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martedì 18 aprile 2023

La mia Recensione: Sad Madona - New Flesh

 Sad Madona - New Flesh


Parigi veste elegantemente la notte, con Synth che arrivano da Pornography, ritmi perfetti per una danza macabra, quella che Remi Lauvergne riesce a portare dentro i raggi lunari che non hanno bisogno di molte parole per parlare la lingua della sospensione: gli servono degli approcci quasi gutturali, perché è la chitarra la vera voce che ci informa di come si possa scrivere una canzone con l'aiuto di un talento che sa come non rendere troppo accessibile il suo forziere. Ma sono sufficienti le visioni provocate dall'ascolto, l'allucinazione di suoni compatti che durano centoventicinque secondi per regalare uno spasmo.

Come un lamento perennemente gravido, il brano è un loop emotivo prima ancora che musicale, qualcosa che opprime ma al contempo libera istinti pregni di tossine autunnali, quasi invernali. Ti getti nella stanza per ballare e ti muovi come una marionetta del mercato di Belleville, mentre credi di capire il senso delle sperimentazioni degli Human League di The Dignity Of Labour, dove regnava la sensazione di un nubifragio nelle vene. Ecco, a Remi riesce bene la rievocazione di fantasmi sublimi di un tempo e sta a noi godere di questo gioco di rimandi incantevoli... 


Alex Dematteis

Musicshockworld

Supino

18 Aprile 2023


https://sadmadona.bandcamp.com/track/new-flesh





lunedì 10 aprile 2023

La mia Recensione: La Rouille - Basalte

 La Rouille - Basalte


Che meraviglia la Francia, specialmente in questi ultimi anni: musicalmente parlando, continua ad avanzare sicura nella ricerca, nella introspezione e, conseguentemente, nella capacità di perfezionare alcuni generi e a fare passi evidenti nella creazione di nuove possibilità. Se prendiamo questo brano della band di Bordeaux, possiamo constatare come sia fluida e potente la mescolanza della Techno con il Synthpunk imbevuto di Minimal essenziale. Tutto funziona perché l'interazione permette sia di riconoscere i singoli campi di identità che l’accorpamento. Strepitoso, elegante, ballabile, con Basalte si vola e si gode della modalità strumentale che parla la lingua della ricchezza data da immagini infinite… Spettacolare!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

10 Aprile 2023


https://larouille1.bandcamp.com/track/basalte




La mia Recensione: Lila Ehjä - yö

 Lila Ehjä - yö


Un talento straordinario, Lila: capace di avere delle idee precise, di saper scegliere gli strumenti adatti, di suonarli, e di precisa nella struttura dei suoi brani, così colmi di intensità e di quella seducente penombra che galvanizza l’ascoltatore. Raffinata esibizione di una metodica che necessita assolutamente di tematiche forti ed emblematiche, l’album rivela un’oscurità che ammette al suo interno il nostro sguardo. La natura francese della trama è splendidamente conservata e tutto si fa minimalista in questi bagliori Post-Coldwave di grande generosità, dove la parte elettronica mantiene compatto il tutto. Sono sferzate di Synth piene di ghiaccio strabordante, una serie di stimoli che scuotono e c’è poi la sua voce che riassume perfettamente il contrasto con il lato musicale. Dopo quasi due anni, è ancora una limpida scintilla nel buio di una musica che fatica a essere uno specchio pulito…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

10 Aprile 2023


https://lilaehja.bandcamp.com/album/y





sabato 8 aprile 2023

La mia Recensione: HEIMBERG - Endless Lies

 HEIMBERG - Endless Lies


Terza pubblicazione per la band di Strasburgo, sempre più interessata a dilatare la luce e inglobarla in un luogo desolato, misterioso, di incantevole propensione verso una decadenza semi-urlante. Questa volta un brano solo, ma maestoso, lancinante, con la chitarra che ringrazia i Cure, consegnandoci un Post-Punk di origine britannica, ma capace di conservare quella natura che il paese Francese difende a spada tratta. La Coldwave si presenta come un brivido sottile sulla pelle, lasciando alla vicina di casa Darkwave il compito di chiudere un cerchio gotico che scalda i cuori. Un circolo di melanconia stringe il fiato, saranno le chitarre incollate a note lunghe e magnetiche, sarà per il basso che bussa alle porte della morte, ma questa canzone sa divenire un chiodo nella testa, dove a sanguinare è la solitudine che brucerà dentro di noi…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
8 Aprile 2023








