Mantarochen - Glaza
Il vento gelido della storia tedesca non si arresta, non può, non vuole, soprattutto non deve. In quella parte centrale dell’Europa la musica è una donna che viene presa e scaraventata sul tetto per guardarla, a debita distanza, e impararne i trucchi. Poi la si riporta giù e si riceve uno schiaffo, perché i diritti sono stati calpestati. Ascolti questo brano e capisci che Lipsia è l’emblema di quella Nazione, la madre e la figlia di ogni esercizio di crescita. Prendi la canzone, un lungo elenco di richiami, che vengono subito stoppati, mostrando una evoluzione. Il Post-Punk è ancora inesplorato, nelle sue potenzialità, il gruppo lo sa e lo dimostra: fiuta nell’acciaio delle chitarre e del basso, confida nel drumming e va via, tra le strade piene di dubbi dei nostri ascolti beati. È una voglia invasata dal desiderio di ripetersi, la voce è sottile ma nevrotica, tutto propende a ricordarci gli arpeggi Darkwave della fine degli anni Settanta (Joy Division in primis), sino ad andare in Italia con i Diaframma. Si rischia molto ascoltando Glaza: come dare un pugno a chi si ama, riconoscergli il valore ma al contempo sentirsi prigioniero della sua bellezza…
Alex Dematteis
Musicshockworld
Supino
20 Aprile 2023
https://mantarochenband.bandcamp.com/track/glaza
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