglese, e quando si arriva al ritornello si può sentire un eco di Slowdive che unisce le due band, sorvolando l'oceano.


9 - Exodus


Si è dentro il vento che bacia la montagna, il clima è autunnale, il pianoforte viene avvolto da attitudini Ambient, la chitarra semiacustica pone la sua voce per pochi attimi e in questa breve traccia vi è tutta l'intensità degli Australiani: gioiello purissimo.


10 - Ashes


Si fugge da una situazione dolorosa con questo ultimo brano, la magia si fa lenta, sognante e rauca, quasi piangente, ma poi tutto entra nel rock australiano che invita lo Shoegaze a fare due passi ed è puro delirio dei sensi, in un traffico emotivo che ci fa piangere ed è il modo perfetto per chiudere questo album, con un grazie fragoroso che uscendo dalle chitarre arriva alla nostra voce...


L'album uscirà il 24 Marzo 2023


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

23rd March 2023


https://oceansmusicaus.bandcamp.com/album/dreamers-in-dark-cities









My Review: Oceans - Dreamers in Dark Cities

 Oceans - Dreamers in Dark Cities  


How many times do you travel to the same location? And if you return it is because you really liked it.

Now repeating a trip to Melbourne means taking up residence there, since you want to inebriate yourself with the streets where you imagine the subtle, enchanting presences that generated Oceans' debut album live, ambassadors of a single verb: nourishment in the name of a beauty rooted in the exploratory awareness of consciousness. One is impressed, bewitched by a maturity that is scattered throughout the tracks, with the dust of dreams being served one by one in our intimacy.

When a dream finds sound, it surely knocks at the door of our consciousness with the lightness of Oceans, in a walk with a wise use of modalities that have as instruments the solid stem of Shoegaze, the Gynecium and the Androecium (the feminine and masculine part of the flower) within Dreampop, in the enchanting play of bright, subdued, always shining colours. A brave, true album that explores reality and annihilates cruelty with charming melodic flights, turning these two main musical genres into a psychedelic journey, with full-bodied doses of nectar-filled hives for a listening experience that becomes a full meal for our soul. Of course, we are in the presence of reverberations, distortions and feedback, but all incredibly mixed to give us first of all the physicality of the dream and not only a musical dimension. We find ourselves experiencing pathos in a listening that produces vibrations and affective dependencies, a rush towards the void without fear. Everything unfolds without forcing, with respect for the eardrums but with the capacity to arouse high doses of emotion. Arpeggios and rhythms share the stage in this dream that lasts much longer than its thirty-five minutes: the effects remain intact for the rest of the day, as they take up residence in the desire not to see it die. Whether or not they are able to evolve music is a wrong question: these Australians go beyond music, they do not separate, they do not unite, they can do it because the magic wand has rested on the core of their songs making them special, magnetic, distancing them from those of other bands. It is a continuous crescendo that seems to be performed by an orchestra of angels directed by the God of Music who has surely blessed the group and given them the secret to making this album envelop our hearts. When the clouds are not laden with rain, but with notes that know how to be messengers of textures, of stories where negative feelings are cuddled and embraced, then the miracle of a better world takes place because that's just how it is: Dreamers in Dark City is the manifest possibility of listening to different music. And we are all more beautiful...


Song by Song


1 - Feels Like You


One relies on an opening that shows us the delicacy of a guitar that seems to play in the water. Then the song presents a dreamy structure with Shoegaze oscillations, in a caress on the skin which gives back its poetry with whispered vocals that fascinate. 



2 - Mike Tysong 


A ride that leaves initial Darkwave imprints and then an Alternative wave that bewitches, vocals are a seizure of the senses, while the guitar gradually makes its voice heard more. The bass and drums, on the other hand, are friends, eating up the rhythm and acting as a counterbalance to singing, which seems to have come out of a perfect wash as its soul, at first shy and then more resolute, fills the heart. 

In the face of bewitching magic, the addiction of repeated listening is the guarantee for this gem.


3 - Soft


Can a gust of wind cry, touching you? Yes, definitely. The synth creates the right current, vocals and backing vocals are Shoegaze cells, while the music travels through the best pop attitude of the 80s, with the guitar being a chant within joyful Dreampop. 


4 - Look Into My Eyes


A circular blade opens the song: it's the lead guitar coming out of the rhythmic one and elevating the sound towards the clouds, with vocals doing the opposite (at least initially), flying at low altitudes, and then it's an impact that envelops us, in a Shoegaze stratification which is measured and then aggressive, almost Post-Rock. The various Stop and Go, the guitar that remains the protagonist, the final fade-out make it another gem of this album.


5 - Breathless


 One cries, one dreams, between controlled impetuosity and a moving delicacy, for a track that exerts an enormous emotional power, ending up taking us eyes closed into the rush of the drums, the skillful touches of the bass, the two angelic voices and the guitars, goddesses of dynamics, for a slow and welcoming Dreampop. Dreams can sleep safely...


6 - Pure


The first song to be revealed before the release of the album, it is proof that melody can travel at a good speed without losing any of its identity. The band's state of grace and skills continue to draw their trajectory. Take Pure: how to resist the temptation to want to embrace life? Just follow the bass work that is a chant in itself and the guitars that constantly reiterate how the roots of Dreampop remain valid. A fresh and dynamic sound is added here.