lunedì 3 aprile 2023

My Review: GOING AWAY PARTY - A RIDE WITH OUR GHOSTS

 GOING AWAY PARTY - A RIDE WITH OUR GHOSTS


It's off to Paris to take the pulse of this mysterious trio, with a mini LP and an EP under their belt. The scribe takes the first one and enjoys, revels in, gets lost in, the fascination that leads him to walk through the quarters of the French capital serenely unhappy and preoccupied. An assault, the face uncovered, the musical weapons well displayed and the pleasant feeling that Julie, Jean-Phi and Nico have probed the musical territory of their nation very well, making precise choices. There is a vibrant and continuous tension, with their punk kept on a leash to direct the animalistic side towards a tamed Hard-Core, dipped in Post-Punk scales. 

Prodigious example of vitality!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

3rd April 2023


https://sabotagerecords.bandcamp.com/album/going-away-party-a-ride-with-our-ghosts-12





La mia Recensione: GOING AWAY PARTY - A RIDE WITH OUR GHOSTS

 GOING AWAY PARTY - A RIDE WITH OUR GHOSTS


Si plana a Parigi: c’è da tastare il polso a questo misterioso terzetto, con un mini Lp e un EP all’attivo. Lo scriba prende il primo e gode, si bea, si perde, dentro la fascinazione che lo porta a camminare nei quartieri della capitale francese serenamente infelice e preoccupato. Un assalto, il viso non coperto, le armi musicali ben esposte e la piacevole sensazione che Julie, Jean-Phi e Nico abbiano sondato molto bene il territorio musicale della loro nazione, compiendo scelte precise. C’è una tensione vibrante e continua, con il loro punk tenuto al guinzaglio per dirigere la parte animalesca verso un Hard-Core ammaestrato, immerso in scaglie Post-Punk. 

Prodigioso esempio di vitalità!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

3 Aprile 2023


https://sabotagerecords.bandcamp.com/album/going-away-party-a-ride-with-our-ghosts-12







martedì 28 marzo 2023

La mia Recensione: False Faces - 11 tracks demo

 False Faces - 11 tracks demo 


L’ampiezza del dolore viene toccato, portato alla luce, senza tentennamenti da quella fascia di anime curiose e fameliche, devastate e devastanti che fanno parte di quella parte della musica gothic definita Deathrock. 

Curioso constatare, nel caso specifico dei Francesi False Faces, di come loro sappiano apportare nuove oscillazioni alla modalità, non negando l’origine e la base nord americana di questo genere musicale. Ma in questo album abbiamo dentro le unghie grattugiate di morte nuove e sostanziali forme di malattie mentali tutte seducenti, cattive, necessarie. La voce, di una fata con il mantello grondante sangue, rimane perennemente tenuta all’interno di una bara e non si sente mai limpidamente, conferendo un fascino e una ricerca della comprensione delle parole che è una ulteriore fatica, piacevole e illuminante. La batteria non segue i dettami del genere e spesse volte la si percepisce respirare attitudini rock. Nel contesto di chitarre meno sanguinolente ma più arrotate e distorte, il suono diventa ancora più pesante e la gioia della decadenza si alza in piedi applaudendo: un lavoro spettacolare ed educativo per il desiderio di mostrare la vecchia signora Europa mandare i propri figli negli USA e far vedere che la morte Francese non è meno deprimente e sacra della loro. 


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

28 Marzo 2023


https://falsefaces.bandcamp.com/album/11-tracks-demo-cd




My Review: False Faces - 11 tracks demo

 False Faces - 11 tracks demo 


The amplitude of pain is touched, brought to light, without hesitation by that band of curious, ravenous, devastated souls that are part of that part of gothic music called Deathrock. 

