martedì 24 gennaio 2023

La mia Recensione: Frustration - Nowadays

 Frustration - Nowadays  


Dio mio!

Ma cosa sono queste due magnetiche esibizioni di gravide eccellenze musicali? Lo scriba balla, salta, applaude, ride, urla, la felicità esiste ed è in questa coppia di canzoni.

 Che graffiano, consolano, spiegano, premono, esplodono tra le mura di casa grazie alla loro grazia Post-Punk intossicata di elettronica minimalista, ma sono le chitarre e il basso a fare la storia di queste figlie lanciate a perdifiato dentro il pozzo della felicità malata tanto attesa. 

Potrebbero essere citate diverse canzoni e/o band per uno stupido esercizio di comparazione: non si perda tempo e si lascino entrare queste tracce come una sorsata di whisky senza pensare perché sarà un’esperienza bellissima!

Ci pensa Nowadays, la coraggiosa, la dinamitarda, figlia del Post-Punk tedesco che stringeva patti di sangue con l’irruenza di quella necessità propria di quel genere musicale e minuscole presenze Coldwave.

Con Winds Of Change nessun dubbio: si è nella terra di Goethe, anche se la band è francese, tutto è riconoscibile. Ci si ritrova in territori che si conoscono bene, un punk limato e limitato, con catene che lo educano al miglioramento.

Sei minuti e nove secondi di sollievo: anche questa volta abbiamo fatto una scorribanda e raccolto un bel bottino.

Fabrice Gilbert (lead vocals), Fred Campo (synths), Mark Adolf (drums), Nicolas Duteil (guitar) and Pat D. (bass)

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

25 Gennaio 2023

https://frustrationblind.bandcamp.com/album/nowadays




lunedì 23 gennaio 2023

La mia Recensione: False Figure - Castigations

  False Figure - Castigations


Oakland, la città ideale per il vecchio scriba, produce tonnellate di dolore, spruzza identità in decomposizione e apre il cimitero della vita per iniettare musica tremenda e veritiera. Con simili presupposti ascoltare questo album e vedere la band in un mortale stato di forma è un piacere prelibato e infinito. Colpi di Deathrock e Post-Punk avvelenato dalla penna del leader André Ruiz, un guerriero ferito e successivamente contagiato dall'ondata necrofila degli anni ’80, che sia il nord-ovest americano o la vecchia Europa, quella Inglese dei Killing Joke, dei The Chameleons e dei Cure, o quella dei tedeschi Belfegore. 

Il basso e la chitarra sono atroci delitti in essere, ciechi e irrispettosi, sparano ovunque e comunque, per sterminare la felicità. Nei versi aleggia il bisogno malinconico di dubbi in fase di resa, con la musica che dà loro una mano, anzi, si direbbe una spinta finale per il precipizio. Se questo è un disco di debutto, difficile è immaginarne altri visto il caos che regna e, se invece ne scriveranno ancora, allora si dovrà credere alla resurrezione: lo scriba tifa affinché nessuno muoia, ma sperando che non vi sia scheggia di fuoco a mancare nel loro futuro, perché questo lavoro avvicina alla fede ridotta in frammenti di ogni sconfitta, piacere sublime...

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

24 Gennaio 2023

https://transylvaniantapes.bandcamp.com/album/false-figure-castigations




My Review: Meena - Newspapers

Meena - Newspapers


Do you realise, then, that Manchester is alive, capable, despite the fact the world no longer attributes the right value to it, of continually being present at musical peaks?

Here is another marvellous example of refined grace, a band who have now reached their third release, after their debut with EP in 2020, followed by Can't See in 2021.

Newspapers is the continuation of a sonic and stylistic journey that navigates among shoegaze effusions supported by poetic Indie Rock sensations, resulting in an urban design that, flying from Manchester, lands on the sea of great sensitivity.

It is remarkable to see a hip hop-style drum machine governing the flow of guitars swollen with reverberations, as are the vocals, in a dense fog in which the bass, sick and distorted, completes a powerful amalgam. 

Able to conjugate, mix, invent a new stylistic approach, the Mancunian quartet is a dew of noise placed inside a muffled electronic basin, which as a final result gives a shoegaze cloud of rare beauty, but no musical style can define this magic: Manchester still lives and pulses with delicacies that cannot be silenced. 

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

23rd January 2023

https://meenaband.bandcamp.com/album/newspapers



La mia Recensione: Meena - Newspapers

Meena - Newspapers


Ma allora lo capite che Manchester è viva, capace, malgrado il mondo non le attribuisca più il giusto valore, di essere presente continuamente nelle vette musicali?

Ecco un altro meraviglioso esempio di grazia raffinata, una band che è giunta alla terza pubblicazione, dopo l'esordio con EP del 2020, seguito da Can't  See del 2021.

