Unwed Sailor - Mute the Charm
Una folgore sul capo del vecchio scriba arriva da Seattle, grazie alla divina bellezza incontrollabile della band di Johnathon Ford, la farfalla che accarezza il Post-Rock, il Pop, lo Shoegaze, l’Alternative, il Post-Punk, ma soprattutto la zona concreta del paradiso terrestre.
Che sapore ha la musica degli Unwed Sailor? Quello di una fragola vigorosa, non acerba bensì matura al punto giusto per essere masticata. Che gioia insostenibile l’ascolto di queste nove tracce, perché si sogna con gli occhi aperti e si trovano armonie che ci afferrano per le orecchie, portandoci appunto in quella parte specifica del cielo che è la meta di ogni anima dalla faccia pulita. Titolo irridente, e quindi spettacolare, perché tutto fanno queste canzoni tranne disattivare il fascino. Direi esattamente l’opposto, dandogli una mano enorme per espandersi e trovare accoglienza all’interno degli ascolti che conducono la fantasia a fare l’amore con i sogni, nella danza della soddisfazione più pura e incantevole.
Le note musicali qui sono cerbiatti che corrono, masticano erba fresca e si muovono con eleganza dentro terreni fertili di frutti prelibati del suolo terrestre. E come una fiaba distribuiscono ruoli e competenze: sentire questa grazia conduce alla commozione per via di melodie in perpetua espansione, come una residenza che non fa altro che cambiare i connotati.
Ford (che è stato bassista con i Pedro the Lion) e compagni con questo ultimo lavoro hanno regalato l’idea di un affresco che non può conoscere l’invecchiamento, perché accarezza dolcemente il bisogno di una musica atta a sospendere il nero, a verniciare le stelle di una luce continua. Non servono le voci a queste composizioni, in quanto gli strumenti dicono già tutto, in un vocabolario colmo di evoluzioni.
Tra i pregi, i meriti, le infinite corsie di bellezze di cui è pregno l’album, la principale e più evidente è il buon gusto di spaziare mantenendo lo stile, il timbro di una ricerca che dia alle canzoni aria limpida, con i giochi melodici/ritmici che garantiscono sempre nuovi slanci.
Le chitarre scavano le nuvole, il basso gioca con i venti e la batteria scherza con i lampi: come un film muto andato perso e quindi fortunato a non essere coinvolto nel marasma del cinema moderno pieno di dialoghi inutili, ecco che la visione di questa pellicola degli americani è un meraviglioso appiglio per godere dell’unicità, e nei nove episodi potrete trovarne diverse, all’insegna di un valore enorme, che vi aspetta, perché le fragole si possono mangiare a qualsiasi ora della giornata…
Alex Dematteis
Musicshockworld
Salford
21 Febbraio 2023
https://unwedsailor.bandcamp.com/album/mute-the-charm
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