It is curious to see, in the specific case of the French False Faces, how they know how to bring new swings to the mode, not denying the North American origin and basis of this musical genre. But on this album, we have within our fingernails scratched to death new and substantial forms of mental illness all seductive, evil, necessary. The voice, of a fairy with a cloak dripping with blood, remains perpetually held inside a coffin and is never heard clearly, lending a charm and a search for comprehension to the words that is a further effort, pleasant and enlightening. The drums do not follow the dictates of the genre and one often hears them breathe rock attitudes. Against the backdrop of less bloody but more rounded and distorted guitars, the sound becomes even heavier and the joy of decadence rises up in applause: a spectacular and educational work for the desire to show old lady Europe a requirement to send their children to the USA and show that French death is no less depressing and sacred than their own.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

28th March 2023


https://falsefaces.bandcamp.com/album/11-tracks-demo-cd




lunedì 27 marzo 2023

My Review: Spleen XXX - Poems of Charles Baudelaire

 Spleen XXX - Poems of Charles Baudelaire


Normandy is a reasoned chaos, with no possibility of denying the greatness of intuition and complex brain-work, for an avant-garde that is inherent in the air that surrounds and protects it.

Musically, then, the list of bands that have made the presence of what the old scribe previously asserted extraordinary is endless.

Spleen XXX is a thunderbolt of conflicting instances, a basin of salty drops, in ruinous fall only for auditory apparatuses allergic to the most sensible noise. Of course, this is music when it comes to this LP, and magnificent it is too, but what must be noted is the propulsive force that goes beyond the enjoyability and usufruct factor: we are in front of a rational teletype of streams with straight, parallel legs, structured to leave no doubts, because what they need is to make the listener conscious through hammers of shaggy and bad senses, of that necessary wickedness nowhere else to be found.

The bass and guitar are, in this discourse, archers and the emblem of a cohabitation that thrives on uncomfortable impulses. They go beyond beauty as wounds tamed by dying intellects.

The drumming is a punishing, often muffled, beating, just like the guitars coming out of a red-hot iron factory, to make the bruises received become a kind of education. The singing is an industrial poetry that does not have to please: it serves an awareness that shatters the comfort zone with its low register.

For all this, the extraordinary movements of Her Hair and Beauty serve as examples: it is up to them to form your knowledge and then go on to touch the other six compositions.

Of course: Post-Punk - Gothic Rock - Minimal Wave are the easy shores to say 'wow, these French guys are nice': be smart, go beyond what could easily ruin their value and study their Art, because you cannot always postpone the appointment with duty... And yours is to take notes: the Masters of Rouen need your attentive listening and History has no time to waste.

Let it be a precious approach: the poems of Charles Baudelaire are an unmissable appointment!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

27th March 2023


https://meidosemrecords.bandcamp.com/album/poems-of-charles-baudelaire





La mia Recensione: Spleen XXX - Poems of Charles Baudelaire

 Spleen XXX - Poems of Charles Baudelaire


La Normandia è un caos ragionato, senza possibilità di negarsi la grandezza di intuizioni e di complessi lavori cerebrali, per un’avanguardia che è insita nell’aria che la fascia e protegge.

Musicalmente, poi, è infinita la lista di band che ha reso straordinaria la presenza di ciò che il vecchio scriba ha precedentemente asserito.

Spleen XXX è una folgore di istanze conflittuali, bacino di gocce salate, in rovinosa caduta solo per apparati uditivi allergici al rumore più sensato. Certo, trattasi di musica se si parla di questo LP, e pure magnifica, ma ciò che bisogna rilevare è la forza propulsiva che va oltre il fattore di godibilità e di usufrutto: siamo davanti a una telescrivente razionale di flussi dalle gambe diritte, parallele, strutturate per non lasciare dubbi, perché ciò che serve a loro è rendere cosciente l’ascolto attraverso martellate di sensi ispidi e cattivi, di quella cattiveria necessaria ormai introvabile altrove.

Il basso e la chitarra sono, in questo discorso, arcieri e l’emblema di una coabitazione che vive di impellenze scomode. Vanno oltre la bellezza in quanto ferite ammaestrate da intelletti in via di estinzione.

Il drumming è una punizione, spesso ovattata, che percuote, esattamente come le chitarre uscite da una fabbrica di ferro rovente, per costruire sui lividi ricevuti una educazione obbligatoria. Il cantato è una poesia industriale che non deve piacere: è a servizio di una consapevolezza che, con il registro basso, frantuma la comfort zone.

