mercoledì 18 maggio 2022

La mia Recensione: RosGos - Circles

 La mia recensione 


RosGos - Circles


Le sorprese sono sempre più determinate ad essere negative, noiose, faticose, pesanti.

In questo traffico spasmodico di fatti, eventi, tragedie in crescita, quelle positive sono rare, come le zone del mondo che sono prive di contaminazioni varie.

Il mio sguardo ora diventa musicale ed entra nell'opera di un artista italiano, lavoratore instancabile e dall'anima tesa, capace di dare alla sorpresa il volto del sollievo.

Un album che sa essere acuto nella sua tensione, respiri che diventano ansia poliedrica, contagiosa di nuvole scure che cercano il sole. Amore è la parola chiave di questa navicella marina: portata in fondo al mondo a guardare l'universo, lo si osserva nella sua potenza e prepotenza, facendone un fascio di gocce amare, ma capace di regalare labirinti di coppe di gioia in cui perdersi.

RosGos entra come un insieme di bolle nella pentola del cuore, tra fiammate Postpunk ed una Darkwave leggera affiliata alla Synthwave di gran classe, con brani calibrati nel mettere a fuoco le vicende del sentire umano. Purifica e incanta, scuote e ci fa danzare con la testa verso il nero seppia.

Sulla sua voce scende la follia del mondo, nel vano tentativo di una fuga impossibile, e l’artista Lombardo (Crema) la rende capace di scuotere la paura e di farla diventare un respiro consolatorio.

Chitarre dal mantello di pietra stringono il patto di fede con tastiera e basso: c’è una voragine da riempire e tutto va nella direzione del compimento.

Vi è del coraggio, una acuta leggerezza quasi romantica, un velo a proteggere la fragilità dell’aria e la predisposizione a trasportare il tempo in una atmosfera di piacevole confusione mista a tensione.

Grande predisposizione al bilanciamento dei volumi di idee tenendo in asse, perfettamente, tutti gli strumenti utilizzati. 

La tristezza ha la luce di una candela sospesa sopra il ghiaccio.

Quando sembra che il tutto sia rappresentato con un certo senso del distacco, ecco le sorprese che dicevo prima: RosGos scuote, rende insensata la nostra convinzione e la spiazza.

Diverse le direzioni musicali di queste nove composizioni, come il bisogno di trovare forza e conforto in un range che dia il senso di pienezza.

Non vi è nulla di italiano e in questa occasione direi che va a suo favore: i testi, il cantato in un perfetto inglese, la musica che nuota tra la Germania e l’Inghilterra in una danza completa di innumerevoli motivi di orgoglio che consegna all’Europa un meraviglioso figlio adottivo.

La sua tendenza è quella di offrire armonie e melodie, come se le gocce d’acqua fossero ancora possibiliste nei confronti di un bianco non del tutto macchiato. Una lunga poesia fatta di immagini, incontri, con il talento di un progetto che ci rende nuotatori dei sogni…


Canzone per Canzone


Limbo


Un fiato corto, un respiro pesante si appoggia ad un velluto elettronico in espansione, mentre la voce sembra avere la necessità di sedare gli sguardi: il primo brano mostra un crescendo armonico che diventa luculliano, potente e gioca con saliscendi vari per essere, nel ritornello, un saloon del far West moderno e vigoroso. Quando gli Alan Parson Project erano in grado di spiazzare: la canzone di Maurizio sarebbe stata perfetta per creare un’unione stellare.


Lust


Cambio di scenario per un brano che compatta il Postpunk ad un sentire digitale: zolle di vetro dalla pelle morbida fanno da cuscino ad un senso estetico del pop mascherato, che rivela un’attenzione agli equilibri di strumenti che come macchia d’olio avviluppano il fiato del nostro ascolto. Un ritornello a ricordarci l’evoluzione dei Radiohead, quella propensione decadente che seduce anche il sorriso più acceso. 