7 - Apart


Even angels run, without breaking a sweat, leaving the scent of a sustainable melancholy at times. It happens in this track, where everything is delicate and impetuous, in a partnership that brings great emotion. The drumming, in an Indie setting, alternates its dynamics supported by a bass that seems a steam locomotive, with the hints of guitar which later become more present to make this song a rhythmic cushion, in order to rest on every cloud.


8 - Lost In The Dark


Delicate notes come out from the keys of a piano, the voice finds the words to convey its thoughts, while the guitar comes in and takes single sounds to transport dreams into a magical alternative: you are in the 90s zone, in England, and when you get to the refrain you can hear an echo of Slowdive uniting the two bands, flying over the ocean.


9 - Exodus


You are inside the wind that kisses the mountain, the weather is autumnal, the piano is enveloped by Ambient attitudes, the semi-acoustic guitar sets its voice for a few moments and in this short track there is all the intensity of the Australians: pure jewel.


10 - Ashes


We escape from a painful situation with this last song, the magic becomes slow, dreamy and raucous, almost weeping, but then everything enters the Australian rock that invites Shoegaze to take a walk and it is pure delirium of the senses, in an emotional traffic that makes us cry and is the perfect way to close this album, with a thunderous thank you that, coming out of the guitars, reaches our voice…


Album out on 24th March 2023


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

23rd March 2023


https://oceansmusicaus.bandcamp.com/album/dreamers-in-dark-cities








My Review: Yakima Jera - Capture

Yakima Jera - Capture


The shock of seeing Nature only at night puts the mind in a straitjacket: the proponents of this prodigy are Yakima Jera, Germans by nationality but inhabitants of the sacred monsters of the craggy terrain of the Bavarian forest that gives them souls to lust after, to hurt, to kill. Coldwave-kissing rhythms with heavy drumming, Darkwave guitars with burr on the strings, and keyboards lend themselves to making Minimal Wave an obedient slave. Six black nuggets pulled from the woods lead our ears to be attacked by magnetic violence, from which there is no escape. Nice and unnerving to smile as legs bleed and the mind sees reflections of 80s Manchester knocking like a pleasant nightmare. The vocals are a shameless Goddess: she nods and throws us to the floor.


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
22nd March 2023




La mia Recensione: Yakima Jera - Capture

 Yakima Jera - Capture



Lo shock di vedere la Natura solo di notte fa entrare la mente nella camicia di forza: i fautori di questo prodigio sono gli Yakima Jera, tedeschi di nazionalità ma abitanti dei mostri sacri del terreno scosceso della foresta bavarese che gli dona anime da concupire, ferire, uccidere. I ritmi che baciano la Coldwave con il drumming pesante, fanno da base a chitarre Darkwave con la bava sulle corde, e le tastiere si prestano a fare della Minimal Wave una schiava ubbidiente. Sei pepite nere estratte dal bosco conducono le nostre orecchie a essere attaccate dalla violenza magnetica, a cui non c’è modo di sfuggire. Bello e snervante sorridere mentre le gambe sanguinano e la mente vede i riflessi della Manchester degli anni '80 bussare come un piacevole incubo. La voce è una Dea senza pudore: ci annette e ci butta per terra.  


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
22 Marzo 2023



My Review: Caliza - El jardinero (prod. Daniel Van Lion)

 Caliza  - El jardinero (prod. Daniel Van Lion)

When a girl decides to compose a song with the intention of doing it to thank an artist she loves, she already has the consent of the scribe, especially when one considers the difficulty of the project in the case of Brian Eno. Yet she succeeds in a frightening way, with enormous and dilated heights of creativity, ranging in her visionary capacity, projecting her passion for the former Roxy Music member and producer extraordinaire into a song with a thousand ramifications. A musical act like a historical and geographical globe, where space and time generate a peaceful coexistence. Madrid's talent has created magnetic fields of Avant-Pop that adapt to an experimental Pop, all the way to Ambient imbued with Electronics. All that remains is to applaud and take a bow.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

22nd March 2023


https://caliza.bandcamp.com/track/el-jardinero-prod-daniel-van-lion









La mia Recensione: Caliza - El jardinero (prod. Daniel Van Lion)

 Caliza  - El jardinero (prod. Daniel Van Lion)


Quando una ragazza decide di comporre un brano avendo nella testa di farlo per ringraziare un artista che ama, ha già il consenso dello scriba, specialmente se si considera la difficoltà del progetto nel caso in cui si parli di Brian Eno. Eppure lei ci riesce in un modo spaventoso, con vertici di creatività enormi e dilatati, spaziando nella sua capacità visionaria, proiettando la sua passione per l'ex membro dei Roxy Music e straordinario produttore dentro una canzone dalle mille ramificazioni. Un atto musicale come un mappamondo storico e geografico, dove lo spazio e il tempo generano una pacifica convivenza. Il talento di Madrid ha creato campi magnetici di Avant-Pop che si adattano a un Pop sperimentale, sino ad approdare all'Ambient imbevuto di Elettronica. Non resta che applaudire e fare un inchino.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

22 Marzo 2023


https://caliza.bandcamp.com/track/el-jardinero-prod-daniel-van-lion








La mia Recensione: Auge - Spazi Vettoriali

  Auge - Spazi Vettoriali Il tempo viene archiviato solo dalla massa ignorante di chi ha fretta, quella che stringe gli spazi e divaga nel n...