Die Letzten Ecken - Talisman
Berlino insiste, sforna band e lavori come se fosse un fiume in perenne stato di nascita. Una città che forma e informa il mondo, ha braccia enormi che sanno cingere l’inquietudine, la solitudine, il mistero, semina fluidi densi di gramigna gentile, come quella presente nelle nove canzoni. Un cammino nella storia di quella capitale, un avanzare dentro l’intensità dei ritmi, dei suoni, di percezioni che rendono l’essere umano sempre più consapevole. I sintetizzatori sono ondate poderose, per formare case come se fossero delle dance hall, nelle quali ci si nutre di elettronica, del Kraut Rock (poteva e doveva mancare? Certamente no!), finendo per ossigenare il Post-Punk, rendendolo uno schiavo ubbidiente. I vetri si rompono, come gli equilibri, e si viaggia perdutamente sconvolti da questo ammasso di Dark-Electro sapientemente dilatato. La loro massiccia intelligenza emerge definitivamente con la quarta freccia, quella Zirkus, che eleva il loro concetto, il loro comportamento e portamento, in quanto sa comprimere il file di quel luogo e, tolta la pen drive, tutto rimane memorizzato. Si vivono momenti di poesia cibernetica elegante (Brennender Kummer), in cui la voce femminile preme per divenire una recitazione secca. E quando si arriva all’ascolto di Talisman, si entra negli anni Ottanta come se fosse uno Spin-Off di un eventuale film su quella decade.
Non esitate: andate in Germania e prendetevi una scossa vitaminica con questo meraviglioso terzetto, perché starete benissimo…
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