Systeme Paradoxe - Histoires Ordinaires
Il mondo si surriscalda mentre le anime si raffreddano, e in questo gioco di forze qualcosa deve intervenire, per far scemare questa lotta silenziosa. Lo fa benissimo il duo Parigino Systeme Paradoxe, con canzoni che sanno adoperare accortezza, tensione, dilatando e comprimendo le riflessioni su onde piene di gelide gocce Coldwave, per testimoniare il dialogo che si è fatto stantio e inefficace. Note grevi, ritmi che oscillano e la voce che diventa un brivido che lancia fiamme dentro i cristalli induriti del nostro pensare, una ebollizione di sentimenti che urlano a bassa voce.
Sono pochi ma impeccabili minuti: la loro classe protegge e frustra il nostro flusso mentale assente, offrendo chilometri di qualità. I loro testi e la loro musica sono uno schiaffo, elegante e conturbante, un rendere chiaro il nostro declino, con le lacrime che escono fuori dai nostri passi. I due, durante Rouge, diventano un film di Kurosawa, lenti e abissali, schiacciando la mente verso un filo mentale che si accende di consapevolezza, con l’elettronica che accompagna un atteggiamento artistico votato alla decadenza, il giorno dopo la fine…
I Kraftwerk più misteriosi appaiono durante Zero Zero, una messa articolata, dove la lettura della Sacra Scrittura è confinata dentro il recitativo di una voce metabolizzata nella tristezza più limpida.
Tutte le composizioni sembrano affacciarsi per finire in uno smottamento: tutto raffinatamente sottile, ma con la consapevolezza che nessun sorriso sarà offerto…
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