Per tutto ciò affermato siano di esempio le straordinarie movenze di Her Hair e di Beauty: a loro il compito di formare la vostra conoscenza per andare poi a toccare le altre sei composizioni.

Certo: Post-Punk - Gothic Rock - Minimal Wave sono le sponde semplici per dire “wow, belli sti francesi”: siate furbi, andate oltre ciò che facilmente potrebbe rovinare il loro valore e studiate la loro Arte, perché non si può sempre posticipare l’appuntamento con il dovere… E il vostro è quello di prendere appunti: i Maestri di Rouen hanno bisogno del vostro attento ascolto e la Storia non ha tempo da sprecare.

Che sia un prezioso approccio: le poesie di Charles Baudelaire sono un appuntamento immancabile!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

27 Marzo 2023


https://meidosemrecords.bandcamp.com/album/poems-of-charles-baudelaire





martedì 21 marzo 2023

La mia Recensione: Systeme Paradoxe - Histoires Ordinaires

 Systeme Paradoxe - Histoires Ordinaires


Il mondo si surriscalda mentre le anime si raffreddano, e in questo gioco di forze qualcosa deve intervenire, per far scemare questa lotta silenziosa. Lo fa benissimo il duo Parigino Systeme Paradoxe, con canzoni che sanno adoperare accortezza, tensione, dilatando e comprimendo le riflessioni su onde piene di gelide gocce Coldwave, per testimoniare il dialogo che si è fatto stantio e inefficace. Note grevi, ritmi che oscillano e la voce che diventa un brivido che lancia fiamme dentro i cristalli induriti del nostro pensare, una ebollizione di sentimenti che urlano a bassa voce.

Sono pochi ma impeccabili minuti: la loro classe protegge e frustra il nostro flusso mentale assente, offrendo chilometri di qualità. I loro testi e la loro musica sono uno schiaffo, elegante e conturbante, un rendere chiaro il nostro declino, con le lacrime che escono fuori dai nostri passi. I due, durante Rouge, diventano un film di Kurosawa, lenti e abissali, schiacciando la mente verso un filo mentale che si accende di consapevolezza, con l’elettronica che accompagna un atteggiamento artistico votato alla decadenza, il giorno dopo la fine…

I Kraftwerk più misteriosi appaiono durante Zero Zero, una messa articolata, dove la lettura della Sacra Scrittura è confinata dentro il recitativo di una voce metabolizzata nella tristezza più limpida.

Tutte le composizioni sembrano affacciarsi per finire in uno smottamento: tutto raffinatamente sottile, ma con la consapevolezza che nessun sorriso sarà offerto…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
21 Marzo 2023






lunedì 13 marzo 2023

La mia Recensione: The Doctors - Modern

 The Doctors - Modern


Se ci si affida solo al gusto personale, si finisce con il definire i dischi come belli, brutti e via dicendo, in un gioco sterile di lavoro personale nell’individuare ciò che contiene.

Alcuni lavori sembrano incompleti, mancanti di qualcosa, come se avessero le maniche corte nel pieno dell'inverno, mostrando e donando la sensazione che tutto possa essere rimandato a un progetto futuro. E invece quelli sono gli album migliori, senza alcun dubbio.

Prendete Modern, dei fratelli Patrick and Domenique Mouras: in mezzo al veleno, alle scorribande, alle urla Post-Punk con adiacenze elettroniche, si potrebbe pensare a qualcosa di monco, e invece è la perfezione di ciò che manca che rende questi sei brani perfetti, gracchianti, fulminanti, isterici e aggressivi. Approcciandoci a un meticoloso ascolto, non abbiamo il senso manieristico della progettazione bensì una irruenza giovanile, impeti e fragori che viaggiano veloci sui disagi, per definire l’umanità come una clamorosa approssimazione. Sono bravissimi perché integri, esplosivi e determinati a tagliare l’aria con sforbiciate di suono primitivo, incalzanti e raggomitolati nei rivoli dell’acqua agitata dalla Coldwave che si affaccia con grande eleganza. I Francesi uniscono l’umore gotico a una frizzante catena di musica, che spazia e dilata i sensi: l’uso di lingue diverse è una freccia di sale che consente suggestioni multiple. Nessun dubbio che ci stiamo trovando davanti a una sfera illuminante di qualità che non conoscono pausa: indagano, conquistano e rovistano il tempo per trovare ganci da incenerire. Disco clamoroso che merita il palcoscenico dei vostri ascolti…


Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
13 Marzo 2023






venerdì 10 marzo 2023

La mia Recensione: Dark Sanctuary - Cernunnos

 Dark Sanctuary - Cernunnos


Esistono visioni estetiche che sono involucri, a volte con la faccia sorridente, a volte con grandi metastasi, e vanno a spasso dentro pensieri con il mantello pieno di raggi lunari, come contatto divino.

