domenica 20 febbraio 2022

La mia Recensione: Mammut nel caos - Subito dopo pranzo

 La mia recensione 


Mammut nel caos - Subito dopo pranzo


“C’è una riservatezza che non ti dà nessun’altra stagione… In primavera, estate e autunno le persone vivono una sorta di stagione aperta gli uni accanto agli altri; solo in inverno si possono avere momenti più lunghi e tranquilli in cui gustare l’appartenenza a se stessi.”
Ruth Stout


Quando la musica entra nello spazio del tempo e delle sue stagioni, dei suoi personaggi e della loro psicologia, ecco che diventa una misura, reale, di ciò che accade.

Angelo Barraco, Marsalese, è riuscito perfettamente in tutto questo con l’Ep del 2021 intitolato “Subito dopo pranzo”: quattro indagini, quattro frammenti che sanno comporre una fotografia specifica.

Per farlo si è affidato a un abito nero che esce per strada, cibandosi di quel Postpunk che era approdato alla Darkwave inglese dei primi anni 90.

Ha ideato e costruito in proprio le canzoni e solo al momento della registrazione ha concesso ad altri musicisti di supportarlo.

Ma tutti gli strumenti adoperati sono stati suonati originariamente da lui mostrando capacità e talento, senza dubbi.

Non mancano il suo buongusto nel metterci qualcosa di proprio, la modalità di sorprendere perché spesso le persone credono di avere individuato e capito una canzone dopo pochi secondi.

Ecco allora che “Solo Luce” ne diventa l’esempio perfetto, con la sua introduzione scura, poi ci troviamo davanti a un netto spostamento con un giro di chitarra solare e a un basso che si presenta deciso per concederle lo spazio per portarci al buio.

I brani sono chiaramente devoti al suo background e alla volontà di partire da lì, ma poi anche di non fermarsi: ne è esempio “Il giullare è morto” che con fiamme di quell’hardcore familiare ai Nerorgasmo offre all’artista siciliano il modo di essere protagonista di uno splendido assolo di chitarra che è un elenco di graffi sul senso di soffocamento, come un divincolarsi.

L’inziale “Amniotico”, di chiara derivazione Darkwave, è una splendida apripista del suo percepire profondo, la volontà di specificare la connessione tra i corpi e la loro dispersione mentale. Uno splendido atto dimostrativo anche della sua penna capace di dimostrare un occhio attento verso una decadenza non più contestabile.

Con l’ultima canzone “Inverno”, uno strumentale breve di 35 secondi, si chiude perfettamente il suo sguardo con un lascito di note amare, che molto deve ai primi Diaframma e che il gruppo toscano doveva a sua volta a diverse altre band.

Ma non è un limite o un plagio, bensì una splendida sintesi che offre evoluzioni.

Angelo è capace di creare immagini e di dare ai nostri pensieri prospettive e angolature diverse, non limitando il tutto solo alla composizione musicale. 

Giunge la sensazione di un nodo alla gola.

Che non ha bisogno di molte parole per presentarsi: infatti su quattro canzoni due sono strumentali ma parlano anche loro…

Cibarsi della presenza di una coscienza attiva, che sonda, è una fortuna.

Allora buon appetito, cibo ne avete, svelti, che siamo subito dopo pranzo, il tempo di dare alla digestione senso e validità.


Alex Dematteis 

Musicshockworld 

Salford

20 Febbraio 2022


https://open.spotify.com/album/51EnoX9cWYNhUxpKruU7En?si=ovfDyMazR0-W7NbA4LvWLw






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