Newspapers è la continuazione di un percorso sonoro e stilistico che naviga tra effusioni Shoegaze supportate da poetiche sensazioni Indie Rock, che danno come risultato un disegno urbano che, volando da Manchester, atterra sul mare di una grande sensibilità.

Notevole vedere una drum machine in stile hip hop governare i flussi di chitarre gonfie di riverberi, così come lo sono le voci, in una fitta nebbia in cui il basso, malato e distorto, completa un'amalgama poderosa. 

In grado di coniugare, miscelare, inventare un approccio stilistico nuovo, il quartetto Mancuniano è una rugiada noise messa dentro un bacino elettronico ovattato, che come risultato finale consegna una nube shoegaze di rara bellezza, ma nessuno stile musicale può definire questa magia: Manchester vive e pulsa ancora di prelibatezze alle quali non si può mettere il bavaglio. 

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

23 Gennaio 2023

https://meenaband.bandcamp.com/album/newspapers



sabato 21 gennaio 2023

My Review: Tide Bends - Your Story

 Tide Bends - Your Story


New York is bad for the skin, good for the heart, it is damaging for the central nervous system, it goes with any colour, but in the end when we talk about music there is no doubt: a lot of it comes and goes from there. And, with a few exceptions, the quality is always enormous.

Then, in front of songs like Your Story, one can only bless the melody, the voice, the music that is born as a result of it, in our enlightened chests, inside the thoughts that become multiple and our thanks fill the river of emotions that gets bigger and bigger, listen after listen. What is the magic that brings pain as you melt into an embrace with the sky?

The answer is in the three hundred and seventy-four seconds of a story that illuminates the morbidity of repeated listening, out of necessity, out of distraction, and it is mostly because of the guitar.

Tide Bends creates a mood imbalance, with this guitar texture that, starting from a marvellous shoegaze matrix, goes off the rails, slips into a psychedelic puddle in the north of the United States and takes us with it to soil us with pure, even if contaminated, beauty.

Everything becomes corrosive but with a smile that leads to abandonment: the rhythm section is perfect, and no, it is not a miracle, Dan Nolan on drums has the psychedelic school in his drumsticks and the salty rhythm of Surf Rock. Gary Zampini on bass is the sensuality of the intelligent force that doesn't press to make noise, but touches his strings gracefully creating a roar in us. Then to conclude, the trio is completed with Dave Hough, guitar and vocals, the magician, the jerk to whom much is owed: a song like this without this guitar would be a good song, not bad right? He makes it perfect, in its minimalism are revealed doses of ocean that arrive in the city of the Big Apple, as in an apocalyptic movie. But what is the song if not a film where the vision provokes upheavals of unexpected peace? There is no joy without tears...

When the guitar takes the shoegaze lanes and lets itself go, we can only surrender, because Your Story becomes our story, that of people lucky enough to be able to enjoy this flow of energy that blows away the superfluous to show us all its mastery...

But if there is a secret, it is that they are guided by an angel who suggests to them not to fossilise in artistic choices and to free the brushes of the heart to capture the mystery...

Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford 

23rd January 2023


https://tidebends.bandcamp.com/track/your-story



La mia recensione: Tide Bends - Your Story

 Tide Bends - Your Story


New York fa male alla pelle, fa bene al cuore, ma è dannosa per il sistema nervoso centrale, si abbina a qualsiasi colore, ma alla fine se si parla di musica non ci sono dubbi: moltissimo passa da lì e parte da lì. E, a parte poche eccezioni, la qualità è sempre enorme.

Davanti poi a canzoni come Your Story si può solo benedire la melodia, la voce, la musica che nasce di conseguenza a questa, nel nostro petto illuminato, dentro i pensieri che si fanno multipli e i grazie riempiono il fiume di emozioni che si fa sempre più grosso, ascolto dopo ascolto. Cos'è la magia che reca dolore mentre ti sciogli in un abbraccio con il cielo?

La risposta è nei trecentosettanquattro secondi di una storia che illumina la morbosità dell'ascolto che si fa ripetuto, per necessità, per stravolgimento, ed è soprattutto per colpa della chitarra.

I Tide Bends creano un disequilibrio umorale, con questa trama di chitarra che, partendo da una matrice Shoegaze meravigliosa, esce dai binari, si infila in una pozzanghera psichedelica del nord degli Stati Uniti e ci porta con sé per sporcarci di bellezza pura anche se contaminata.

Tutto si fa corrosivo ma con un sorriso che conduce all'abbandono: la sezione ritmica è perfetta, e no, non è un miracolo, Dan Nolan alla batteria ha la scuola psichedelica nelle sue bacchette e il ritmo salato del Surf Rock. Gary Zampini al basso è la sensualità della forza intelligente che non preme per far rumore, ma sfiora le sue corde con grazia creando un boato in noi. Poi per concludere, il terzetto si completa con Dave Hough, chitarra e voce, il mago, il sussulto a cui si deve molto: un brano così senza questa chitarra sarebbe una bella canzone, non male vero? Lui la rende perfetta, nel suo minimalismo si rivelano dosi di oceano che arrivano nella città della grande mela, come in un film apocalittico. Ma cosa è la canzone se non una pellicola dove la visione provoca turbamenti di pace insperata? Non c'è gioia senza lacrime...