Vediamo l’essere umano con il naso all’insù, a contemplare, prendere appunti, sezionare la natura per poterla consegnare a un Dio complicato, Cernunnos, che per i Galli rasentava la perfezione e il timore al contempo. Nei giorni dell’assenza della saggezza, con la tecnologia che la sostituisce, ecco un manipolo di guerrieri dalla faccia giusta e dai pensieri ottimizzati che scrivono un trattato di contatto continuo con la densità. Depongono ricchezza nei sentieri mentali e ci avvolgono con la speranza di poter essere un cammino. Tornano i Dark Sanctuary, il villaggio senza tempo, con la loro musica come arcobaleno dentro tuoni e sospiri, a mettere la storia dalla loro parte: non potevano rimanere inermi, sospesi tanto meno inclini alla resa e allora ecco undici invocazioni a scuotere il vecchio scriba con questo omaggio alla divinità Gallica. Un flusso cinematico, in un formato che avvicina una ipotetica cellula che tenta di descrivere il potere della natura e il commento di un Dio che ascolta e rivela la sua presenza: su questo contatto le canzoni posano il loro pensiero per far respirare l’incanto e far assentare l’inutile trambusto che vive fuori di noi. Un album conclamante attenzione, talento, necessità di essere mani che manipolano il pensiero verso l’assenza della fragilità, con la forza evocativa di spirali lente dai polmoni ghiacciati. Ma il battito resiste, insiste, attraversa la foresta e accarezza le rocce. Per volontà divina.

La band francese chiude le porte dell’eccesso, prepara strumenti mentali per unirsi a quelli musicali e si incammina, lentamente, prendendo in prestito la storia e affittando (forse perennemente) il desiderio di evacuare il circostante elettrificato del mondo che crea luci ma non scintille. Quest’ultime le troverete all’interno di questi undici passi, undici preghiere, undici reti, undici barche e undici reti da pesca.

Come ambasciatori del tempo, i cinque componenti della band ci consegnano la trasformazione del territorio e della riflessione come l’affermazione di una necessità di sviluppo di cui il Mercato avrebbe poi rovesciato il contenuto e il senso. Pertanto quello che ascoltiamo è prezioso: chi testimonia una struttura diversa, messa da parte, non può che avere la massima attenzione e riconoscenza. Il tutto, poi, è bene dirlo, mediante flussi musicali che estendono il respiro in un'onda potente, che non vacilla mai, non perde la direzione e anzi guadagna intensità come un sorriso senza l’orologio.

La direzione musicale mostra come a loro niente possa essere precluso: musicisti eccelsi, grandi idee, metodo e un talento enorme nel rendere toccabili le immagini e le sensazioni che rovesciano, come colata tiepida, dentro le note.

Cernunnos è una palla di polvere che ingrossa e ingrassa le vene con riferimenti che annichiliscono la pigrizia e il disimpegno perché è un lavoro confezionato per condurci alla meditazione, a vivere un approccio con i sensi, un prendere atto del movimento continuo di creature che sono a pochi metri da noi, in questa circonferenza senza coscienza che è ormai il nostro pianeta. Capitani anacronistici, e proprio per questo motivo perfetti ed essenziali, i brani si posizionano nel ventre e ondeggiano, e ci portano negli occhi immagini potenti: impossibile fare finta perché questo scuote e rigenera le cellule.

Canzoni come congegni magnetici, roboanti, per costruire l’ingegno e le sue mille cose, per muovere alchemie e condurle in voli spirituali di grande spessore, con contenuti formati per essere un involucro senza possibilità di abbattimento. Tutto è all’insegna di una grande attenzione: stumenti, melodie, rumori, richiami spirituali attraverso invocazioni e spruzzi continui di macchie di luce, e la cadenza marziale di impronte sulla nostra anima. All’interno di un mulino di campagna la vita diventa espressione artigiana sopraffina ed elegante, con il suo libro sacro che si legge ascoltando questo frutto celestiale.

