Ulterior - Wild in Wildlife
Andiamo a Londra, facendo un balzo nel tempo: l’anno è il 2011, tosto e complicato per la capitale britannica, musicalmente parlando.
A emergere, decisamente, è il quartetto che ha saputo coniugare, prendere, sviluppare elementi nella ricca cucina dei primi anni 2000: a partire dal suono fino all’assemblaggio di un’indole Punk, mitigata dagli evidenti denti Postpunk. Con la gigantesca produzione del Bosniaco Zlaya Hadzic (Tortoise e Sonic Youth nel bagaglio), l’album dà una sferzata notevole a una scena che si era addormentata. Eccole dunque le canzoni che scaldano i muscoli delle nostre orecchie e ci gettano in una danza compulsiva, attraversata da bagliori sonori che illuminano la loro indiscutibile propensione a pugni e calci nei confronti di una vita davvero assopita. Danno senso all’esistenza perché una fiaccola anarchica vive entusiasta dentro i testi e riescono a stimolare una notevole dose di curiosità con la limpida volontà di scuotere gli animi. Chitarre, basso e batteria sono un esercito di lapidi in volo verso melodie rotanti e roboanti.
Inutile dire che sappiano bene chi siano i Killing Joke nella stratosferica Dream Dream che da sola vale l’acquisto dell’album. Ma non ostinatevi a cercare band di riferimento: i quattro hanno badili Postpunk tra le dita e sanno lanciare i propri sassi molto lontano…
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