Quando la chitarra prende le corsie Shoegaze e si lascia andare ci si può solo arrendere, perchè Your Story diventa la nostra storia, quella di persone fortunate per il fatto di poter godere di questo flusso energetico che soffia via il superfluo per mostrarci tutta la sua maestria...

Ma se esiste un segreto è che si fanno guidare da un angelo che suggerisce loro di non fossilizzarsi in scelte artistiche e di liberare i pennelli del cuore per catturare il mistero...


Alex Dematteis

Musicshockworld 

Salford 

22 Gennaio 2023


https://tidebends.bandcamp.com/track/your-story





My Review: Deep Cavity - Cathedral of Tears

Deep Cavity - Cathedral of Tears


California chewing and spewing deathrock is what moves the old scribe: it's the kind of music that makes him feel at home. Here we are in Riverside, eighty kilometres from Los Angeles. Not enough distance not to feel the fascination of that black spot that saw the birth in the late 70s of many bands willing to visit the dark atrium of the soul. The quartet produce a trio of rough songs that, starting from a Post-Punk structure, arrives very quickly in the damp cave of Deathrock to devise a way to turn tears into a solid, scratchy blanket: a way to irritate the skin with a strong guerrilla warfare, to exercise, “happily”, all the characteristics of that musical genre that has eternal life guaranteed in those parts. Danny Aranda, Alejandro Aranda, Jose Argueta and Daniel Avila are the bearers of a dying verb with the voice of the former reminding us of the Supreme Priest and only recognised God of this desecrating planet. The core of the band is the acid stings of Daniel's guitar and the contortions of Jose's bass. Alejandro Aranda drumming is pagan poetry, sensual and devastating, as his drums are the embrace on which listening bodies can throw themselves into the basement of the inner cave. Esotericism becomes cruel love and this Ep will be the refuge where deluding oneself to see the light will be a bitter smile, but the only joy granted…

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

21st January 2023

https://deepcavity.bandcamp.com/album/cathedral-of-tears





La mia Recensione: Deep Cavity - Cathedral of Tears

 Deep Cavity - Cathedral of Tears 


La California che mastica e vomita Deathrock è quella che commuove il vecchio scriba: è il genere musicale che lo fa sentire a casa. Qui siamo a Riverside, a ottanta chilometri da Los Angeles. Distanza non sufficiente per non sentire il fascino di quella macchia nera che ha visto nascere alla fine degli anni 70 molte band propense a visitare l’atrio oscuro dell’anima. Il quartetto produce un trio di canzoni ruvide che, partendo da una struttura Post-Punk, arriva molto in fretta nella grotta umida del Deathrock per escogitare il modo per trasformare le lacrime in una coperta solida e graffiante: un irritare la pelle con una guerriglia ferrea, un esercitare, “felicemente”, tutte le caratteristiche di quel genere musicale che da quelle parti ha la vita eterna garantita. Danny Aranda, Alejandro Aranda, Jose Argueta e Daniel Avila sono i portatori di un verbo morente con la voce del primo a ricordare il Sacerdote Supremo e unico Dio riconosciuto di questo pianeta dissacrante. Il nucleo centrale della band è dato dalle punture acide della chitarra di Daniel e dalle contorsioni del basso di Jose. Il drumming di Alejandro Aranda è poesia pagana, sensuale e devastante, perché i suoi tamburi sono l’abbraccio su cui i corpi in ascolto possono buttarsi nel basamento della grotta interiore. L’esoterismo diventa amore crudele e questo Ep sarà il rifugio dove illudersi di vedere la luce sarà un sorriso amaro ma l’unica gioia concessa…

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

21 Gennaio 2023

https://deepcavity.bandcamp.com/album/cathedral-of-tears



venerdì 20 gennaio 2023

La mia Recensione: IAMTHESHADOW - The Wide Starlight

 IAMTHESHADOW - The Wide Starlight


La classe, la Dea misteriosa che non pesca mai a caso, benedice chi la riceve e invita a usarla, a scrutarne l’essenza e aggiungerci del proprio per aumentarne le dimensioni.