Ci sono ingressi continui, permanenze e la melodia, bocca aperta di ingredienti succulenti, è una autostrada di nascite e morti, con ventagli e folate di nebbia per fasciare la vistosa sacralità. Facile etichettare come Dark Ambient, oppure come Musica Eterea, ma sarebbe come guardare la montagna senza un inchino di rispetto, perché questo è un lavoro complesso fatto di strati, di odori, di piedi nel fango e gli strumenti sono operai di un disegno che non ha genere e non può, pertanto, essere definito in nessun modo: davanti alla perfezione si gode senza perdere tempo, senza elucubrazioni mentali che distolgono dal piacere. Ma ciò che è rilevante è la consequenzialità sonora, come se la vita di ogni secondo di questo album non potesse vivere senza gli altri. E la catena si scioglie per divenire un trattato di ispezione temporale, con flussi lenti e ondivaghi dentro cellule dalla memoria antica, per permettere l’uscita da ogni legame affettivo del proprio curriculum vitae. I Dark Sanctuary realizzano un intervento in una sala operatoria a cielo aperto, tra foglie malinconiche e terreni scoscesi che brillano di muschio, per celebrare lo studio del tempo nel quale la follia ha moti di calma sorprendenti. 

La voce di Dame Pandora è un acino di uva che scende sulla pelle di ogni vibrazione sonora, come una riflessione prima ancora di essere espressione,  essendo in grado di definire la mastodontica esibizione di colori e fumi antichi che escono dagli strumenti degli altri quattro componenti del gruppo. Lei capitalizza, segna il goal della vittoria, nel contesto di un gioco di squadra che la mette in condizione di farlo a ripetizione. Il suo fiato pare uscire da una ampolla magica, conservata dal Signore dei Segreti: non si può resisterle e ci si ritrova nella sua ugola che vibra per farci genuflettere. 

Ci sono tensioni multiple, drammi resi palesi e spettri girovaghi che rendono l’ascolto un tremolio ma al contempo offrono eccitazioni sconosciute, estese e totalmente in grado di regalare una paralisi fisica, mentre la mente vola, tra le case di pietra e i ruscelli, in un tempo di cui non si sa nulla…

Ma non vi è incertezza alcuna, non una esitazione, ed è per questo motivo che il vecchio scriba ascolta con tre bicchieri di assenzio all’interno di un cerchio reso  magico da queste musiche divine.

Il consiglio migliore è quello di sedersi circondati da libri antichi, un vocabolario aperto a caso, la luce lasciata fuori dalla propria stanza, gli occhi appiccicati alla volontà di essere teletrasportati nel luogo del non so, nel tempo del non so. E di voler fare un’esperienza che sarà oltre che catartica soprattutto rivelatrice di mappature sensoriali che cambieranno il senso dei vostri battiti, perché Cernunnos alla fine si rivela una prodigiosa metamorfosi e non solo tutto sarà cambiato ma avremo dei grazie da rivolgere a loro ogni volta con grande emozione.

La storia ha deciso di mettere una mano sulla spalla di questi angeli francesi, con un passaggio di consegne, e queste note diventeranno il bacio di godimenti che si faranno promiscui: non vi saranno resistenze e la perfezione avrà il volto di queste undici fate…


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

10 Marzo 2023

https://avantgardemusic.bandcamp.com/album/cernunnos

Esce il 17 di Marzo del 2023




mercoledì 8 marzo 2023

La mia Recensione: Queen Of The Meadow (feat. Emily Jane White) - Will O' the Wisp

 

Queen Of The Meadow (feat. Emily Jane White) -Will O' the Wisp


La Francia e gli Stati Uniti sono legati da un lungo gemellaggio, fatto di fascinazioni e adorazioni, di segnali evidenti di contatti che sono arrivati anche all’arte. Non potevano mancare a questa realtà due donne che si sono abbracciate per un atto artistico che suscita emozioni profonde, date dalla propensione di entrambe a non risparmiare le immagini e da abilissime qualità canore in cui a vincere, a rendere perfetta l’atmosfera è la sottile propensione a fare del canto una notte di primavera. Il brano di Helen Ferguson rivela ancora una volta come esistano piani scenografici nelle sue note, nel suo testo, che ci portano a constatare quanto la forza di una donna possa essere terreno fertile per l’insicurezza di un’altra persona e in questo la sua scrittura si rivela abilissima, in quanto non rivela il tipo di relazione, stimolando così la nostra fantasia. Innegabile che la modalità dell’armonia susciti un piacevole attrito con la durezza del testo che è una lezione di vita. 