Gluttony


I Sophia e Jeff Buckley, del secondo album che in vita non è riuscito a completare, sono gli elementi che illuminano la pelle di una canzone che come un gomitolo malinconico trova un ritmo e elementi per creare una piacevole tensione. Poi il tutto si arresta per ripartire come una navicella spaziale in cerca di nuovi pianeti. Grande abilità nel non creare una probabile esplosione: è ciò che conferisce al brano una potente difesa dal banale.


Greed


Se non fosse esistito The Top dei Cure, questa sarebbe stata una perfetta canzone di apertura dell’album successivo a Pornography, almeno nelle prime battute, come se Charlotte Sometimes fosse stata alleggerita. Poi il cantato, trascinante e malinconico, dà modo all’autore Lombardo di rimanere in una zona musicale dei primi anni 90, terreno quasi sismico perfetto per melodie dal polso fermo. 


Wrath


RosGos qui restringe i campi di azione, tenendo le briglie ben strette su questo vascello cosmico dal profumo di sabbia bagnata: la drammaticità diviene evidente, sospensioni e voli grigi scuotono per precisione, con un arrangiamento che diventa atteggiamento di ricchezza, tra le note che sembrano scrutare l’intimità di una fuga. 


Heresy


Brano spiazzante, da una parte una sezione che ricorda la chitarra che rimanda a Pictures of You dei Cure ed un cantato di cui Tom Verlaine sarebbe fiero. Il ritornello mantiene la sensazione di riferimenti musicali troppo evidenti ed è forse quello che fa pagare dazio, perché l’unico nell’album a non mostrare la grande capacità di Maurizio di sapersi smarcare dalle comparazioni, visto che ve ne sono molte. Ma alla fine rivela la sua abilità nel tenerci sospesi in un sogno ed è pur sempre un grande regalo.


Violence


Quando la bellezza abbacina e ci rende schiavi ubbidienti e felici, distruggendo ogni logica possibile.

Brano eccelso, corrosivo, subliminale, un pirata che salta a bordo lentamente ma con grande capacità di derubare i nostri forzieri. Si spazia nel crocefisso sonoro che ci ingobbisce, muri di suono per renderci muti con stilettate di classe volte a conferire alla composizione un pathos che pulisce l’anima da scorie radioattive. Vertice assoluto di rara bellezza.

Un carillon dal sapore moderno, un approccio sintetico su una chitarra che proviene da Seventeen Seconds, per poi acquisire rocce per strada e dare alla canzone granitici atomi di magnifica estensione.


Fraud 


Nuova chicca sinuosa, in bella vista, col vestito lucido: si entra di nuovo nelle zone mistiche di Robin Proper-Sheppard, il capo mastro dei Sophia.

I primi 100 secondi sono lo scatto tenuto a bada per poi lanciare il brano sui territori di una intimità che conosce la luce e la propensione a divenire un lampo continuo che prova a battagliare con l’oscurità. Raffinata e sensuale, si serve di poche note di piano per elevare la spiritualità nei prati bui dell’universo: dando la sensazione di una caduta rapida e ineluttabile. 


Treachery


L’album si congeda con bolle new age dentro una giostra moderna dai neon opachi, una intima propensione a tenere il sogno vivo negli occhi angelici. Una culla nel cielo dondola con la sensazione che qui tutto si chiuda, con dolcezza e amarezza, in un binomio che sospende il respiro. Una chitarra semiacustica sorprende con le sue note calde, mentre la tastiera dipinge note che sembrano portare l’ascoltatore alla fine del cielo: una meravigliosa esibizione di classe per concludere un lavoro immenso, quintali di bellezza che ci hanno regalato un ascolto intimo e capace al contempo di scuotere i nervi ormai assuefatti. RosGos è un talento da tenere nel cuore: piacevolmente, in modo inevitabile!


Alex Dematteis

Musicshockworld

Salford

18 Maggio 2022


In uscita il 19 Maggio 2022


https://open.spotify.com/album/4tHE0n595G6A6Fze7lSyuV?si=YKdwqyNYQLS2olrJ66OybA





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