Pedro Code non fa altro che eseguire tutto questo, portando la sua creatura IAMTHESHADOW nella zona della perfezione con l’ultimo album della band portoghese che è coraggioso, profondo, con le dodici canzoni che sono tutte baci con il rossetto nero e il binocolo che ci fa vedere da lontano i particolari dell’animo umano. Ascoltandole qualcosa nella mente si accende e si capisce che solo nel buio dell’anima si possa vedere cosa serve per davvero in questa esistenza. La crescita del gruppo è vistosa, tutto è compatto e levigato, le lacrime che cadono sono vestite di un gusto non troppo amaro: Pedro ha calibrato perfettamente i gusti e ha dato alla Darkwave il compito di essere gentile. In realtà si nuota dentro concetti che non possono essere relegati a definizioni musicali. Ovviamente esistono allacciamenti a branche di questo genere, ma è l’ultima delle cose su cui mettere l’accento.

Ciò che conquista è che non ci sono sconti: tutto è crudo e reale, ma posto con una decadenza brillante che porta ad accettare questo vento grigio che sfiora la pelle. 

Un concept sonoro perché tutto suona come una lunga traccia, un racconto sulle illusioni e i tumulti interiori con quei desideri consapevoli nei confronti di ciò che è possibile e di cosa non lo è.

In tutto questo la musica strega: sposata ai testi, diventa una montagna che abbraccia il mare in una stretta gotica ma accessibile anche a chi non ha questo genere musicale tra i preferiti. E anche questo è un miracolo che vive dentro questo disco, un riassunto perfetto del cammino compiuto negli anni, la capacità di offrire qualcosa di diverso e la certezza che Pedro sappia come istruire la progettualità del lavoro per coniugarla al talento.

Le chitarre sono accenni di raggi, mai presuntuose, mai violente, sempre delicate, con un sorriso che tende verso il basso, dove le zone di cupezza sono appese ai lati. I synth sono i pittori del progetto, ingegneri del suono e maestri di melodie semplici e quindi umane, credibili, dove è il concetto che guida le dita a creare linee che avvolgono in un ascolto caldo. Il basso, sempre potente, è un guardiano attento, viaggia dagli anni ’80 ed è esperto, sostiene le canzoni quasi con maggior forza rispetto agli altri lavori.

Quì tutto ammalia, conquista, e gli ascolti si fanno intensi e numerosi, perché avere il bisogno di ripeterli questa volta non è dato dal piacere bensì dalla necessità. Ecco: IAMTHESHADOW produce qualcosa di vero e l’applauso diventa un nuovo play…

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

21 Gennaio 2023


https://iamtheshadow.bandcamp.com/album/the-wide-starlight




My Review: IAMTHESHADOW - The Wide Starlight

 IAMTHESHADOW - The Wide Starlight


Class, the mysterious Goddess who never picks at random, blesses those who receive it and invites them to use it, to scrutinise its essence and add something of themselves to increase its dimensions.

Pedro Code does nothing more than accomplish all of this, taking his creature IAMTHESHADOW into the zone of perfection with the Portuguese band's latest album, which is bold, profound, with its twelve songs that are all kisses with black lipstick and binoculars that let us see the details of the human soul from afar. Listening to them, something in the mind lights up and you realise that only in the darkness of the soul  you can see what you really need in this existence. The growth of the band is noticeable, everything is compact and smooth, the tears that fall are dressed in a not too bitter taste: Pedro has calibrated the tastes perfectly and given Darkwave the task of being gentle. In reality, one swims within concepts that cannot be relegated to musical definitions. Of course there are connections to branches of this genre, but that is the least of the things to emphasise.

What conquers is that there are no discounts: everything is rough and real, but placed with a brilliant decadence that leads one to accept this grey wind that brushes against the skin. 

A sonic concept because everything sounds like one long track, a tale about illusions and inner turmoil with those conscious desires about what is possible and what is not.

In all of this, the music bewitches: married to the lyrics, it becomes a mountain that embraces the sea in a gothic grip but is also accessible to those who do not have this genre of music among their favourites. And this, too, is a miracle that lives inside this record, a perfect summary of the path taken over the years, the ability to offer something different and the certainty that Pedro knows how to instruct the work to combine it with talent.

The guitars are hints of rays, never boastful, never violent, always delicate, with a smile that tends downwards, where areas of gloom hang on the sides. The synths are the painters of the project, sound engineers and masters of simple and therefore human and believable melodies, where it is the concept that guides the fingers to create lines that wrap around a warm listening experience. The bass, always powerful, is a careful guardian, travelling from the 80s and experienced, supporting the songs almost more strongly than in other works.

Here, everything charms, seduces and our listening becomes intense and numerous, because the need to repeat it this time is not from pleasure but from necessity. Here: IAMTHESHADOW produces something real and the applause turns into a new play...

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

21st January 2023


https://iamtheshadow.bandcamp.com/album/the-wide-starlight















La mia Recensione: Auge - Spazi Vettoriali

  Auge - Spazi Vettoriali Il tempo viene archiviato solo dalla massa ignorante di chi ha fretta, quella che stringe gli spazi e divaga nel n...