A infondere ulteriore incanto a tutto ciò ci pensa la cantante americana Emily Jane White con la sua presenza che pare un uccello libero di usare il suo becco, emanando suoni che si legano perfettamente con la voce di Helen. Si entra in un folk melodico, affacciato sulle onde dell’oceano mentre tratteggia linee perfette per un pop che sorride e accarezza. Le due diventano regine con la corona della dolcezza per coccolare la loro forza, che è palpabile: la determinazione, la convinzione che si tocca è palpabile e commovente. Tutto scivola via come un mantello che dalle foglie risale su un albero per vedere l’effetto che ha provocato. Una minaccia non è mai stata così benvoluta e desiderata come quella che cantano queste due damigelle, per stabilire le giuste distanze che non impediranno di certo un ascolto attento e che sarà un bosco piene di foglie con tratteggiate sul dorso un beneficio indiscutibile…



Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
9 Marzo 2023




giovedì 9 febbraio 2023

La mia Recensione: Order 89 - Future

 Order 89 - Future


Bordeaux: quella donna di classe che nasconde il passato e rivela il futuro. Per farlo bussa alla qualità di una band dirompente come gli Order 89, quartetto che getta spranghe di Postpunk sul terreno fertile all’accoglienza di quella straordinaria parte che viene definita synthwave. Però: siamo sicuri che non vi siano impronte Coldwave a rendere questa canzone speciale e trascinante? Esiste una modalità elettronica che bussa con timidezza e investe l’ascolto con oscillazioni e fiammate per dare, come risultato, una orchidea che si conficca nella mente: le bastano pochi elementi per farlo, riuscendoci benissimo.

Dopo una introduzione che sembra sospendere il respiro e inquinare l’aria di una tensione sublime, quando arriva il cantato tutto si dilata e non c’è scampo: è annessione completa in questa danza robotica, dai lineamenti corporei francesi e l’anima più estrema appartenente a quella Germania che sa mettere le sue impronte ovunque. Totalmente raccomandato l’ascolto e consigliata la fruizione.


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

10 Febbraio 2023


https://ombrainternational.bandcamp.com/track/a1-order89-future-ombra-intl-009





La mia Recensione: Otchim - Reves Brisees

 Otchim - Reves Brisees


Cosa abbiamo, vecchio scriba?

Un russo e un francese: Anton Berezin e Jordi , da San Pietroburgo e da Parigi, in un progetto chiamato Otchim, giunti al quarto lavoro, il secondo per la prestigiosa Label Sierpien Records.

Sette ipnotiche anime ci accerchiano tra Kraftwerk, Robots, D.A.F. e molto altro, per un viaggio temporale che atterra alla fine degli anni ’70 per ripartire alla fine del 1983. Tutto è lì, depositato, certificato.

Poi occorre però una spruzzata di contemporaneità e il duo la inserisce perfettamente, come cilindri senza schegge, con precisione indiscutibile.

Prima di tutto l'anima: Post-Punk, ma senza esibizioni evidenti, perché tenuta nascosta, dentro appunti su cui vengono appoggiate attitudini elettroniche, in cui Coldwave e Synthwave si giocano la partita, in un pareggio splendido.

La loro indubbia capacità è quella di portare la danza in uno spazio cosciente, dove l'utilità non può essere fermata dal divertimento. Ecco, quindi, che la serietà di questo disco consta di microchip attivati per farci divenire pensieri assoldati da loro per trovare fisicità. Un miracolo, ed è bene sottolinearlo. Il cantato in francese di Jordi offre cellule di piume romantiche che non possono essere prive del bassomano sarmatico di Anton, in cui vive la disciplina e la rigidità che blocca splendidamente la musica, non consentendole troppi sentimentalismi.

Semplicemente un album doveroso e piacevole vi attende: non esitate...


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

9 Febbraio 2023


https://sierpienrecords.bandcamp.com/album/reves-brisees






lunedì 6 febbraio 2023

La mia Recensione: AIMABLE - A l'etouffoir!

 AIMABLE - A l’etouffoir! 


Gli inarrestabili Francesi: decadenti, fuori dal mondo e sempre così tanto nazionalisti. C’è un gioco di forze nel loro DNA che continua a stupire il vecchio scriba, una fascinazione che, musicalmente, lo lega a quel paese da sempre. Ecco in arrivo questo lavoro maestoso, perfetto, inebriante e trascinante. C’era una volta la Coldwave e aveva tra le sue pieghe quella del paese di Platini, Chirac eccetera. I ragazzi di Dijon con queste 10 tracce ne mantengono le caratteristiche, sapendo di possedere il segreto del tempo che mantiene inalterato tutto. Non sempre esiste ed è doveroso lo sviluppo, la crescita delle cose: alcune si rivelano preziose se rimangono le stesse, nei secoli dei secoli. Il ritmo, costantemente veloce, i synth che con poco dicono tutto, il basso che cova l’eleganza con grappoli di note maestose, danno tutti insieme un quadro che se non arriva al Louvre è solo per colpa di chi non vuole accogliere la vera bellezza. Si sente molto bene che vive una gioia dentro la prigione di ogni limitazione, che sa trovare una esplosione: qui la trasforma in musica, che si manifesta in una catena dentro un frigorifero vuoto, sono le canzoni l’unico cibo masticabile. Se cercate rimandi ve ne saranno moltissimi ma aggiungete anche un aspetto straordinario: un disco che sembra nato nel 1981 e che suona perfettamente nel 2023 è già motivo di stupore…

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

7 Febbraio 2023

https://aimable-idiophone.bandcamp.com/album/a-l-touffoir



giovedì 26 gennaio 2023

La mia Recensione: Vague Scare - Transient

 Vague Scare - Transient


I duo Francesi Coldwave/Synthwave sono sempre da tenere sotto osservazione: da quelle parti non sprecano tempo e i lavori sono quasi sempre meraviglie di cui godere.

Nel caso dei Vague Scare la qualità è altissima, flussi elettrici sulla pelle tengono l’attenzione pura e alta, perché le canzoni di questo Lp sono una passeggiata dentro le ombre in un giorno piovoso, in cui si prende quella dose di freddo che rivitalizza gli arti e tornando a casa ci si ritrova in ottima forma.

Il circuito sonoro è una ammiraglia di propensioni romantiche dove non manca la nostalgia e l’ammirazione per una stagione musicale che non intende morire. Tutte e otto le tracce sono allucinazioni che conoscono l'esasperazione, contenute e poi fatte uscire con le note alle quali viene tirato il collo, sono lunghe e incastonate all’interno di ritmiche nervose e metalliche, la drum machine è una ragazza precisa e fredda, non concede approcci e va via sicura. La chitarra di Fred, che suona anche i synth, è un brivido Post-Punk che cammina attorno a un igloo e appare a piccole ma raffinate dosi. Laur, voce principale e anche lui ai synth, è un ragazzo dal bavero alzato, splendidamente desideroso di porre il suo timbro vocale in una modalità rivolta agli anni ’80, tra il sognante e l'austero.

La stagione dell'osservazione francese nei confronti della glacialità dei patimenti con i Vague Scare si fa attenta e precisa, non ci si può perdere in balbuzie emotive in quanto la loro metodicità non spreca tempo: una lezione che fa bene alla mente, sempre combattuta nel dare spazio al cuore. Tutto ciò per dire che questo album è una enciclopedia comportamentale, dalle otto pagine escono bagliori carichi di muschio perché conservare la lucidità è cosa buona e giusta...

Spettacolare che le loro storie, che siano vere o inventate, abbiano a che fare con i sentimenti, quando tutto fa presupporre il contrario: proprio vero che i duo Francesi sono magnificamente pazzi e loro lo sono in modo divino...

Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

27 Gennaio 2023

https://vaguescare.bandcamp.com/album/transient






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